domenica 11 aprile 2010

SUL MARE (Italia, 2010) di Alessandro D'Alatri

Sarà che non ho mai amato il mare. Sarà che non sopporto il sudore, l'odore della salsedine, la carne arrossata (quando non arrostita) dal sole. Sarà che non mi piace l'estate, stagione falsa e finta, portatrice solo di illusioni. Sarà che da Alessandro D'Alatri uno si aspetterebbe ben di più di questo compitino stupidino e inconcludente, e anche un tantino ipocrita...
Sarà, insomma, che Sul mare è una cocente delusione, cocente come il sole d'agosto, e pone una pericolosa ombra sulla carriera del regista romano, che già aveva preso una brutta piega con l'orrendo Commediasexi di un paio d'anni fa. Ma si disse che quello era un film su commissione, e dunque l'idea di tornare sul set con un'opera più intimista e dal budget meno faraonico era senz'altro lodevole, così come l'intenzione di dirigere un film "giovanile" ma non "per i giovani", che avesse la forza di aprire gli occhi e le coscienze su temi importanti come il precariato, il lavoro nero, l'incertezza del futuro, l'impossibilità di costruirsi una vita "normale"...

Le intenzioni dunque c'erano. Ma il risultato finale è davvero deludente, oltre ogni aspettativa: Sul mare vorrebbe essere una riflessione delicata e leggera sull'instabilità dei sentimenti e la lotta contro la solitudine interiore (mentale e fisica), ma ciò che si vede sullo schermo è solo un'insulsa e pruriginosa melassa adolescenziale che annoia più che far riflettere, e ti fa anche arrabbiare quando vedi un argomento così drammatico e terribilmente attuale (le morti bianche) ridotto a fare da cornice ad una storia così inconcludente da risultare quasi insopportabile, almeno quanto l'approssimata (per non infierire troppo) recitazione dei due "protagonisti", veramente odiosi (specialmente la ragazzetta con la psoriasi e la puzza sotto il naso, all'apparenza problematica e introversa, ma che poi finisce con lo scopare in ogni scena... alla faccia della timidezza!). Meglio stendere un velo pietoso, poi, su cotal Dario Castiglio: figlio di Peppino DiCapri e "per nulla raccomandato", che ha una faccia che verrebbe bene solo per i fotoromanzi, ammesso che esistano ancora...

Cosa salvare, allora? La fotografia, che può essere riciclata per un discreto spot turistico su Ventotene, e la durata del film: fortunatamente solo un'ora e mezza o poco più, ma più che sufficiente per far sbadigliare la platea. Da dimenticare tutto il resto: in special modo l'attore che interpreta il migliore amico del protagonista, che cerca per tutta la pellicola di scimmiottare (con movenze e parlata) il grande Massimo Troisi. Che a quest'ora, statene certi, si starà rivoltando nella tomba.
VOTO: * *

1 commento:

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