domenica 29 agosto 2010

Perchè vado a Venezia. Perchè servono i festival.

Ormai ci ho fatto l'abitudine... a chi mi chiede, intendo, cosa possa spingermi a tornare al Lido per l'ennesima volta. Sono più di dieci anni che mi reco in laguna e, sebbene le emozioni non siano più esattamente quelle delle "prima volta", non riesco a fare a meno di tornarci.

Sì, perchè i Festival sono per un cinefilo un appuntamento importante. Primo, perchè ti consentono di vedere opere di cinematografie lontane e semi-sconosciute, che non arriveranno mai (purtroppo) nelle nostre sale. Secondo, perchè puoi guardare i film insieme agli autori, ascoltare le interviste, conoscere i protagonisti e il loro punto di vista evitando così le domande "precotte" e insulse delle riviste patinate...

Terzo, perchè... ai Festival si sta bene insieme alla gente!

Questa è, senza ombra di dubbio, la ragione più importante. Si va ai Festival per respirare l'atmosfera di festa e di connubio che si crea tra migliaia di appassionati che, come te, vedono i film e li commentano, li esaltano, li stroncano, li amano, li odiano ma, soprattutto, li condividono. Questo è il bello delle rassegne: confrontarsi e condividere. E poco importa se, magari, quel film sarà nelle sale dopo due giorni... tu eri lì, insieme a gente appassionata come te, che come te capisce le emozioni che si provano, che guarda lo spettacolo educatamente, in silenzio, senza popcorn, cellulari o altre diavolerie che disturbano la visione.

E poco importa, allora, se a Venezia ci saranno le solite file chilometriche, le solite code per andare in bagno, i soliti prezzi allucinanti per mangiare, bere e dormire, le solite scarpinate per andare da una sala all'altra...

Nei Festival si respira Cinema, ed è la cosa più importante.

domenica 22 agosto 2010

LEELEE SOBIESKI

Per chi (ancora) se la ricorda, la sua immagine di lolita graziosa e ninfomane in Eyes Wide Shut è rimasta scolpita nella memoria: è stata l'ultima musa di Stanley Kubrick e, come purtroppo spesso succede, quel ruolo l'ha schiacciata rendendola prigioniera di un'eredità troppo grande. E pensare che da quel ruolo sono passati ben undici anni.

Da allora Leelee Sobieski è cresciuta. Eccome se è cresciuta! Oggi, a trentuno anni, è una donna stupenda, matura, già mamma di una bella bambina e comunque soddisfatta di una carriera che, indubbiamente, avrebbe potuto essere ben più brillante rispetto ad altre sue coetanee. Anche se, ovviamente, ancora tutto può succedere... è pur sempre giovanissima!
Lo ammetto: su Leelee non sono obiettivo, perchè mi piace troppo. Sono andato a vedere certi suoi film, non certo memorabili, solo perchè c'era lei: lo so, alla mia età non si dovrebbe dire (sono troppo grandicello per certi amori platonici!!), ma non ce la faccio a restare indifferente davanti ai suoi grandi occhioni azzurri, i lunghi capelli biondi e dorati, il suo corpo alto, slanciato, possente, atletico. Insomma, la donna perfetta... o quasi!
Ma non fu solo la bellezza a farla notare a Kubrick: il grande regista scomparso aveva occhio per certe cose, e fu subito colpito da quell'adolescente all'apparenza così eterea, delicata, casta, eppure dotata di un fascino innato, seducente e già maledettamente "adulto" malgrado avesse, all'epoca, appena quindici anni. E chi non ricorda le celebri sequenze in cui riesce con poche, pochissime e dolcissime parole, a circuire uno stralunato Tom Cruise?


Da allora, le proposte cinematografiche per la piccola Leelee si moltiplicano. Ma qui arrivano le dolenti note: complici, forse, manager incapaci e profittatori, o una certa inclinazione alle scelte sbagliate, la "nostra" non
ne azzecca più una, accettando tutto quello che le viene proposto invece di vagliare e riflettere sul suo futuro.
Ecco, allora, che accetta pellicole scadenti e pretenziose come Prigione di vetro, Mai stata baciata, Radio Killer, Per una sola estate, Il Prescelto, qualcuna addirittura talmente scadente da non meritare nemmeno la platea cinematografica e uscita direttamente in dvd (Walk all over me, In the name of the King). A questo punto non le resta che riciclarsi in tv, dove paradossalmente riceverà le migliori soddisfazioni: due candidature agli Emmy Awards e ai Golden Globe per le serie Giovanna d'Arco e Uprising (dove interpreta una giovane ebrea prigioniera in un campo di sterminio).

Negli ultimi tempi però qualcosa si muove, sull'onda (anche) di vita privata che va a gonfie vele dopo tanti amori sbagliati: Leelee è felicemente sposata con lo stilista Adam Kimmel, dalla quale ha avuto un figlia, Louisanna. La serenità famigliare l'ha portata ad una piccola ma significativa rinascita artistica: ha recitato con Al Pacino nel discreto thriller 88 minuti e si è ritagliata un piccolo cameo nel magniloquente Nemico Pubblico di Michael Mann. Coraggio Leelee!!


lunedì 16 agosto 2010

MONSTERS (G.B./Messico, 2010) di Gareth Edwards



Il giovanissimo regista Gareth Edwards ha definito Monsters, la sua opera prima, come "l'inizio di un nuovo genere: la fantascienza romantica", e la platea di Locarno lo ha applaudito a lungo... potenza dei Festival!
In realtà il film ha ben poco di originale, se si eccettua un finale azzeccato e decisamente sorprendente, ma va dato atto a Edwards di aver portato sullo schermo una pellicola solida, di genere, girata con pochi mezzi ma con grande professionalità. E, bisogna dirlo, decisamente coinvolgente.

La trama: Una navicella della Nasa contenente campioni organici provenienti dallo spazio si schianta nel deserto messicano. I campioni, a contatto con l'atmosfera terrestre, favoriscono la nascita di terrificanti creature aliene che finiscono con l'"infestare" la parte settentrionale del paese, fino al confine con gli Stati Uniti. La zona viene così messa in rigida quarantena dagli eserciti dei due paesi, creando non pochi problemi a chi deve attraversare il confine (ogni riferimento all'attuale situazione politica è, diciamo, non del tutto casuale...). In questo contesto, un uomo d'affari americano incarica un giornalista senza scrupoli di "riportare" a casa la figlia rimasta bloccata in Messico. Durante una notte brava al "nostro" vengono rubati i passaporti, costringendo così la neo-coppia ad attraversare la zona infetta. Inutile dire che il viaggio non sarà agevole...


Monsters è un fanta-horror, come detto, abbastanza convenzionale, e dove la scarsità del budget a disposizione fa sì che gli effetti speciali siano ridotti al minimo, privilegiando il lato "psicologico" della vicenda (e questo certamente non è un difetto). Il terrore viene infatti "percepito" piuttosto che mostrato, non disdegnando inoltre interessanti riflessioni sul rapporto tra noi e gli altri, cercando di convincere lo spettatore che la paura del "diverso" non sempre è giustificata, anzi. Senza parlare troppo del finale (sarebbe un delitto!) vi posso dire che i "mostri" in realtà non sono poi così ostili con gli esseri umani, e che sono quindi i nostri pregiudizi nei confronti di chiunque che meritano di essere messi in "quarantena".

Non male, tutto sommato, per un'opera prima.
VOTO: * * *

Un ferragosto a Locarno


Locarno è uno di quei "luoghi dell'anima", dove non puoi fare a meno di andarci... è più forte di me. Quest'anno solo una brevissima toccata e fuga, tanto per "timbrare il cartellino", ma stimolante come sempre.
E' difficile dire da dove nasca il fascino di questo piccolo-grande festival del cinema. Forse per il fatto di essere una rassegna "piccola" ma elitaria, sperimentale, dove puoi assistere a opere davvero coraggiose e alternative, a volte provocatorie, che difficilmente trovano spazio nei festival maggiori (anche se Locarno, ricordiamo, per importanza è il quarto festival al mondo, il secondo per longevità insieme a Cannes). Oppure perchè è un festival a misura di spettatore, che non ti costringe a estenuanti spostamenti col cuore in gola da una sala all'altra, offrendoti inoltre la visione dei film più spettacolari in una cornice unica al mondo come quella di Piazza Grande: se siete cinefili veri non potete, almeno una volta nella vita, non assistere ad una proiezione in questo magico scenario, insieme a quasi diecimila persone entusiaste...
Oppure, ancora, a Locarno ci si va perchè è, banalmente, un posto bellissimo e ospitale: un paesino di neanche ventimila anime, caretteristico, pittoresco, adagiato sulle sponde del Lago Maggiore e dove ti puoi anche concedere una piccola vacanza rilassante. Davvero: Locarno è l'unico festival al mondo dove, oltre a vedere film, ti puoi anche riposare. E scusate se è poco.
Tante persone, di ogni parte del mondo, ogni anno amano trascorrere qui il proprio ferragosto: dalla minuscola (ma troppo carina!) stazione ferroviaria si raggiungono in breve tempo tutte le principali mete della Svizzera, e anche le nostre Domodossola e Varese. Percorsi incantevoli e suggestivi, come la ferrovia delle Centovalli e i collegamenti col Bernina Express... insomma, c'è di tutto e di più per "innamorarsi" di questa vivissima cittadina svizzera.
Appuntamento al prossimo anno!