martedì 7 settembre 2010

Venezia 67 \ VALLANZASCA, GLI ANGELI DEL MALE (Italia, 2010) di Michele Placido

Se fossi in Michele Placido, non darei assolutamente peso alle polemiche che hanno accompagnato la creazione e la distribuzione del suo Vallanzasca-Gli angeli del male, che approda (finalmente) fuori concorso alla Mostra del Cinema. Intanto, perchè è tutta pubblicità gratuita (e credo che Placido, cineasta ormai navigato, sotto sotto se la rida sotto i baffi). E poi perché non ha davvero nulla da rimproverare alla sua coscienza, in quanto sarebbe assurdo crocifiggere un regista per aver girato una fiction su un bandito. Come se film di gangster non ne fossero mai stati girati. Come se non si sapesse che, da quando esiste il cinema, i personaggi ‘belli e dannati’ hanno sempre affascinato le platee, senza per questo essere emulati o glorificati dal pubblico. E come se gli americani, tanto per fare u e finirla qui, accusassero Michael Mann per aver diretto Nemico Pubblico, il film che racconta le ‘gesta’ di John Dillinger… via, siamo seri!
L’unica preoccupazione, per noi cinefili, era semmai cosa aspettarsi da questo film, in quanto il Placido regista è un personaggio più double-face del dottor Jekyll, capacissimo di alternare pellicole belle e di spessore (Del Perduto Amore, Un Eroe Borghese, Romanzo Criminale) a indicibili pasticci (vedi il tremendo Ovunque Sei o l’irrisolto Il Grande Sogno). Nessun problema, invece. Vi dico subito che Vallanzasca è un buon film. Una pellicola di genere che ricorda i film ‘poliziotteschi’ italiani degli anni ’70, pieni di ritmo, sparatorie, azione e sgommate. E prima che possiate obiettare qualcosa… sappiate che in questo caso tutto ciò non è un difetto: non siamo di fronte, infatti, né a un trattato sugli anni di piombo, né a un’apologia del gangster come temevano i familiari delle vittime, ma ad un onestissimo prodotto medio che ricostruisce molto bene sia la figura del bandito che il clima dell’epoca senza perdersi in meandri storico-sociologici. Non aspettatevi, insomma, un altro Romanzo Criminale: questa è, semplicemente, la storia di un uomo che ha scelto (pur non avendone la necessità, come da lui stesso dichiarato) di stare dalla parte sbagliata.
Inutile dire che buona parte della riuscita del film va attribuita a Kim Rossi Stuart, che è grandioso nella sua intepretazione del ‘bandito più bello d’Italia’ (come Vallanzasca veniva definito all’epoca): lo ricalca perfettamente, in maniera impressionante per portamento, sguardo, fisionomia e parlata… peccato che il film sia fuori concorso, altrimenti la Coppa Volpi avrebbe già un padrone.

VOTO: * * *

3 commenti:

  1. ciao Kelvin, condivido le tue considerazioni generali, poi il film lo giudicherò guardandolo ovviamente.
    Kim Rossi Stuart anche secondo me è un ottimo attore, l'ho apprezzato molto in "Le chiavi di casa".
    ciao

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  2. E' vero. E pensare che io fino a pochi anni fa lo classificavo come il solito 'bello e scemo'... Kim perdonami !!!!

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  3. sono molto curioso di sentire la colonna sonora firmata dai Negroamaro

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