sabato 22 settembre 2012

E' STATO IL FIGLIO / ACCIAIO / BELLAS MARIPOSAS

Tre film italiani, tre calci nel sedere ai disfattisti... E' un refrain macabro e ormai stantìo quello che ciclicamente annuncia la morte del cinema italiano, che poi guardacaso rinasce sempre dalle proprie ceneri come l'Araba Fenice. Viene il sospetto, quasi, che i primi nemici del cinema italiano siano proprio i critici, gli addetti ai lavori, tutti quelli cioè che col nostro cinema fanno lauti guadagni e poi sputano nel piatto in cui mangiano. Come spesso accade da noi.

Questo per dire che il caro vecchio cinema italiano, vituperato da tutto e tutti, in realtà offre molti segnali di risveglio e vitalità, più di quanti ne possiate immaginare. Ne sono la prova, ad esempio, questi tre film presentati a Venezia che, nel loro piccolo (nel senso di investimento produttivo), hanno fatto riflettere, pensare e divertire gli spettatori. E scusate se è poco.

'E' stato il figlio', di Daniele Ciprì
E' stato il figlio è il film che segna l'esordio di Daniele Ciprì come regista. Sepolti ormai i tempi (eroici) del sodalizio con Franco Maresco, questa opera prima del cineasta siciliano ha sorpreso un po' tutti per il formato surreale e grottesco con cui è stata realizzata: un uomo rozzo e ignorante seppellisce la propria figlia, uccisa a causa di una pallottola vagante. Neanche il tempo di asciugarsi le lacrime che una 'soffiata' gli fa balenare l'idea di chiedere i danni all'assicurazione. Esaltato dalla possibilità, l'uomo si dà alla bella vita, spendendo i soldi ancora prima di averli intascati. Ma ovviamente non sarà così semplice farsi rimborsare... Cronaca sarcastica e feroce dello squallore e la miseria della provincia italiana del Sud, con Servillo al solito gigantesco e con un manipolo di ottimi attori.

'Acciaio' di Stefano Mordini
Da  Venezia 69 è passato anche Acciaio, opera seconda di Stefano Mordini (che ci era piaciuto molto con il film d'esordio, Provincia meccanica). Tratto da un pessimo romanzo-bestseller della bolognese Silvia Avallone, il film di Mordini riesce (a differenza del libro) a dosare nel giusto modo l'aspetto'pruriginoso' (l'esistenza difficile delle due ragazzine protagoniste) e quello 'sociale' (il lavoro in acciaieria, le difficoltà della classe operaia), costruendo un buon film equilibrato e non ipocritamente morbosetto come il racconto della Avallone: ottime le prove delle due giovanissime protagoniste (Anna Bellezza e Matilde Giannini, debuttanti assolute), un po' meno quelle di Vittoria Puccini e Michele Riondino. Ma si sa, l'occhio vuole la sua parte, commercialmente parlando...

'Bellas mariposas' di Salvatore Mereu
Molto carino anche Bellas Mariposas, di Salvatore Mereu. Curiosamente, anche qui i ruoli principali sono affidati a due ragazze adolescenti (Sara Podda e Maya Mulas, le 'farfalle' del titolo, anche loro esordienti) che, sempre come in Acciaio, vivono non proprio nell'Empireo: la loro vita scorre infatti nei lugubri palazzoni popolari del rione Sant'Elia di Cagliari, in mezzo a piccoli e grandi problemi.  Mereu porta sullo schermo una storia tanto incredibile, assurda, sconcertante, quanto realmente accaduta al 100% : la storia di una ragazzina più grande della sua età che deve difendere il suo fidanzatino dall'ira del fratello geloso che vuole farlo fuori. Fisicamente, intendo. E si fa sul serio. Meno male però che il film la butta sul lato grottesco e comico della vicenda, facendoci fare molte risate, pur se a denti stretti...

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...