domenica 6 gennaio 2013

LA MIGLIORE OFFERTA

(The best offer)
di Giuseppe Tornatore (Italia, 2013)
con Geoffrey Rush, Sylvia Hoeks, Jim Sturgess, Donald Sutherland
VOTO: ***/5

"In un falso c'è sempre qualcosa di vero perchè un falsario, se è bravo, non perde mai la tentazione di inserire nella copia qualcosa di suo". Parola di Virgil Oldman, ricco e distaccato battitore d'aste, esperto antiquario e collezionista d'arte (anche con metodi poco cristallini), protagonista dell'ultimo film di Giuseppe Tornatore: per chi di voi ama il thriller e l'intrigo, in questa frase c'è tutto il significato della pellicola. Altro non  vi diremo, per non rovinarvi il gusto di andare al cinema e, più semplicemente, perchè la trama del film, tenuta segretissima fino all'ultimo istante dal regista siciliano, è in realtà molto meno complessa di quello che ci si potrebbe immaginare...

I lettori di questo blog, da appassionati di cinema quali sono (altrimenti non lo leggerebbero), sanno bene che  esistono due Tornatore diversi: uno è il Tornatore ambizioso, megalomane e nostalgico, perversamente attaccato alla sua terra, autore di noiosissimi polpettoni a largo budget e di scarso appeal come Baarìa, Malèna e L'uomo delle stelle. Poi c'è l' altro Tornatore, il suo fratello gemello, che per nostra fortuna ogni tanto sente il bisogno di restare coi piedi per terra e restituirci un cinema più genuino e più sincero, a misura d'uomo, fatto più col cervello che col cuore e con meno afflato epico. La migliore offerta, ultima sua fatica, rientra in questa categoria: siamo, per genere e atmosfere, dalle parti di Una pura formalità e La sconosciuta, guardacaso due dei suoi migliori film che, sempre non a caso, erano ambientati ben lontani dall'amata Sicilia: quasi come se il richiamo ancestrale delle proprie origini impedisse a Tornatore di girare film più maturi e tenere a bada l'aspetto emozionale.

Geoffrey Rush
Questo, intendiamoci, non vuol dire che La migliore offerta non sia un film emozionante, solo che le emozioni che ci traduce non sono affatto quelle che uno s'immagina. E, diciamolo subito a scanso di equivoci, se pensate di andare a vedere un thriller fatto di tensione, pathos e colpi di scena, ne rimarrete quasi sicuramente delusi. Primo, perchè l'azione è praticamente peri a zero: non ci sono sparatorie, inseguimenti, esplosioni e morti ammazzati. Secondo, perchè l'intreccio della storia è decisamente prevedibile e per nulla originale: insomma, uno spettatore di media intelligenza come colui che scrive capisce quasi subito come stanno le cose...

Sylvia Hoeks
Eppure, malgrado ciò, a noi La migliore offerta non è affatto dispiaciuto, perchè a nostro modestissimo parere sono ben altri gli elementi importanti di questa pellicola, che vanno oltre l'aspetto strettamente formale del film di genere. La migliore offerta è un film sorprendentemente molto intimo e personale, che parla di solitudine, vecchiaia, inadeguatezza, impotenza... La cosa che colpisce subito è infatti l'assoluto e agghiacciante stato di autoreclusione in cui vive il protagonista: Virgil Oldman è un uomo ricchissimo e potente, ineffabile e inflessibile sul lavoro, eppure incapace di qualsiasi slancio affettivo nella vita reale, in particolar modo verso il genere femminile, universo a lui totalmente sconosciuto e che gli si rivelerà sconvolgente quando dovrà scendere a patti proprio con una donna.

Geoffrey Rush e Giuseppe Tornatore sul set del film
Succede infatti che una giovane ereditiera, orfana e senza amici, invita Oldman nella decadente villa di proprietà per fargli eseguire una valutazione del patrimonio di famiglia. La ragazza però non è una cliente qualsiasi: soffre di una grave forma di agorafobia che non le permette di uscire dalla propria camera dove vive 'prigioniera' fin da bambina. Oldman resta subito colpito e affascinato dalla condizione della ragazza, capisce che essa è esattamente come lui: entrambi, a modo loro, hanno paura del mondo e difficoltà ad aprire il loro cuore: Oldman vive in una casa lussuosa, immensa, eppure sempre irrimediabilmente vuota. L'unica sua compagnia sono le centinaia di preziosissime tele che custudisce nel caveau, tutte raffiguranti figure femminili: le uniche donne con cui si sente a suo agio... almeno finora. Almeno fino all'arrivo della giovane Claire, sopraggiunta a sconvolgergli la vita con la forza di un tornado.

Mai sottovalutare le conseguenze dell'amore, era la regola di un grande film italiano di qualche anno fa. Oldman invece si lascia travolgere da una passione che non è in grado di controllare, essendo per lui una sensazione completamente nuova e sconosciuta. Di più, davvero, non possiamo dirvi. Salvo che La migliore offerta è un film che vi farà riflettere sui valori della vita, sul tempo che fugge, sul coraggio che serve per compiere scelte di vita importanti e non avere rimpianti in futuro... Oldman è un uomo che è 'nato vecchio' (il nome scelto da Tornatore non è certo casuale) e che scopre a sessant'anni di aver gettato via gli anni migliori della giovinezza, esattamente come la donna di cui si è innamorato.
Jim Sturgess

L'ultimo Tornatore, insomma, può definirsi una pellicola riuscita, sebbene come ripetiamo non abbia nè i tempi nè la struttura del thriller: a una prima parte lunga e descrittiva si sussegue un epilogo fin troppo movimentato e abbastanza scollegato dal resto del film. A reggere tutto sulle proprie spalle ci pensa però un bravo attore come Geoffrey Rush, perfettamente a suo agio nei panni del vecchio battitore d'asta algido e incapace di amare. Belli anche la scenografia e gli esterni del film, ambientato in un'imprecisata e grigia città mitteleuropea (nella realtà tra Trieste e Praga), quasi a testimoniare (parole dello stesso Rush) "il difficile rapporto tra la vecchia Europa, colta ed elegante, e l'Europa moderna, che deve aprirsi al futuro". Esattamente come le nostre vite.

9 commenti:

  1. Che splendida analisi non vedo l'ora di vederlo!!! Però io amo entrambi i Tornatore...questo te lo devo dire. ;-)

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    1. Grazie! Non preoccuparti... si sa che l'amore è cieco! :-) Fammi sapere poi che ne pensi!

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  2. L'ho visto ieri sera: Tornatore ci fa vivere un paio d'ore di intenso cinema, come dovrebbe sempre essere!. Caro kelvin, se non sei un uomo del sud non potrai mai comprendere "l'altro" Tornatore.

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    1. Forse hai ragione, però trovo limitante per un regista rivolgersi solo a un certo tipo di pubblico: di solito sono gli spettatori che scelgono, non il contrario...

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  3. Infatti tu puoi scegliere se "seguirlo" o meno. Siamo tutti liberi e artefici..come Virgil Oldman. A me il film è piaciuto anche perchè non dava nessuna certezza su come potesse continuare, terminare, e dipanarsi la storia. Comprenderlo prima? Perchè? Valeva la pena guastarsi il sapore dolce dell'incognita?
    Virgil era solo un abile presuntuoso essere vivente.
    Poi, aprendosi alle emozioni, è diventato un essere umano.
    Giusto? ;-)

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    1. Giustissimo :-)
      Infatti, come ho scritto, il film funziona benissimo riguardo gli aspetti 'intimi' e sociali di cui tratta, è una bella analisi dell'animo umano e ci aiuta a liberarci e a trarre adeguate conclusioni. Niente da dire.
      Però, consentimi, il fatto che si capisca subito come va a finire non è esattamente un punto di forza per un thriller (o 'giallo', o 'noir', chiamiamolo come ci pare).
      Su tutto invece il resto sono piuttosto d'accordo :-)

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  4. La verità, anche se una verità non c'è, è che tutto è relativo... guardi un'opera d'arte
    pensando che sia meravigliosamente autentica, vivi un amore fatto di momenti reali e non ti rendi conto che tutto ciò che fai o ti circonda è un illusione concreta, ma pur sempre un'illusione... e questa atroce verità porta il protagonista alla follia: Per tutta la sua vita ha creduto di saper distinguere un falso da un vero, quando all'improvviso arriva lei e capisce che in realtà, i due non sono scindibili l'uno dall'altro perché in ogni falso c'è sempre qualcosa di autentico... Il loro amore, infatti, si scopre una triste finzione! Ma ripensando ai sentimentali attimi consumati insieme, occhi negli occhi, cuore a cuore, il protagonista si convince che l'ingannevole e teatrale "ti amo, qualsiasi cosa ci accada" della "sua" donna ha in sé, comunque, il dolce e rasserenante gusto della verità. Il compito di Claire era mentire, recitare, ingannare Oldman ma mentre lo faceva ha messo qualcosa di suo... Lo ha amato davvero. Perciò... tra le tante menzogne raccontante da lei, lui ne trova un'altra vera: Il posto, in cui è stata più felice...Oldman si siede in questo ristorante di Praga e lì, la vuole aspettare per tutta la vita.
    C'è del pessimistico nell'arte, nell'amore come nella vita in generale ma il regista lascia intravvedere a noi, esseri sensibili, un briciolo di speranza: la simulazione non sarai perfettamente falsa! L'uomo è fragile e ogni suo falso prodotto rivelerà sempre la sua vera consistenza, un suo marchio.

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    1. Che bel commento, Antonella! Ti ringrazio davvero per essere intervenuta e ti esorto a farlo sempre di più: sei la benvenuta qui sopra! Sono completamente d'accordo con te. A me, tra l'altro, la figura di Virgil Oldman che perde la testa per una donna molto più giovane e bellissima non ha potuto non farmi ricordare il Titta De Girolamo (Toni Servillo) de 'Le conseguenze dell'amore': grande film, grande spessore, grande interpretazione.

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  5. tutto bello, se non fosse per il finale, la oramai solita truffa che di recente ci stanno servendo come finale in tutte le salse...e basta!

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