lunedì 4 febbraio 2013

FLIGHT

(id.)
di Robert Zemeckis (USA, 2012)
con Denzel Washington, Kelly Reilly, John Goodman, Charlie Anderson, Don Cheadle, Melissa Leo
VOTO: ***/5

Bob Zemeckis è uno dei registi più sottovalutati del pianeta. Sarà per quell'aspetto pacioso da tipico americano medio, sarà per il faccione rubicondo e rassicurante che sfodera ad ogni apparizione, fattostà che nei salotti-bene di Hollywood quasi nessuno se lo fila.  Eppure, se andiamo a vedere la filmografia di questo corpulento signore di Chicago che va ormai per la sessantina, ci accorgiamo che quasi mai ha deluso le aspettative: Zemeckis non sarà un autore con la A maiuscola (e lui lo sa benissimo) ma pochi altri registi in carriera hanno saputo conciliare gli interessi del cinema commerciale con una produzione di indubbia qualità come ha fatto lui. Ha diretto film di enorme successo e puro godimento come la saga di Ritorno al Futuro, pellicole sottilmente inquietanti come La morte ti fa bella o Le verità nascoste, si è dedicato con successo al cinema per ragazzi e all'animazione (Polar Express, A Christmas Carol, ma anche quell'autentico gioiellino di genere che è Chi ha incastrato Roger Rabbit?), è stato ricoperto di Oscar (e di soldi) con Forrest Gump, ha trovato perfino il tempo di girare un capolavoro come Contact, film epocale, affascinante, di cui forse nemmeno lui stesso si è accorto della portata...

Denzel Washington, autentico 'mattatore' del film
Insomma, un film di Zemeckis merita sempre la visione. A prescindere. Anche quando decide di rimanere nell'ombra (come già in Contact) e mettersi a disposizione di un grande attore esaltandone le doti: Flight è un film cucito su misura per la performance di Denzel Washington (che non a caso si è assicurato una nomination all'Oscar) e sebbene non brilli certo per originalità, sorprende per la forma e la scorrevolezza dell'opera, assolutamente senza sbavature: infatti, nonostante i 139 minuti di durata, non ci si distrae mai un attimo nonostante non sia esattamente un film d'azione. E' quello che si dice un 'thriller dell'anima', basato sulla concezione tipicamente americana della caduta e della redenzione, ma senza cadere nemmeno per un istante nella retorica (eccezion fatta, forse, per le scene finali, piccolo tributo da pagare al mainstream).

Flight comincia dove potrebbe finire l'esistenza di molte persone: un aereo di linea compie un atterraggio miracoloso in seguito a un cedimento meccanico, e quasi cento persone si salvano grazie a una manovra tanto abile quanto audace del suo comandante. Il pilota diventa immediatamente un eroe nazionale, ma l'inchiesta interna aperta d'ufficio dalla compagnia aerea rivelerà che durante il volo era sotto l'effetto di alcool e droga, consumati tra l'altro con generosa frequenza anche nella vita privata...


Kelly Reilly
Il cinema americano è pieno di film sull'alcolismo e sulla dipendenza, e certamente Flight non aggiunge niente di nuovo a questo tema. Ha però il merito di non essere affatto moralista, mostrandoci il lato più negativo e drammatico di un uomo capace di prendersi cura più degli altri che di se stesso. E' un film sulla debolezza umana, sull'impossibilità di vivere un'esistenza normale quando si ha a che fare con una vita che è a suo modo eccezionale: Whit Whitaker è una persona debole che solo eccedendo nelle sue dipendenze riesce a non sentire il peso delle responsabilità.

Robert Zemeckis
Zemeckis ci mette del suo nella prima mezz'ora, regalandoci sequenze aeree da brivido e pelle d'oca durante l'atterraggio impossibile (dove, sebbene tutti sappiamo benissimo come andrà a finire, si rimane col fiato sospeso). Poi il film diventa un autentico one-man-show, con Denzel Washington che dà fondo a tutta la sua bravura per rendere credibile e non stucchevole la figura di un 'eroe per caso', costretto suo malgrado ad affrontare una traversata paradossalmente ben più difficile di quella appena conclusasi a lieto fine. E' curioso pensare che Flight inizia proprio dove finiva Cast Away (l'ultimo film 'vero' diretto da Zemeckis), ovvero da un disastro aereo e la miracolosa sopravvivenza, quasi a chiudere un cerchio cinefilo sulla difficoltà dello stare al mondo. Non sarà cinema 'impegnato', ma come sempre si lascia guardare. Più che volentieri.

7 commenti:

  1. Un film piacevole, ma che poteva essere molto di più: parte fortissimo, ma nonostante Denzellone alla lunga si spegne. Peccato, perchè in fondo io a Zemeckis un pò voglio bene. ;)

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    1. Anch'io :) dopo averci regalato 'Contact' gli perdono tutto!

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  2. Non mi è dispiaciuto, anche se lo avrei fatto finire un quarto d'ora prima, evitando tutto il predicozzo finale.

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    1. In effetti gli ultimi minuti sono un po' stucchevoli, però è l'unica concessione alla retorica in un film, va detto, tutt'altro che politicamente corretto. Probabilmente il finale paga dazio a Hollywood, ma tutto sommato direi che è un film riuscito...

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  3. Ciao Sauro. Questo è uno di quei titoli che mi stanno sfuggendo tra le mani causa sovraffollamento (e, a posteriori, ho tanto l'impressione che avrei fatto bene a vedere questo invece di "Les misérables"). Anche perché concordo con quanto scrivi su Zemeckis: non avrò ancora visto la sua filmografia per intero, ma è difficile trovare una pellicola del tutto sbagliata. A me, sinceramente, nemmeno "Polar express" mi è dispiaciuto. Sarà imperfetto da un punto di vista tecnico (ma la p. capture era agli albori) eppure narrativamente l'avevo trovato efficace. Certo, altri suoi titoli sono superiori, e mi fa piacere che ti sia soffermato sul per me notevole ma da molti sottovalutato "Contact", che ho rivisto l'anno scorso. Tra i miei preferiti anche "A christmas carol", "Le verità nascoste", "Cast away" e "Forrest gump", un gradino sotto "La morte ti fa bella" e "Roger Rabbit" (ma quest'ultimo dovrei rivederlo, sono passati tanti anni). A volte bisogna anche riempire le sale e lui almeno lo sa fare in modo spesso intelligente.

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    1. Ciao Alex! :) Per me 'Contact' è un capolavoro assoluto, oltre che uno dei film più sottovalutati del secolo scorso... come ho scritto, forse nemmeno Zemeckis stesso si è accorto della 'portata' di questo film: romantico, sognatore, affascinante, è una pellicola che non mi stancherei mai di rivedere. Un caro saluto!
      Sauro

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  4. Ottimo Denzel, come sempre. Peccato, è vero, il pistolotto finale.
    Mauro

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