domenica 24 novembre 2013

L'ISOLA CHE NON DISPERA


Una terra dura, selvaggia, testarda, fatta di gente abituata a rimboccarsi le maniche. E ben lontana dagli stereotipi vacanzieri che inondano le tv. Solaris è un blog di cinema, ma in questi giorni tragici è difficile restare indifferenti a quello che accade in Sardegna: noi vogliamo omaggiarla a modo nostro, lasciando la parola ai film e riportando alla luce cinque pellicole che parlano della Sardegna autentica, quella che non si vede mai in cartolina, augurandole con forza altri cento di questi film!

mercoledì 20 novembre 2013

QUESTIONE DI TEMPO

(About time)
di Richard Curtis (GB, 2013)
con Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy
durata: 123 min.


A Hollywood le chiamano 'rom-com', e ormai costituiscono un genere cinematografico a parte... una volta avevano anche un volto, quello di Meg Ryan, che prima di cadere sotto i colpi del botox era quasi un simbolo, un marchio di fabbrica. I tempi passano ma la commedia sentimentale non conosce crisi: piace a tutti, anche a coloro (i maschietti soprattutto) che se ne vergognano e magari fanno finta di andare al cinema solo per accompagnare mogli o fidanzate, oppure si vedono furtivamente i dvd a casa loro in rigorosa solitudine per non perdere la reputazione...

sabato 16 novembre 2013

L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO


(id.)
di Giovanni Veronesi (Italia, 2013)
con Elio Germano, Ricky Memphis, Alessandro Haber, Sergio Rubini, Alessandra Mastronardi
durata: 113 min.


Finisce esattamente come inizia L'ultima ruota del carro, con il suo protagonista a rovistare nell'immondizia, emblema che più chiaro non si può dell'Italia del nostro tempo: dove le persone perbene affogano nella melma mentre gli 'arruffoni', gli 'ammanicati', gli uomini per tutte le stagioni cadono comunque in piedi, magari godendosi i soldi in Cina... Una commedia sorprendente questa di Giovanni Veronesi, e non lo avremmo mai detto dopo i vari 'manuali d'amore' che ci avevano esaurito fino allo sfinimento. A testimonianza, purtroppo, che in questo paese per campare (anche nel cinema) bisogna quasi sempre assecondare la mediocrità, pur avendo le capacità per fare ben di meglio...

giovedì 14 novembre 2013

PRISONERS

(id.)
di Denis Villeneuve (USA, 2013)
con Jake Gillenhaal, Hugh Jackman, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo, Paul Dano
durata: 153 min.


Due bambine vengono rapite davanti a casa, in un attimo, approfittando della disattenzione dei rispettivi genitori che stanno festeggiando il Giorno del Ringraziamento. Il padre di una di loro, diffidando della polizia locale, decide di indagare per conto suo e punta il dito contro un giovane instabile e disadattato: lo sequestra, lo nasconde in un luogo abbandonato e inizia a torturarlo per estorcergli un'ammissione di colpa di cui è convinto fino all'esasperazione. L'altra famiglia disapprova il metodo ma non muove un dito per liberare il malcapitato, mentre nel frattempo le forze dell'ordine brancolano nel buio, per niente facilitate dall'omertà dei diretti interessati, tutti con qualcosa (o qualcuno) da nascondere.

martedì 12 novembre 2013

LA VITA DI ADELE


(La vie d'Adèle - Chapitres 1 - 2)
di Abdellatif Kechiche (Francia, 2013)
con Adèle Exarchopoulos, Lea Seydoux, Jeremie Laheurte, Salim Kechiuouche
durata: 179 min.


Il cibo, il sesso, l'amore, la routine, la rabbia, il distacco. 179 minuti sono il tempo che serve a Abdel Kechiche per mettere in risalto l'universalità dei sentimenti e la parabola di una relazione. Il fatto che il film racconti una storia saffica è importante ma non totalizzante: La vita di Adele avrebbe potuto raccontare un amore eterosessuale e non sarebbe cambiato poi molto, almeno a livello di narrazione. Sarebbe invece cambiato moltissimo a livello di percezione del pubblico: è chiaro che una storia gay fa molto più scalpore ed ha un impatto mediatico, sociologico e politico ben diverso (e la vittoria della Palma d'oro a Cannes, proprio nei giorni in cui il governo transalpino votava la legge sui matrimoni omosessuali, ne è un esempio lampante: il palmarès della Croisette è stato spesso specchio di rivendicazioni politiche, basti pensare alle vittorie di Michael Moore e Ken Loach negli anni passati...)

lunedì 11 novembre 2013

ONORE A LEO

Mi associo volentieri alla simpatica iniziativa di alcuni amici blogger (vedi in fondo al post) per celebrare un personaggio che, finalmente, ce l'ha fatta davvero a convincere anche i più scettici: due film in un anno, due capolavori, due grandi interpretazioni: prima il mefistofelico e sadico mercante di schiavi di Django Unchained poi, come a dimostrare di essere un attore a tutto tondo, l'ultimo grande eroe romantico, unico gigante in un mondo di ipocriti, ne Il Grande Gatsby di Luhrmann. Per Leonardo di Caprio, che oggi compie 39 anni (di cui 22 di carriera) e con già 25 film sulle spalle, è arrivato finalmente il momento di togliersi la 'maschera' da eterno adolescente e ricevere la giusta consacrazione artistica, anche da coloro che malignamente ne attribuivano il successo solo grazie al suo innegabile sex appeal.

giovedì 7 novembre 2013

ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO

(id.)
di Matteo Oleotto (Italia, 2013)
con Giuseppe Battiston, Rok Presnjcar, Roberto Citran, Teco Celio, Marjuta Slamic
durata: 103 min.


Dopo Sacro GRA, ecco un altro film su chi vive ai margini: stavolta non ai confini della città ma ai confini della Nazione, esattamente quelli tra Gorizia e la Slovenia. Terra di passaggio, di antiche ruggini, di ferite mai del tutto rimarginate, di una provincia pigra e matrigna che non lascia scappare nessuno malgrado la recente riapertura delle frontiere...  un mondo fatto di persone semplici, grezze, amorevoli, spesso solitarie. Come quelle che frequentano l'osteria di Giustino, luogo naturalmente preposto all'incontro di queste ordinarie solitudini in nome del Vino: il vero, assoluto protagonista del film.

sabato 2 novembre 2013

MISS VIOLENCE

(id.)
di Alexandros Avranas (Grecia, 2013)
con Themis Panou, Rena Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi, Kalliopi Zontanou
durata: 98 min.
★★☆☆☆

Premessa doverosa: abbiamo avuto modo di vedere Miss Violence alla proiezione ufficiale del film alla Mostra del Cinema di Venezia, e questa recensione è 'figlia' di quel periodo e di quel contesto. Mi spiego: per chi lo va a vedere adesso, in sala, senza condizionamenti e avendo già un'idea di cosa aspettarsi, può darsi che il giudizio personale possa anche essere più obiettivo e più ragionato del nostro. Ma per noi che eravamo al Lido questo film è stato il culmine, quasi l'emblema di un'edizione festivaliera innegabilmente sottotono che ha cercato di far parlare di sè soprattutto con pellicole discutibili e sensazionalistiche come questa, molte delle quali davvero insostenibili per efferatezze e trivialità, e fin troppo facilmente spacciate per cinema d'autore.