sabato 10 gennaio 2015

BIG EYES


(id.)
di Tim Burton (Usa, 2014)
con Amy Adams, Cristoph Waltz, Danny Houston, John Polito, Krysten Ritter, Terence Stamp
durata: 105 min.


California, anni '50. Margaret (Amy Adams) è una giovane casalinga con l'hobby della pittura, in fuga da un matrimonio sbagliato e costretta a dipingere ritratti ai passanti per sbarcare il lunario. Un giorno in un mercatino di strada conosce Walter Keane (Cristoph Waltz), affascinante pittore bohémien di cui s'innamora all'istante, ricambiata. I due si sposano e Margaret continua a dipingere con passione i suoi quadri, tutti più o meno uguali, raffiguranti bambini tristi dai grandi occhi che il marito cerca di piazzare in qualche galleria d'arte, ottenendo però come massimo risultato i corridoi vicino ai bagni di qualche lurido pub del centro. Un giorno però, del tutto casualmente, Walter viene alle mani con uno pseudo-critico d'arte e la stampa locale riporta tutto: inutile dire che grazie a questa inaspettata pubblicità i quadri di Margaret diventano famosissimi in tutto il mondo.

C'è un problema, però: Walter, losco affarista assetato di denaro e fama, fiuta in un attimo il business, e approfittando del fatto che Margaret firma le tele col solo cognome (Keane), fa credere che i quadri siano suoi e non della moglie. Margaret, dal canto suo, all'inizio accetta di collaborare alla truffa, vuoi per il suo carattere fragile e mite, vuoi perchè come dice Walter nell'America bigotta e perbenista dell'epoca un'artista-donna era davvero poco credibile. Così, mentre Walter fa soldi a palate con il merchandising, Margaret resta segregata in casa a sfornare quadri a getto continuo. Finchè un giorno inevitabilmente si stufa...

E' davvero difficile riconoscere in questa torbida storia di imbrogli e liti familiari lo stile irriverente, stralunato e amabilmente dark di Tim Burton. Abbandonata senza rimpianti (da parte di entrambi) la poco felice esperienza con la Disney, Burton torna sotto l'ala protettiva dei fratelli Weinstein, che producono il film insieme a Scott Alexander e Larry Karaszewski, già sceneggiatori tanti anni fa del bellissimo Ed Wood. Stavolta però il risultato lascia abbastanza freddi: la confezione del film è di prima classe (accuratissima nei costumi e nei colori vintage) ma la storia non appassiona più di tanto, complice una certa superficialità nella messinscena, che non approfondisce come dovrebbe, a mio parere, il lato 'politico' della vicenda: sarebbe stata infatti la trama perfetta per un film sull'emancipazione della donna, sul ruolo dei media nei confronti della cultura popolare e su come questi influenzano i gusti del pubblico, sul rapporto sempre conflittuale tra l'arte e il business che le gravita intorno.

Invece Big Eyes è un film appena discreto, che si guarda anche volentieri ma che sparisce subito dalla mente, soprattutto sapendo che è un film di Tim Burton: manca infatti  quel tipico humor nero, quella beffarda ironia di fondo che pervade tutte le opere migliori del regista californiano, forse troppo preso stavolta dalla smania di dimostrare al pubblico di saper dirigere anche film 'per adulti' e tratti da storie vere come questa. Rinunciando però al suo stile, Burton realizza un'opera irrimediabilmente anonima, impersonale, contagiando (almeno sembra) anche gli attori protagonisti: Christoph Waltz infatti è confinato in un ruolo a lui evidentemente poco naturale e costretto a recitare sempre sopra le righe, mentre faccio davvero fatica a credere che la contenutissima Amy Adams sia in corsa per l'oscar con questa interpretazione: non so cosa ci abbiano visto i giurati dell'Academy (ammesso che davvero raccolga la nomination) ma, a mio modestissimo parere, la perfida Rosamund Pike di Gone Girl la povera Amy se la mangia a colazione...

18 commenti:

  1. Ti dirò, mi ispira proprio perché sembra lontano dai soliti lavori di Burton, che col tempo sembra riciclarsi continuamente. Ma sto leggendo che ha deluso un po' tutti, quindi...

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    1. ... quindi non ti resta che vederlo! Aspetto notizie :)

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    2. A me sembra che ci sei andato giù pesantuccio. Certo, nulla di eccelso, però se non pensi che è di Burton (e qui sta la cosa triste,m forse) non è un brutto film.

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  2. Concordo in tutto e per tutto.
    E se Amy Adams (che ho apprezzato) è in corsa per l'Oscar allora vuol dire che quest'anno interpretazioni femminili degne di attenzione ce ne sono state davvero poche (tolta Rosamund Pike).

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    1. Purtroppo è da diversi anni una costante: in questo però l'Academy, va detto, c'entra poco: il problema è che a Hollywood i ruoli femminili sono sempre qualitativamente e numericamente inferiori a quelli maschili, è un dato di fatto. E anche gli oscar ne risentono, ovviamente.

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  3. Esattamente ciò che temevo! Che Burton dovesse mettere da parte il suo dark humor che tanto amo!
    Sono profondamente rammaricata, ma aspetterò di vederlo per poter dire la mia.

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    1. Brava. Vai comunque a vederlo: come dico sempre, è giusto che ognuno si faccia la propria opinione su un film senza lasciarsi influenzare dal recensore di turno... e magari, se sei una burtoniana 'doc', riuscirai anche a vedere ciò che non ho visto io. Chissà :)

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    2. Sono d'accordo, e cerco sempre di non basarmi sui pareri altrui.
      Spero di essere all'altezza allora ;)

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  4. Concordiamo su tutto, Sauro, un film davvero irriconoscibile, che se non fosse stato per la firma di Tim Burton non so neanche se avrei visto... troppo didascalico, troppo classico e troppo piatto, una di quelle biografie che lascian davvero poco. Peccato.

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    1. Sì, io poi che non amo i biopic me ne sono dovuti sorbire quattro in un mese (manca all'appello quello su Hawking). Francamente troppi. E dispiace davvero (da 'burtoniano' della prima ora) dire che questo è uno dei peggiori...

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  5. Burton è da un pezzo che non è più lui...

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    1. Purtroppo sì, e ciò è preoccupante. Dal dittico Big Fish/La sposa cadavere (datati 2005) la filmografia di Burton ha subìto un'involuzione innegabile. Il timore è che stia diventando irreversibile...

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  6. Come sai a me invece non è dispiaciuto.
    Sicuramente asciutto ed essenziale (o, come dici tu, piatto), ma alla fine l'ho apprezzato comunque.

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    1. Ho letto e ho lasciato 'traccia' :)
      Alla fine, lo ripeto, non è un film tremendo. Ma è un film che, almeno per me, si dimentica subito. Non c'è nessun elemento che ti fa appassionare alla storia, aldilà della pura curiosità.

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  7. E anche in questo caso non condivido. Mi dispiace che Burton venga criticato così solo per aver provato a fare qualcosa di diverso. Del resto con l'ennesimo film "dark" l'avrebbero criticato lo stesso. A me è piaciuto soprattutto per i protagonisti che trovo sempre molto bravi. Poi c'è tanto di personale in questa storia, Burtono conosce Margaret Keane da una vita.. è un film più intimo in realtà!

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    1. Ciao Nancy. Io non critico Burton per aver provato a fare qualcosa di diverso... dico solo che il coraggio non sempre va di pari passo con la qualità. E' lo stesso discorso che ho fatto per Salvatores: gli riconosco il merito di aver sperimentato un genere così diverso per il nostro paese, ma i meriti finiscono qui. Lo svolgimento infatti è disastroso. 'Big Eyes' è fatto meglio, ma la mano di Burton (dark o non dark) non si riconosce. E' un film impersonale, anonimo, senza sussulti emotivi. Non mi emozionato in una sola scena. Sembra, lo ripeto, che Burton si sia 'normalizzato' nel tentativo di piacere anche al pubblico più adult e riflessivo, ma così facendo ha tradito se stesso e il suo modo di fare cinema. Riguardo gli attori, meglio la Adams (ma se danno l'oscar a lei cosa dovrebbero dare alla Pike?) mentre Waltz l'ho trovato forzatissimo e per niente a suo agio.

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  8. A me invece è piaciuto molto, trovo che la storia vera ai limiti del surreale che Burton ha scelto di portare al cinema sia in realtà molto burtoniana, una vicenda sopra le righe, grottesca e perfetta per le corde bizzarre del regista.
    E poi gli attori offrono performance convincenti, soprattutto Amy Adams che ho trovato perfetta.
    Aspettarsi sempre il dark e il Burton dell'epoca d'oro credo stia rovinando la fruizione dei suoi film recenti a molti...

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    1. Sì... ripeto, non c'è niente di male (ci mancherebbe!) sul fatto che Burton ricerchi strade nuove per la sua carriera. Il problema è che, a mio personalissimo parere, non sembra crederci troppo nemmeno lui. Questo film mi dà l'impressione di un lavoro fatto da chi ancora non sa decidersi cosa fare 'da grande'. E la mia sensazione è che anche gli attori in questo caso lo sentano. Opinione assolutamente personale.

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