domenica 15 marzo 2015

BLACKHAT

(id.)
di Michael Mann (Usa, 2015)
con Chris Hemsworth, Tang Wei, Leehom Wang, Viola Davis, William Maphoter
durata: 135 minuti


Si dice che se una farfalla sbatte le ali in Brasile, può provocare un uragano in Texas. Allo stesso modo, in Blackhat, battendo qualche tasto di un computer si può far esplodere un reattore nucleare in Cina e far lievitare il prezzo della soia, facendo impazzire le Borse di tutto il mondo. Tutto per colpa degli hacker, i pirati del terzo millennio, che rappresentano la nostra nemesi e le nostre fobìe, ovvero la vulnerabilità dell'essere umano nei confronti di quella tecnologia che, paradossalmente, ha creato proprio per sentirsi più 'sicuro'...

Signori, Michael Mann è tornato. E stavolta è davvero lui, ben lontano (per fortuna) dallo scialbo Nemico Pubblico del 2009, il suo ultimo film, girato più per fare contento Johnny Depp che per effettiva empatia con il personaggio descritto. Invece Blackhat è un film 'manniano' al 110%, che al solito manderà in estasi i suoi ammiratori e, probabilmente, lascerà indifferenti tutti coloro che non sono disposti a lasciarsi trasportare dalla forza delle immagini in un viaggio dolente e romantico all'interno della fragilità dell'uomo, qui rappresentato in tutta la sua debolezza di 'animale sociale moderno', incapace di distinguere il virtuale dal reale, imprigionato nella sua solitudine.

Forse è per questo che Blackhat non è piaciuto oltreoceano (il film in patria è stato un flop clamoroso: appena 7 milioni di dollari incassati a fronte di una spesa di 70): gli americani non vogliono più saperne di avere paura e rifuggono (mettendo il capo sotto terra, come gli struzzi) qualsiasi cosa ricordi loro che il nemico da combattere non è qualcosa di materiale e 'fuori' dai confini, ma un germe subdolo che si insinua all'interno di una società iper-connessa eppure straniante, incapace di comunicare e manifestare apertamente i propri sentimenti. Del resto tutta la filmografia di Mann parla di solitudine: dalla solitudine consapevole del killer Tom Cruise in Collateral, a quella disperata (e subìta) del poliziotto Jamie Foxx in Miami Vice, a quella forzata di Depp/Dillinger in Nemico Pubblico, a quella malata dell'assassino psicopatico di Manhunter, a quella orgogliosa di Daniel Day-Lewis ne L'ultimo dei Mohicani... 

In Blackhat la solitudine è quella 'coatta' di Nick Hathaway (Chris Hemsworth), hacker in disgrazia finito in carcere e 'richiamato' in servizio nientemeno che dai servizi segreti statunitensi per dare la caccia a un cyber-criminale senza scrupoli, deciso a distruggere mezzo mondo per ingrassare il proprio conto in banca... gli daranno una mano un suo ex-compagno di università, ora stratega dell'esercito cinese e la di lui sorella, con cui Nick intreccerà una tenera e difficile relazione.

Come in tutti i film di Michael Mann, la storia (banale e poco convincente, nessun problema ad ammetterlo) è solo il contenitore utile al regista per imbastire una pellicola dolente e malinconica, incredibilmente affascinante, fatta di atmosfere, sguardi, abbandoni, frasi smozzicate e parole sussurrate... personalmente, sostengo da sempre che la grandezza di un cineasta sta nel rendere clamorosamente belle le situazioni 'normali', e Mann in questo è ineguagliabile: a lui basta un guizzo, un gesto impercettibile, un dettaglio, per strozzarci la gola e farci uscire una lacrima: in Collateral erano due coyote che attraversavano la strada, in Miami Vice una corsa in motoscafo, in Blackhat ci sono ombre danzanti e luci soffuse a rendere assurdamente magica una trama che, in apparenza, più 'fredda' di così non potrebbe essere.

Michael Mann muove la cinepresa come (forse) in nessun altro in America sa fare. In questo è davvero un Maestro, nel senso letterale del termine: e chissenefrega se la sceneggiatura è debole e scontata, se Hemsworth come hacker è credibile quanto me nei panni di Thor e se certe situazioni sono appena abbozzate... Blackhat ha una regìa che ha del miracoloso (se non sapessimo che dietro la macchina c'è Michael Mann), che gli conferisce un ritmo da orchestra, rasentando la perfezione, alternando azione e tragicità, pathos e raccoglimento, lacrime e commozione, le 'solite' riprese notturne da capogiro...

I film di Mann, come dico sempre, andrebbero visti tutti di notte: perchè è lì che questo grande vecchio, sottovalutato cantore di sparatorie, riesce a inebriarci e prenderci per mano... Blackhat dura quasi due ore e mezza ma vorresti che non finisse mai, con la sua malinconia di fondo, l'eleganza inusitata del digitale (che il 73enne Mann, ricordiamocelo, è stato uno dei primi a 'sdoganare' senza tanti pregiudizi ideologici), la disarmante bellezza delle carrellate a tutto schermo. E poi, ovviamente, le celeberrime scene d'azione che tolgono il fiato: gli ultimi venti minuti del film, con cacciatore e preda che si inseguono e si danno battaglia nel bel mezzo di una celebrazione religiosa, tra le ali di una folla simbolicamente indifferente a tutto (assurde le critiche di chi ne ha contestato la plausibilità!), si candidano a diventare la sequenza più bella dell'intera stagione cinematografica: vedere per credere!

22 commenti:

  1. beh se volevi farmi salire l'acquolina in bocca , beh ci sei riuscito alla grandissima!!!!

    RispondiElimina
  2. Film incredibile che si merita veramente le 5 stelle, a discapito di tutti quei "difetti" che citi (la storia banale e poco convincente, sceneggiatura debole e scontata, Hemsworth per niente credibile, ecc...). La trama, hai ragione, è solo un pretesto. Ed i momenti più belli e significativi sono proprio quelli dove non succede niente di utile ai fini della trama. Sono le immagini, gli sguardi dei protagonisti, le lacrime, i baci... E la regia soprattutto. Innovativa e quella si, mai banale. Poi la malinconia di fondo che pervade tutto il film... Sinceramente faccio fatica a dire qualcosa di sensato. E' un regista che ha su di me un'attrazione potentissima, eppure non riesco a parlarne. Rimasi positivamente sconvolto da Miami Vice che per me, non amante dei film di genere, fu una rivelazione. Oggi mi trovo ancora una volta ad adorare questo film. Come scrivi te, dura quasi due ore e mezza ma vorresti che non finisse mai...per me sarebbe potuto durarne anche 10, poche volte in sala ho provato questa sensazione... segno che qualcosa di grande c'è. Anche se ancora devo ricomporre i pezzi. Nel frattempo, complimenti per la recensione. Magari ripasso quando sarò in grado di mettere in fila 2 parole dotate di senso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti, troppo buono davvero. Ovviamente concordo su tutto, anche sul fatto che è difficile scrivere di un film del genere, più che altro è difficile spiegare alla gente come un film con una sceneggiatura banale e attori poco credibili possa essere così importante. Con i cinefili è più facile, bastano sei parole: è un film di Michael Mann ;)

      Elimina
  3. Ammazza, Kris. Dopo questa recensione entusiasta ho l'hype a mille ;)
    Michael Mann è un maestro della regia (Heat - La sfida ha una delle sequenze di rapina in banca più belle della storia per non parlare dell'inseguimento finale tra Al Pacino e Robert De Niro) e mi trovi totalmente d'accordo sul fatto che vadano visti di notte.
    Sono sicuro che mi farà uscire fuori di testa ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero. Riguardo la 'visione notturna' sì, ne sono assolutamente convinto: i film di Mann vanno visto al buio, è tutta un'altra atmosfera! :)

      Elimina
  4. Accipicchia!!Se la metti così debbo andare a vederlo prestissimo...Adoro Mann

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se adori Mann adorerai anche questo film: è 'manniano' al 110% !

      Elimina
  5. Avevo qualche dubbio, ma ora l'hype è a mille.
    Spero di vederlo domani sera. Specie considerato il tuo voto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se sei un 'manniano' della prima ora, lo amerai senza riserve. Altrimenti potrebbe lasciarti qualche dubbio alla prima visione... ma se ci rifletterai e ci dormirai sopra, ne sono sicuro, ti ritroverai in tutto ciò che abbiamo detto.

      Elimina
  6. Si protagonista pessimo, trama inverosimile, ma lasciamo ai Critici americani i vari Imitation Game e affini: questo è un film della madonna, questo è un Cinema della madonna, punto ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che te lo dico a fare, direbbe Donnie Brasco... ;)

      Stefano, leggiti questa recensione di Bocchi su Cineforum: è meravigliosa, alla pari del film (altro che la mia! )

      http://www.cineforum.it/Reviews/view/Farewell_My_Lovely

      Elimina
  7. Io - che sono spettatrice terra terra - non sono riuscita ad esulare dalla banalità della trama e dall'improponibilità di CH nel ruolo di hacker e dai tanti momenti WTF, betadine compreso...
    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non preoccuparti, non sei l'unica... anzi! Considerati gli incassi americani e la critica d'oltreoceano direi che sei in buona compagnia!
      Il fatto è che Mann è così, i suoi film non vanno visti per la trama: il bello sta nella forma. Capisco che è difficile convincere le persone con questa spiegazione, ma tutta la filmografia di Mann è improntata su questo concetto. Prendi 'Collateral': trama risibile, atmosfere strepitose. Lo stesso per 'Miami Vice'. Ma certe emozioni sono totalmente soggettive, mi rendo conto. E se non le senti 'a pelle' non c'è niente da fare. Opinione legittimissima la tua.

      Elimina
    2. Come ti dicevo da me, io in un film prima che dalle atmosfere mi faccio conquistare dalla storia. Cosa che, sempre per restare in ambito "mann", con Collateral era comunque successo. :)

      Elimina
    3. Beh, anche 'Collateral' aveva il suo perchè ;) ad ogni modo, ripeto, comprendo la tua delusione: il tuo approccio al cinema è completamente opposto a quello di Mann...

      Elimina
  8. Spero di riuscire a vederlo, qui da me per ora non lo proiettano da nessuna parte.
    Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo il clamoroso flop americano ha condizionato parecchio il nostro distributore (la Universal), che di certo non si è fatta in quattro per promuoverlo (poco più di un centinaio di sale in tutto il paese e mal distribuite). Spero che prima o poi arrivi anche da te, perchè merita davvero!

      Elimina
  9. film bellissimo: epico e malinconico. La storia e i personaggi, per me sempre fondamentali, qui sono al servizio del grande cinema. Che non è un mero sfoggio di perizia tecnica,ma di temi profondi messi in scena con una certa autorialità

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto: chi conosce il cinema di Mann sa bene che i suoi film non solo assolutamente esercizi di stile... anzi, è proprio il contrario: questo è il SUO stile, inconfondibile e particolarissimo, e tremendamente affascinante. Uno stile fatto di atmosfere e sensazioni che, se sei capace di far tuo, ti fa innamorare a prima vista.

      Elimina
  10. Non ho mai approfondito la visione della filmografia di Mann, nonostante "Heat - la sfida" lo abbia amato e "Nemico pubblico" e "Collateral" mi siano piaciuti molto. Questo vedremo, anche se le tue 5 stelle mi fanno davvero ben sperare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Direi che comunque hai già visto molto: 'Heat' e 'Collateral' sono due capolavori, 'Nemico Pubblico' mi è piaciuto molto meno, ma solo perchè l'ho trovato largamente inferiore a quello che poteva essere... 'Blackhat', come ripeto, è puro Mann: se hai apprezzato gli altri, ti piacerà anche questo!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...