mercoledì 13 maggio 2015

(MENIAMO LE MANI...) AMERICAN SNIPER

Secondo appuntamento con meniamo le mani, ovvero la rubrica che 'contrappone' (in senso figurato!) il sottoscritto con altri colleghi blogger 'rei' di avere opinioni diametralmente opposte rispetto alla sua... :) questa volta ad essersi prestata al gioco è una tipa appena arrivata nell'impervio mondo nella blogsfera, e che già si permette di stroncare il vecchio Clint: non c'è proprio più rispetto per gli anziani (mi ci metto anch'io!). Scherzi a parte, la blogger in questione si chiama VALENTINA e vi consiglio vivamente di fare un salto sul suo bellissimo sito DOPPIA W (cliccate qui sopra), dove troverete professionalità, estro e simpatia. Insomma... merita! Nel frattempo, ecco qui di seguito le nostre recensioni contrapposte:  schieratevi con chi volete, ma leggetele!


AMERICAN SNIPER
(id.)
di Clint Eastwood (Usa, 2014)
con Bradley Cooper, Sienna Miller
durata: 133 min.







LA RECENSIONE DI "DOPPIA W"
Esistono film di cui non ti dimentichi, uno di questi è American Sniper.  Possono passare mesi, eppure il senso di indignazione non passa, ci si aspettava di più da registi del calibro di Clint Eastwood.
Se all’uscita della sala ti ritrovi a straparlare e non in modo positivo, è il caso di sfogarsi e dire perchè, secondo te, è il caso di evitarlo.
American Sniper è un film normale, ma con tante cose che però non funzionano.
Alcune potrebbero anche sfuggire ad occhi meno attenti e interessati, ma a chi pecca di testardaggine e ha aspettative alte no, e questo ne è il risultato, una recensione di 4 motivi per evitarlo:


I Dialoghi
Dialoghi aggravati da un’adattamento fatto alla bene in meglio, dove tante cose sono andate “lost in translation” , un doppiaggio mediocre e frasi spesso fuori sincrono. Purtroppo non smetterò mai di dirlo…Secondo me il doppiatore di Bradley Cooper ha una voce troppo diversa da lui, voce che stona con ogni personaggio che doppia. In più la pochezza delle frasi e il vuoto dei discorsi, diciamocelo, aria fritta, alla sole cuore amore. Ok è un film di guerra e non c’è bisogno di dialoghi profondi, no scusate ho appena detto una cavolata! Platoon, Full Metal Jacket, The Hurt Locker, Salvate il soldato Ryan, Apocalypse Now e tutti gli altri, scusate non volevo…

Eccessivo Patriottismo, e stereopatizzazione
Quando il film che vai a vedere è di uno dei registi e attori più patriottici di sempre (Clint Eastwood) un pò te lo devi aspettare, ma quì si supera un pò il limite. Clint  la fa un pò fuori dal vasetto e dipinge il suo protagonista come un mix di Rambo e Gesù Cristo sceso in terra, oltre che mancare totalemente di sensibilità e rispetto della vita, elogia l’America giustificandone tutte le azioni. Chris Kyle ha certamente fatto storia, ma eticamente e personalmente non credo ci sia bisogno di tutta questa autocelebrazione per qualcuno che ha ucciso migliaia di persone, ok sì sto criticando la base del soggetto del film…ma c’è differenza tra un eroe, e una macchina da guerra.

Errori e sviste
Se hai tra le mani un film di questa portata, non puoi commettere errori grossolani di distrazione, poca cura nei dettagli come il vistosissimo bambolotto che tengono in braccio, tatuaggi che sembrano cambiare ubicazione, zip della camicetta che torna misteriosamente su dopo essere stata abbassata in una scena in cui quel movimento è in primo piano, tutti dettagli sì, ma sono errori che non possono essere presi alla leggera. Errore molto meno grossolano, quello della scena in cui Chris lascia una pistola carica su uno stipite della porta vicino dei bambini piccoli, pistola con cui poco prima minaccia la moglie, sempre davanti ai figli. In quale universo tutto questo è la normalità? Ma il film chiude in bellezza, con la scena più eclatante, (se non avete visto il film evitate di leggere in basso in quanto è presente un grande spoiler) Tutti sappiamo che i cecchini hanno bisogno di grande concentrazione e stabilità per sparare, il film ne parla già dall’inizio, addirittura bisogna imparare a controllare la frequenza cardiaca e sparare tra un battito e l’altro. Tutto questo ragionamento va a farsi benedire, quando al momento di un tiro decisivo, impossibile e da distanza record durante una tempesta di sabbia, come supporto al fucile, si prenda una struttura palesemente dondolante e instabile, e si centri il bersaglio.

Emozioni zero
American Sniper è una storia vera ovviamente romanzata per l’adattamento cinematografico, ma anche quì c’è stato qualche intoppo. Il film non si salva neanche dal punto di vista emozionale, per quanto ci abbiamo provato inserendo scene che stimolino una qualche emozione, nulla, non sprigiona empatia: dal soldato che compra l’anello di fidanzamento ma poi muore (un elemento mai ricorrente in questo genere di film!) all’amore sbocciato nel giro di 2 secondi nei protagonisti. Quello che colpisce invece sono le immagini di repertorio dei titoli di coda, emozionano di più delle sequenze girate per il film, a questo punto è normale chiedersi se farne un documentario non sarebbe stata una scelta più azzeccata. In conclusione è un’altro film sull’argomento terrorismo e guerra in Iraq o Afghanistan ma che non ha niente da aggiungere, piatto e privo di pathos. Bradley Cooper è ok, ma non di certo da oscar.
Vorrei chiedere a chi lo esalta, cosa ci abbia visto di tanto fenomenale, anzi ve lo chiedo, magari mi sono persa qualcosa…


LA RECENSIONE DI "SOLARIS"
American Sniper in origine doveva essere diretto da Steven Spielberg, e chissà cosa ne sarebbe venuto fuori. Probabilmente un film ultra-nazionalista, retorico, una smielata agiografia di un 'eroe' moderno americano. In pratica, esattamente quello di cui viene accusato oggi Clint Eastwood, che ne ha raccolto il testimone alla regìa...

Strana critica quella italiana, in particolar modo quella 'di sinistra' (cioè quasi tutta): finchè il 'compagno' Clint demistificava crudelmente l'America in modo inequivocabile e toccante, celebrando coloro che stavano ai margini della società (con il dittico Mystic River e Million Dollar Baby, ma soprattutto con Gli Spietati) allora era 'uno di noi', la voce narrante sincera e disillusa di una nazione che doveva fare i conti con la propria coscienza. Poi, dal giorno del famoso discorso alla sedia vuota pro-Romney alle ultime presidenziali, l'intellighenzia sinistrorsa ha cambiato diametralmente opinione su di lui, fingendo di stupirsi per la sua presunta 'svolta a destra', e dimenticandosi che il buon Clint non ha mai nascosto le sue idee conservatrici e repubblicane (non dimentichiamo che negli anni '80 è stato anche sindaco, repubblicano, della cittadina californiana di Carmel. Più chiaro di così...). Ciò ovviamente non gli ha impedito in passato di criticare, anche aspramente, la politica a suo parere interventista e guerrafondaia dei due Bush, continuando a girare i suoi film con la coerenza e lo stile di sempre.


Per questo chi contesta ad American Sniper di essere un film agiografico e squallidamente patriottico, è clamorosamente fuori strada, forse obnubilato da un evidente preconcetto politico. Eastwood, da americano, repubblicano e vecchio conservatore, non critica ovviamente la guerra in Iraq (così come fece anche Kathryn Bigelow in The Hurt Locker, pellicola molto affine a questa per stile e contenuti), e ognuno è padronissimo di non essere  politicamente d'accordo con questa visione (mi ci metto anch'io, a scanso di equivoci). Solo che il film non parla di questo: American Sniper è, prima di tutto, la storia (dis)umana e privata di un uomo divenuto eroe suo malgrado e incapace di gestire se stesso e la sua intima fragilità, per nulla aiutato da una nazione sempre terribilmente in cerca di eroi da santificare, ma che non riesce neppure ad assicurare a questi ultimi un recupero mentale e una vita decente dopo esperienze non proprio salutari... l'immagine del reduce di guerra che fissa la sua faccia nel riflesso del televisore spento è una delle scene più sconvolgenti e insostenibili di American Sniper, che da sola basta a dissipare i preconcetti di cui sopra. Del resto lo stesso Eastwood ce ne aveva già dato piena dimostrazione in Flags of our fathers, rivelando allo spettatore il difficile reinserimento dei soldati rientrati in patria dopo il secondo conflitto mondiale. E da allora non ha certo cambiato idea.


American Sniper racconta la storia vera di Chris Kyle, ovvero del miglior tiratore scelto di sempre dell'esercito statunitense, cui vengono attribuite 160 vittime 'ufficiali' (ma quelle reali paiono essere addirittura quasi il doppio). Una leggenda per i suoi compagni, il diavolo in persona per il nemico. Di sicuro un perfetto esempio della propaganda americana: nato in Texas, cresciuto in una famiglia rigida e dai chiari princìpi morali ("Esistono tre tipi di persone: i lupi, le pecore e i cani da pastore, quelli che fanno la guardia. Noi dobbiamo essere questi ultimi"), arruolatosi nei Navy Seals dopo l'attentato alle Torri Gemelle, nonchè padre di famiglia felicemente sposato con tanto di moglie attraente al suo fianco. Kyle per l'opinione pubblica è lo stereotipo del patriota, ma la sua immagine privata è a pezzi, e Eastwood certo non fa sconti: è il tipico bisteccone palestrato e ingenuo, una specie di armadio a tre ante senza un briciolo di cultura, amante del barbecue e della birra, che ama ubriacarsi nei pub. E proprio in un pub ha la fortuna di incontrare la sua compagna, Kaya, ovvero la sua ancora di salvezza, colei che avrà la forza e la pazienza di aspettarlo al rientro dalle sue missioni di guerra e aiutarlo a reinserirlo nel mondo dei 'normali'.


Lo ripeto: lo scopo di American Sniper non è quello di mettere in discussione la politica americana. Anzi, è un film americano fino al midollo, nel senso che Eastwood non fa altro che mostrare la vera faccia dell'America: quella della gente comune, semplice, che in assoluta buona fede è convinta di essere nel giusto e che acclama Kyle come eroe nazionale senza preoccuparsi minimamente di chi sia e cosa faccia una volta smessa la divisa. La regìa del 'veterano' Clint (ottantacinque anni da compiere) fotografa magnificamente questo contrasto: ci mostra scene di guerra brutali e terribilmente realistiche, alternando i primi piani dei soldati al fronte con riprese dall'alto che riproducono la complessità e il rischio delle loro azioni, inframezzandole con i rari momenti di vita familiare tra una missione e l'altra del protagonista, palesemente a disagio in un ambiente che non riconosce e che lo tiene lontano dalla guerra, ormai unica sua ragione di vita.


Eastwood è certamente consapevole di esporsi alle critiche del mondo occidentale, in massima parte progressista e ostile al ruolo di 'sentinella del mondo' che l'America si è ritagliata nel tempo, tuttavia la sua integrità morale è a mio avviso indiscutibile, non fosse altro per il fatto che in ogni momento il suo film mostra il prezzo che le persone come Chris Kyle (un magnifico e ormai non più sorprendente Bradley Cooper, ingrassatosi ad hoc per l'occasione) devono pagare al loro idealismo. La beffarda didascalia finale, impietosa e inaspettata, fa da tragico epilogo a una storia tutt'altro che limpida e apologetica, chiarendo per l'ennesima volta il punto di vista di chi, da sempre, è abituato a non illudersi più. E a quel punto è anche lecito perdonargli la sincera commozione (quella sì, patriottica) che trasuda dalle ultime immagini, quelle che scorrono sui titoli di coda e che forse disturbano non poco lo spettatore europeo, integerrimo e pacifista. Ma negare quelle immagini significherebbe negare la storia e la cultura di una nazione intera. E forse è chiedere troppo. Non solo a Clint.

21 commenti:

  1. Clint Eastwood è uno di quelli che per mia cultura dovrei recuperare. Temo di aver visto solo Million Dollar Baby (film con la F maiuscola). Ma di recuperi ne ho già in corso abbastanza per ora ;-) Comunque recensioni convincenti!

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    1. Grazie. Sì, credo che Clint meriti un recupero aldilà dei gusti personali: i suoi film raccontano gli ultimi decenni di storia americana, in maniera (credo) lucida e inappuntabile. Servono a capire meglio il presente, ed è un gran merito secondo me...

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  2. Io ho avuto sensazioni contrastanti a riguardo. Da una parte ho trovato molto ben sviluppato il personaggio di Kyle, con tutto il pathos drammatico della sua situazione psicologica. Su quello non ci sono dubbi, ha reso bene l'idea. Dall'altro lato, leggendo vari commenti prima di vederlo, l'hype era salito a mille e mi aspettavo qualcosa che lasciasse davvero il segno, mentre invece, a parte le due lacrime sincere alla fine, ancora oggi non mi è rimasto nulla.
    Un peccato.

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    1. Sai, la sensibilità varia a seconda del carattere di ognuno di noi ed è per forza di cose soggettiva. I film di Eastwood sono essenziali, asciutti, rigorosi, non sprecano mai una parola di troppo. Per alcuni (io per primo) questo modo di fare cinema è indice di grande rispetto per lo spettatore, altri lo trovano troppo freddo e distaccato. Sono sentimenti più che comprensibili.

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  3. Ovviamente, Kelvin, sono assolutamente d'accordo con te.
    Per me un film profondamente umano sul dramma della guerra, che non fa prigionieri e non lascia superstiti.

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    1. Grazie dell' "appoggio" Ford: ci eravamo già confrontati in sede dell'uscita del film ed ero (e sono tuttora) completamente d'accordo con te!

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  4. Anche io voglio fare un "match" con teeee ;pppp

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    1. Ma quando vuoi! Tu segui me che io seguo te... :) non appena troviamo "l'oggetto del contendere" ci mettiamo d'accordo!

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  5. Mi devi pagare le royalities ahahah! :-p Comunque a me è piaciuto!

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    1. Hai ragione Alessandra, l'idea è stata tua e ti ringrazio perchè, come vedi, funziona proprio bene! E' un bellissimo modo per confrontarsi e far conoscere i rispettivi blog: sempre disposto a 'bissare' con te, comunque, non appena se ne presenterà l'occasione! :)

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  6. Non l'ho visto ma ho letto giudizi contrastanti spesso e volentieri (carina l'idea del confronto...mi candido eventualmente...) riservo di dire la mia non appena recuperato...

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    1. Beh, intanto guardati il film perchè merita... a prescindere! Come ho scritto sopra, anche se magari non ti piace dal punto di vista etico è senz'altro utilissimo per capire meglio l'America e i suoi abitanti.

      Riguardo il confronto... sono più che disponibile: se trovi una mia recensione sulla quale non sei d'accordo scrivimi e ci organizziamo:

      kriskelvin72@gmail.com

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  7. A me il film è piaciuto proprio per l'aspetto "politico" però ha ragione Valentina quando parla degli errori di lavorazione, alcuni davvero marchiani

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    1. Sì, Valentina ha fatto un gran lavoro (aldilà dei gusti personali): ha analizzato il film davvero con cura ed è andata a fondo nei dettagli molto più di quanto non abbia fatto io... io, lo ammetto, non sono un attento osservatore: in un film m'interessano molto più i contenuti dello svolgimento e non mi curo molto dei 'bug' (se non sono proprio evidenti). Però capisco bene che ad altri possano dare fastidio: bene ha fatto Valentina a metterlo in evidenza

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    2. Ragazzi siete troppo buoni! Ne deve passare di acqua sotto ai ponti prima che io scriva qualcosa di paragonabile agli interventi di Kelvin...E sì, purtroppo sono parecchio puntigliosa a volte eheh, Un ringraziamento facciamolo anche a Clint che ci ha permesso questo bel confronto e speriamo di riduellare presto! :)
      Doppia W

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    3. Non devi sminuirti: personalmente sono sempre obiettivo nei giudizi, e il tuo modo di scrivere mi è piaciuto fin da quando ti ho conosciuta. Sarà un piacere "riduellare" con te, quando lo vorrai!

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  8. Iniziativa fantastica, un'offerta che non potevo rifiutare! :)
    Doppia W (scusate, non mi faceva autenticare :D)

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    1. Sono io che ti ringrazio per aver accettato: per quanto mi riguarda, sei stata una bella "scoperta" !

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  9. Aldilà delle opinioni sul film hai avuto davvero un'ottima idea, e complimenti anche alla Valentina scrive davvero bene!
    In bocca al lupo a entrambi.
    Mauro

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    1. Grazie Mauro. Sì, Valentina è proprio brava: il suo blog è giovane (come lei) ma il talento si nota subito: seguila, mi raccomando! :)

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    2. Crepi Mauro! Grazie anche a te per i complimenti :) lo so, potrebbe sembrare che abbia pagato Kelvin o tenga in ostaggio il suo criceto per tutti questi complimenti, ma lo giuro non lo è! :D
      Doppia W

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