sabato 14 maggio 2016

MONEY MONSTER

(id.)
di Jodie Foster (Usa, 2016)
con George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell, Caitriona Balfe, Dominic West
durata: 98 minuti


Non ho mai nascosto il mio amore, platonicissimo e incondizionato, per Jodie Foster: come attrice, come regista, ma soprattutto come persona. Una persona che è sotto i riflettori praticamente dalla nascita ed a cui è tenacemente sopravvissuta: nessuno di noi "mortali" ha idea di cosa significhi vivere con una telecamera  perennemente puntata addosso, proprio come quella che nell'ultima inquadratura di Money Monster, il suo quarto film da regista, viene rivolta verso lo spettatore. E', allo stesso momento, un monito, una minaccia, ma anche una semplice constatazione: quella di una società ormai cannibalizzata dall'apparenza, dove la vita umana vale meno, molto meno, di un passaggio televisivo o di un pugno di dollari...

La grandezza di Jodie Foster come persona sta (anche) nell'aver girato un film il cui messaggio è superiore al film stesso (comunque ben più che dignitoso): Money Monster ha infatti uno schema classico, asciutto, molto semplice. E' diretto e comprensibile, forse perfino ingenuo in certe parti, volutamente poco originale nella struttura: lo scopo, nobile, della Foster è quello di voler cercare di arrivare al maggior pubblico possibile, sacrificando qualcosa dal punto di vista prettamente stilistico pur di mettere in guardia la gente comune dal gigantesco pericolo dell'invadenza dei media, che spettacolarizzano ogni aspetto della nostra vita riducendola a un gigantesco reality-show, da cui non si riesce più a distinguere la realtà dalla finzione. E di cui il denaro è la conseguenza, ma non la causa, di un'umanità insensibile e ormai anestetizzata alla perdita dei veri valori.

Money Monster è solo in apparenza un film contro la finanza malata e l'avidità degli uomini. O meglio, questo è solo uno degli aspetti di una pellicola che punta il dito principalmente verso la degenerazione dell'informazione al ruolo di spazzatura, dove ormai non è più possibile distinguere tra giornalismo e spettacolo, analisi e intrattenimento. E dove la crisi economica funge da detonatore per far esplodere la crisi di un sistema che, come dice il protagonista George Clooney "è ormai imploso sotto i colpi delle reti televisive che spettacolarizzano ogni fatto di cronaca: in questo modo gli ascolti salgono, le inserzioni pubblicitarie aumentano, l'informazione viene distrutta..."


Clooney nel film interpreta (molto bene) il ruolo di Lee Gates, conduttore vulcanico e cialtrone di un volgare show televisivo dove dispensa consigli tutt'altro che affidabili su come investire in borsa i propri risparmi, estremizzando al massimo il concetto di una tv (ma dei media in generale) in cui tutti vengono considerati "esperti" senza nessun titolo e pontificano su argomenti che meriterebbero ben altra trattazione e approfondimento. Un giorno però succede che un giovane investitore (Jack O'Connell, bravissimo anche lui) ridotto sul lastrico a causa di un "consiglio" sbagliato di Gates, irrompe in studio e sequestra in diretta il conduttore puntandogli una pistola alla tempia e obbligandolo a indossare un giubbotto imbottito di esplosivo. Ovviamente, il tutto sotto gli occhi delle telecamere che riprendono la scena e la trasformano in un gigantesco evento televisivo, "coordinato" da una cinica produttrice (Julia Roberts) che "fiuta" subito il boom di ascolti...

Money Monster, come ha ammesso senza problemi lo stesso Clooney, è in pratica la versione riveduta e aggiornata ai tempi nostri di Quinto Potere, il famoso film del 1976 diretto dal compianto Sidney Lumet: con la differenza, ben rimarcata da Clooney in conferenza stampa, "che se quarant'anni fa Quinto Potere era considerato una commedia nera e surreale, oggi sembra un documentario: tutto quello che aveva immaginato lo sceneggiatore Paddy Chayefsky si è tristemente realizzato".  Jodie Foster, consapevole di non essere Lumet (è un complimento), dirige con grande umiltà e sicurezza, realizzando anche dal punto di vista tecnico un buon thriller di genere che ha il pregio di essere snello (appena 98 minuti di durata) e mantenere sempre alto il ritmo, senza mai cedere alla stanchezza e alla retorica, sfruttando al meglio l'ottimo materiale umano a disposizione. Non è affatto poco.

Questo post nasce da una vera conversazione e collaborazione con MovieCamp su


22 commenti:

  1. Ecco, come leggere una bella recensione, avere la curiosità e aspettare chissà quando per vederlo al cinema!

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    1. Da te uscirà il 27 maggio: ancora un po' di pazienza... :)

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    2. Good to know! Comunque la brava Jodie Foster mi da l'impressione che utilizzi l'ormai noioso tubo catodico per uno sguardo sul capitalismo e il cinismo della società ormai impregnata di consumismo. E che bel film che hai tirato in ballo nella mia memoria, Quinto potere è un film ancora oggi attuale!

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    3. Eh sì, "Quinto Potere" è più che mai attuale! Il buon Sidney aveva (purtroppo) indovinato tutto... condivido anche l'osservazione sulla Foster regista: non a caso negli ultimi anni si è cimentata molto con la televisione, dirigendo episodi di "House of Cards" e "Orange is the new black". Non a caso questo film, per ritmo, tempi e velocità è molto "televisivo" (in senso buono, ovviamente!)

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  2. Allora non avevo torto a pensare a Lumet anche solo dal trailer...
    Il rimando mi pareva palese, rimando, senza essere una volgare copiatura, beninteso...

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    1. No, assolutamente. Anzi, Clooney in conferenza stampa ha ammesso apertamente che il film è ispirato a "Quinto Potere": l'argomento è in pratica lo stesso, anche se attualizzato ai tempi che corrono. Cambiano invece ritmo e struttura del film: se quello di Lumet era un pamphlet di chiara derivazione teatrale, qui siamo di fronte a un classico thriller dal ritmo velocissimo e incalzante, dove il tempo dell'azione coincide con quello reale.

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  3. Gran bel film, mi ha coinvolto in pieno! Storia tutt'altro che campata in aria purtroppo: anche noi (in Italia, intendo) nel nostro piccolo constatiamo ogni giorno l'arrivismo e l'arroganza di certi personaggi.Clooney meraviglioso!
    Buonanotte.
    Mauro

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    1. Sì, in questo (purtroppo) si può dire che il film è decisamente universale...

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  4. Bellissima recensione, e sono molto molto curioso.
    Felice per il "boom" di Jack O'Connell, che idolatravo ai tempi di Skins. E' difficile, però, uscire dal recinto della tivù ;)

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    1. Vero, è bravissimo. La stessa Foster in un'intervista su Ciak lo promuoveva a pieni voti dicendo che "in mezzo a me, Clooney e la Roberts, tutti ultracinquantenni, ha portato un senso di freschezza e ritmo al film". Potrebbe avere un bel futuro davanti a sè.

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  5. Mi spiace smorzare il tuo entusiasmo. Per me è un film debole e scontato: un po' meglio la prima parte (quella che, pur stravista, più assomiglia a Quinto Potere) ma nel finale, quando si parla della "finanza cattiva" raggiunge punte di retorica insopportabili. Per me è assolutamente deluddente, lontano dalla sufficienza.

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    1. Non sono d'accordo. Almeno non sulla retorica, che io non ho trovato assolutamente: le situazioni e i personaggi del film a mio modo di vedere sono del tutto plausibili. Posso condividere invece la critica sul fatto che sia poco originale, ma come detto questo secondo me è stato fatto intenzionalmente... comunque un giudizio sotto la sufficienza mi pare, oggettivamente, fin troppo severo.

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  6. Non conoscevo questo film ma a giudicare dalla trama e da quello che hai scritto sicuramente mi piacerà!

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    1. Ciao! Lo spero davvero... quando lo avrai visto fammi sapere!

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  7. Non avrei scommesso due lire su questo film, ma data la tua recensione, la curiosità a questo punto sale.

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    1. Perchè? :) Gusti personali a parte, finora Jodie Foster non aveva mai fatto caz***e, le sue tre regìe precedenti erano buoni film (con menzione speciale per il carinissimo "A casa per le vacanze"). Questa è la sua prova di maturità, direi superata a pieni voti.

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  8. visto (in v.o.) sabato, e non mi è affatto dispiaciuto. Anche secondo me non è retorico, e offre anche dei momenti drammaticamente esilaranti (l'intervento della fidanzata di Kyle su tutti). Bravi Clooney e la Roberts, mentre Jack O'Connell offre un'altra ottima prova dopo '71.

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    1. D'accordissimo: la scena(ta) della fidanzata di Kyle è un momento esilarante e drammatico insieme, una delle sequenze migliori dell'intero film!

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  9. L'accostamento con Lumet ci sta tutto, ma ci sono anche echi di "The Truman Show" (per esempio il pre-finale, con la gente che segue al bar l'evolversi della drammatica vicenda). A me è stata la prima cosa che è venuta in mente.

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    1. Vero! Brava Scarlett! Hai assolutamente ragione, il pre-finale ricorda tantissimo quello di "The Truman Show": la "ggente" che, al bar, trangugiando hamburger, assiste in tv al tragico evolversi dei fatti con vergognosa indifferenza è eloquente più di tante parole. Esattamente come nel film di Weir.

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  10. Non mi aspettavo recensioni così positive... onestamente ero curioso ma non così tanto, a questo punto magari lo guarderò anche io in sala!

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    1. Perchè no? In fin dei conti, come dicevo, Jodie Foster da regista ha diretto sempre film interessanti. Magari a volte imperfetti (come Mr. Beaver) ma comunque sempre degni di nota. E anche questo non fa eccezione.

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