martedì 21 giugno 2016

THE NEON DEMON

(id.)
di Nicolas Winding Refn (Usa/Danimarca, 2016)
con Elle Fanning, Abbey Lee, Christina Hendricks, Jena Malone, Keanu Reeves
durata: 117 minuti


La sensazione, voglio dirlo senza francesismi, è che Nicolas Winding Refn ci stia sonoramente prendendo per il culo. Riuscendoci a metà, però: perchè se è vero che una buona parte della platea cannense ha (giustamente, a mio avviso) sepolto di fischi The Neon Demon, c'è comunque una discreta fetta di pubblico, critica e addetti ai lavori che hanno invece gridato ancora una volta al miracolo, facendo leva sulla cosiddetta "esperienza visiva", sul "talento visionario di un autore che va oltre i contenuti", sulla "geniale provocazione di un cineasta sperimentale e innovativo..."

Ora, sul fatto che The Neon Demon sia una provocazione ci sono pochi dubbi: tutto nel film è provocatorio, esagerato, gonfiato ad arte per stupire e sorprendere la platea. A cominciare dall'acronimo del regista, che dall'alto del suo ego smisurato ora si fa chiamare NWR quasi fosse un marchio di fabbrica, una mania di grandezza e presunzione che non trova minimamente riscontro in un'opera modesta e fine a se stessa come questa, dove la perfezione tecnica e la bellezza sublime delle immagini non possono in alcun modo bastare a salvare un film vuoto e senza forma, dove però tutto viene "confezionato" in modo tale da sembrare un'opera d'arte di un "artista" divenuto cult troppo presto, e che si è oggettivamente montato la testa tentando di spacciare per Brunello un vino da tavola annacquato...

Devo dire che non ho mai stravisto per Refn, considerandolo da sempre un regista sopravvalutato e osannato oltre i propri meriti: ha girato in passato un ottimo film, Drive, costruendo su quello tutta la sua fama e vivendoci di rendita fino ad oggi. Ma non può bastare un solo titolo per consacrare un Autore, e trovo patetici i voltafaccia di una certa critica che ora rivaluta, una per una, tutte le sue opere precedenti dopo averle ignorate per anni: il sottoscritto si ricorda bene, ad esempio, di come andò la proiezione ufficiale per la stampa di Valhalla Rising alla Mostra del Cinema di Venezia del 2009: sui titoli di coda, metà della sala Darsena si era svuotata e l'altra metà russava già da un bel pezzo... eppure, adesso non c'è un solo recensore che non osanni quel film. Potenza del marketing.

Ma torniamo a The Neon Demon: film, come detto, sublime alla vista ma non al palato, incomprensibile nella sua banalità. Ovvero, mi sta bene che un film possa anche prescindere dal contenuto, così come non è detto che sia sempre la sceneggiatura a far grande una pellicola (anche se aiuterebbe parecchio... questo Refn non vuole proprio capirlo), del resto anche Michael Mann (uno a caso...) ha costruito i suoi film migliori su sceneggiature scarne e poco significative, "impregnandoli" però di sensazioni forti, di sofferenza, di malinconia, di scene indimenticabili e particolari che ti arrivano al cuore. Ed è proprio il cuore che, invece, manca in questo film: l'allegoria, scontata, sul mondo effimero, vacuo e spietato della moda arriva decisamente fuori tempo massimo e non sorprende più nessuno, così come la macabra trovata (si fa per dire) del cannibalismo ad emblema di una società competitiva, dove per emergere si è disposti a tutto. Le immagini, lo ribadisco ancora una volta, sono meravigliose, ma qui sembrano solo un pretesto per nascondere il nulla, così come l'inutile virata splatter delle scene finali, trovata sensazionalistica e morbosa ad esclusivo uso e consumo del pubblico-medio, quello che guarda i film ingurgitando patatine e smanettando sullo smartphone.

E poi, per favore, finiamola di paragonare Refn a Von Trier, perchè il confronto tra i due non sta nè in cielo nè in terra. Giuro che mai avrei pensato di dovermi ritrovare un giorno a difendere un altro regista provocatorio e discusso come il vecchio Lars, che pur tante volte mi ha fatto incazzare con la sua filmografia "estrema"... i film di Von Trier potranno piacere o meno, ma nessuno può negare quanto essi siano pervasi da quel dolore disturbante e (a volte) malato, da quel senso di disagio, di perdita, di lacerante e costante sofferenza. In una parola, di emozioni. Emozioni che invece stanno a zero in The Neon Demon, pellicola plastificata e voyeuristica, svuotata di ogni senso.

No, caro Refn. Non puoi cavartela ogni volta con "la bellezza delle immagini", perchè da sole non bastano a fare un film, per tutti i motivi fin qui descritti e per altri ancora: per la protagonista femminile che hai scelto (Elle Fanning, caruccia ma insipida, che nessuna modella, oggettivamente, invidierebbe nella vita reale), per la colonna sonora ridondante e sempre sopra le righe (come il film, del resto), per la recitazione al minimo sindacale di tutti gli interpreti, per la spocchia e la supponenza con cui ormai giri ogni tuo film. The Neon Demon è esattamente come la società che rappresenta: superficiale, vacuo, vanitoso, insignificante. Da evitare.

        

26 commenti:

  1. E dire che ha me "Valhalla risign" era piaciuto fin da subito, ancora prima di "Drive" XD
    Comunque mi spiace leggere questo commento. Io ammetto che sono uno che si fa abbindolare dalla potenza delle immagini...

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    1. Tutto dipende da cosa cerchiamo in un film: la bellezza delle immagini è molto ma non puòmai essere tutto. Non a caso si dice che il cinema è la somma di tutte le arti, l'una delle quali non può prescindere dall'altra. Opinione mia, ovviamente.

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    2. Innanzitutto i scuso per quella "h" di troppo *////*

      Questa è una discussione che mi sono trovato ad affrontare spesso, ti dirò. Da una parte il cinema è arte visiva, quindi è su quella che si dovrebbe puntare (alcuni studiosi del mezzo dicono che un film dovrebbe essere solo sequenzialità), dall'altra sono molto legato alla sua matrice 'letteraria'.

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    3. Il cinema non può essere SOLO immagine in movimento, almeno non nell'aspetto artistico: i Lumière riprendevano gli operai che uscivano dalle fabbriche, ma quello non poteva dirsi vero cinema perchè mancava completamente la creatività... il cinema è anche letteratura, musica, pittura. Ma aldilà di questo, è emozione, coinvolgimento, riflessione, poetica. Io in "The Neon Demon" non ho visto niente di tutto questo.

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    4. Finalmente l'ho visto.
      No... stavolta manco le immagini mi hanno abbindolato. Davvero insulso...

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  2. Sono senza parole dal momento in cui a me, invece, ha affascinato moltissimo, come già sai.
    Io mi faccio trascinare dalle emozioni di qualsiasi genere di film, dall'animazione all'horror passando anche per thriller come questo, e anche se non mi ha fatto particolarmente temere per la protagonista (anche se in verità non mi aspettavo quell'epilogo) avevo ogni due secondi i brividi e non ricordo molti altri film quest'anno che mi abbiano attaccata allo schermo come questo.
    Il punto è che per me non c'è solo immagine in questo suo film e mi incuriosisce sapere cosa farà in futuro.
    Detto questo, se come dici tu ci sta prendendo in giro, io mi faccio prendere in giro molto volentieri.

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    1. Ammetto che conoscevo già il finale del film (se ne è parlato in tutte le salse nei resoconti di Cannes) e quindi mi è mancato anche il minimo effetto-sorpresa. Però non sarebbe cambiato molto: non sopporto i film patinati e totalmente estetizzanti come questo, per quanto ben girati. Mi è mancato tutto in questo film: emozione, coinvolgimento, pathos. Perfino gli interpreti (o meglio, l'unica interprete) mi pare svogliata o, comunque, con la testa da un'altra parte...

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    2. Credo rientri tutto nella sfera personale, perció ognuno lo vive diversamente.

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    3. Certo, è sempre così del resto... :D

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  3. Mi trovi assolutamente d'accordo, nonostante a me NWR sia sempre piaciuto. Qua, per usare un altro francesismo, ha pisciato un po' fuori dal vaso, con espedienti pseudo-trasgressivi che francamente lasciano il tempo che trovano. E la bellezza delle immagini non basta.

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    1. Già. La sensazione è che in questo film la bellezza delle immagini serva a coprire il vuoto pneumatico di idee...

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  4. Io peró le patatine non le mangio al cinema... ��

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  5. Verissimo: troppo compiaciuto e troppo autocelebrativo. Però, dai, è un bel vedere, la suggestione è massima :D

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    1. No, non direi. Le immagini sono belle ma non creano alcuna suggestione, almeno per me. Mai una volta durante la visione mi sono sentito parte integrante del film, non ho mai provato nè disgusto nè empatia (difficile, vabbè) con nessuno dei personaggi. Si apprezza la confezione, ma non basta a farne un buon film, tantomeno di culto come sono ormai tutti quelli di NWR

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  6. Forse con meno delusione e meno "rabbia" nei confronti del supponente NWR, ma la pensiamo allo stesso modo.
    Tanta bellezza, ma troppo vuoto: zero sentimenti, zero coinvolgimento, mentre la musica è sempre quella e il finale splatter è così volutamente trasgressivo da perdere in trasgressione.
    No, per l'ennesima volta Refn non mi ha convinto.

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    1. A me è piaciuto solo in "Drive", poi è stato un susseguirsi sterile di violenza e provocazione (anche "Solo Dio Perdona" non mi aveva proprio entusiasmato, per usare un eufemismo). Bravo, tuttavia, a sfruttare al meglio le potenzialità visive e creare sempre atmosfere affascinanti e ingannevoli (per il pubblico).

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  7. Getto la spugna, ormai è chiaro che dalle mie parti non arriverà. Peccato, perchè i film che dividono la critica m'interessano particolarmente. Lo aspetto in tv.
    Buona serata.
    Mauro

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    1. Lo so Mauro, ti capisco: io mi sono fatto 40 km per vederlo, e qui in Toscana è uscito solo in DUE cinema (due in tutta la regione). Sembra che siano stati proprio i distributori i primi a non crederci... tuttavia ci sono ancora le arene estive, non si sa mai. Anche se, a dire il vero, vedere un film come questo in un cinema all'aperto vuol dire "ucciderne" anche l'unico punto di forza. Ma meglio che niente!
      Buona serata anche a te.

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  8. Sono curioso.
    Mi pare stia facendo discutere, dunque l'hype sale.

    Ad ogni modo, continuerò a preferire Refn a Von Trier, davvero troppo squilibrato da anni a questa parte.

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    1. Fino a qualche anno fa (diciamo fino a "Drive") anch'io preferivo Refn. Poi però le parti si sono invertite: mentre il vecchio Lars abbandonava le provocazioni e cominciava a girare film dolorosi ma profondamente umani (da "Melancholia" fino a "Nymphomaniac") il buon NWR faceva il percorso inverso... e quest'ultimo film, davvero, non mi ha tramesso nulla. Comunque aspetto il tuo giudizio caro Ford :)

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  9. Mai come con NWR è legittimo che i suoi film non piacciano. Il punto è proprio questo: il film non cerca di piacere, è esso stesso piacere rivolto a sè. Narcisismo totale, è chiaro che possa non piacere. Non ti ha trasmesso nulla perchè a Refn non frega niente di trasmettere qualcosa (e quando ci prova, fallisce. Li le parti più deboli del film a mio avviso). E non credo sia una costruzione mentale tipica da critico presuntuoso (che comunque di critiche così ne sono state scritte), credo invece che sia proprio questo, non è elucubrazione, l'ho "sentito" mentre vedevo il film. L'ho trovato perfettamente coerente con quello di cui parla. NWR non è un regista ma un brand, e ti sta vendendo un profumo. Il film è un oggetto riconoscibile (luci, musica) confezionato e venduto. Mi serve una storia, una buona sceneggiatura per vendere un profumo? Non credo. Consiglieresti a un produttore di profumi di scrivere una buona storia per dare importanza e significato al suo prodotto? Criticare questo film per carenze di sceneggiatura vuol dire affrontare un caso di studio con i strumenti sbagliati (sbagliati perchè abituali, come misurare una distanza con un termometro). Quindi sono d'accordo che possa non piacere, ma sono anche convinto che sia un film estremamente interessante. La direzione che ha preso Refn, almeno, è interessante. E' come se pubblicità, videoclip e riviste - "società dell'immagine" stessero fagocitando il cinema...e non solo nei suoi film.

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    1. Caro Stefano, i tuoi contributi sono sempre preziosissimi: concordo appieno con la tua analisi, il ragionamento non fa una piega! Però, sinceramente, non vedo tutto questo interesse (parlo per me) nella "deriva" estetica di NWR. Non penso che il cinema debba essere questo, e penso che un film debba sempre trasmettere qualcosa, anche se non è supportato da una storia: l'idea del cinema venduto a scatola chiusa, come un pacchetto-vacanze, soltanto per ammirarne la parte effimera (il che, lo ammetto, è perfettamente coerente con i tempi che corrono) un po' mi spaventa... soprattutto per chi, come me, è abituato da sempre a giudicare e preferire i film in base alle emozioni che suscitano. Ma mi rendo conto che chi fa critica in modo serio (non certo io!) non deve farsi sopraffare dalle emozioni. E quindi che abbia ragione NWR? può anche darsi, da questo punto di vista...
      Però lasciami dire che "The Neon Demon" non è solo "bellezza": ci sono difetti evidenti, a cominciare dalla partitura musicale che io ho trovato insopportabile, per non parlare della recitazione (va bene che non c'è la storia, ma i personaggi sembrano quelli di "Anomalisa" - ricordi? - recitano tutti come automi). Insomma, per quanti spunti di interesse ci possiamo trovare, ci sono troppi "elementi di disturbo" che non ti fanno apprezzare totalmente le, ribadisco, splendide caratteristiche visive.
      Anche se, siamo sempre lì, sono sempre i film "imperfetti" quelli che fanno più discutere :)

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  10. Il film non l'ho ancora visto, ma sul concetto di presa per il culo potrebbe essere visto come una presa di posizione: la vacuità della società va sollazzata solo con la vacuità della bellezza delleimmagini. Poi magari è un film ruffiano, ma avendo visto solo Drive, l'estetica di Refn è ben definita, anzi, probabilmente l'equazione può essere - l'estetica:Refn=dolore:Von Trier.

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    1. Osservazione pertinente e condivisibilissima, che si riallaccia a quanto diceva Stefano: NWR ormai è un marchio e la sua estetica è ben definita, tutto sta se farsela piacere o meno, ma al regista di tutto ciò non importa :) e probabilmente è la chiave di lettura giusta! Così come l'equazione con Von Trier...

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