martedì 26 luglio 2016

STAGIONE 2015 - 2016 : I "FLOP" DELL'ANNO

E dopo i "top", inevitabilmente arriva anche la classifica delle delusioni... che, intendiamoci, vanno prese appunto per quello che sono: non è una lista dei "cattivi" e nessuno di questi film in realtà è inguardabile, sono semplicemente dei titoli dai quali era lecito aspettarsi ben di più (come sempre, a mio personalissimo parere) e che invece hanno tradito le previsioni. Per questo ci sono anche tanti "nomi eccellenti", da Inarritu a Tornatore, da Almodòvar a Refn, cineasti che in passato hanno incantato le platee e che invece stavolta sono scivolati sulla classica "buccia di banana" (anche se qualcuno, in realtà, è recidivo da un bel po'...). Ci può stare, e naturalmente siete padronissimi di non essere d'accordo.

Anzi, diciamo pure che aspetto le vostre "lamentele" (purchè esposte in manieria civile). E' il bello delle classifiche!

(cliccare sul titolo per leggere la recensione completa del film)


1) LE CONFESSIONI (di Roberto Andò, Italia 2016)  
Film irritante, pretenzioso, supponente come pochi, che scopiazza (fingendo di omaggiare) i suoi modelli di riferimento senza avere il minimo senso delle proporzioni: ne Le Confessioni ci sono tutti i difetti cronici del peggior cinema italiano, quello che si atteggia ad opera d'arte colta ed elitaria finendo solo per risultare indigeribile allo spettatore. Pellicola finta e plastificata dal primo all'ultimo fotogramma, oltre che irrimediabilmente rovinata dal doppiaggio italiano (che azzera le sfumature linguistiche dei vari capi di stato, unico vero motivo d'interesse per chi guarda).


2) LA CORRISPONDENZA (di Giuseppe Tornatore, Italia 2016)  
Dispiace dover stroncare un regista affermato e illustre come Giuseppe Tornatore, ma nonostante le ottime intenzioni questo film è francamente indifendibile: vorrebbe essere un melodramma sulla forza dell'amore e l'incapacità di accettarne la fine, ma tutto il castello di carte imbastito crolla in un attimo, non sapendo dove andare a parare. Sceneggiatura imbarazzante, clamorosamente non plausibile, incoerente e sconclusionata. Un film che mette troppa carne al fuoco, con assurdi sconfinamenti nel paranormale e, purtroppo, nel ridicolo involontario: quando la giovane studentessa protagonista, per recuperare le immagini da una sim-card finita in acqua, acconsente di farla esaminare DAI SERVIZI SEGRETI (!!), la voglia di abbandonare la sala è stata grande...


3) THE NEON DEMON (di Nicolas Winding Refn, Usa/Danimarca 2016)  
Una provocazione pura e semplice, dove la mania di grandezza e la presunzione del suo regista sono inversamente proporzionali al modestissimo risultato finale: opera plastificata e fine a se stessa, in cui la bellezza delle immagini non basta in alcun modo a salvare un film vuoto e senza forma, dove tutto ci viene spacciato arbitrariamente per "opera d'arte", in realtà incomprensibile nella sua banalità. La bellezza delle immagini è un paravento per nascondere il nulla: film superficiale, vacuo, vanitoso, esattamente come la società che rappresenta.


4) VIA DALLA PAZZA FOLLA (di Thomas Vinterberg, Usa 2015)  
Pare impossibile che a dirigere questo film ci sia Thomas Vinterberg, ovvero lo stesso regista che ci aveva fatto sobbalzare con il precedente Il sospetto, pellicola durissima, lucida e impeccabile, da farci (quasi) gridare al miracolo. Via dalla pazza folla non è un brutto film, sia chiaro, ma la piattezza dell'operazione (un convenzionalissimo film in costume, anonimo e poco coinvolgente, con interpretazioni da recita scolastica) ci fa cascare le braccia al confronto con lo splendido precedente: come si faccia a passare dalle atmosfere soffocanti e rabbiose de Il sospetto a quest'opera melensa e banalotta non è dato saperlo...


5) CRIMSON PEAK (di Guillermo Del Toro, Usa 2015)  
"Dal regista visionario Guillermo Del Toro", sta scritto sul manifesto del film: peccato però che questo film di visionario non abbia praticamente nulla... pellicola formalmente impeccabile, ma dove a tanta eleganza scenica non corrisponde affatto uno sviluppo coinvolgente: ritmo lento, storia prevedibile, con colpi di scena telefonatissimi e un finale posticcio che "rimette a posto le cose" (il prezzo da pagare al mainstream).  Del Toro annacqua completamente la sua vena creativa inginocchiandosi alle logiche hollywoodiane, "tradendo" prima di tutto se stesso e poi i milioni di suoi fan in tutto il mondo che lo avevano eletto come regista di culto, apprezzato e amatissimo.


6) JULIETA (di Pedro Almodòvar, Spagna 2016)  
Bisognerà farsene una ragione: l'Almodòvar geniale e irriverente dei tempi migliori probabilmente non tornerà più, e allora dovremo accontentarci di "compitini" ben svolti come questo Julieta, dignitoso ma lontano anni-luce dai suoi capolavori del passato. Almodòvar si conferma ottimo direttore di attrici, solo che qui sono i personaggi maschili a latitare, tutti insignificanti e di basso profilo. Julieta resta un oggetto "ibrido", troppo asettico e trattenuto per essere un melò e mai troppo coinvolgente come "thriller dei sentimenti", incentrato su un mistero di Pulcinella che lo spettatore capisce subito dopo cinque minuti... dignitoso, ma poco più che sufficiente.


7) REVENANT REDIVIVO (di Alejandro Gonzalez Inarritu, Usa 2015)  
Ebbene sì: il film più ambizioso e personale di Alejandro Gonzalez Inarritu, che ha consentito finalmente a Leonardo Di Caprio di vincere il sospirato Oscar, mi è parso un'opera irrisolta, bulimica, troppo "grande" per ambizioni e messinscena. Un western atipico, lentissimo e contemplativo, tecnicamente straordinario ma, permettetemi, anche abbastanza banale nella struttura, direi perfino un po' ingenuo... un survivor-movie che diventa ben presto un revenge-movie con tutti gli stereotipi del caso, prevedibile e poco avvincente, tutto tecnica e pochissimo cuore. Una confezione artefatta, che non basta a nascondere la pochezza dei contenuti.

14 commenti:

  1. The Neon Demon voglio vederlo, poi deciderò se è un film sòla o no. Io tra i miei diludendi metto High Rise, non vale la pena strapparsi i capelli perché non è ancora uscito nelle sale (e meno male!)...

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    1. Allora questo... mo' me lo segno (per starne alla larga! :) )

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  2. D'accordo su tutto quello che ho visto, delusioni cocenti, anche se come dici un certo Refn delude da un po, come Almodovar.
    La corrispondenza continuo ad evitarlo visto che ne ho letto solo male, Le Confessioni mi sapeva da pesantezza alla sua uscita quindi non è certo agosto il periodo migliore per dargli una chance, che potrebbe avere invece Crimson Peak, già partendo senza troppi entusiasmi...

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    1. Mah... esteticamente parlando "Crimson Peak" non è malvagio, anzi. Il problema è che è terribilmente banale, del talento visionario di Del Toro non è rimasto praticamente nulla. Comunque si pùò vedere: è di gran lunga il migliore dei tre che hai citato...

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  3. visto solo Crimson Peak su cui dissento...a me è piaciuto assai!:-) aspetto di recuperare con
    calma the neon demon perchè so
    che non
    sará un film da mezze misure

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    1. Ah, quello proprio no! Refn o lo si odia o lo sia ama! Solo che io proprio non ce la faccio (ad amarlo, intendo...)

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  4. Nonostante non sia il mio genere, Crimson Peak l'ho apprezzato.
    Per il resto, mi trovo d'accordo con il freddo The Revenant.

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    1. Lo ripeto, non è che "Crimson Peak" sia un brutto film, tutt'altro... la delusione sta nel fatto che non sembra proprio un film di Del Toro ma un "compitino" qualsiasi. E in questo caso per me il flop ci sta.

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  5. Anche a me Crimson Peak è piaciuto, ma sugli altri (me ne mancano pochi) concordo. :)

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    1. Visivamente è piaciuto anche a me, le immagini sono bellissime. Non discuto. Però lo trovo scadente a livello di contenuti e scrittura, e da uno come Del Toro non me lo aspettavo.

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  6. Nonostante la stroncatura, aumenta in me la curiosità di vedere Neon Demon. Ma le speranze di vederlo diminuiscono in maniera proporzionalmente inversa :(
    Buona serata.
    Mauro

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    1. Di vederlo al cinema temo di sì, Mauro... ma uscirà senz'altro in home-video!

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  7. D'accordissimo su The Revenant ma Crimson Peak mi è piaciuto molto e The Neon Demon è un fo**uto capolavoro, ho ancora i brividi a ripensarci *___*

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    1. Eh, "The neon demon", come tutti i film di Refn, o lo ami o lo odi... e va bene così. Io non l'ho amato, ma rispetto che si è fatto "ammaliare" dalla, innegabilmente, spendida confezione.

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