sabato 16 luglio 2016

TUTTI VOGLIONO QUALCOSA

(Everybody wants some!!)
di Richard Linklater (Usa, 2016)
con Blake Jenner, Ryan Guzman, Tyler Hoechelin, Juston Street, Glen Powell, Zoey Deutch
durata: 118 minuti


Estate 1980. Jake, studente modello ma soprattutto ottimo giocatore di baseball, si trasferisce all'università grazie a una borsa di studio per meriti sportivi: alloggerà insieme agli altri compagni di squadra in una grande casa nei pressi del college. Mancano tre giorni all'inizio della scuola, e saranno gli ultimi tre giorni di bagordi prima del passaggio, metaforico, dall'adolescenza all'età adulta...

Come avevo già scritto in occasione del precedente, bellissimo, Boyhood, Richard Linklater è un regista "ossessionato"(in senso buono!) dal tempo che passa, dallo scorrere della vita: non si tratta però di nostalgia spicciola quanto di presa di coscienza del senso di crescita e della necessità di "cogliere l'attimo", di vivere bene il presente senza preoccuparsi troppo del domani. Attenzione, non si tratta nè di superficialità nè di sindrome di Peter Pan: Linklater prova a convincerci che è essenziale vivere ogni istante della propria vita nella consapevolezza e nella pienezza di ciò che offre l'età del momento, perchè ogni età è bella e importante se viene vissuta con lo spirito giusto.

Tutti vogliono qualcosa comincia esattamente dove finiva Boyhood, ovvero con l'arrivo al college del protagonista: è venerdi sera e le lezioni inizieranno solo il lunedì successivo, c'è quindi tutto il tempo per esorcizzare la perdita dell'innocenza adolescenziale (con feste, concerti, sbornie, nuove amicizie, donne, sesso libero... il tutto, ovviamente, secondo i canoni americani: Tutti vogliono qualcosa, proprio come Boyhood, è un film profondamente e marcatamente americano. Paragonarlo con le nostre esperienze e i nostri usi non avrebbe senso, a cominciare dal baseball come "stile di vita" e simbolo di gioventù, cosa per noi inconcepibile: eppure, se ci pensate, quante famose pellicole a stelle e strisce hanno il baseball come protagonista? Il baseball è lo specchio dell'America, come avevo già scritto qui ).

Linklater è bravo, ancora una volta, a inquadrare perfettamente il contesto storico: siamo all'inizio di un nuovo decennio, il Vietnam è ormai alle spalle, la paura, l'angoscia, la contestazione, lasciano il passo alla spensieratezza e alla voglia di divertirsi, a "vivere ogni giorno come fosse l'ultimo" (per usare un'espressione tipica dell'epoca) prima che le occasioni mancate si trasformino in rimpianti.

Per certi versi, Tutti vogliono qualcosa è un film molto più maturo e politico (malgrado le apparenze) rispetto a Boyhood: se in Boyhood era il "mondo" a fare da sfondo alle vicende private del giovane protagonista, questa volta invece è il "mondo" stesso a reclamare il suo ruolo. Tutti vogliono qualcosa non è un film "generazionale", bensì sulla crescita: non solo di un gruppo di persone ma di una nazione intera (siamo nell'epoca della competizione, del rampantismo, di uno spirito di gruppo non più belligerante ma dove l'unione e il gioco di squadra aiutano a superare gli ostacoli). E quella gioventù, in quel momento davvero tanto "cazzona", sarà costretta a crescere in fretta per superare le prove che ben presto le si porranno davanti.

Tuttavia, un film più "profondo" nei contenuti non corrisponde però a un film più bello: in Tutti vogliono qualcosa manca, a mio avviso, la scintilla che accende il cuore e ce lo fa amare incondizionatamente. L'impressione che ho avuto io è infatti quella di un film poco spontaneo, "costruito", attento alla forma e ai dettagli ma ingabbiato in una struttura preconfezionata che nuoce a chi cerca emozioni e sentimento. Per certi versi, inevitabilmente, ci ricorda American Graffiti o Happy Days, ma quasi mai si ha la sensazione di essere davvero "trasportati" negli anni '80: colpa, forse, di una sceneggiatura poco brillante e ripetitiva, e di una durata eccessiva per un film che, "giocando" sempre sulle stesse situazioni, comincia abbastanza presto a stancare.

Ci si consola però con le ottime prove dell'intero cast (tutti giovani attori semisconosciuti, che certamente non hanno vissuto sulla loro pelle il periodo storico del film) e soprattutto con la ruffianissima, furbetta, intrigante colonna sonora che pesca a piene mani dai grandi classici del rock: dai Dire Straits ai Van Halen, a Blondie, a Patti Smith, al formidabile incipit sotto le note di "My Sharona" dei Knack. Quanto basta per affogare in una "sbornia" di note i difettucci che ho appena elencato....

15 commenti:

  1. Io adoro Linklater, e dopo aver visto questo film (che non trovo costruito, ma degustuibs), ho recuperato la trilogia di Prima dell'alba. All'inizio non mi ispirava per niente, ma dopo aver letto una sua intervista, ho capito la sua operazione per niente nostalgica, in questo concordo in pieno! ;-)

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    1. Sai che io ho fatto all'incirca la stessa cosa? Avevo visto i tre film molti anni fa, alla loro uscita al cinema, e non mi avevano fatto una particolare impressione... poi, vedendo "Boyhood", ho capito che erano parte di un percorso ben definito che si concludeva, appunto, con "Boyhood": li ho rivisti di seguito l'uno dall'altro e ho capito anch'io il senso dell'operazione, la riflessione sul tempo... proprio come te.

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    2. Pensa, prima dell'alba l'avevo visto venti anni fa e Linklater l'avevo sottovalutato un po', mentre ora lo apprezzo tantissimo! Riguardo alla trilogia con Hawke e Delpy, ormai sono talmente affezionata a questa coppia che vorrei sapere come andranno le loro peripezie amorose familiari ancora una volta! ^_^

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  2. Linklater non fa per me come regista, credo.
    Questo film è riuscito a trasmettermi qualcosa solo negli ultimi secondi del finale, tutto il resto l'ho trovato quasi irritante. E al protagonista, con quei suoi capelli del cavolo e il sorriso bianchissimo, avrei spaccato volentieri la faccia <3

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    1. Beh, dai... irritante no! :) Può non piacere, si può restare indifferenti ma non mi pare che sia fastidioso: certo, è un film americano fino al midollo e per noi europei non è facile calarsi in quella mentalità, su questo ti dà ragione. L'abbigliamento e la pettinatura, poi, rispecchiano gli anni '80: tu sei giovane, ma noi all'epoca andavamo davvero conciati in quel modo (poi, vabbè, nel mio caso i capelli se ne sono andati ma questo è un altro discorso... :) )

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  3. Piaciuto parecchio.
    Leggerissimo, ma molto fresco - e la mano di Linklater, per fortuna, c'è.

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    1. Sì, anche senza saperlo si capisce che è un film di Linklater: inconfondibile!

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  4. E' tra le prossime visioni, e ammetto di essere molto curioso: più passa il tempo, più Linklater mi piace.

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    1. Anche a me: come ho scritto sopra, col tempo ho rivalutato anche i suoi film precendenti, capendo che facevano parte di un percorso ben definito. Appena lo vedi fammi sapere che ne pensi, passo io da te... :)

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  5. Recuperato ieri sera, all'aperto: sinceramente l'ho trovato un pochino prolisso ma forse è un fatto generazionle, che dici? Colonna sonora nostalgica e "mood" anni '80, non è brutto ma non posso dire che mi abbia entusiasmato. Sono d'accordo con te.
    Buona domenica.
    Mauro

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    1. Sì, anche per me è un po' ripetitivo: non riesce a catturarti come "Boyhood", che avresti voluto non finisse mai... questo invece se durava una mezz'oretta meno andava bene lo stesso.

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  6. Mi attira moltissimo! Lo recupererò presto, così come Boyhood di cui ho tanto sentito parlare ma non ho mai visto. Buona domenica!

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    1. Ciao Silvia, "Boyhood" è un gran film (non solo per il progetto per cui è nato, le modalità di realizzazione, ma anche in senso strettamente stilistico). Ti conviene vederlo prima di questo perchè "Tutti vogliono qualcosa" ne è, in un certo senso, la continuazione. Poi fammi sapere! :)

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  7. È un film che ho trovato molto piacevole ma non mi ha convinta del tutto, forse troppo spensierato per i miei gusti.

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    1. Fa parte del messaggio che il regista vuole tramettere: bisogna assaporare la vita attimo per attimo, concentrandosi sul momento e viverla il meglio possibile. Non è spensieratezza, è una visione del mondo (ovviamente condivisibile o meno). Prova a vedere la trilogia di "Prima dell'alba" e poi, se non lo hai visto, "Boyhood": nella mente del regista è un percorso filmico ben definito...

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