lunedì 12 settembre 2016

VENEZIA 73 , IL LEONE DEI RIMPIANTI...

Lav Diaz, Leone d'oro per "The Woman Who Left"

Il Leone d'oro di Venezia 73 va al filippino Lav Diaz autore del fluviale (per lunghezza) The Woman Who Left, ma è grande il mio personale rammarico per lo stupendo Jackie di Pablo Larraìn, unico vero capolavoro della rassegna e ingiustamente dimenticato dalla giuria presieduta da Sam Mendes. Premi minori un po' a tutti (e un po' a casaccio) per un palmarés pilatesco e cerchiobottista, quasi un Manuale Cencelli di democristiana memoria...


"Jackie" di Pablo Larraìn
La sensazione, che prevale anche a "mente fredda", è quella di una grande occasione perduta: l'ennesima sprecata dalla Mostra del Cinema di Venezia di consacrare un Autore sopraffino e consacrar(si) agli occhi del mondo come rassegna capace di intercettare e riconoscere il talento dei grandi registi del momento. Insomma, lo dico senza peli sulla lingua: il mancato Leone d'oro a Jackie di Pablo Larraìn mi brucia ancora, molto, vuoi perchè questo film mi ha emozionato come pochi altri in vita mia (ho sofferto, mi sono commosso e ho pianto quasi per tutta la visione), vuoi perchè ancora una volta mi è parsa chiara la volontà della giuria lidense di rifugiarsi in una comoda parvenza di elitarietà premiando film che, oggettivamente, ben pochi vedranno, recensiranno e criticheranno...

Intendiamoci: non voglio dire che il Leone d'oro a Lav Diaz sia scandaloso, anzi. Il suo fluviale The Woman Who Left (potente affresco storico sul difficile passato/presente delle Filippine) è, tutto sommato, abbastanza "affrontabile" per lunghezza ("appena" 226 minuti, meno di Via col Vento e di C'era una volta in America, quasi un cortometraggio per un regista abituato a girare film di otto-dieci ore, e comunque molto meno pesante, per dire, del "pippone" di 90 minuti di Terrence Malick...) e anche per costruzione (non solo gli interminabili - e famosi - piani sequenza, ma finalmente anche una bella storia compiuta, un melodramma di vendetta e redenzione, seppure con ritmi non certo da action-movie...). Tuttavia, non riesco a togliermi dalla testa che questa scelta sia stata dettata soprattutto da ragioni e convenienza e opportunità e (forse) dal mancato accordo tra i giurati.

Emma Stone, Coppa Volpi per "La La Land"
Non c'è dubbio infatti che Lav Diaz sia un regista ormai "abbonato" ai festival e ai premi: ha vinto il Pardo d'Oro a Locarno nel 2014, il Premio Bauer all'ultima Berlinale e, proprio a Venezia, la Menzione Speciale nella categoria Orizzonti nel 2007 e nel 2008. E', insomma, un autore abbastanza ben "inserito" nei concorsi e tendenzialmente apprezzato dalle giurie, tipico esponente di un cinema elitario e sommerso che "vive" solo dentro i festival e manda in sollucchero gli addetti ai lavori, spesso ben felici di esaltare un regista ben poco noto al grande pubblico (finora, nessuno dei suoi film è mai stato distribuito in Italia) e quindi difficilmente "criticabile". Inoltre (ma è solo una mia "velenosa" insinuazione...) può darsi che Sam Mendes, uno dei presidenti di giuria più "commerciali" degli ultimi anni, abbia voluto premiare il film filippino giusto per far vedere che sa apprezzare anche altro che non sia 007. Ipotesi, per me, tutt'altro che peregrina.

Leone d'oro a parte, è facile poi constatare come gli altri premi siano stati assegnati dalle giurie in base a criteri "pilateschi", degni del peggior Manuale Cencelli democristiano. Va detto però, a parziale discolpa dei giurati, che l'assurdo regolamento veneziano (che non permette a ogni film di ricevere più di un premio)  ha portato ad affibbiare riconoscimenti a pioggia un po' a tutti, e spesso a casaccio... il premio "di consolazione" a Jackie per la miglior sceneggiatura appare quasi offensivo per un film di tale portata, così come la generosissima Coppi Volpi andata ad Emma Stone, interprete del musical La La Land (bravina, per carità, ma preferirla a Natalie Portman... è un insulto al buon senso!). Meritato invece il premio maschile, vinto dall'outsider Oscar Martinez per il divertentissimo El Ciudadano Ilustre. 


"Paradise" di Andrei Konchalovsky
Polemiche anche sui riconoscimenti alla regia, finiti ex-aequo a Paradise di Andrei Konchalovsky (altro habituè del Lido) e al provocatorio La Region Salvaje del messicano Escalante. Ma se quest'ultimo, appunto, ha dalla sua almeno il coraggio della provocazione (si racconta di una mostruosa piovra dai tentacoli "fallici" che violenta le donne di un poverissimo villaggio di campagna...), il premio a Konchalovsky, autore di un discutibile e ambiguo pamphlet sull'Olocausto, sa tanto come atto di deferenza verso un regista sempre misteriosamente benvoluto dalle giurie internazionali. Ancora più incomprensibile, per finire, il Premio Speciale della Giuria al bruttissimo The Bad Batch di Ana Lily Amirpour, giudicato da tutta la critica, quasi all'unanimità, come il peggior film in gara (una specie di scopiazzatura splatter tra Mad Max e Tarantino, assolutamente dimenticabile).

Restano solo le briciole, quindi, per due film belli e importanti come Nocturnal Animals di Tom Ford (che si aggiudica il Gran Premio della Giuria) e Frantz di Francois Ozon, dramma sentimentale a cavallo della Grande Guerra, cui va (soltanto) il riconoscimento alla brava Paula Beer (Premio Mastroianni) come miglior attrice emergente. Nessun palmarès invece per pellicole apprezzate da pubblico e critica come Arrival di Denis Villeneuve, Une Vie di Stephane Brizé, El Cristo Ciego di Christopher Murray.


"Nocturnal Animals" di Tom Ford
E l'Italia?
Beh, c'è poco da dire. Un assordante, assoluto nulla: nè di premi, nè di apprezzamenti, nè di idee. Preparerò presto un post apposito dedicato alla pochezza del cinema italiano al Lido, perchè non è un argomento da sottovalutare o liquidare con sufficienza... per ora vi dico solo che almeno due dei tre film italiani in gara non erano assolutamente all'altezza del Concorso principale: ma se Piuma di Roan Johnson, tutto sommato, con la sua (volontaria) leggerezza e comicità ha avuto almeno il pregio di divertire il pubblico, non c'è davvero niente di salvabile nell'imbarazzante Questi Giorni di Giuseppe Piccioni, pellicola stanca e prevedibile, sciatta, insopportabilmente giovanilistica, terribilmente fuori tempo massimo e con attori (anzi, attrici) improbabili e perfino svogliati. C'era poi Spira Mirabilis, documentario sull'immortalità firmato da Massimo D'Anolfi e Martina Parenti: un "oggetto filmico" anche interessante, ostico ma artisticamente valido, coraggioso nell'intraprendere una strada ben diversa da quella del documentario di divulgazione. Il "prodotto finito" non è affatto da buttare, ma certo siamo ben lungi da quelle che potevano essere le aspirazioni per un premio importante che, difatti (e giustamente) non c'è stato.


TUTTI I PREMI DI VENEZIA 73 :

Leone d'oro per il miglior film:
THE WOMAN WHO LEFT di Lav Diaz (Filippine)

Leone d'argento per la miglior regia (ex-aequo) :
PARADISE di Andrei Konchalovsky (Russia)
LA REGION SALVAJE di Amat Escalante (Messico)

Gran Premio della Giuria:
NOCTURNAL ANIMALS di Tom Ford (Stati Uniti)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile:
OSCAR MARTINEZ per El Ciudadano Illustre (Argentina)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile:
EMMA STONE per La La Land (Stati Uniti)

Osella per la miglior sceneggiatura:
NOAH OPPENHEIM per Jackie (Stati Uniti)

Premio Speciale della Giuria:
THE BAD BATCH di Ana Lily Amirpour (Stati Uniti)

Premio Mastroianni attore o attrice emergente:
PAULA BEER per Frantz di François Ozon (Francia)

11 commenti:

  1. Ma a Venezia, ogni volta, la storia è quella.
    Io che, ogni volta, rosico al pensiero di non esserci, quale film non vedrei mai? Ecco, vince quello.
    Peccato, perché quest'anno, con tanto buon cinema americano di mezzo, ho rosicato pure più del solito. :)

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    1. Ti capisco :) comunque, intendiamoci, Lav Diaz è un signor regista e la sua vittoria non è affatto uno scandalo. E' solo che, ecco... secondo me si è persa una grande occasione, tutto qui.

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  2. Bel commento, per nulla diplomatico come sempre, a testimonianza di un grande amore verso il festival di venezia e il cinema in generale. Aspetto ora di leggere i tuoi commenti ai singoli film.
    Buona serata.
    Mauro

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    1. Grazie Mauro!
      Certo, i commenti arriveranno per ogni singolo film... solo il tempo di "disintossicarmi" un po' dalla sala! :)

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  3. Concordo quasi su tutto. Come ho scritto anche io, appare davvero poco solamente il Premio per la Sceneggiatura a "Jackie", ma d'altra parte questo potrebbe essere un ottimo indizio verso la stagione dei premi (e si sa quanto una buona sceneggiatura sia fondamentale). Personalmente sono molto contento per Emma Stone (che meritava l'Oscar 2015...) e la sfida tra lei, la Portman e la Adams potrebbe riproporsi agli Oscar! A proposito di Amy, pensavo che un premio potesse anche andare a "Arrival", mentre mi pare meritato il Gran Premio della Giuria per Tom Ford e il suo "Nocturnal Animals". Tutti i film che ho citato e insieme, soprattutto, a "La La Land" sono quelli di Venezia 73 che aspetto di più in sala.
    Sul cinema italiano, "Piuma" a parte e poco altro, davvero questo vuoto di contenuto va a stridere con la ripresa a livello d'incassi delle pellicole di casa nostra (anche se il cinema d'autore fatica, sempre). Ma, a parte Berlino e "Fuocoammare", sia Cannes che Venezia sono stati disastrosi, adesso vedremo Roma e Torino...
    Su Sam Mendes vorrei spezzare una lancia anche perché di lui adoro sempre ricordare un film splendido come "Revolutionary Road", ma certo che la vittoria di Diaz appare quantomeno discutibile e sì, con "Jackie" la Mostra di Venezia avrebbe finalmente premiato un film di grande importanza, e, aggiungo, il cinema d'autore statunitense e britannico sta proponendo tanti film di eccezionale qualità, come una volta.

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    1. Ovviamente non possiamo conoscere le dinamiche che hanno portato alla vittoria di Lav Diaz, ci sta anche che ci fosse una "spaccatura" all'interno della giuria e che non tutti fossero d'accordo per la vittoria di "Jackie", chissà... fattosta che secondo me si è persa una grossa occasione per premiare un grande film. E bada bene, come ripeto, non tanto per Larrain (che di sicuro sarà in corsa per gli Oscar) quanto per il prestigio della stessa Mostra del Cinema...
      Sul premio alla Stone, penso che sia estremamente generoso: ma la "colpa", a mio avviso, è soprattutto del regolamento della mostra (alquanto "democristiano") che non permette di assegnare più di un premio per ogni film, e a "Jackie" era già stato dato il "contentino" per la sceneggiatura. Va bene così (si fa per dire).
      E infine, sul cinema italiano non posso che darti ragione: ma l'argomento merita di essere sviluppato a dovere e a mente fredda. Ti prometto che ci ritornerò sopra appena possibile!

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  4. Ho solo voglia di vederli tutti questi film! Mi par di capire che, a parte i risultati delle giurie più o meno opinabili, complessivamente è stata una gran bella edizione... :)

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    1. Proprio così: qualitativamente è stata una gran bella edizione, ed è quello che conta! :)

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  5. Non mi pronuncio, non avendo visto i film. Però una vittoria di Lav Diaz mi pare una bellissima cosa!

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    1. Intendiamoci, nessuno contesta Lav Diaz come regista e nessuno ne mette in discussione il valore: dico semplicemente che c'era di meglio...

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