sabato 5 novembre 2016

LA RAGAZZA DEL TRENO

(The girl on the train)
regia: Tate Taylor (Usa, 2016)
cast: Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux, Luke Evans
sceneggiatura: Erin Cressida Wilson
fotografia: Charlotte Bruus Christensen
scenografia: Deborah Jensen
montaggio: Michael McCusker, Andrew Bruckland
musica: Danny Elfman
durata: 112 minuti
giudizio: 

trama: Rachel, fresca di divorzio e ancora incapace di accettare la separazione, osserva ogni mattina dal finestrino del treno la giovane coppia, apparentemente felice, che abita vicino a casa sua. Un giorno però i due amanti sembrano litigare sul terrazzo di casa, e di lì a poco la ragazza scompare. Rachel si ritroverà così coinvolta, suo malgrado, in un brutto caso di cronaca nera. 


dico la mia: Hitchcock non abita più qui, e bisognerà farsene una ragione. Noi spettatori di sicuro, ma anche chi (a Hollywood) si illude di voler sfruttare all'infinito un filone ormai saturo di opere mediocri e banalotte come questa, dovrà fare una seria riflessione sull'opportunità di continuare a produrre film di cui nemmeno il pubblico, a giudicare dagli incassi, sente davvero la necessità. La ragazza del treno non è altro, infatti, che la milionesima fotocopia (sbiaditissima) di quel capolavoro assoluto e senza tempo che è La finestra sul cortile, e solo per questo andrebbe rifiutato a prescindere... ma è anche un maldestro tentativo di catturare una fetta di pubblico, quello dei lettori di libri, che già di per sè è parecchio diffidente quando si tratta di trasporre sullo schermo un romanzo così famoso e di successo, divenuto bestseller in pochissimo tempo.

Intendiamoci, nemmeno il romanzo omonimo di Paula Hawkins da cui è tratto il film è poi 'sto gran capolavoro, ma perlomeno ha il merito di approfondire adeguatamente i personaggi, contestualizzare bene la vicenda, e soprattutto proporsi al lettore con un linguaggio agile e diretto (i detrattori lo definiscono "da spiaggia") che comunque, lo ammettiate o no, vi trascina dalla prima all'ultima pagina. Esattamente il contrario di quello che fa il presuntuosissimo regista Tate Taylor, il cui stile enfatico e pomposo (che, forse, andava bene per un film come The Help, anch'esso comunque sopravvalutato) finisce per strozzare il ritmo della pellicola e togliere anche quel minimo di suspance che ci si aspetterebbe da un'opera di genere come questa.

Autolesionismo puro, dunque, e fortuna che almeno la scelta della protagonista è stata azzeccata: Emily Blunt è un'attrice coi controfiocchi (la seguo e la stimo fin dai tempi di My summer of love, ma guardatela anche in Sicario di Denis Villeneuve: è bravissima) e contribuisce a tenere in piedi un film che altrimenti deraglierebbe subito sui binari dell'ovvietà. Il difetto più evidente de La ragazza del treno, infatti, è proprio quello di limitarsi a muovere appena le varie "figurine" della storia, magari funzionali alla vicenda ma piuttosto carenti sotto il profilo umano, mai seriamente sviluppato dalla sceneggiatura. Il personaggio di Rachel, donna fragile, alcolizzata, devastata nel fisico e nell'anima, è l'unico che ci cattura davvero, mentre possiamo empatizzare ben poco con le altre figure femminili: la sexy Haley Bennett, già vista ne I Magnifici 7 e in prorompente ascesa a Hollywood, si rivela piuttosto insipida come "gone girl", esattamente come l'altra "bionda" Rebecca Ferguson.

Discorso a parte invece meritano gli interpreti maschi: tutti (forse) volutamente monocordi e decerebrati, quasi involontariamente comici, in nome di un girl-power che appare sempre più conclamato e modaiolo nel panorama mainstream americano, dove il pubblico femminile è ormai in netta maggioranza nelle sale. In questo modo si spiega il "gran rifiuto" di Chris Evans (prima scelta della produzione) e quello di altri illustri colleghi, preoccupati (ma anche stizziti) dall'impostazione fin troppo femminista e manichea della sceneggiatura, che collassa in un finale violento e improbabile, in netto, ridicolo contrasto con le atmosfere patinate del film.

Essendo un thriller con sfumature di "giallo", non vi dico nulla della trama. Vi basti sapere che, per quelli che hanno l'occhio un po' allenato a queste pellicole, il colpevole si capisce quasi subito (non esattamente una nota di merito...) e che la fastidiosissima voce-off non vi darà tregua dall'inizio alla fine, aiutandovi banalmente a dipanare quel poco di mistero che c'è. Nemmeno la location è stata risparmiata dalla pochezza dello script: dalle plumbee atmosfere londinesi del romanzo si passa alla ben più radical-chic campagna newyorkese, dove le inquadrature dall'alto lungo il fiume Hudson mostrano la suggestiva periferia della metropoli fatta di boschi incontaminati, villette con piscina e prati falciati con la massima cura, ad uso e consumo di noi invidiosissimi spettatori "normali": uno dei pochi, veri motivi per vedere questo film...

19 commenti:

  1. Credi che sia un'aggravante, alla pochezza del film intendo, l'aver capito queste cose solo vedendo il trailer?
    E pure io ne ho le scatole piene di personaggi femminili iper pompati in contrapposizione a idioti.
    Continuo a sostenere una sana via di mezzo. La parità non si raggiunge in questo modo. Proprio no. E se molte donne vanno a vedere queste cose mi fanno molta pena.
    A sto punto ha più senso andarsi a vedere una commedia con il figone di turno e sai che non sono il tipo...

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    1. Sono contento che la pensi così, e hai capito che il mio non era assolutamente un discorso maschilista: lungi da me esserlo... volevo solo evidenziare, come ho scritto, che il "girl power" c'entra molto poco con il femminismo e parecchio con i quattrini (normale, trattandosi di Hollywood). Sono d'accordo con te, ci vuole una via di mezzo. La parità tra i sessi, purtroppo, in molti campi non è ancora raggiunta ma non la si ottiene certo con queste ottusità. E le donne che, invece, apprezzano questo atteggiamento fanno del male soltanto a loro stesse.

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    2. No no anzi il tuo è un discorso molto femminista. Per me mettere donne con grande personalità legate a personaggi maschili evanescenti fa pensare molto male. A me arriva il messaggio che queste donne non siano così forti come dicono e che abbiano paura di avere di fianco uomini dalla forte personalità, temendo di esserne schiacciate e che preferiscano per questo l'uomo zerbino. E non credo arrivi solo a me.
      Piuttosto di avere un uomo zerbino vado in clausura guarda.
      Ho bisogno di avere di fianco un uomo che mi stimoli intellettualmente, anche a costo di litigarci.
      Decisamente fanno molto male a se stesse e vaglielo a spiegare. Si sentono tanto forti -_-

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    3. P.s: per uomo zerbino non intendo certo gli uomini timidi eh. Anzi per me molti uomini timidi hanno più carattere e personalità dei macho man che sono tutto fumo e niente arrosto, salvo debite eccezioni.

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    4. Sono d'accordo: dalla vera timidezza alla fine traspare sempre dignità. L'uomo timido magari fa fatica a dichiararsi ma non è disposto ad umiliarsi per una donna... discorso diverso per i "macho men", che spesso diventano zerbini per "mantenere la reputazione". E questi fanno davvero tristezza.

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  2. P.s: tra parentesi Justin Theroux, lanciato da David Lynch nel 2001 con Mulholland Drive, che poi lo rivolle nel 2006 in Inland Empire, è un signor attore, non il solito bellone. Spiace vederlo ridotto ad interpretare figurine al cinema. Meno male che in tv la sua carriera va alla grande. Che tristezza. E' come mettere la nostra Saoirse a fare il manichino. Scusa la parentesi e i commenti troppo lunghi.

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  3. Già il romanzo era pessimo...
    Vedrò senza fretta, e solo per la Blunt. :)

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    1. Mah, diciamo che è il classico "romanzo da spiaggia": niente di che, ma raggiunge lo scopo (quello di coinvolgere il lettore). Il film invece, ben più pretenzioso, non riesce nemmeno in questo...

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  4. Certo, Hitchcock è un'altra cosa. Però a me tutto sommato non è dispiaciuto. Penso che vada preso per quello che è: un discreto giallo, con una buona trama, senza troppe pretese. E le attrici sono tutte brave ;D

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    1. Rispetto i gusti. Su una però non mi trovi d'accordo: le pretese secondo me c'erano eccome... un budget importante (50 milioni di $ ), un bel cast, una sceneggiatura adattata da un bestseller. Però sono naufragate.

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  5. Visto ieri sera, purtroppo. E sottolineo purtroppo. A volte si va al cinema anche per accontentare gli altri (tanto qui sono in "incognito" :)) e ci si deve turare il naso. Film insopportabile sotto ogni punto di vista, ennesima dimostrazione del vuoto pneumatico di idee e contenuti che colpisce il "prodotto medio" hollywoodiano. E il mio non è certo snobismo.

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    1. Non ho mai pensato che fossi snob... o forse un pochino sì! :) :)
      dai scherzo, e condivido il fatto che oggi il prodotto medio hollywoodiano sia in crisi paurosa di idee: tolti infatti i grandi maestri, è proprio il cinema di media fascia ad aver fatto un evidente regresso qualitativo e culturale: colpa della scarsità di idee di registi e produttori, oppure colpa del pubblico che è culturalmente regredito? Forse è il gatto che si morde la coda...

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  6. Di sicuro non un capolavoro, ma nemmeno così pessimo come lo si dipinge.
    (sarà che avendone sentito parlar male praticamente ovunque mi aspettavo una roba davvero terribile, che alla fine non sono riuscita a trovarlo così brutto!)

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    1. Pessimo no, in effetti si è visto parecchio di peggio (anche in questa stagione). Però... sai com'è, ormai ho una certa età e di film ne ho visti talmente tanti che comincio a diventare sempre più insofferente! :D :D

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  7. Visto oggi usando deliberatamente i punti dell'Odeon. Mah, in realtà non è un film orrendo è che non coinvolge per niente. Comunque mi è venuta la curiosità di leggere il libro e mi sa che tra Banana Yoshimoto (che ho già letto quest'anno, ahahah) e la Paula Hawkins sceglierò lei, mi ha fatto venire voglia di fare letture estive in pieno autunno diamo una chance anche alle letture penose e facciamoci ogni tanto un po' pena che fa solo bene alla salute, per la serie lascia anche tu per strada un neurone, ahahah! XD Comunque non ci vedo tutto sto' femminismo, anzi, i personaggi sono tutti tagliati con l'accetta da far paura: se i personaggi maschili sono macchiette cerebrolesi e monocordi (dallo psicologo minchione, al marito padrone, al Theroux che è veramente tanta tanta roba per esprimere uno sciocco commento in preda all'ormonella, ma per come si evolve la vicenda ti viene un bel WTF) le donne non ne escono bene neanche loro, ognuna ha il proprio stereotipo: più che girl power ci sono donne che sono psicologicamente prive di forza di volontà da farsi annullare per un uomo (vuoi Rachel che si butta nel cesso alcolizzandosi perché non può essere madre, vuoi Megan che fa un po' la santa e un po' la puttana, vuoi Anna che sa di essere cervo a primavera), l'unica cosa veramente powerful è il modo di risalire la china che fa Rachel (anche se lo fa ad catzum di canem) e la sua libera nos a malos è più in preda alla disperazione che una rivalsa femminista. Paradossalmente è proprio lo stile patinato a salvare il film dal puro monnezza movie e va preso per quello che è, ovvero un trhiller da vedere per passare la serata. Il problema del film è che sembra sceneggiato da una persona perennemente ubriaca che fa fatica a mettere i cocci insieme per fare una storia come si deve. Comunque la Blunt vale tutti i punti dell'Odeon usati. :-D

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    1. D'accordissimo: non è un film orrendo ma... non coinvolge per niente! Il che, trattandosi di un giallo/thriller, non è un difetto da poco :)
      Il discorso sul femminismo verteva più che altro sul fatto che i personaggi maschili che sono uno più decerebrato dell'altro (colpa della sceneggiatura, non degli attori) e, magari, fanno fare un figurone immeritato alle attrici, che pure loro, in effetti, di problemi ne hanno eccome! E menomale che c'è la Blunt a reggere la baracca...

      p.s. ma il Theroux è davvero così figo? A me non sembra, onestamente :)

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    2. Ah beh, Hitch avrebbe fatto un attacco kamikaze! La suspence porca puttena, la suspence! Nel calderone sono tutti decerebrati, si salva appunto Rachel perché ha l'alibi della sbronza! XD Il premio testa vuota lo diamo ad Anna (spettacolare la scena clou e lei manco si fa la crap in her pants, ma rimane inebetita con una faccia da rincoglionita) e il dottore che boh, alla fine il dottore a cosa serve? XD

      P.s. Justin Theroux ho letto la sua bio e ha un'aura da intellettuale che butta nel cesso facendo questi film, però a me fa tanta ormonella, sarà il capello nero nero in modo assurdo! XD

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    3. ... ah, ecco! Ai capelli non ci avevo pensato :) :)

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