sabato 3 giugno 2017

SCAPPA - GET OUT

(Get Out)
regia: Jordan Peele (Usa, 2017)
cast: Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford, Catherine Keener, Lil Rel Howery
sceneggiatura: Jordan Peele
fotografia: Toby Oliver
scenografia: Rusty Smith 
montaggio: Gregory Plotkin
musica: Michael Abels
durata: 104 minuti
giudizio: 

trama:  Dopo cinque mesi di relazione, per il nero Chris è arrivato il momento di conoscere i genitori di Rose, la sua compagna. La cosa gli crea un po' di apprensione perchè la ragazza (bianca) non ha mai detto ai suoi di essere fidanzata con un uomo di colore. Al loro arrivo Chris è accolto molto bene dai futuri suoceri, in apparenza aperti e disponibili. Tuttavia, in quella grande casa solitaria, immersa nel bosco, il ragazzo avverte una sottile inquietudine che non lo fa stare per niente tranquillo...  


dico la mia:  Un uomo di colore si aggira da solo, di notte, per le strade tutte uguali di un tipico quartiere-bene americano: villette a schiera, giardini verdi, puliti, ordinati, un'apparente perfezione che stride molto con la tensione e l'inquietudine che attanagliano il malcapitato, che viene inseguito e rapito da una misteriosa macchina bianca sulle note di Run rabbitt run (filastrocca nata negli anni '40 per esorcizzare il pericolo nazista...).  Un folgorante pianosequenza che apre un film destinato a far parlare di sè, che sfrutta le atmosfere horror per trasformarsi in un astuto pamphlet contro il perbenismo ipocrita della middle-class statunitense e il razzismo latente di cui è (ancora) permeata.

Remake evidente, anche se non pedissequo, di Indovina chi viene a cena (film a sua volta perbenista e sdolcinato, perfetto per il target dell'epoca), Scappa - Get Out è una pellicola manifestamente politica, tesa a mettere in risalto le profonde contraddizioni dell' America del dopo Obama, paese in cui i rigurgiti razziali e classisti (mai del tutto sopiti) riemergono con prepotenza, "sdoganati" da un nuovo leader che ne è portatore (in)sano e fiero. E quindi non è affatto azzardato affermare che Scappa - Get Out è il primo film dichiaratamente anti-trumpiano ad arrivare sul grande schermo, diretto da un regista esordiente (e nero) che ha colto al volo l'occasione per farsi strada in un ambiente, quello hollywoodiano, mai tenero verso il tycoon newyorchese.

Il film di Jordan Peele ha il merito di saper inquietare e far riflettere lo spettatore usando un linguaggio semplice e simbolico, di immediata comprensione, senza girare troppo intorno al punto. Sulla scia dei grandi horror del passato, Scappa - Get Out riesce con un registro ironico e quasi demenziale (soprattutto nella prima parte) a scoprire i nervi sensibili di una fetta di popolazione in apparenza democratica e liberal, ma in realtà ancora strenuamente attaccata ai propri pregiudizi e privilegi (ben rappresentata dai genitori di Rose, coppia di ricchi borghesi ottusi e fintamente progressisti, la cui servitù è composta da domestici tutti di colore).

Per contro, la pellicola mette ben in evidenza anche l'altro lato della medaglia, ovvero la diffidenza dei neri verso l'autorità politica e i retaggi psicologici verso una maggioranza bianca da sempre prevaricatrice. Lo fa con un' alternanza irresistibile di ironia e dramma, ristate e thrilling, per arrivare ad un finale fin troppo emblematico e scontato, che tuttavia incontra furbescamente i gusti del pubblico.

Scappa - Get Out è un film più importante che bello, senz'altro ruffiano ma innegabilmente coinvolgente e ben costruito. Forse "graffia" molto meno di quello che sembra, ma ci si diverte parecchio a guardare questo intrigante omaggio al cinema di genere, di gran lunga superiore come qualità alle decine di prodotti speculari che in questi mesi, abitualmente, affollano la distribuzione cinematografica. Menzione speciale al bravo attore Daniel Kaluuya, perfetto nell'interpretare il classico uomo qualunque alle prese con la stupidità umana, per il quale ci viene da fare il tifo dall'inizio alla fine, senza il minimo dubbio.

18 commenti:

  1. Condivido assolutamente: un film intelligente e marcatamente politico, uno dei migliori di questa stagione! Ancora una volta l'horror si dimostra un genere perfetto per mettere a nudo i contrasti della società.
    Buon weekend!
    Mauro

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    1. Sono contento che ti sia piaciuto, Mauro. Forse definirlo "uno dei migliori della stagione" è (per me) un po' esagerato, ma di sicuro è un film intelligente e astuto. Assolutamente condivisibile la tua riflessione sul genere horror.
      Grazie del commento e buona domenica!

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    2. Lo sai che "esagero" sempre, comunque mi è piaciuto molto aldilà dei superlativi!

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  2. Più che un horror direi un thriller paranoico che ricorda molto i film di Polanski e Frankenheimer... anche se ovviamente, come dici te, in questo caso l'aspetto politico conta molto più di quello stilistico. Sì, direi un film interessante considerando la media del periodo

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    1. Vero. C'è molto di Polanski in questo film, di sicuro più orientato al thriller che all'horror. La componente politica è evidente.

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  3. Una black comedy per niente rassicurante malgrado il finale, che lascia molti dubbi su quanto il popolo americano sia in realtà davvero progressista. L'esatto contrario di Indovina chi viene a cena a cinquant'anni di distanza

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    1. Esatto. Il film di Kramer, apparentemente molto "liberal", era anch'esso in realtà abbastanza perbenista e poco graffiante, in perfetto stille hollywoodiano. Questo è indubbiamente più cattivo, condivido.

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  4. È stata di sicuro una scoperta ben accolda dalle mie parti, che ha rischiarato un periodo non pienissimo di buone visioni. Molto divertente e ben fatto, anche se lo avrei preferito un po' più grezzo.

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    1. Condivido: ben fatto, molto astuto, ma appare chiaro che è un comunque un prodotto mainstream, anche se vuole assomigliare a tutti i costi a un "indie"...

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  5. Mi ha sorpreso, ammetto che non mi aspettavo niente!

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    1. E' stata una sorpresa un po' per tutti: un film furbetto, ma costruito benissimo. Niente da dire.

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  6. a me è piaciuto tantissimo, all'inizio sembra che ti prenda per il culo, ma poi a lungo andare capisci che nel film c'è di più, c'è molto di più ^_^

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  7. jordan peele regista da seguire con attenzione, anche NOI ottimo film politico non banale, devo ancora vedere l'ultimo. comunque gran regista su cui fare buon affidamento

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    1. Sono d'accordo. "Noi" film più maturo e più politico, e anche meno pretenzioso. "Nope" un gioiellino.

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