venerdì 11 agosto 2017

UN RE ALLO SBANDO

(King of the Belgians)
regia: Peter Brosens, Jessica Woodworth (Belgio, 2016)
cast: Peter Van den Begin, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Bruno Georis
sceneggiatura: Peter Brosens, Jessica Woodworth
fotografia: Ton Peters
scenografia: Daniel Emart
montaggio: David Verdurme
durata: 94 minuti
giudizio: 

trama:  Durante una visita ufficiale in Turchia il Re del Belgio Nicolas III viene a conoscenza della scissione della Vallonia, autoproclamatasi indipendente. Costretto a rientrare precipitosamente in patria insieme ai suoi collaboratori per cercare di scongiurare la crisi politica, sarà costretto ad affrontare un viaggio di ritorno tutt'altro che agevole attraverso le frontiere dell' Est Europa...


dico la mia:  Avevamo lasciato i due registi Peter Brosens e Jessica Woodworth alla Mostra di Venezia del 2013, dove presentarono in concorso lo splendido e sottovalutato La quinta stagione, affascinante e apocalittica parabola futurista sui rischi dell'inquinamento globale. Sorprende quindi, tre anni dopo, ritrovarli di nuovo al Lido con un film totalmente diverso e diametralmente opposto per registro e contenuti: dai desolanti e cupi paesaggi delle Ardenne (che facevano da sfondo a una pellicola altrettanto inquietante...) alla frizzante comicità di questo nuovo film, Un re allo sbando, graffiante e divertentissima commedia sull'Europa, i suoi abitanti e le sue contraddizioni: a suo modo, già un piccolo cult.

Lo spunto di partenza è infatti sarcasticamente fantapolitico: l'immaginario Re del Belgio Nicolas III è costretto a interrompere un viaggio di rappresentanza in un paese dell'est, prossimo ad entrare nell'Unione Europea (ogni riferimento alla Turchia è tutt'altro che casuale) per scongiurare la rivolta degli indipendentisti della Vallonia, che potrebbero così porre fine al suo regno. Ma il viaggio di ritorno, tra tempeste solari (!), incidenti "diplomatici", avventurose fughe e inconvenienti di ogni tipo, si rivelerà davvero un percorso a ostacoli...

Un re allo sbando è una farsa grottesca e sagace sulle difficoltà di integrazione e sui rapporti tra i popoli e i loro rappresentanti politici, spesso molto più complessi di quelli della gente comune. La metafora di Re Nicolas III è la metafora di un intero continente, unito da vincoli economici e monetari ma che non riesce quasi mai a trovare una sua identità culturale e morale, rendendola (e rendendoci) spesso complici di una colpevole miopia verso coloro che stanno peggio di noi e guardano alla vecchia Europa come un modello di comportamento.

E' infatti evidente il paragone tra la sconclusionata "fuga" del Re e della sua carovana attraverso i Balcani per raggiungere il Belgio e il viaggio della speranza compiuto dai disperati che fuggono da paesi meno fortunati alla ricerca della semplice sopravvivenza. Il viaggio al contrario di Re Nicolas III segue proprio quelle rotte, trasformandosi in un road-movie divertentissimo ma, al contempo, capace di far riflettere e smuovere le coscienze (nonchè rimarcare le grandi differenze etniche e ideologiche tra i paesi della vecchia Europa... parafrasando Cavour è ancora il caso di dire, dopo sessant'anni, "fatta l'Europa è ora di fare gli Europei").

Il film è stato realizzato come un "mockumentary" (ovvero un falso documentario), le cui scene sono state girate basandosi molto sull'improvvisazione del momento. Sceneggiatura un po' disordinata, a tratti perfino delirante, eppure efficace nella sua dichiarata chiave ironica. Molto bravi gli attori, in particolare il "re" Peter Van den Begin, austero e legnoso quanto basta per il ruolo. E in questo caso è un complimento!

4 commenti:

  1. Una commedia che non ti aspetti dopo una Quinta stagione tanto affascinante ma che a me non aveva convinto troppo. Qui, invece, saranno i toni diversi, saranno i riferimenti alla politica ma soprattutto alla poesia della vita -con le piccole cose che cambiano anche il legnoso re- c'è pane per i miei denti e per il mio entusiasmo.
    A Venezia l'ho visto con mia mamma, che ancora mi ringrazia e consiglia a tutti il film -mal distribuito, purtroppo-, che poi quel re era in sala con noi, strano ma gentilissimo.

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    Risposte
    1. Ciao Lisa, non ricordavo che l'avevi visto con tua mamma... che bello! Eri alla proiezione ufficiale, dunque. Quella con gli attori in sala: anche a me piacciono molto, benchè sia complicato entrare: c'è molto più calore rispetto alle "asettiche" proiezioni per la stampa! :) Sono d'accordo con te: una commedia intelligente, divertente e dai toni distesi, peccato (tanto per cambiare) per la pessima distribuzione italiana

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    2. In realtà no, era alla proiezione della Palabiennale ma l'attore era anche lì, e disponibile a foto e autografi una volta finito il film: davvero bravo e gentile!

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    3. Allora... doppio encomio al prode Van Der Begin!! :)

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