lunedì 11 settembre 2017

VENEZIA 74 : NELL' EDIZIONE PIU' BELLA TRIONFA LA FAVOLA DI DEL TORO



"The Shape of Water" di Guillermo Del Toro è il Leone d'oro di Venezia 74, degno vincitore di uno dei Concorsi più belli degli ultimi anni. Tanta qualità, tanti titoli interessanti, un palmarès di assoluto rispetto... alla fine trionfa la favola per adulti del regista messicano, forse non il miglior film del lotto ma certo il miglior compromesso tra qualità e botteghino. E va benissimo così.


"The Shape of Water", di Guillermo Del Toro
E' stata un'edizione probabilmente irripetibile questa 74. Mostra del Cinema di Venezia, capace per una volta di mettere insieme un Concorso di altissimo livello e perfino di premiare i film giusti (cosa che al Lido capita davvero di rado...). Alla fine vince The Shape of Water di Guillermo Del Toro, tenerissima favola romantica che racconta l'amore tra un uomo-pesce e una ragazza muta sullo sfondo della guerra fredda: un fantasy molto amato da pubblico e critica, la cui vittoria sdogana (finalmente!) un genere sempre bistrattato dai festival. Dopo le polemiche per il Leone d'oro dell'anno passato, vinto dal filippino Lav Diaz e mai distribuito al cinema, Venezia 74 premia dunque una pellicola dalle ottime possibilità commerciali, di sicuro il miglior compromesso tra qualità e botteghino.

"Ammore e malavita", dei Manetti Bros
Intendiamoci, forse The Shape of Water non era il miglior film tra quelli in gara, e di certo non è nemmeno il miglior film di Del Toro (personalmente continuo a preferirgli il bellissimo Il Labirinto del Fauno) ma è chiarissimo il messaggio veicolato dalla giuria presieduta da Annette Bening: i festival del cinema devono rendere pari dignità a tutto il cinema, compreso quello fantastico e commerciale se sono degni di vittoria. Così, mentre Cannes relega fuori concorso titoli come Mad Max: Fury Road e Captain Fantastic, Venezia ha il coraggio (e il merito) di mettere in competizione film come Birdman, La La Land, Arrival, Anomalisa, il controverso Mother! di Aronofsky fino al magnifico e inclassificabile Ammore e malavita dei Manetti Bros, il film in assoluto più gradito dal pubblico in sala.

"Tre manifesti a Ebbing, Missouri", di Martin McDonagh
Così, malgrado il piccolissimo rimpianto per non aver visto premiato con il Leone d'oro lo splendido Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh (per il sottoscritto il vincitore "morale" della rassegna, cui è andata comunque l'Osella per la migliore sceneggiatura) e, per contrappasso, l'esagerata Coppa Volpi a Charlotte Rampling per Hannah di Andrea Pallaoro (la Rampling è una grande attrice, ma il film è davvero estenuante e noioso, forse l'unico titolo davvero brutto tra quelli in concorso), il palmarès di Venezia 74 è di tutto rispetto: ne è la riprova l'esclusione (dolorosa) di tanti film belli e importanti come quelli di Abdel Kechiche, del nostro Virzì, di George Clooney (scritto dai fratelli Coen), di Guédiguian, del bel dramma giudiziario del giapponese Kore-eda, del ritorno alla regia di Paul Schrader, titoli che in altre edizioni sarebbero entrate di sicuro nella rosa dei vincitori.

"Jusqu'à la garde", di Xavier Legrand
Grande sorpresa invece per doppio premio al piccolo film francese Jusqu'à la garde, bella opera prima sulle difficoltà dell'affido dei figli dei genitori separati, insignito oltre che per il miglior esordio anche con il Leone d'argento per la regìa, ritirato dal suo emozionatissimo autore, il giovane Xavier Legrand: ne risentiremo parlare. I due premi della giuria vanno invece all'asciutto western australiano Sweet Country (regia di Warwick Thornton) e all'israeliano Foxtrot di Samuel Maoz (impegnata riflessione sul conflitto ebreo-libanese sulla falsariga del precedente Lebanon, Leone d'oro del 2009). Al Libano va invece il riconoscimento per il miglior attore del concorso, ovvero Kamel El Basha, coppa Volpi per il film L'insulto di Ziad Doueiri.

"The Leisure Seeker", di Paolo Virzì
E il cinema italiano? Beh, anche qui note finalmente positive: il premio andato a Hannah di Andrea Pallaoro, pur non in presenza di un film indimenticabile, è il contentino per una selezione nazionale cui stavolta, davvero, il palmarès veneziano sta perfino un po' stretto. Perchè se l'unico difetto di The Leisure Seeker di Paolo Virzì sta solo nel soggetto non originalissimo (ma il film è toccante e coinvolgente, pianto assicurato), dispiace non vedere premiata la folle genialità dei Manetti Bros che con Ammore e malavita realizzano un film tanto sconclusionato quanto irresistibile, capace di esaltare perfino il pubblico degli addetti ai lavori (è stato il film più applaudito in assoluto). Ma a renderci comunque felici, alla fine, è la conferma della grande vitalità della "giovane Italia": la vittoria di Susanna Nicchiarelli nella categoria Orizzonti con Nico, 1988, in una categoria dove c'erano anche l'ottimo Gatta Cenerentola (rielaborazione "contemporaneo-napoletana" della celebre fiaba) e l'irriverente Brutti e cattivi di Cosimo Gomez (con un Claudio Santamaria in grande spolvero) sono la testimonianza che il futuro, per il nostro cinema, fa certamente meno paura.


TUTTI I PREMI DI VENEZIA 74 :

Leone d'oro per il miglior film:
THE SHAPE OF WATER di Guillermo Del Toro  (Usa/Messico)

Leone d'argento per la miglior regia:
JUSQU'A' LA GARDE di Xavier Legrand  (Francia)

Gran Premio della Giuria:
FOXTROT di Samuel Maoz  (Israele)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile:
KAMEL EL BASHA per L'insulto  (Libano)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile:
CHARLOTTE RAMPLING per HANNAH di Andrea Pallaoro  (Italia)

Osella per la miglior sceneggiatura:
MARTIN McDONAGH per TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI  (Usa)

Premio speciale della Giuria:
SWEET COUNTRY di Warwick Thornton  (Australia)

Premio Mastroianni attore/attrice emergente:
CHARLIE PLUMMER per LEAN ON PETE  (Gran Bretagna)

Leone del Futuro - Premio opera prima Luigi de Laurentiis:
JUSQU'A' LA GARDE di Xavier Legrand  (Francia)

10 commenti:

  1. sono titoli interessanti, speriamo di vederli presto, attento con ansia il film di del toro ^_^

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  2. Mi piacerebbe tanto esserci, più per l'atmosfera che per altro. Dev'essere un'esperienza incredibile per un cinefilo.
    Un abbraccio e grazie per il resoconto.
    Mauro

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    1. Lo è, Mauro. Come dico sempre per un cinefilo frequentare un festival del cinema è un'esperienza unica: per dieci giorni ti isoli dal mondo per dedicarti 100% alla tua passione... ci credi che non ho mai sfogliato un giornale? Non c'è niente di più bello!

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  3. Insomma, si può dire che quest'anno Venezia ha superato Cannes? ;)

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    1. Si può dire eccome! E non bisogna vergognarsi di dirlo. Del resto è sempre stato così: quando a Cannes il programma è scarso Venezia sorride, e viceversa. Però mi permetto di dire che negli ultimi anni la Mostra è stata ben più coraggiosa, sperimentale e innovativa rispetto a Cannes. I francesi hanno dalla loro parte i soldi, il glamour e un gruppo di registi "fedelissimi" che frequentano la Croisette come un club privato. A Cannes vanno sempre gli stessi o quasi, ma a volte prendere i film a scatola chiusa può rivelarsi un rischio (come nelle ultime edizioni)

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  4. mi auguro la distribuzione italiana sia generosa con questi film...

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    1. Lo spero anch'io. E come ho scritto, i premi di quest'anno vanno indubbiamente in questa direzione...

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