lunedì 26 luglio 2021

STAGIONE 2020 - 2021 : I FILM DELL' ANNO

 
Nella stagione più sofferta della storia del cinema (augurandoci che sia l'ultima, anche se lo dicevamo pure dodici mesi fa...) le classifiche di fine anno lasciano forse il tempo che trovano, dato che per ogni film che è riuscito ad arrivare in sala tra un lockdown e l'altro ce ne sono almeno altri dieci che sono rimasti "congelati" nei magazzini in attesa di tempi migliori. E' stata una stagione schizofrenica e per forza di cose anomala, che ha visto il grande, logico e forzato exploit delle piattaforme on-demand, diventate ormai il mezzo di fruizione privilegiato dal pubblico generalista, e che ha totalmente stravolto il modo di relazionarsi con la Settima Arte. E in questo "mare magnum" di proposte non è stato facile selezionare, come ogni anno, i sette film a mio personalissimo parere più belli tra tutti quelli che ho visto (sempre di meno, purtroppo). Ma ci ho voluto provare lo stesso...    


"Mank", di David Fincher
 Innanzitutto, una breve considerazione:      scorrendo la lista sotto si vede che tra i   miei sette film preferiti ben sei sono  usciti   in sala e uno solo, Mank, in streaming.   Non so se sia un caso, ma  di sicuro quelli   che come me hanno  ormai ben pochi   capelli in testa sono  anagraficamente più   affezionati al  cinema come luogo "fisico"   piuttosto che virtuale, mentre per i giovani   è l'esatto  contrario. Ed è anche vero che   oltre a  questi sette titoli che ho scelto ce   n'erano  almeno altrettanti meritevoli di entrare in  classifica, e tutti provenienti dalle varie        piattaforme (penso a Il Processo ai Chicago 7, One Night in Miami, Zio Frank, L'incredibile storia dell'Isola delle Rose...) a significare che allo stato attuale anche l'offerta home-video è qualitativamente analoga a quella in sala. Aggiungete anche il fatto che almeno 3-4 di questi sette film sono "usciti" per modo di dire, dato che i loro incassi sono stati (purtroppo) risibili... e di conseguenza per ottenere un minimo di riscontro commerciale saranno comunque costretti a ripiegare sulla visione domestica.

"Una donna promettente" di Emerald Fennell
E' il caso dello sfortunatissimo e bellissimo Una donna promettente, senz'altro il titolo più originale e fuori dagli schemi visto quest'anno, che per colpa della pandemia (prima) e di un doppiaggio sbagliato (poi) è arrivato sugli schermi a solo giugno inoltrato, a stagione pressochè finita e quando ormai la gente era già in spiaggia. Analoga sorte, ma con tempistiche diverse, è toccata al tenero e commovente Cosa sarà, rimandato di un anno causa Covid e poi fatto uscire in sala giusto una settimana prima della nuova chiusura forzata autunnale. O come, ancora, il raffinato Undine, premiato a Berlino ma distribuito malamente nel nostro paese.

Ma il trattamento più ingiusto di tutti lo ha subito senza alcun dubbio quello che per me è, per distacco, il film più bello, importante, toccante e  struggente dell'anno: A hidden life (La vita nascosta) di Terrence Malick è un'opera gigantesca che avrebbe meritato ben altra fortuna e ben altro trattamento. Uscito in appena una ventina di sale (in pratica solo nelle grandi città) nell'agosto scorso, è subito scomparso dai radar della distribuzione e caduto nel dimenticatoio, senza uno straccio di promozione. Nessuno o quasi si è accorto della presenza di questo autentico capolavoro di un grande maestro del cinema contemporaneo, che certo non meritava questa umiliazione. Speriamo che in qualche maniera riesca prima o poi ad arrivare almeno in home video (anche se vedere un film di Malick sulla tv di casa è come mettere uno squalo in una vasca da bagno...) così da poter essere visto e apprezzato da chi il cinema lo ama davvero.  



CLICCA SUL TITOLO PER LEGGERE LA RECENSIONE COMPLETA


1) LA VITA NASCOSTA - HIDDEN LIFE (di Terrence Malick, USA/GER 2019) 
Terrence Malick torna (finalmente) alla narrazione, regalandoci una struggente e appassionante parabola sul sacrificio e sul coraggio, intrisa di un commovente nichilismo che arriva dritto al cuore dello spettatore. La storia (vera) di Frank Jagerstatter, l'uomo che nel 1939 si rifiutò di prestare giuramento a Hitler diventando un martire sconosciuto della follia umana, serve al grande regista texano per omaggiare con rispetto tutte le vittime silenziose della guerra, quegli eroi senza volto grazie ai quali il mondo è diventato appena un po' migliore. Capolavoro assoluto, per distacco.




2) MANK (di David Fincher, USA 2020) 
Attraverso il racconto (molto libero) della genesi di Quarto Potere, ovvero di quello che a detta di molti è ancora il film più bello della storia del cinema, David Fincher tratteggia con abilità un fedele spaccato della Hollywood degli anni '30: un'epoca tutt'altro che dorata ma, anzi, cinica e senza scrupoli... e quindi non troppo diversa da quella di adesso. Un grande film politico, colto, raffinato, forse non per tutti, forse "solo" un bel giocattolino per cinefili, ma incredibilmente seducente. Basato su una sceneggiatura scritta trent'anni fa dal padre del regista e realizzato solo adesso, grazie ai capitali di Netflix.





3) UNA DONNA PROMETTENTE (di Emerald Fennell, USA 2020) 
Cassie ha trent'anni, una laurea in medicina, vive ancora con i genitori, non ha uno straccio di fidanzato e nel tempo libero si diverte a spaventare (a modo suo) gli uomini viscidi che non la rispettano. Una pellicola allo stesso tempo folle e geniale, che travalica ogni classificazione e si fa portatrice di un messaggio forte e diretto contro ogni ingiustizia verso tutte quelle donne vittime di una società sessista e patriarcale ancora oggi (purtroppo) dura a morire. Grande prova di Carey Mulligan, in un ruolo che è già "cult".






4) UN ALTRO GIRO (di Thomas Vinterberg, Danimarca 2020) 
Quattro insegnanti demotivati decidono di sperimentare su se stessi una bizzarra teoria scientifica: aumentando di qualche punto percentuale il tasso alcolemico nel sangue, la loro vita pubblica e privata ne trarrebbe giovamento... non è affatto un inno all'ubriachezza ma, al contrario, un film rigoroso e commovente sull'amicizia e il cameratismo, sull'importanza dei rapporti umani anche nei momenti più difficili. Il regista lo ha dedicato alla figlia scomparsa poco prima di iniziare le riprese, in cui avrebbe dovuto essere protagonista. Premiato con l'Oscar come miglior film straniero, meritatissimo.





Nella mitologia tedesca l'Ondina era una leggendaria donna-sirena priva di anima che poteva diventare umana solo accoppiandosi con un uomo, il cui legame a quel punto sarebbe diventato inscindibile. Il regista Christian Petzold traspone al cinema una versione contemporanea e romantica del Mito, incrociandolo con la storia della città di Berlino (sopravvissuta alla tragedia della guerra e rinata dalle prioprie ceneri). Film raffinato e pieno di fascino, delicato ed evocativo, impreziosito dalla presenza (scenica e artistica) della splendida Paula Beer.




6) IL GIORNO SBAGLIATO (di Derrick Borte, USA 2020) 
Un "filmaccio" senza fronzoli e pieno di azione, travestito (volutamente) da b-movie, ma che invece si rivela, per chi è disposto a vederla, una pellicola serissima e impegnata, specchio fedele di una società, la nostra (intesa come occidentale), ormai sull'orlo di una crisi di nervi... Un film che non bada troppo al sottile ma che, spacciandosi per un'opera di genere, restituisce alla perfezione l'orrore della contemporaneità. Russell Crowe assomiglia ormai più a Bud Spencer che al Gladiatore, eppure la sua performance è sempre gigantesca. Una delle vere sorprese della stagione.




7) COSA SARA' (di Francesco Bruni, Italia 2020) 
Un regista in crisi creativa si ammala di una grave forma di leucemia, che gli farà riscoprire le priorità della vita. Un film sulla malattia, come tanti, ma non un film qualsiasi: attraverso la straordinaria prova d'attore di Kim Rossi Stuart il regista Francesco Bruni ci regala una pellicola commovente e pungente, drammatica e ironica allo stesso tempo, basata sulla propria vicenda personale. Commedia italiana classica, qui ai massimi livelli. 


26 commenti:

  1. Ne ho visti due tra questi: il capolavoro Una donna promettente e Un altro giro che non mi è paiciuto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Un altro giro" non è un film facile,non c'è dubbio, però nel mio caso è riuscito a smuovermi le corde giuste... mi sono perfino commosso. Soprattutto dopo aver scoperto che era dedicato alla defunta figlia del regista.

      Elimina
  2. Io ho molti meno anni di te, ma continuo a credere che il cinema regali una magia che nessun PC potrà mai eguagliare.

    P.S. Al paragone tra Russel Crowe e Bud Spencer sono morta. 😂😂😂

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere che ci siano persone giovani come te che ancora amano il cinema in sala, è davvero importante per la sopravvivenza del cinema stesso.

      P.s. sì Crowe si è oltremodo "allargato" negli ultimi anni, ma il talento (enorme) è rimasto sempre uguale!

      Elimina
  3. Incredibile vedere nella tua classifica Un giorno sbagliato, che ha divertito un sacco anche me e il Bolluomo!
    Dispiace davvero per Malik (figurati, io scopro ora che era uscito il suo nuovo film...) e anche per la Fennel, che meritava molto ma molto di più.
    Che dire, incrociamo le dita per il nuovo anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Il giorno sbagliato" per me è la vera sorpresa della stagione: un film mascherato da b-movie che è molto più complesso e importante di quanto appare!

      Elimina
  4. Clamorosamente ho visto il primo, e il settimo, e basta. Mi sono piaciuti abbastanza entrambi, più Malick che finalmente mette sostanza, ma capolavoro proprio no.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Malick per me è un regista fuori categoria, "hors categorie" come dicono i francesi. Ora che è tornato alla narrazione ha girato un'opera enorme (e purtroppo invisibile). Spero che il tempo gli renda giustizia

      Elimina
  5. Malick è proprio "nascosto", sì... impossibile vederlo! Gli altri però mi sono piaciuti, anche se le cinque stelle a Mank mi paiono troppe. Troppo "cerebrale" per i miei gusti. Comunque una signora classifica, ci mancherebbe! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricordo i tuoi dubbi su "Mank", più che legittimi ci mancherebbe. È un film che richiede impegno e conoscenza allo spettatore, e il rischio di "smarrirsi" c'è. Se però si ha la pazienza di (ri)vederlo e studiarlo ci si accorge di trovarsi di fronte a un'opera di grande valore.

      Elimina
  6. Di questi ho visto solo Mank, che mi è piaciuto moltissimo anche se concordo con te che non sia proprio per tutti. Riflettevo: ormai da anni (ben prima della pandemia) mi sono abituata a vedere i film anglofoni sempre in lingua originale (a volte con sottotitoli a volte senza) e se invece ne vedo uno doppiato ho notato che il mio cervello è meno recettivo, meno attento (in franchezza: prendo sonno più facilmente). A meno che le sale non si adeguino (e ne dubito, probabilmente non sarebbe nemmeno loro interesse farlo) non so se sarò in grado di tornare a vedere tanti film al cinema, tranne magari i cartoni coi bambini...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima del covid - ahimè - le cose stavano cambiando: i film in v.o. si erano diffusi non solo nelle grandi città (dove ormai venivano programmati in pianta stabile) ma anche nei piccoli centri: io abito in un paese di 30mila abitanti dove almeno una proiezione a settimana veniva programmata in lingua. Poi la pandemia ha spazzato via tutto... :(

      Elimina
  7. L'unico commento che posso fare è di ringraziamento per farci scoprire ogni volta film così belli e importanti. Sei una guida preziosa!
    Un caro saluto e buonanotte.
    Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È tu Mauro sei sempre troppo, troppo, troppo, troppo buono@ :)
      Un abbraccio grande!

      Elimina
  8. Voglio vedere Un altro giro, e ho visto Mank, Cinema Gigante. Ma potrei offrire una chance a Una donna promettente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io fossi te gliela darei subitissimo!! (a "Una donna promettente, intendo)

      Elimina
  9. Una donna promettente si basa su un assurdo, che l'agnello vada a caccia del lupo e pure disarmato. Come logica non mi pare il massimo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se lo vedi da un punto di vista razionale posso essere d'accordo. Ma mi pare chiaro che il film è tutta una metafora: la "missione" di Cassie è il pretesto che serve alla regista per affrontare un tema delicato come il rispetto verso le donne. Mi pare doveroso e per niente faticoso concedere la sospensione di incredulità.

      Elimina
  10. Ma perchè solo sette e non dieci? C'erano così pochi film validi quest'anno??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, affatto! Ci mancherebbe, come ho scritto sopra ci sono tanti film che mi sono piaciuti! Sono sette perché... sono sempre stati sette! Non ricordo nemmeno io il perché. Ormai sono davvero tanti anni che faccio queste classifiche e sono uno molto legato alle tradizioni! :)

      Elimina
  11. Forse è la prima volta che la tua classifica mi convince ;) Anche se ammetto che Mank, come carica emotiva, non ha lo stesso strascico di Una donna promettente o di Un altro giro.

    Malick lo volevo e lo vorrei vedere in sala, dove merita, ma qui mica è passato. Dovrò rimediare per altre vie, purtroppo.

    Sorpresa anch'io da Un giorno sbagliato che visto il trailer avevo bollato come una stanca idea con uno stanco Russell Crowe. Ma vista l'antipatia che mi suscita a pelle, non so se avrò lo stesso entusiasmo nel recuperarlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Lisa! Che bello risentirti! :)
      Hai perfettamente ragione: un film come quello di Malick meriterebbe assolutamente la visione in sala, io purtroppo non ci sono riuscito... è stato un privilegio concesso soltanto a chi vive nelle grandi città, e neppure tutte. Ho visto che ora lo danno su Sky, legalmente e senza sovrapprezzo: accontentiamoci, è sempre meglio di nulla.
      Su "Mank" sono d'accordo: è un film emotivamente piuttosto freddo, che certo non ti prende al cuore. Direi che è stato girato volutamente così, a Fincher interessava un prodotto che mostrasse in primo luogo soprattutto il malaffare politico della Hollywood degli anni '30, non c'era spazio per i sentimentalismi. Invece "Il giorno sbagliato" è stata in effetti una sorpresa, ma piacevolissima :)

      Elimina
  12. Non ho visto Malick e Il giorno sbagliato, ma per il resto mi pare una classifica notevolissima: Il mio preferito rimane Undine con la bellissima Paula Beer, un film che avrebbe meritato molto di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Udine è piaciuto molto anche a me: quando dici che meritava ti più ti riferisci agli incassi o alla critica? I primi in effetti (purtroppo) sono stati molto bassi, mentre invece la critica lo ha apprezzato. Sulla Beer sfondi una porta aperta: bellissima e bravissima, il premio per la migliore interpretazione vinto a Berlino è strameritato!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...