martedì 15 novembre 2022

RECENSIONI IN PILLOLE (THE GOOD NURSE/ CAUSEWAY /ARTHUR RAMBO)



Lo streaming, non mi stancherò mai di dirlo, non è affatto la morte del cinema. Anzi, talvolta può dare davvero una grossa mano a certi piccoli film indipendenti che probabilmente non troverebbero in sala un'adeguata distribuzione e che invece in piattaforma possono essere fruiti da tutti. E' il caso di queste tre pellicole, tutte interessanti nelle loro imperfezioni, che ci consegnano un cinema coraggioso e impegnato, improntato al reale, capace di farci toccare con mano aspetti importanti della nostra società. E se The Good Nurse e Causeway prendono spunto da significativi, drammatici fatti di cronaca, Arthur Rambo - il blogger maledetto è un'acuta riflessione sull'universo dei social network e il loro impatto nella vita comune. Può esserci nulla di più attuale? 



THE GOOD NURSE
(di Tobias Lindholm, USA 2022)


La storia, purtroppo vera, di Charlie Cullen, l'infermiere-killer condannato all'ergastolo per aver ucciso in corsia 29 pazienti tra il 1987 e il 2003 attraverso la somministrazione di farmaci letali (ma si sospetta che il computo reale delle sue vittime sia superiore a 400) raccontata dal punto di vista di Amy Loughren, la coraggiosa collega di reparto che lo smascherò e lo denunciò alle autorità. Cullen non ha mai svelato le ragioni della sua folle pratica, ma la pagina più agghiacciante della vicenda fu il vergognoso silenzio delle strutture in cui il killer aveva "lavorato", nessuna delle quali collaborò con la giustizia. Il film di Tobias Lindholm ricostruisce fedelmente gli eventi, senza però mai connotare la storia di autentico pathos e indugiando molto sull'intimità dei protagonisti. La differenza alla fine la fanno gli attori: se Eddie Redmayne conferma tutta la sua mediocrità nel ruolo di un assassino senza spina dorsale, di ben altro spessore è l'interpretazione intensa e sofferta di Jessica Chastain, infermiera dolce ma risoluta, piena di problemi ma pronta a prendersi le sue responsabilità.
giudizio: 


CAUSEWAY
(di Lila Neugebauer, USA 2022)


Roberto Benigni lo aveva detto chiaro: "ti cambia la vita cambiare ristorante, figuriamoci un Oscar!". E la stessa cosa deve averla pensata Jennifer Lawrence, che dopo l'Oscar vinto nel 2013 a soli 23 anni per Il lato positivo non ne aveva più (cinematograficamente) indovinata una: travolta dal successo improvviso e insperato la bella Jen aveva inanellato un flop dietro l'altro, tanto da far ingrossare sempre di più le fila di chi la riteneva un'attrice sopravvalutata e poco versatile. E invece la (necessaria) pausa di riflessione, le nozze e la maternità hanno fatto bene a questa ragazza del Kentucky, risoluta e determinata come non mai a risalire la china: in Causeway la Lawrence interpreta una giovane reduce di guerra impegnata nel difficile percorso di rieducazione alla vita di tutti i giorni. Argomento non certo originale ma molto sentito dalla bionda Jennifer, assolutamente credibile nella sua parte e capace di prendere in mano il film impreziosendolo con un'interpretazione sofferta, empatica, capace di rendere verso il pubblico tutto il dolore e lo straniamento del suo personaggio. La sua riscossa (ri)comincia da qui, da un piccolo film indipendente e di qualità che la "solita", benemerita A24 ha avuto il coraggio di produrre e distribuire.
giudizio: 


ARTHUR RAMBO, IL BLOGGER MALEDETTO
(di Laurent Cantet, Francia 2021)


Karim D. (Rabah Nait Oufella) è un giovane scrittore franco-algerino che si è fatto strada dopo essere cresciuto nelle banlieue parigine. Televisioni, radio e giornali fanno a gara per intervistarlo, sul web è un simbolo dell'antirazzismo e della cultura multietnica. Un giorno però qualcuno riesuma dalla rete alcuni suoi vecchi tweet razzisti e omofobi, volutamente provocatori, da lui scritti in passato sotto lo pseudonimo "ribelle" di Arthur Rambo, precipitandolo nella gogna mediatica: quelle migliaia di followers che fino a pochi minuti prima lo adoravano, adesso lo dipingono come un mostro da sbattere in prima pagina. Laurent Cantet è un signor regista, capace di analizzare in profondità e con sguardo chirurgico i mutamenti sociali del nostro tempo (lo aveva già fatto brillantemente con La classe e Ritorno a L'Avana): in questo film denuncia i rischi della sovraesposizione mediatica e della violenza dei social network, che possono distruggere in una manciata di secondi la reputazione di una persona. Pellicola un po' "ingessata", con qualche sbandata nel manicheismo, tuttavia molto lucida nel mettere a fuoco uno dei pericoli della società 2.0
giudizio: 

6 commenti:

  1. Non ho capito se la "mediocrità" di Redmayne è riferita al ruolo che interpreta o proprio a lui come attore. Nel secondo caso non sono assolutamente d'accordo, per me è un attore coraggioso e versatile. Lo dimostra questo ruolo.

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    1. Diciamo... a entrambi. Redmayne non mi è mai piaciuto granché come attore nonostante i numerosi riconoscimenti che ha vinto, ma ovviamente è un giudizio soggettivo. Però qui interpreta un individuo moralmente mediocre, e diciamo che se la cava. Anche se ovviamente la Chastain è di un altro pianeta.

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    2. Redmayne manca totalmente di carisma, è questo è grave se interpreti ruoli da protagonista e "scomodi"come lui

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    3. @Mariya: esattamente. Non ricordo un solo personaggio da lui interpretato che mi abbia emozionato davvero

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  2. ma quella nella seconda foto è la Lawrence?? Che le è successo???

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    1. È semplicemente senza trucco. E per me è bellissima anche così:)

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