venerdì 3 febbraio 2023

GLI SPIRITI DELL'ISOLA


titolo originale: THE BANSHEES OF INISHERIN (IRL/GB/USA, 2022)
regia: MARTIN McDONAGH 
sceneggiatura: MARTIN McDONAGH
cast: COLIN FARRELL, BRENDAN GLEESON, KERRY CONDON, BARRY KEOGHAN
durata: 114 minuti
giudizio: 



In una microscopica e rurale isoletta irlandese, il violinista settantenne Colm rompe dall'oggi al domani l'amicizia di una vita con il sempliciotto Pàdraic, che ci resta malissimo. Inizia così una surreale e grottesca commedia degli eventi che, come in tutti i film di McDonagh, comincia in farsa per finire in tragedia... 





A cinque anni dalla parentesi "americana" di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri l'irlandese Martin McDonagh torna in patria (e alle sue origini) per regalarci un piccolo film se possibile ancora più grottesco e cupo del precedente, tanto che la recente vittoria ai Golden Globes come "miglior commedia" dell'anno ci sembra alquanto surreale: è vero, Gli Spiriti dell'Isola fa (anche) ridere, soprattutto nella prima parte, ma le risate sono comunque amare e sardoniche, e fanno da preludio a un finale nerissimo e ben poco accomodante, nel pieno rispetto del titolo originale (The Banshees of Inisherin), dove le "banshees" nel folklore celtico altro non sono che delle vecchie streghe portatrici di morte che appaiono ogniqualvolta un essere umano si avvicina alla dipartita...

Sbaglieremmo però se liquidassimo frettolosamente Gli Spiriti dell'Isola come una semplice allegoria sulla morte, perchè l'ultima opera di McDonagh è in realtà molto più complessa e stratificata di ciò che sembra, e questo grazie all'ennesima sceneggiatura impeccabile (scritta dallo stesso McDonagh) che finisce per condurti sempre dove non ti aspetti, partendo dalla farsa per finire nel dramma e facendo assomigliare il film stesso a una vera e propria "banshee", pronta a far calare la sua maledizione sulla stupidità degli uomini, nella fattispecie dei gretti abitanti di un'isoletta sperduta lungo la costa occidentale irlandese, dove le giornate scorrono sempre uguali e il male di vivere s'insinua sottotraccia, a poco a poco, tormentando l'intera, piccola, bigotta comunità.

E il dramma parte da un nonnulla, da quella che sembra a tutti gli effetti una sciocchezza: un giorno come un altro l'anziano violinista Colm (Brendan Gleeson) decide improvvisamente di mettere fine all'amicizia di una vita con l'ingenuo Pàdraic (Colin Farrell), rifiutandosi di accompagnarlo al pub. Pàdraic non se fa una ragione, proprio non se ne capacita, e cerca in in tutti i modi di "riconquistare" l'amico, che però non transige e resta irremovibile nella sua decisione (rimarcandola tra l'altro in modo raccapricciante, lascio a voi scoprire come...) Il motivo? In apparenza futile, in realtà cruciale: Colm gli rimprovera di essere "noioso", di non avere più intenzione di perdere con lui il poco tempo che gli resta da vivere per dedicarlo invece alla musica e all'arte. Pàdraic accoglie il rifiuto come un tradimento e passa al contrattacco, dando vita più o meno accidentalmente a una serie di eventi (nefasti) che finiranno per sconvolgere la sua vita, nonchè quella di Colm e quella di tutta l'isola.

La metafora è evidente: l'orgoglio e la presunzione di sentirsi superiore agli altri sfocia nell'incomunicabilità, e l'incomunicabilità può causare danni enormi. Non c'è situazione peggiore infatti di due persone che non riescono e non vogliono più parlarsi, accumulando rancore, testardaggine, rabbia. E tale situazione può estendersi anche a un paese intero: siamo nell'Irlanda degli anni '20 e in lontananza, sulla terraferma, si odono gli spari della guerra civile. Quello che accade tra due persone nella minuscola Inisherin accade a tutto il popolo irlandese, del resto ancora oggi separato in casa anche a un secolo di distanza. In un mondo di lupi rancorosi sono gli agnelli a scegliere la fuga come unica possibilità di salvezza: la tenera Siobhàn (Kelly Condon), sorella colta e timida di Pàdraic, abbandona a malincuore il fratello, con cui condivide la casa, per cercare rifugio e una vita "normale" sulla terraferma, anche a costo di sfidare le bombe. Per certi versi la fuga della ragazza mi ha ricordato molto quella dell'omologo maestro elementare ne Il nastro bianco di Michael Haneke (2009), dove l'unica persona razionale e ragionevole del villaggio è costretta a scappare da un ambiente mostruoso dopo aver constatato l'impossibilità di cambiare le cose.   

E' un gran bel film Gli Spiriti dell'Isola, certamente il film più bello dell'ultima Mostra di Venezia (inopinatamente privato del Leone d'oro, che avrebbe strameritato) e uno dei titoli più importanti della stagione: una riflessione originale e toccante sull'inutilità della guerra e sulle sue assurde conseguenze, in un mondo livoroso che non lascia spazio alla mediazione e al dialogo. E dove gli spiriti puri non possono far altro che darsela a gambe: con buona pace dei due protagonisti Colin Farrell e Brendan Gleeson, bravissimi, l'interpretazione della semisconosciuta Kerry Condon nel ruolo di Siobhàn, unica mente sana del villaggio (perlopiù donna, e quindi ancora più emarginata dalla società bigotta in cui vive), è di quelle che lasciano il segno. Vi entrerà nel cuore e non potrete non amarla. Garantito.

18 commenti:

  1. Bello, ma amarissimo. Non capisco il trailer che lo fa credere molto più commedia

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    1. È vero. Come è vero che all'inizio il film fa molto ridere (specialmente il lingua originale) per poi trasformarsi in dramma sempre più violento...a è chiaro che mostrare questa "trasformazione" avrebbe svelato troppo e allontanato il pubblico... questa almeno è la mia idea

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  2. Ricostituita la mitica coppia di In Bruges.. non poteva deludere!

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    1. una coppia a prova di bomba! È proprio il caso di dirlo 😉

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  3. Un film dai mille risvolti come tutti quelli di McDonagh. Ci sono continui cambi di registro e dialoghi brillantissimi, che spero non vadano perduti nella versione doppiata. Sceneggiatura di ferro, meritato il premio a Venezia.

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    1. Per me McDonagh, insieme a Sorkin, è il più grande sceneggiatore vivente. Premio di Venezia stra-meritato, ora aspettiamo l'Oscar... io ci credo!

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  4. Ho appena terminato di vederlo, un film sorprendente, non c'è altro da dire

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    1. Esatto: un film che ogni volta sembra condurti in un posto e poi cambia sempre direzione

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  5. Mi ha ammazzata. Peggio ancora, ha ammazzato il mio compagno, che non ha aperto bocca in macchina per tutto il viaggio di ritorno, intristito oltre ogni dire. Bellissimo ma, non me ne vogliate, alla gentilezza senza speranza di Pàdraic preferisco quella ingenua ma forte di Waymond. In questo periodo ne ho davvero un gran bisogno.

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    1. Su questo non sono d'accordo :) ma va bene così
      Il film di McDonagh è tante cose: una riflessione sull'amicizia, sull'importanza del dialogo, sulla stupidità degli uomini. Ha una sceneggiatura di ferro, ti sorprende, ti fa anche male, certo. Ma ci vuole.
      EEAAO è un giocattolino simpatico, fatto bene. Ma il prossimo anno nessuno già se ne ricorderà più

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  6. gli attori sono tutti bravi, anche il poliziotto protagonista di un un gran bel corto irlandese di Tristan Heanue (https://www.youtube.com/watch?v=cGfuQ-HeTmk&ab_channel=NITVShorts)

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    1. Grazie per la preziosa informazione, non lo sapevo! Eh sì, gran bel cast (come in tutti i film di McDonagh del resto 😉)

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  7. Finalmente l'ho visto e ne sono rimasto devastato. In senso buono ovviamente. Un film bellissimo e terribile sulla stupidità umana sul quale dovremmo tutti riflettere.
    Un abbraccio
    Mauro

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    1. Proprio così caro Mauro. Approfitto per augurarti buon weekend!

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  8. Ho visto il film come te alla Mostra di Venezia e sono rimasto sconcertato dalla versione in italiano. E' praticamente un altro film. Il doppiaggio ha smussato le inflessioni dei vari personaggi facendone un film piatto, indefinibile. All'inizio giuro che ho fatto fatica a ricordarmi il film perchè non mi rendevo conto di cosa non andava, poi ho realizzato. Incredibile davvero. Non so cosa ne pensi.

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    1. Sono assolutamente d'accordo con te! Ma chi sei? Se eri a Venezia anche te probabilmente ci conosciamo, magari la prossima volta firmati se vuoi così ti dò un volto... ad ogni modo hai ragione: la v.o. è nettamente più espressiva: attraverso l'intonazione e il timbro di voce il film cambia completamente registro: la prima parte è molto più ironica e sarcastica di quanto non sembri con il doppiaggio italiano. La bellezza del film sta anche in questi cambi di registro che però purtroppo vengono irrimediabilmente perduti con un doppiaggio per me non all'altezza

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  9. Io invece mi sono innamorata dell'asinella! E' grave? :)
    p.s. voglio vedere anche EO! Adoro gli asinelli!!

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    1. TUTTI ci siamo innamorati dell'asinella!! 😊
      EO invece non l'ho visto ed ha ricevuto recensioni contrastanti... a molti ha ricordato Bresson, altri ne sono rimasti delusi. Però Skolimowski è un grande maestro e credo che valga la visione a prescindere!

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