domenica 17 gennaio 2010

BUIO IN SALA (ovvero: sale che chiudono, è solo colpa della crisi?)


No, tranquilli! Non è l'ennesimo "coccodrillo" sul tema delle sale che chiudono. Argomento che tutti i cinefili dibattono, per poi rifugiarsi sempre nella nostalgia e nell'amarcord di "come era bello il cinema di una volta". Si sa perchè le sale chiudono: perchè le famiglie non hanno più molti soldi da dedicare all'intrattenimento, perchè ci sono i dvd, perchè c'è la pirateria, perchè ci sono i multiplex, perchè soprattutto è cambiato il modo di fruire il cinema... può piacere o non piacere, ma è così. Amen.
Ieri, però, sulla cronaca locale de "La Nazione" ho letto un articolo interessante: si parlava delle sale cinematografiche di Siena e provincia, e il reportage si concludeva con un dato apparentemente sorprendente: mentre a Siena, come un po' in tutta Italia, gli spettatori sono in costante calo, a Poggibonsi (il paese dove vivo) il numero di coloro che pagano il biglietto per godersi un film è, da qualche anno, in costante aumento... addirittura ormai il numero degli spettatori poggibonsesi ha praticamente raggiunto quelli del capoluogo, pur contando il mio paesello circa della metà degli abitanti (28.000 contro 54.000). Dove sta il "trucco"?

La risposta è semplice, e non è un segreto per nessuno: a Poggibonsi si è investito sul cinema. Si è costruito un nuovo teatro di 600 posti, dotato di tutte le innovazioni tecnologiche presenti oggi sul mercato (proiezioni in digitale, 3D, impianto audio di ultima generazione), alla quale è stata affiancata una sala minore (ma con gli stessi comfort) per i film più di nicchia. Si è provveduto, inoltre, a ristrutturare le altre due sale cittadine per adeguarle agli standard moderni, così da avere oggi un totale di cinque schermi di livello più che soddisfacente per fruire in modo ottimale la visione dei film. E' stata una scelta coraggiosa (visti i tempi che corrono) ma indovinata: a dimostrazione che investendo sulla qualità del servizio offerto si possono raggiungere risultati clamorosi: non so quante altre città delle stesse dimensioni di Poggibonsi possono contare oggi su cinque schermi di ottima qualità e una platea annuale di circa 110.000 spetatori...

A Siena, invece, città artisticamente stupenda ma storicamente chiusa e refrattaria verso tutto quello che viene da fuori (questa è l'indole dei suoi abitanti), è successo esattamente l'opposto: nessuno se l'è sentita di investire nei cinema, contando (erroneamente) sul fatto che il senese-medio è una persona che difficilmente esce dalle mura della propria città, è legato alle proprie tradizioni, alle contrade, alla propria appartenenza... fattostà che oggi le sale senesi sono obsolete, scomode, fatiscenti, brutte. L'ultima volta che sono andato a vedere un film a Siena (ometto il nome del cinema per amor di patria) c'era una parte del foyer transennata col filo rosso e bianco dei lavori in corso... Per questo non bisogna stupirsi dello svuotamento e della crisi delle sale della città del Palio: per quanto diffidente, anche un abitante di Siena, appassionato di cinema, è disposto a farsi 20 minuti d'auto per godersi un film come si deve in provincia. E infatti, specialmente nei weekend, le sale poggibonsesi catalizzano molti spettatori provenienti dai dintorni e sono sempre strapiene (non avrei mai immaginato il pienone per "Io, loro e Lara").

Questo per rispondere a tutti coloro che si lamentano delle sale che chiudono i battenti, della concorrenza spietata, del'invasione dei multisala, ecc... Il segreto per sopravvivere c'è, èd quello di Pulcinella: investire in qualità e servizi e diversificare il proprio prodotto da quello della concorrenza. Sbaglio, o queste parole possono andar bene per qulsiasi tipo di impresa?

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