mercoledì 23 marzo 2011

AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO (Italia, 2011) di Neri Parenti


Di una cosa sono sicuro: questa versione 'retrodatata' di  Amici Miei rischia di passare alla storia come uno dei fiaschi più colossali della storia del cinema italiano. Costato la bellezza di 15 milioni di euro, una cifra folle per una produzione italiana di questo tipo, sono pronto a scommettere che ne incasserà molti, molti di meno. Il motivo è molto semplice: è un film che ha talmente 'paura' di confrontarsi con l'originale da risultare alla fine così  scialbo da far sbadigliare anche lo spettatore meglio 'predisposto'.

Ora, si potranno fare mille discorsi sul fatto se fosse stato più o meno il caso di 'scomodare' i capolavori di Monicelli, e se davvero si sentiva  il bisogno di produrre un 'prequel' ambientato nel medioevo sugli 'antenati' del Perozzi, Mascetti e compagnia... sono sorti addirittura gruppi sul web che invitavano a boicottare questa pellicola 'sacrilega', quasi fosse un peccato di lesa maestà solo avvicinarsi o 'confrontarsi' col Maestro. Ma tant'è: ormai il film è nelle sale e tantovale parlarne. Il problema è che quando si fanno operazioni di questo tipo il confronto con l'originale è pressochè inevitabile, se non improponibile, e ovviamente tutto a discapito dell'ultimo arrivato. Figurarsi poi se a dirigerlo è  un'autentico mestierante del cinema 'trash' italico come Neri Parenti, 'bollato' a vita come 'regista di cinepanettoni', ovvero di molte delle pellicole più orrende e pecorecce  mai viste sui nostri schermi nelle ultime due decadi...

Logico, insomma, che i pregiudizi si sprechino.  Tuttavia ho deciso di andare a vederlo lo stesso: sia perchè non mi piace parlare di un film per 'sentito dire', sia perchè sono sempre stato contrario alla censura 'preventiva' (il classico 'non l'ho visto e non mi piace'), sia perchè il film è stato girato per buona parte in luoghi vicinissimi a casa mia (S. Gimignano, Certaldo, Pistoia) ed ero curioso di vedere quale sarebbe stata la 'resa' sul grande schermo.

Ebbene, va detto subito che il film non è poi così terribile come molti si aspettavano: siamo di fronte a un prodotto che è ben diverso dal 'cinepanettone' natalizio, a testimonianza che il fiorentinissimo Neri Parenti  era (forse) davvero convinto di poter realizzare un sentito 'omaggio' al grande Monicelli e a tutta la 'toscanità'.
Il problema, come dicevamo all'inizio, è che paradossalmente lo fa davvero con 'troppo' rispetto nei confronti dell'originale: nel senso che per evitare di scadere nella comicità greve e scollacciata dei cinepanettoni, Parenti gira una pellicola assolutamente piatta e impersonale,  sicuramente non volgare ma senza neanche l'ombra dell'ironia feroce, graffiante e dissacratoria che fece la fortuna dei primi film. Ed è un peccato, perchè tutto sommato questo è un film 'vero', che potrà non piacere ma che  è supportato da una discreta sceneggiatura e una buona accuratezza dei dettagli. A tutto questo bisogna poi aggiungere che la troppo spiccata 'toscanità' dei dialoghi e delle situazioni rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio: certe battute magari potranno far sorridere chi è 'madrelingua' come me... ma di sicuro ben poco diranno a chi vede il film a Napoli o a Bolzano.

Lo stesso discorso vale per il cast: se i toscani 'd.o.c.' come Panariello, Hendel e Ceccherini (forse il più spassoso di tutti) danno l'impressione di trovarsi più o meno a loro agio nei panni quattrocenteschi, Ghini e DeSica (per quanto non impresentabili) risultano poco credibili come eredi della lingua di Dante... Difetti importanti per un film 'ingessato' e (troppo) misurato, incapace di far 'vedere' sullo schermo i (troppi) soldi spesi.
In definitiva, una grossa occasione perduta.
 
VOTO: * *

2 commenti:

  1. profondamente schifato, in un giorno di trasciume clamoroso forse lo vedrò..

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  2. Mi vengono in mente le parole di difesa pronunciate da Parenti, qualcosa di obbrobrioso. Come ha scritto qualcuno: era meglio se Monicelli rifacesse Vacanze di Natale. Ma stiamo sparando alla Croce rossa? Oppure la storia di questo film finisce così, con 15 milioni di euro da recuperare senza aiuti governativi?

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