sabato 12 novembre 2011

'FAUST' E' GRANDE. MA LO SPETTATORE E' DIVENTATO PICCOLO.

La locandina 'internazionale' del film...
Ci sono dei film verso i quali ti senti clamorosamente inadeguato. I tre lettori di questo blog si saranno accorti da tempo che non ho recensito il vincitore del Leone d'Oro di Venezia, ovvero il Faust di Sokurov. Il motivo è semplice: non me la sono sentita, perchè di fronte a un'opera così complessa e grandiosa mi sono dovuto arrendere alla mia impreparazione... Chiamatela pure ignoranza, se volete: non ho mai letto il testo letterario, e certamente vedere un film come questo senza avere basi culturali adeguate è tremendamente difficile. Insomma, non ci ho capito molto e non mi vergogno a dirlo.

Tuttavia, credo che chiunque 'mastichi' un po' di cinema, chiunque abbia un minimo di passione e dedizione verso la settima arte, non possa non riconoscere a Faust la magniloquenza e il rispetto che si merita. Sono dati oggettivi, non sensazioni. Faust è un film monumentale, epico, visivamente grandioso, certo non facilmente digeribile, tuttavia di una bellezza incontestabile.

Quando però leggo articoli di giornale come QUESTO, non posso non prendere atto (per l'ennesima volta, purtroppo) della spaventosa regressione culturale dello spettatore italiano medio. Nell'articolo di Elisa Battistini (ottima giornalista, peraltro) si parla di 'tasso di noia' legato a produzioni come queste, dando per scontato che un film come Faust risulti 'soporifero' a priori, a prescindere dalla 'confezione'. Si parla di 'grande sonno che avanza', di spettatori che dormono in sala o la abbandonano prima, addirittura come di un rimedio consigliato per l'insonnia!

Ecco, io a questa visione delle cose non ci sto. Non so se Faust sia un capolavoro, ma ritengo di poter dire che sia un film bellissimo, faticoso, difficile, ma certamente non noioso. Io l'ho visto a Venezia, alle due del pomeriggio (quindi a stomaco pieno), in lingua originale (in tedesco!) con sottotitoli, eppure non mi sono addormentato, anzi! Maledivo, semmai, la mia assoluta ignoranza verso il testo di Goethe, che mi impediva di apprezzarlo e capirlo appieno,  ma ero tremendamente affascinato da quello che passava sullo schermo, non fosse altro perchè stavo assistendo a un film incredibilmente 'diverso' da tutti gli altri: proiettato in un anacronistico formato 4:3, con 'quadri' , luci e scenografie tendenti  al verde, stile inizio secolo (ricorda molto Il gabinetto del dottor Caligari),  una fotografia 'sporca', un'atmosfera mortifera, putrida, agghiacciante, che ti mette scientificamente a disagio per tutta la durata del film ma che... di sicuro non ti fa dormire!!

...e quella della versione 'italiana'
Non è colpa di Faust se la gente dorme in sala. E' colpa di chi va a vedere Faust senza un minimo di preparazione, senza documentarsi, senza avere idea di quello a cui sta per assistere: una partita di calcio può essere emozionante fino all'infarto, ma se chi la guarda non sa nulla di calcio si addormenterà esattamente come vedendo Faust. Lo spettatore medio non fa alcuno sforzo, perchè non ne ha proprio voglia e non gli interessa, e magari va a vedere un film di Sokurov solo perchè non ha trovato posto nella sala accanto, dove proiettano film infinitamente più noiosi come Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati (che da dieci anni fa sempre lo stesso film), o come il TinTin di un inaridito Spielberg, che prende per i fondelli la gente fingendo di essere ancora 'ingenuo' e 'smaliziato' come ad inizio carriera... e c'è chi casca ancora!

Non si può accusare Faust di essere noioso, se 'noioso' per la gente significa un qualsiasi film che si eleva appena appena dalla melassa commerciale del prodotto da multisala. Così come non si può accusare di 'snobismo' coloro che (giustamente!) dicono che Faust non è un film 'per tutti'. Non lo è perchè richiede, semplicemente, un minimo sforzo in più allo spettatore. Sforzo che l'italiano medio si rifiuta di fare, perchè ormai 'anestetizzato' a tutto (non solo al cinema...). Perfino la locandina italiana di Faust è stata 'aggiustata', nel patetico tentativo di spacciare il film come un 'melò' stile 'Elisa di Rivombrosa' e renderlo più 'commerciale' possibile. Parafrasando Norma Desmond, Sokurov è sempre grande. E' lo spettatore che è diventato piccolo.

3 commenti:

  1. concordo
    questo filmone delude certamente chi si aspetta inseguimenti di automobili, scene horror col sangue fasullo e scene di sesso piùomenospinto (nel FAUST c'è pochissimo sesso e viene dipinto con tinte fosche, direi con disgusto)
    delude soprattutto i giovani per i suoi silenzi (almeno i giovani che amano il rumore e lo sballo da discoteca)
    Sokurov FA PARLARE LE IMMAGINI, come Antonioni

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  2. Hai pienamente ragione, io l'ho visto ieri sera ma ero impreparata...il risultato è stato lo stesso che hai percepito tu. E lo ammetto. Come ammetto che non è in dubbio il fatto che sia un film singolare, si è meritato assolutamente il Leone d'Oro!

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  3. Grazie Martina, e bentornata su queste pagine! Sai, non penso che riuscirò mai a leggermi il testo di Goethe, però ho intenzione di acquistare il dvd (quando uscirà) e rivedermelo con calma, scena per scena, magari accompagnandolo col libro. Molti mi prenderanno per pazzo, ma si vive anche per questo... il cinema deve servire anche a stimolare la conoscenza, ed è giusto che lo spettatore debba concedersi qualche sforzo. Non si può avere tutto e subito.

    Oggi invece la gente non vuole più sforzarsi, vuole prodotti di largo consumo e immediatamente fruibili, a discapito chiaramente della qualità.
    Bella anche la discussione che hai lanciato sul tuo blog, e sulla quale interverrò prestissimo ;-)
    Un bacione, e torna a 'trovarmi' quando vuoi!

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