giovedì 15 dicembre 2011

MONSTERS (GB/MESSICO, 2010) di Gareth Edwards

La schizofrenica distribuzione cinematografica di casa nostra è ormai uno dei misteri più impenetrabili al mondo, e non risparmia nessuno. Non si capisce infatti come un'interessante opera prima come questo Monsters, presentato un anno e mezzo fa (!) al Festival di Locarno e con buon riscontro di critica e pubblico, approdi soltanto adesso nelle nostre sale e, per giunta, nel pieno della 'battaglia' natalizia: come dire, gettato in pasto ai leoni...

Il giovanissimo regista Gareth Edwards ha definito Monsters  addirittura come "l'inizio di un nuovo genere: la fantascienza romantica"... Noi, molto più sommessamente, vi diciamo che in realtà il film ha ben poco di originale, se si eccettua un finale azzeccato e decisamente sorprendente, ma va comunque dato atto a Edwards di aver portato sullo schermo una pellicola solida, di genere, girata con pochi mezzi ma con grande professionalità. E, bisogna dirlo, decisamente coinvolgente.

La trama: Una navicella della Nasa contenente campioni organici provenienti dallo spazio si schianta nel deserto messicano. I campioni, a contatto con l'atmosfera terrestre, favoriscono la nascita di terrificanti creature aliene che finiscono con l'"infestare" la parte settentrionale del paese, fino al confine con gli Stati Uniti. La zona viene così messa in rigida quarantena dagli eserciti dei due paesi, creando non pochi problemi a chi deve attraversare il confine (ogni riferimento all'attuale situazione politica è, diciamo, non del tutto casuale...). In questo contesto, un uomo d'affari americano incarica un giornalista senza scrupoli di "riportare" a casa la figlia rimasta bloccata in Messico. Durante una notte brava al "nostro" vengono rubati i passaporti, costringendo così la neo-coppia ad attraversare la zona infetta. Inutile dire che il viaggio non sarà agevole...


Monsters è un fanta-horror, come detto, abbastanza convenzionale, e dove la scarsità del budget a disposizione fa sì che gli effetti speciali siano ridotti al minimo, privilegiando il lato "psicologico" della vicenda (e questo certamente non è un difetto). Il terrore viene infatti "percepito" piuttosto che mostrato, non disdegnando inoltre interessanti riflessioni sul rapporto tra noi e gli altri, cercando di convincere lo spettatore che la paura del "diverso" non sempre è giustificata, anzi. Senza parlare troppo del finale (sarebbe un delitto!) vi posso dire che i "mostri" in realtà non sono poi così ostili con gli esseri umani, e che sono quindi i nostri pregiudizi nei confronti di chiunque che meritano di essere messi in "quarantena".

Non male, tutto sommato, per un'opera prima...

VOTO: ***

1 commento:

  1. Molto bene Kelvin, d'accordo anche sulle virgole.
    Io sono l'unico pirla che non ha pensato alla metafora del diverso o del chi è il mostro, eppure era evidente.
    In questo ricorda parecchio District 9...

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