venerdì 10 febbraio 2012

HUGO CABRET

(id)
di Martin Scorsese (USA, 2011)
con Ben Kingsley, Asa Butterfield, Chloe Moretz, Sacha Baron Coen
VOTO: *****

Un film per ragazzi, che piacerà immensamente agli adulti. E che farà commuovere tutti i veri cinefili, i quali non potranno non versare fiumi di lacrime mentre scorrono le immagini di uno dei più bei omaggi al cinema della storia recente. Hugo Cabret è infatti un film che tanto più piace quanto più uno ama il cinema: e io, da cinefillo-sentimentalone quale sono (eh, sì...) durante la proiezione non potevo esimermi dal guardare qualche ragazzino seduto vicino a me, che non sapeva (ovviamente) chi fosse Georges Méliès, e quasi mi rammaricavo per lui, che non poteva provare in quel momento quello che stavo provando io...

Asa Butterfield e Chloe Moretz
Sì, perchè Hugo Cabret è un film che, come tutti i capolavori per ragazzi, si presta a due diversi livelli di lettura: il primo è quello più concreto, ossia un film meraviglioso, nel senso letterale del termine: una pellicola che affascina per quello che racconta e per come lo racconta, stupendo continuamente lo spettatore e stimolando la sua propensione a sognare, a 'lasciarsi andare',  a liberare la propria fantasia e la propria creatività, riscoprendo allo stesso tempo l'importanza della memoria e dei ricordi, e il loro valore assoluto: ciò che per noi può sembrare senza importanza, o addirittura da rimuovere in seguito a determinate circostanze, in realtà fa parte della nostra vita, della nostra storia, ed è comunque da salvare. Sempre. Impossibile non pensare, riguardo a questo, all'incessante attività che Martin Scorsese svolge nel recupero e restauro di grandi film del passato, da lui reputata una 'missione', ovvero quella di tramandare ai posteri il valore della Cultura.

Ben Kingsley
Ma aldilà di questo (che è già tantissimo!) la magìa del film (e il vero motivo di commozione per noi spettatori più grandicelli) sta soprattutto nella figura di Georges Méliès, che nella seconda parte ne diventa il protagonista assoluto, colpendoci irrimediabilmente al cuore: tutti gli appassionati sanno infatti che Méliès fu il primo regista di finzione della storia del cinema, 'padre' della fantascienza moderna, colui che prima di ogni altro intuì le immense potenzialità della neonata Settima Arte. Pochi sanno però che finì i suoi giorni in disgrazia, povero e dimenticato, ripudiato proprio perchè incompreso, a causa del suo sguardo troppo proiettato verso il futuro, troppo d'avanguardia per il suo tempo... Insomma, ciò che ci fa davvero commuovere è il fatto che la storia che Scorsese racconta è drammaticamente e incredibilmente vera: solo i due giovani protagonisti sono inventati, il resto è tutto documentato. La storia di un uomo che dedicò tutta la vita ad un sogno, e al quale dobbiamo essere enormemente grati: se non ci fosse stato Meliès, probabilmente non sarebbe esistito il cinema come 'fabbrica dei sogni'. Chapeau.

Il regista Martin Scorsese, in un 'cameo' del film
Ecco perchè Martin Scorsese, giunto alla fatidica boa dei settant'anni, ha sentito la necessità di girare questa storia: Hugo Cabret è il suo film-testamento, il manifesto di una carriera intera di un cineasta che conserva ancora l'onestà intellettuale e la genuinità d'animo degli esordi, e che sembravano essersi un po' appannate con le ultime poco felici opere. Scorsese riesce ancora a sognare e a stupire girando un film bellissimo e sincero, quel film che, ad esempio, Steven Spielberg non sa più girare, fagocitato e inaridito dallo star-system hollywoodiano.

Hugo Cabret è una chicca per cinefili, girato in un formato 3D una volta tanto necessario (e che sarebbe piaciuto moltissimo a Méliès), tecnicamente superlativo sotto tutti gli aspetti (comprese le mirabilanti scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che puntano all'Oscar) ma che deve la sua forza in primis alla passione di un regista che ama il suo lavoro come pochi altri al mondo. Lo si capisce dalla scena-chiave del film: quando la ragazzina appassionata di libri, che ama David Copperfield e Cime Tempestose, grazie a Hugo 'scopre' il cinematografo, restando attonita di fronte ad una vecchia pellicola di Harold Lloyd. La 'nuova' arte ha preso il sopravvento, e da allora il futuro non sarà più lo stesso.
Ben Kingsley e Asa Butterfield
Perchè i film (forse) non cambiano la vita, ma di sicuro ci fanno vivere meglio.

13 commenti:

  1. traspare tutta la tua passione per il cinema da questa bella recensione e comprendo appieno la tua commozione di fronte a questa meraviglia di film :D

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  2. Molto bella la tua lettera d'amore per il film e per il cinema in generale, ma anche io ho visto il film e leggere che "è infatti un film che tanto più piace quanto più uno ama il cinema" lo trovo strano perché io amo il cinema e non mi è piaciuto. E ai fiumi di lacrime ho sostituito i sorrisi e gli sbuffi, tanto è ridicolo e noioso.

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    1. Non la penso come te, e ovviamente rispetto ogni opinione. Ho detto che questo è un film che tanto più piace quanto più uno ama il cinema perchè pochi, purtroppo, sanno chi sia stato George Méliès e l'importanza che ha avuto nello sviluppare quest'arte che tanto amiamo. E vedere sullo schermo la storia (vera!) di questo immenso regista, e il suo triste declino, a mio avviso non può non commuovere. Contemplare gli spezzoni (veri!) dei film di Méliès è un'emozione indescrivibile, che chi non è cinefilo non può capire...

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  3. un film che sta dividendo...
    speriamo bene

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  4. concordo: la "fabbrica dei sogni" aiuta a vivere meglio
    e HUGO ne è una prova

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  5. vedremo, io devo ancora visionarlo...

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  6. Ho sentito pareri davvero contrastanti. Finalmente dovrei riuscire ad andare venerdì con mio figlio. Vedremo..
    La tua recensione comunque è davvero bellissima.

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    1. Grazie. In ogni caso, però, alla fine è sempre il giudizio personale che conta: io valuto i film più con il cuore che con la testa, e le mie recensioni ne risentono... ;-) fammi sapere!!

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  7. Ciao mi chiamo Ginevra e ieri sera ho visto per la prima volta HUGO CABRET, dire che è fantastico è dire poco! è stata la serata più emozionante della mia vita, io adoro il cinema e vedere rappresentata la grande vita di Melies è stato fantastico!Ho passatp gran parte del film a piangere...Melies aveva un sogno e anche io ce l'ho e vorrei lavorare nel cinema..Tu hai detto che forse i film non cambiano la vita, però io e te sappiamo sicuramente che nella nostra vita hanno fatto la differenza!Grazie di cuore è stato bellissimo leggere la tua recensione...si percepisce perfettamente la tua passione che è anche la mia...Perciò grazie davvero è bello vedere che non sono l'unica a pensarla così...Continua a parlare con il cuore ci sarà sempre qualcuno disposto ad ascoltarti =) Ciao

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  8. Cara Ginevra, il tuo è il più bel commento che abbia mai ricevuto da quando ho aperto questo blog! Grazie!
    Ti capisco bene, eccome se ti capisco... parole come le tue sono fondamentali per farmi portare avanti questo piccolissimo spazio, perchè vuol dire che quello che scrivo ARRIVA a qualcuno. Vuol dire che questo piccolo Blog ha una sua ragione di vita. Sapere che ci sono persone come te in giro (sei giovanissima, vero?) che si commuovono davanti alla vita di Méliès è veramente confortante.
    Ti sto scrivendo da Venezia, sono qui per la Mostra del Cinema, e questo è davvero un luogo magico: ti invito a venirci un giorno, perchè ti troverai in mezzo a tanti 'pazzi' come me e te che vorrebbero fare del cinema la loro ragione di vita... credimi, è bellissimo essere qui. Ed è bellissimo sapere che ci sono persone come te.
    Un abbraccio grande, continua a seguirmi. E scrivimi quando vuoi!!
    Sauro

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  9. Sono contenta che il mio commento ti sia piaciuto =) si sono abbastanza giovane ho 19 anni =)Sei a Venezia??? Ti invidio un saccoooooooooooooooooooooooooooooo!!!! Deve essere bellissimo in mezzo alle persone che condividono i nostro sogno =)ti auguro una stupenda vacanza <3 Continua così che vai alla grandeeeeeeeeeeeeee <3
    un abbraccio

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  10. Grazie Ginevra, davvero!! Ti aspetto a Venezia un giorno... i sogni si avverano! :-D

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