lunedì 13 agosto 2012

I ' TOP ' DELLA STAGIONE 2011 / 12 ...

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Un vero 'miracolo' di film, raro e prezioso. Un gioiellino di inestimabile valore, tenerissimo, disarmante nella sua semplicità e nella capacità di colpire immediatamente al cuore chi lo guarda: una storia universale, senza tempo, virata in colori pastello e fatta di comicità surreale, grandi silenzi e tanta, tanta umanità, nel perfetto stile del grande regista finlandese. Da vedere e rivedere, senza stancarsi mai...




Chi giudica il cinema prima con la testa piuttosto che col cuore l'ha trovato un mero esercizio di stile, nostalgico e citazionista. Noi, che invece prediligiamo SEMPRE l'emozione al cervello, l'abbiamo adorato fin dalla prima inquadratura: una pellicola MUTA, eppure più moderna di mille altre che vediam: una storia d'amore e passione, orgoglio e dignità, caduta e rinascita, che funziona a tutte le latitudini indipendentemente dalla tecnica usata per girarla. Un film 'meraviglioso', nel senso letterale del termine, che affascina lo spettatore e dimostra tutte le (immense) potenzialità della Settima Arte.


Il film-testamento di un cineasta che conserva l'entusiasmo di un bambino e la saggezza di un uomo maturo, consapevole dell'importanza del ricordo e della memoria storica. Scorsese gira per la prima volta un film per ragazzi che piacerà immensamente agli adulti: e tanto più piacerà quanto maggiore sarà l'amore per il cinema da parte di chi lo guarda. Attraverso la commovente storia di Georges Méliès, Scorsese ci dimostra che non bisogna MAI rinunciare ai propri sogni, nemmeno quando tutto sembra perduto. Una splendida, commovente, lezione di vita.



Polanski torna dietro la macchina da presa con la saggezza e lo stile di un allenatore di calcio consapevole di avere tra le mani una squadra imbattibile: la sua regìa è 'invisibile' e funzionale a uno dei cast più strabilianti degli ultimi anni: Jodie Foster, John C. Reilly, Kate Winslet e Christopher Waltz fanno a gara a rubarsi la scena in un film che è un tripudio di perfidia e humor nero. Un vero 'manuale di recitazione', che funziona alla meraviglia e rasenta davvero la perfezione.




Opera grandiosa, monumentale, complessa, così maestosa da essere davvero difficile da capire appieno prima ancora che recensire. Sokurov è un cineasta difficile, che spinge lo spettatore a un gigantesco lavoro di analisi e 'resistenza', spesso respinto a priori dal pubblico medio. Ma se si ha la pazienza e la costanza di seguirlo attentamente, si resta affascinati dalla complessità e dalle capacità espressive di questo regista. Meritatissimo Leone d'Oro a Venezia.




Grandissima esperienza visiva e sensoriale, o elegantissimo esercizio di stile? Tradotto: film 'definitivo', assoluto, o abilissima presa per i fondelli da parte del meno 'prolifico' dei mostri sacri dell'immagine in movimento? Ai posteri l'ardua sentenza... in ogni caso, un'opera unica nel suo genere, inconfondibilmente 'malickiana', incommentabile, irrecensibile e fatta per stupire e discutere all'infinito... forse velleitaria, ma di immensa classe.





Dulcis in fundo, ecco il film più sottovalutato dell'anno: scambiato erroneamente per 'l'ennesimo film sul baseball proveniente da oltreoceano', è invece una lucidissima e amara riflessione sulla disgregazione dei valori etici e culturali di una società basata solo sul profitto e sul risultato, da perseguire a qualunque costo. Brad Pitt è da applausi nel suo ruolo dimesso e contenuto di un 'perdente di successo', ma il giovane Jonah Hill gli ruba clamorosamente la scena. Se l'avete perso, da recuperare assolutamente.

2 commenti:

  1. Condivido una buona metà, scarto The tree of life - per me una sòla gigantesca -, Carnage - un Polanski sopravvalutato - e Hugo Cabret - tecnicamente ineccepibile, ma solo confezione -.
    Grande la riscoperta di Moneyball, davvero molto bello.

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  2. Miracolo a Le Havre merita di stare lassù! L'ho amato anch'io.

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