sabato 2 novembre 2013

MISS VIOLENCE

(id.)
di Alexandros Avranas (Grecia, 2013)
con Themis Panou, Rena Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi, Kalliopi Zontanou
durata: 98 min.
★★☆☆☆

Premessa doverosa: abbiamo avuto modo di vedere Miss Violence alla proiezione ufficiale del film alla Mostra del Cinema di Venezia, e questa recensione è 'figlia' di quel periodo e di quel contesto. Mi spiego: per chi lo va a vedere adesso, in sala, senza condizionamenti e avendo già un'idea di cosa aspettarsi, può darsi che il giudizio personale possa anche essere più obiettivo e più ragionato del nostro. Ma per noi che eravamo al Lido questo film è stato il culmine, quasi l'emblema di un'edizione festivaliera innegabilmente sottotono che ha cercato di far parlare di sè soprattutto con pellicole discutibili e sensazionalistiche come questa, molte delle quali davvero insostenibili per efferatezze e trivialità, e fin troppo facilmente spacciate per cinema d'autore.

Intendiamoci, non vogliamo dire che Miss Violence non sia un film d'autore. Ma ci permettiamo di affermare con forza che questo non è e non sarà mai garanzia di qualità. Perchè nonostante le violenze e le atrocità raccontate in Miss Violence siano indiscutibilmente ai limiti del sopportabile, il film non riesce quasi mai a far sobbalzare e indignare lo spettatore, a farlo arrabbiare, a fargli prendere coscienza di ciò che sta vedendo sullo schermo. Il cinema infatti non è solo emozione e sensazionalismo: se così fosse tutti saremmo in grado di girare un film, in fin dei conti ormai basta armarsi di un buon smartphone per riprendere immagini in movimento di buona qualità. No, il cinema è un'altra cosa: è regìa, è stile, è sceneggiatura, è capacità di dare un senso a quello che succede davanti alla cinepresa.


Ecco, tutto questo in Miss Violence non esiste. Vorrebbe essere una pellicola disturbante, ma alla fine ottiene esattamente l'effetto contrario: l'assuefazione, l'indifferenza, lo sbadiglio di chi sa benissimo che la violenza domestica purtroppo esiste eccome, ed in forme anche più estreme di quelle furbescamente mostrate da Avranas. L'orrore che si cela dietro le pareti di casa, dietro quelle mura sinistre che proteggono una famiglia apparentemente perfetta, qui viene sbattuto in faccia allo spettatore in maniera brutale ma anche banalissima. Le inquadrature sono statiche, la regìa (addirittura premiata con il Leone d'Argento!) non osa mai: si limita a riprendere con crudo realismo ma anche con una certa ovvietà i visi, le mani, i corpi anonimi del padre-padrone e dei congiunti che gli stanno intorno.

E sebbene l'incipit del film (che non vi raccontiamo) sia davvero scioccante, è anche l'unica sequenza non convenzionale di un film che invece risulta ordinario e artefatto, programmato, con tutte le scene studiate a tavolino. Vedendolo, a quasi tutti è venuto spontaneo il paragone con Funny Games di Haneke: ma la freddezza, il disagio, la gelida e lucida follìa che pervadono quasi tutte le opere del grande regista austriaco qui non sono nemmeno paragonabili per intensità ed efficacia. Miss Violence può andar bene per precedere qualche dibattito televisivo tipo Porta a Porta, ma il grande cinema va in un'altra direzione.

22 commenti:

  1. Mi pare una di quelle cose pretenziose in grado di farmi incazzare.
    Passo volentieri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti il livello di pretenziosità è medio-alto. Ma è anche vero che la soglia è diversa da persona a persona: io comunque per principio non rinuncio mai a priori a una visione: c'è sempre la possibilità di ricredersi... :)

      Elimina
  2. addirittura? e pensare che a me tutti ne parlano più che bene...devo vederlo al più presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' la mia opinione. Poi c'è anche chi lo ha glorificato, primo fra tutti i giudici di Venezia che gli hanno conferito il premio per la miglior regia (ed ha perfino rischiato di vincere il leone d'oro). Fai bene a vederlo, a prescindere. Così c'è sempre la possibilità di un dibattito.

      Elimina
  3. Sul fatto che non riesca a far indignare non sono d'accordo. A me ha disturbato davvero parecchio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispetto la tua opinione poison. Probabilmente come ho detto il mio giudizio è stato molto influenzato dall'atmosfera veneziana, dove davvero non se ne poteva più di film così lugubri, violenti, sensazionalistici ed efferati. Magari visto adesso, a due mesi di distanza, insieme a un pubblico 'normale' fa un altro effetto. Ma, sinceramente, non ho affatto voglia di tornare a vederlo...

      Elimina
  4. "Scene studiate a tavolino" è precisamente quello che penso di questo film che vuole auto-assolvere la propria insita morbosità in virtù (?) di uno stile finto-elegante, patinatissimo, che si ispira (eufemismo per non dire: plagia) a Lanthimos senza avere un grammo della sua forza. A me non turba. Irrita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Stefano! Ne avevamo parlato a Venezia ed eravamo sostanzialmente d'accordo. Sì, anche secondo me è un film finto-moralista e per niente spontaneo. Vediamo adesso che effetto fa all'uscita nelle sale...

      Elimina
  5. Certo non tutti possono essere Michael Haneke, alzo le mani perchè il film ancora non l'ho visto e lungi da me nel commentare con presunzione, perchè le mie parole non vogliono esserlo. Se vuoi vedere un film grego disturbante ti consiglio Dogtooth, Kynodonthas di Lantimos, quel film è da pelle d'oca :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti anche Stefano che ha commentato sopra ha detto la stessa cosa, paragonandolo allo stasso film (che non ho visto, ma mi fido in parola di due cinefili come voi!)

      Elimina
  6. Secondo me la tua premessa è la cosa più importante, da non sottovalutare. Non so dirti ovviamente la mia, non avendo visto il film. Certo è che, immaginando quell'atmosfera cui accenni tu, mi sembra di capire alcune cose, alcuni dettagli che inevitabilmente cambiano (potrebbero cambiare), la visione del film. Il modo di assorbirlo. Senz'altro, conoscendomi, a me disturberà parecchio, ma voglio vedere se qualcuno oltre schiaffarmi la violenza in faccia, sappia metterci dell'altro. Anche per alleviare tutte le pene. Ci riuscirà? Bah. Ti fò sapere. ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti è così. Il giudizio in questo caso dipende molto dal contesto, a Venezia facevamo la gara a scommettere su quale sarebbe stato il film più 'atroce' (in tutti i sensi). Ripeto, a distanza di due mesi e visto in un cinema 'normale' con un pubblico 'normale' magari le impressioni sono diverse...
      E sono molto curioso di leggere le tue! :)

      Elimina
  7. Ne go sentito parlare malissimo, finora. Ma credo che lo vedrò ugualmente. Nel bene e nel male queste pellicole che puntano a shockare hanno sempre molta presa su di me...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema a volte è proprio questo: sono pellicole che puntano DELIBERATAMENTE allo choc, infischiandosene del cinema. E che vanno ai festival soltanto in funzione di questo, facendosi pubblicità gratuita e facendone alla rassegna che li ospita. Ormai si è creato quasi un sottogenere, i 'film-scandalo festivalieri', che difficilmente riescono a vivere fuori dal contenitore... vedremo che fine farà 'Miss Violence'.

      Elimina
  8. "Miss Violence può andar bene per precedere qualche dibattito televisivo tipo Porta a Porta, ma il grande cinema va in un'altra direzione."

    Questa, http://solaris-film.blogspot.it/2013/02/zero-dark-thirty.html?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa la curiosità, ma l'UCI vi paga a recensione o avete un contratto a tempo?

      Elimina
    2. Magari mi pagassero! Sarebbe ossigeno puro per la mia magra esistenza di bancario precario! :) Invece il cinema Uci più vicino a casa mia è a 40 km e non ricordo nemmeno l'ultima volta che ci sono andato... preferisco di gran lunga le cinque confortevoli salette del mio paese. E comunque per il cinema di alto livello ci sono i blog come il tuo, no? Non sto scherzando, guarda che ti leggo. Buona giornata, adesso inizia la mia da pendolare :)

      Elimina
    3. Il cinema di alto livello non esiste (e le rivalutazioni che molti registi subiscono con l'andar degli anni lo dimostrano), semmai esistono blogger di altRo livello, che cercano di fare una critica immanente al film, positiva o negativa che sia, senza per questo scadere in una damnatio memoria anticipata e, forse, poco caldeggiata del "x è un film che può andare bene per precedere qualche dibattito televisivo tipo Porta a Porta".

      Elimina
    4. E infatti fai benissimo a scrivere le tue recensioni di altRo livello, che non ho difficoltà a riconoscere ben superiore al mio. E io sono contento di leggerle. So benissimo che questo è un blog dilettantesco i cui contenuti sono quelli di un semplice appassionato che non ha la pretesa di atteggiarsi a critico. E so bene che questo è un blog cinematograficamente abbastanza 'commerciale', ma a me va bene così. Purtroppo non ho nè il tempo nè la possibilità di vedere molto altRo cinema fuori dai circuiti ufficiali, e me ne dispiace molto... faccio il pendolare e trascorro fuori casa quasi 12 ore su 24. In più non abito in una grande città ma in un paese di 30mila abitanti con cinque schermi e, giocoforza, riesco a vedere solo quello che passa qui. E rispetto a tanti altri, comunque, mi sento fortunato. Faccio del mio meglio, ma non obbligo certo nessuno a leggere queste righe...

      Elimina
    5. Va be', hai praticamente ignorato quello che ti ho scritto (il problema non è il livello di film e/o recensioni ma certe locuzioni - "addormenterebbe un toro", "precedere qualche dibattito televisivo tipo PaP", che tra l'altro lasciano abbastanza interdetti), ma fa niente.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...