domenica 27 aprile 2014

SE I 'SERIAL' SURCLASSANO IL CINEMA...

Non sarò mai un 'serial addicted', per ragioni esclusivamente personali. Però una riflessione sulle serie tv va fatta, poichè questi prodotti ormai stanno invadendo (e stravolgendo) il mercato dell'audiovisivo, arrivando dove il cinema (soprattutto quello commerciale) non arriva più. Tuttavia, pur riconoscendone i meriti, non sono del tutto convinto che non abbiano controindicazioni...

Lost
I lettori più attenti probabilmente si saranno accorti che questo blog non ha mai parlato di serie tv... battute a parte, il motivo è facilmente spiegabile: il sottoscritto non ne segue nessuna, non ne ha mai seguite e, per quanto nella vita non si possa davvero mai dire mai, difficilmente lo farà in futuro. Ma, badate bene, non per spocchia intellettuale o repulsione nei confronti del mezzo televisivo, semplicemente per un fatto del tutto personale: non amo la serialità, mi ha sempre messo ansia, non sopporto l'idea di 'correre' il rischio di perdere una puntata e poi cercare di recuperarla prima di quella successiva... è uno stress di cui faccio volentieri a meno. So bene che oggi si può ovviare a ciò grazie ai videoregistratori, i decoder intelligenti, i cofanetti completi in vendita e altri metodi più o meno legali (fermiamoci qui...) ma il punto non è questo. Il punto è che, per ammissione degli stessi serial-addicted, questi prodotti finiscono per creare dipendenza. E io non voglio dipendere da nessuno nè cadere in crisi di astinenza televisiva. Tutto qui.

Breaking Bad
Ma ovviamente, aldilà di quello che penso io, il fenomeno rimane e non si può sottacere. E la realtà ci dice che le serie tv sono entrate di prepotenza nei gusti del pubblico, con risultati talvolta clamorosi. Le ragioni sono essenzialmente due: la prima è l'evidente crisi di idee e creatività che sta attraversando il cinema mainstream. Le produzioni hollywoodiane (ma non solo) sono ormai sempre più costose e ingombranti, farcite di effetti speciali e diavolerie tecnologiche che fanno lievitare a dismisura il budget di ogni film (basti pensare che ormai un film da 50 milioni di dollari viene definito un 'prodotto medio'...) Questo comporta necessariamente che ogni pellicola al botteghino debba come minimo recuperare i soldi spesi, cosa non sempre scontata. E allora è chiaro che si preferisce andare sul sicuro, puntando su prodotti standardizzati, piatti, sceneggiature mediocri e scontate, fatte apposta per il pubblico di massa, rinunciando alla sperimentazione e guardando con diffidenza tutto ciò che è 'nuovo' (e quindi rischioso).
Game of Thrones

Le serie tv invece, avendo costi di produzione notevolmente più bassi, offrono maggior spazio alle idee: si rivolgono a un pubblico più adulto, più smaliziato, 'di nicchia', puntando su soggetti originali, alternativi, con trame strutturate e ben costruite. Insomma, non potendo 'sorprenderci con effetti speciali', usano le armi della creatività e della professionalità.

La seconda ragione riguarda invece proprio il pubblico, ed è prettamente economica:  il biglietto del cinema costa molto, per alcuni troppo, e con la diffusione (soprattutto oltreoceano) della tv via cavo le famiglie preferiscono di gran lunga vedersi questi prodotti in casa propria comodamente seduti davanti al televisore. Per questo alcuni canali 'avanguardisti' in materia hanno puntato massicciamente sui serial, producendoli in proprio e studiando attentamente le aspettative dei propri utenti. Si pensi ad esempio all'americana HBO, colosso da oltre 40 milioni di abbonati capace di dare vita a programmi di enorme successo: non solo telefilm (tra i quali figurano comunque serial famosissimi come Sex and the City, The Sopranos, Band of Brothers, Boardwalk Empire, Game of Thrones) ma anche veri e propri lungometraggi di assoluta qualità: il caso più eclatante è quello, recente, di Behind the Candelabra, film rifiutato da tutti i produttori hollywoodiani e poi trionfatore sul piccolo schermo con tanto di pioggia di Emmy Awards...
The Sopranos

Lo spunto mi serve per arrivare alla parte che più m'interessa, ovvero la sempre difficile convivenza tra cinema e televisione, questione atavica ma mai risolta... e oggi ancora attualissima: voglio dirlo chiaramente, sono più che mai convinto che il proliferare delle serie tv non faccia bene al cinema. Lascio a voi la discussione se questo sia più o meno giusto, fermo restando che come detto gli studios cinematografici hanno le loro brave responsabilità nella crescente disaffezione del pubblico. Ma il problema è un altro, e secondo me molto più importante e sottovalutato: le serie tv allontanano la gente dalle sale facendole perdere il gusto, il piacere, diciamo pure il 'rito' di vedere un film al cinema... Non ne faccio una questione qualitativa (e ripeto, per l'ennesima volta, che il livello di molti serial è di gran lunga superiore alla produzione cinematografica) ma puramente culturale: lo spettatore che se ne sta incollato davanti alla tv perde quella sensazione di bellezza e di magìa che solo il grande schermo riesce a darti... si perde la gioia del cinema come evento collettivo, la sua funzione sociale e aggregante. La tv, insomma, rende più soli e questo è innegabile. Senza tener conto, poi, dell'appiattimento tecnologico sul modo di fruizione del cinema stesso: per un adolescente di oggi infatti vedere un film (o un serial) in tv o sul computer o sul telefonino è praticamente la stessa cosa... stiamo diventando onnivori di tecnologia ma non distinguiamo più le prelibatezze dal cibo industriale.
Homeland

Per questo, malgrado tutto, preferisco ancora il cinema alla tv. Forse (anzi, sicuramente) sto invecchiando, però mi ostino ancora a credere nelle luci che si spengono, nelle immagini sparate in faccia, nelle poltrone delle prime file, quelle dove nessuno vuol sedersi ma che i cinefili adorano e corrono ad occupare, per poter essere i primi ad essere catturati da ciò che viene proiettato... Il cinema è romanticismo allo stato puro! E ce n'è un gran bisogno...

38 commenti:

  1. Per me le due cose coesistono, ci sono certe serie tv d'autore che meritano la loro occhiata, alla fine è tutto collegato: letteratura, cinema, serie tv, fumetti, musica, arte ecc.
    Anzi ti consiglio di andare a recuperartene alcune e di non chiuderti a riccio, la febbre da serie tv c'è da moltissimi anni e non sostituirà mai il piacere di andare al cinema (i cinema da quello che ho visto io sono sempre pieni). E poi le serie tv fanno bene se viste con i sottotitoli uno già che c'è impara pure la lingua :)

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    1. Ciao Barbara,
      Non mi chiudo affatto a riccio, e non ho nessun pregiudizio, credimi, contro le serie tv. E' che, semplicemente, non riesco a seguirle perchè mi mette ansia la serialità. E' un fatto fisiologico, un po' come chi ha paura di nuotare o soffre di vertigini: non mi va di dipendere da un telefilm o di sentirmi in astinenza se lo chiudono. Poi sono d'accordissimo con te che certi serial siano autorevoli e intelligenti, e difatti per questo temo che allontanino la gente dalle sale cinematografiche: per qualcuno magari è un bene (opinione rispettabilissima) per il sottoscritto no, il dibattito è aperto. :)

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    2. Ahh capisco ma quindi vuol dire che riusciresti a recuperare una serie solo quando è finita? Lo stesso meccanismo si presenta anche se segui qualche fumetto/graphic novel o manga per esempio? Comunque sempre sul fatto di surclassare non credo che potrà mai almeno io conosco pochissima gente che segue periodicamente serie tv e molti di loro detestano dover aspettare per poter scoprire anche a me non piace molto come meccanismo ecco perché a volte recupero serie ultimate con delle maratone :)

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    3. Diciamo di sì... vedendola tutta al completo, di seguito, come e quando mi pare, potrei anche seguirla. Anche se, come ti ripeto, è l'effetto 'dipendenza' che mi spaventa un po' (esattamente, sì, come i fumetti) Però, come si suol dire, solo gli stupidi non cambiano mai idea :)

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  2. Concordo in pieno con il commento di Barbara! La penso proprio come lei, in tutto e per tutto :-) Però devo anche concordare su quanto dici sul "romanticismo" del cinema, inarrivabile. Il problema però è: quale romanticismo può rimanere, in sala, se poi viene proiettato un prodotto medio-mediocre? Per fortuna sono convinta che alcuni fim meritevoli di essere visti sul grande schermo (e non necessariamente per gli effetti speciali) vengano ancora prodotti... ma in generale credo che alcune serie tv di alta qualità (es. Homeland, Games of Thrones) non solo siano da vedere, ma pure "educhino" gli spettatori a un certo tipo di gusto, di piacere per la complessità, per trame ben solide... che in questo modo possono fruire in maniera più critica anche del cinema. Non so, forse mi illudo, ma per me tante serie tv di qualità hanno significato proprio "abituarmi" a buoni prodotti e a scegliere meglio anche al cinema. Possibile?

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  3. Ottima analisi, specie se in merito ai particolari 'tecnici'. Però non me la sento di concordare con tutto - e sia chiaro, non voglio convincerti a cambiare idea. Sarà che ultimamente ho gettato il romanticismo dalla finestra, ma mi sto accorgendo che alla fine il 'progresso' porta sempre a qualche sacrificio. Non usiamo più le foto su pellicola ma le macchine digitali, il vinile e sostituito dall'MP3 e pure i libri ora sono digitali, tanto che puoi leggerli ovunque.
    Certo, il fascino collettivo della sala è impagabile, ma io credo che alla fine il cinema sia anche cultura. Quindi non importa come, basta usufruirne, e se il farlo d solo da uno schermo o dal cellulare, basta che la visione sappia appagare.

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    1. Eh no, caro Jean-Jacques :) qui proprio non mi trovi d'accordo: certo che il cinema E' cultura (ci mancherebbe!) ma non si può dire che basta usufruirne a prescinderne dalla modalità... vedere un film sul telefonino oppure in sala è come ammirare un quadro dal vivo o fotografato su una rivista, non mi pare sia proprio la stessa cosa.
      Il cinema (inteso come sala cinematografica), per definizione, è il luogo deputato dove si vedono i film e tale deve rimanere. Puoi avere in casa tua anche il miglior impianto video-hi-fi possibile, ma niente ti garantirà la stessa emozione del vedere un film in sala. Su questo sono 'talebano'. Poi, certo, uno può dire che per certe pellicole introvabili, o non distribuite, o che per qualsiasi altro motivo non è possibile vederle in sala allora, meglio che niente, va bene anche la visione domestica: ma questo è un altro discorso...

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  4. (Ehm ho dovuto dividere il post in due XD)
    ran bel post Sauro che offre davvero molti spunti di riflessione.
    Mi scuso in anticipo per la lunga risposta.
    Prima cosa: anche io, come te, preferirò sempre la magia delle luci che si abbassano, della condivisione con tante persone, magari anche sconosciute (sì ho provato anche ad andare al cinema da sola per vari film a cui tenevo), del grande schermo che sembra che ti abbraccia e ti coinvolge totalmente. Io sarò sempre una cinema addicted. Il cinema quello vero da tanto e ti lascia addosso tante di quelle emozioni, non solo legate al film che hai visto, ma all'ambiente dove lo hai visto, difficilmente comparabile. Mi ricordo ad esempio che vidi Harry Potter e Il principe mezzo sangue(lo feci per un'amica: non sono una fan del maghetto lo sai) in una sala molto bella di Roma, con dei sedili stile salotto e poi eravamo vicino a Villa Borghese e passammo il resto del pomeriggio nel parco del museo. Vabbè scusa la digressione.
    Seconda cosa: come sai per motivi anche lavorativi sto seguendo svariati serial, anche se, per mio gusto personale, il mio limite è 2-3 massimo. Difatti quelle che seguo per mio piacere le seguo una alla volta o quasi. Comunque è indubbio che la qualità sia aumentata, c'è stato un grande lavoro sia nelle sceneggiature che nella ricerca di bravi attori, anche sconosciuti, ma sono quasi sempre attori di qualità che a volte si magnano in testa attori di grido del cinema. Basti pensare a David Tennant, del nostro amato Doctor Who, che credo si magnerebbe in testa 3/4 della nuova Hollywood in un solo boccone, ma fatica lo stesso a trovare spazio al cinema. I grandi misteri. Ho citato lui, ma ce ne sono altri di esempi di attori bravi. Ad esempio sempre nel Doctor Who è passato il bravissimo Christopher Eccleston, nuovo villain di Thor 2. Ma con gli esempi non finiremo mai.

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  5. mai.
    Terzo punto riguardo alle contro-indicazioni: lavorando nel settore ti posso dire che è vero che le serie tv, ora come ora, stanno un po' soffocando il cinema e, per come la vedo io, si sta un po' esagerando ad esaltare ad alcune cose. Tralasciando i gusti personali, in taluni casi leggo parole come "capolavoro" e "attore "eccelso" usate con troppa facilità. Certi prodotti sono indubbiamente buoni, ma bisogna avere un minimo di onestà intellettuale da ammettere che gli errori ci sono in tutte le cose e un attore, per quanto bravo (attore in senso generico, vale anche al femminile), non lo si può giudicare in base ad una singola performance per quanto eccellente. Tutt'al più frasi roboanti come "il migliore della sua generazioni" e "la migliore serie del millennio" fanno ridere i polli. Io Tennant l'ho visto in almeno due prodotti diversi prima di dire che è un attore eccellente, ma non mi metto a dire che è il migliore di tutti i tempi, anche perché sono frasi idiote. Ci sono tanti attori bravi che come qualità si equivalgono. Tipo entrambi adoriamo Saoirse Ronan, è un'attrice molto brava e fa ottime scelte, ma se facesse un brutto film saremmo i primi a dirlo. Tutto questo fanatismo fa male a loro, al cinema e alle stesse serie tv perché parlare di perfezione è sempre pericoloso, si rischia poi di non andare oltre, di non sapere vedere che vi sono altre storie e altri personaggi da raccontare. A proposito di fanatismo e di contro-indicazioni mi sa che debbo fare un punto quattro.
    Punto quattro: credo di averti detto che la mia serie tv preferita, Fringe, è stata rovinata dall'ingerenza di una parte del fandom, parte che definire isterica è un complimento. Una delle cose più agghiaccianti che ho scoperto riguardo ai seriali è che il rappresentante degli spettatori siede al tavolo degli autori, i quali hanno già la spada di Damocle di ascolti e sponsor. Questo avviene soprattutto su tv pubbliche come Fox, CBS, NBC e via discorrendo. Ora sarò antidemocratica, ma non esiste al mondo che un tizio che segue la mia storia possa decidere della sorte dei miei personaggi e del percorso narrativo. Non esiste proprio. Un autore serio sa bene che non potrà piacere a tutti. Lo sa. Mettere questa gente al tavolo degli autori significa ammazzare l'arte e le storie, ammazzare la libertà creativa dello scrittore. Tu pubblico hai diritto di dirmi che ti fa schifo la mia storia, ma non devi avere nessun diritto di cambiarla. E invece succede. Ed ecco perché alcune serie che nascono con ottimi presupposti diventano boiate immonde. Che poi sarà banale dirlo, ma il pubblico non va mai accontentato, va sfidato. Richard Linklater con la sua trilogia di "Prima di" ne è la prova vivente. Lui ha deciso di scrivere la sua storia come voleva lui, sfidando pubblico e critica che ridevano di una possibile trilogia e mo sono tutti a sbavare su di lui. Scusa il malloppo. E come vedi cito il cinema anche nelle serie tv ^_^!

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  6. Sono dell'idea che, parallelamente al Cinema e soprattutto da Lost in poi, i serial possono regalare al pubblico una qualità che fino a qualche anno fa potevamo soltanto immaginare, sul piccolo schermo.
    E ben venga se è così.

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  7. Anche io non amo la serialità. Per i motivi che dici tu, e infatti le serie tv che ho visto- aparte la squadra e the shield- le ho viste perchè i miei amici mi mettevano tutte le puntate su un dvd . Di modo che io vedessi una serie in una botta sola.
    Detto questo:condivido anche quello che dici sul legame cinema -tv,ma in ottica italiana. Nel senso che ultimamente da noi al cinema ,e parlo di spettatori medi, vanno gente cresciuta con la mediocrità di certi nostri prodotti tv . Quindi si è perso un po' di magia, di senso del rito collettivo. Questo è vero.

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    1. Ma infatti io non dico che la colpa è esclusivamente dei serial... il cinema ha le sue brave responsabilità nella disaffezione del pubblico, e restando nel nostro ambito territoriale devo purtroppo darti ragione: lo spettatore medio italiano è, ahimè, molto più ignorante e debosciato dello spettatore medio della maggior parte degli altri paesi civili... su questo non ci piove. Le colpe vanno ricercate nella politica, nella nostra indole, il discorso ci porterebbe lontano. E non sarebbe felice :(

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  8. anch'io non sono di quelli delle serie, ma otto puntate da 50 minuti tutte insieme di roba buona sono come un film lungo (molto).

    lasciare il divano per il cinema mi sembra comunque cosa buona e giusta, una forma di salutare ginnastica...

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    1. Concordo in pieno... soprattutto sulla ginnastica! :)

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  9. @ Silvia, Silvia Azzaroli e James Ford:
    Condivido in toto quello che avete scritto, anche con indubbia passione, però il discorso su cui volevo portarvi era un altro e forse non mi sono spiegato. Ovvero: credo ciecamente, e non ho alcun motivo di dubitarne, che certi serial siano di una qualità ben superiore e di gran lunga più interessanti e culturalmente elevati di tanta immondizia che passa al cinema... e come ho scritto anche sopra, credo che il cinema abbia le sue brave colpe nella disaffezione del pubblico e nell'emorragia delle sale. Su questo non ci piove. Così come credo che i serial tv più belli sicuramente educhino lo spettatore a formarsi il gusto e un suo modo di vedere le cose.
    Però... il problema è un altro, e rimane. Ed è un problema SOCIALE, che reputo importante. Le serie tv creano dipendenza (per ammissione degli stessi sostenitori) e giocoforza allontanano il pubblico dalle sale cinematografiche. E questo non è un bene, perchè il cinema è un'arte, ed ha un modo di fruizione ben diverso dalla tv, e DEVE sopravvivere! Quello che temo io è che il successo sempre crescente delle serie tv faccia perdere allo spettatore la cognizione dell'arte cinematografica... che, cioè, tenda a fare di ogni erba un fascio e reputare ogni strumento diverso dalla sala (tv, computer, telefonino, proiettore) come adatto in egual modo alla visione di un film. E questo non è vero, perchè la visione di un FILM (non una serie tv) al cinema non è paragonabile a nessun altro dei modelli di cui sopra. Il cinema è aggregazione, socialità, sentimento, emozione, romanticismo... se queste qualità vengono meno sparisce il cinema. Se ognuno se ne sta in casa propria a vedersi un bellissimo serial tv davanti al proprio apparecchio, magari ne guadagna in cultura (e non è poco, certo) ma si allontana dal mondo, dalla gente, diventa più solo. Non a caso la solitudine è una delle cause di infelicità più diffuse dell'era moderna.
    Forse sono stato troppo apocalittico, forse esagero, ma credo che a lungo termine il pericolo esista. E del resto non è un pericolo 'nuovo', la 'guerra' tra cinema e tv risale (perlappunto) dalla nascita della tv, secoli fa ormai... ma le condizioni sono sempre le stesse.

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    1. Ehm io invece avevo capito bene quello che avevi detto Sauro, ma mi sa che un po' dei miei lunghi commenti si è perso un po' per strada. Ti riposto alcune cose:
      "Prima cosa: anche io, come te, preferirò sempre la magia delle luci che si abbassano, della condivisione con tante persone, magari anche sconosciute (sì ho provato anche ad andare al cinema da sola per vari film a cui tenevo), del grande schermo che sembra che ti abbraccia e ti coinvolge totalmente. Io sarò sempre una cinema addicted. Il cinema quello vero da tanto e ti lascia addosso tante di quelle emozioni, non solo legate al film che hai visto, ma all'ambiente dove lo hai visto, difficilmente comparabile. Mi ricordo ad esempio che vidi Harry Potter e Il principe mezzo sangue(lo feci per un'amica: non sono una fan del maghetto lo sai) in una sala molto bella di Roma, con dei sedili stile salotto e poi eravamo vicino a Villa Borghese e passammo il resto del pomeriggio nel parco del museo. Vabbè scusa la digressione."

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    2. p.s: mi rendo conto che avevo scritto così tanto che qualcosa potrebbe essere sfuggito eh ;) .

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    3. No, Silvia. Non mi è sfuggito. Semplicemente parlavo in generale e non sul piano personale. Ergo: so bene che te, come me e come tutte le persone che frequentano questo blog capiscono benissimo la differenza tra vedere un film al cinema o guardarselo in tv. Ma noi siamo 'appassionati', siamo 'cinefili', e (nel bene o nel male) non facciamo parte di quel 'pubblico medio' che si sta disaffezionando dalle sale cinematografiche.
      Ma se escludiamo per un attimo 'quelli come noi', che (purtroppo!) non sono la maggioranza tra quelli che vanno al cinema, rimane una stragrande fetta di pubblico per cui la scomparsa (estremizzo, è chiaro!) della sala cinematografica non costituirebbe un trauma, a differenza del sottoscritto.
      Ed è con questi che dobbiamo raffrontarci per dibattiti come questo...

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    4. Per me sarebbe sì un trauma hai ragione, Sauro. Comunque non farti fregare e inizia guardando il Doctor Who iniziato nel 2005: non te ne pentirai fidati. Tra l'altro fino ehm alla quarta stagione sono quasi tutti episodi autoconclusivi, almeno così mi han detto: io ho iniziato ieri la terza, con i miei tempi già biblici di suo e con il fatto del giornale, mi sa che riuscirò a mettermi in pari (leggi arrivare alla fine della settima) giusto giusto per Agosto/Settembre^^.

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    5. cioè in tempo per l'arrivo dell'ottava, ma non ci metterei la mano sul fuoco :p

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    6. Dopo questo tuo commento di chiarimento credo di aver capito molto meglio il "succo" del tuo post e posso dirti di condividerlo in gran parte. Cito dal tuo commento la parte nella quale mi trovi più d'accordo: "Il cinema è aggregazione, socialità, sentimento, emozione, romanticismo... se queste qualità vengono meno sparisce il cinema. Se ognuno se ne sta in casa propria a vedersi un bellissimo serial tv davanti al proprio apparecchio, magari ne guadagna in cultura (e non è poco, certo) ma si allontana dal mondo, dalla gente, diventa più solo. Non a caso la solitudine è una delle cause di infelicità più diffuse dell'era moderna."... purtroppo questo è tutto vero. Io seguo un bel pò di serie tv, ma con mio dispiacere non riesco quasi mai a discuterne con i miei amici "in carne ed ossa", magari perchè non le guardano oppure ne preferiscono altre. Mi ritrovo quindi a scrivere commenti in proposito su blog, FB, forum: la condivisione "virtuale" è comunque valida, interessante e appagante, ma sempre "manca qualcosa". Ed è esattamente quel qualcosa che trovo invece al cinema, quando esco dalla sala e quel film appena visto insieme ad altre persone non solo è oggetto di discussione viva, ma già dal giorno dopo andrà a fare parte di ricordi condivisi, esperienze vissute insieme a cui fare riferimento, qualcosa che ha un valore aggiunto rispetto a un "prodotto" consumato e vissuto nel proprio privato sul divano. Amerò sempre le serie tv (io amo proprio la concezione di serialità, i personaggi e le loro vicende mi "accompagnano" per lunghi periodi e questo mi piace tantissimo), ma concordo con te che il rischio di "impoverimento sociale" è alto e probabilmente lo stiamo già sperimentando. Oppure, facendo ipotesi futuristiche, dobbiamo pensare che le cose semplicemente si stanno evolvendo e le "comunità virtuali" sono l'evoluzione del pubblico in sala? Forse questo stesso blog e questi stessi commenti ne sono la prova? Non ho risposte precise, ma la questione è complessa e affascinante... e, come scritto in commenti più sotto, probabilmente "Her" è molto più vicino di quanto si pensi. P.s. Complimenti a te per aver dato avvio a questa bella discussione!!

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    7. Cara Silvia, questo è il motivo essenziale per cui, malgrado tutto (e di motivi ce ne sarebbero tanti, credimi!) continuo a frequentare i festival del cinema: ogni anno prendo le mie ferie per andare a Venezia, quando posso vado a Locarno, i miei sogni restano Berlino e Cannes... capisco la domanda che mi fanno, bonariamente, i miei amici e colleghi di lavoro: perchè spendere tempo e soldi per vedere film che dopo qualche settimana o qualche mese puoi vedere al cinema? La risposta è semplice: perchè ai festival si può CONDIVIDERE la passione, si può stare a parlare di cinema per ore con persone che non conosci ma che sono animate dal tuo stesso 'fuoco sacro' :) per una settimana vivi in un mondo 'amico', popolato da gente affine, e sono persone VERE con le quali spesso nascono belle amicizie. Questo è l'aspetto SOCIALE del cinema, ed è per questo che mi fa paura un futuro fatto di tecnologia on-demand, film da scaricare sul mega-impianto di casa... sì, il futuro disegnato da 'Her' è molto più prossimo di quanto c'immaginiamo, purtroppo.
      Voglio darti un consiglio cinefilo: se non l'hai visto, guardati 'The Social Network' di Fincher. E' un film sottovalutatissimo, scambiato per 'quello che racconta le origini di facebook' ma in realtà è molto di più. E' un film epocale, credimi, nel senso letterale del temine.
      Un caro saluto, e grazie ancora per i complimenti!

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    8. Hai ragione, concordo su tutto quanto... ma io voglio essere fiduciosa, e credere che nessuna tecnologia riuscirà mai davvero a sostituire i rapporti umani. "Her" infatti è visto con inquietudine e mostra un paradosso... o almeno me lo auguro! Siamo troppo tradizionalisti? Mille grazie del consiglio su "The Sociale Network" che in effetti non ho visto, lo guarderò al più presto! Buon primo maggio!

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    9. Buon primo maggio anche a te! :)

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  10. Da serial addicted capisco bene la tua paura di entrare in un circolo vizioso pieno di ansia, stress e pericolo spoiler, credo sia impossibile uscirne!
    Ma pur vedendomi una serie a settimana, rimango legata al buon cinema, cercando di vederlo sempre in sala (tranne quando è da preferirgli la versione originale o la programmazione non aiuta). E pure le serie, a dirla tutta, detesto guardarle sul piccolo schermo del computer, avvalendomi del mio fido cavo hdm1 per gustarmele sulla tv a più pollici.

    Detto questo, sì, gli sceneggiatori seriali sono molti passi avanti, e non a caso molti di quelli cinematografici, per non parlare degli attori, non snobbano più il piccolo schermo!

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    1. Non ho dubbi su quello che stai dicendo, Lisa... ti credo in parola.
      Ma, come rispondevo poco sopra a Silvia, noi (nel senso noi blogger, noi appassionati, noi cinefili incalliti... :) ) non siamo purtroppo la maggioranza degli spettatori: ed è proprio quel 'pubblico medio' che, nel bene e nel male, determina i gusti del futuro...

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  11. Per quanto anch'io sia assolutamente convinta che i film vanno visti al cinema, ritengo che come dice jean jacques il progresso sia ormai irreversibile: le nuove tecnologie prospettano molteplici forme di visione e, com'è ovvio, il processo non si può fermare. Dovremo abituarci e rivedere le nostre convinzioni. Da quando esiste il mondo, è il progresso che cambia gli uomini e non viceversa. E questo vale anche per il cinema.

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    1. Che dirti Helena, la parte razionale di me sa bene che hai perfettamente ragione... ma la mia parte 'sentimentale' si rifiuta di accettarlo, e credo che quando ci saremo abituati a qualcosa di diverso dal cinema sarà un giorno sbagliato (come direbbe Toni Servillo/Titta De Girolamo). E spero che quel giorno sia il più lontano possibile :)

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  12. Come sempre Sauro, riesci ad alimentare la discussione sul tuo blog.

    Anch'io non sono un grande patito di serie Tv, ma le più famose me le sono sparate: in ordine i Soprano (abbandonata), Lost (abbandonata), Breaking Bad (vista per la prima volta nel 2010, ben prima che diventasse celebre, è stata anche la prima che ho visto dall'inizio alla fine: il motivo? è la migliore), Boardwalk Empire (abbandonata), The Killing, Homeland (abbandonata).

    La mia idea è che il cinema inteso come dici tu (sala cinematografica), se non morirà, diventerà qualcos'altro che non sarà romantico per te ma probabilmente lo sarà per qualcuno tra qualche generazione. Sull'idea da te espressa secondo cui "sono più che mai convinto che il proliferare delle serie tv non faccia bene al cinema. Lascio a voi la discussione se questo sia più o meno giusto" penso che non abbia senso parlare di giusto o sbagliato; il cinema ha imboccato quella direzione perchè il mondo ha imboccato quella direzione, e, giusta o sbagliata che sia, è una direzione irreversibile. Ad imboccare questa direzione sono infatti come dice Lisa bravi registi che se ne vanno dal grande schermo perchè non lo trovano più un terreno fertile.

    Detto ciò, anche io parlo poco di serie Tv. Non perchè non mi piacciono, anzi: quest'anno ho apprezzato True Detective più di qualsiasi film uscito finora da gennaio. Non riesco, però a paragonarlo con un film. Breaking Bad è un capolavoro di scrittura e tensione, rappresenta l'evoluzione di un personaggio attraverso dettagli sparpagliati nel corso di anni: Ma chiedimi se preferisco 50 ore di Breaking Bad a 2 ore di Michael Mann, ti rispondo The Heat tutta la vita. E' una cosa unica del cinema, che non c'è nella serialità e che secondo me va al di là della fruizione (la sala cinematografica), che crea un mondo di echi e risonanze in un tempo estremamente ridotto; insomma il regista della serie tv ha sempre modo di cavarsela, dovendo diluire una narrazione in tempi lunghissimi (seriali); tutto (troppo) è nella mano degli sceneggiatori, che di fatto fanno il bello e il cattivo gioco (puoi avere Orson Welles a girare una serie, ma se non è scritta bene, chissenefrega se c'è Orson Welles dietro la mdp?). Amo invece il cinema perchè è "puro": il regista deve far stare tutto in uno spazio ridotto, non ha una seconda chance, deve narrare attraverso l'inquadratura, deve comprimere e salvare l'essenza in poche parole, se non addirittura senza parole. Il discorso è lungo...


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    1. Stefano... non posso dirti che una cosa: GRAZIE!
      In pratica con questo intervento hai fatto un sunto incontestabile di tutto questo dibattito. Non ho niente da aggiungere, davvero: salvo il fatto che tu e Lisa siete di una generazione dopo la mia, e credo che la cosa conti. Indubbiamente siete molto più aperti verso il futuro di quanto non lo sia io. Però... insomma, a questo punto comincio a credere (e temere) che il futuro prospettato da 'Her' sia davvero molto meno astratto di quello che si pensa. Insomma, magari tra 20, 30 o cinquant'anni ci sarà qualcosa di tecnicamente più bello del cinema, ma ho l'impressione che soffriremo tutti molto la solitudine... una cosa che personalmente mi fa molta paura. Ecco, spero solo di non arrivarci :)

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  13. Certamente quello della sala cinematografica é un fascino indiscutibile. Le considerazioni che hai fatto sono valide... Personalmente ho imparato ad apprezzare alcune serie di ultima generazione dal dopo Lost fino al Trono di spade. A volte si scoprono tesori rimandendo sulla poltrona di casa. Questione di gusti, di tempo e di solidi, come giustamente facevi notare. Penso che il confine tra cinema e tv sia più sottile che mai, ma l'espressività creativa di un lungometraggio nato per il grande schermo non ha nulla da temere, almeno ad oggi é ancora così credo..

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    1. Io spero di non aver dato l'impressione, con questo pezzo, di essere in qualche modo 'ostile' alle serie tv... non sia mai! Lo ripeto fino allo sfinimento: sono perfettamente d'accordo che si possono scoprire tesori stando comodamente seduti sulla poltrona di casa. Esattamente come sono convinto che la televisione non è affatto quel 'mostro' cattivo come lo si vuole dipingere... in tv ci sono cose belle e cose brutte, proprio come al cinema, e non ho dubbi che molte serie tv siano di livello più che elevato.
      Il mio discorso era orientato più che altro verso l'aspetto 'sociale' della questione: perchè ritengo, magari sbagliando, che stando per troppo tempo seduti comodamente sulla poltrona si finisca per uscire sempre meno di casa, rinunciando a quel valore aggregante e a quell'autentico piacere che regala il cinema (non solo, quindi, dal punto di vista tecnico-stilistico, ma proprio per il gusto di uscire di casa con amici, farsi un aperitivo, vedersi un buon film in una bella sala e dopo la visione starsene magari per tutto il tempo a discutere di ciò che si è visto). Ecco, credo che la televisione tutto questo non possa farlo, e per me è una cosa parecchio importante... grazie mille per il commento!

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  14. Saurin, come dice una blogger qui, metti tutto su dvd e sparati qualche serie (tipo 'Breaking Bad' o 'Game of thrones'...anche se il libro è tutta 'n altra cosa!!!!much better! :-) ) in una lunga uggiosa domenica piovosa...così tutta la tensione la scarichi nell'episodio successivo e la droga dura solo per una settimana o giù di lì ;-) Certo, devi prepararti al contraccolpo di quella successiva, quando niente avrà più senso ;-) Ma del resto, è come il post immersione in un film da cui non vorresti mai uscire, o quando un libro che ami giunge alla fine...insomma, per me le serie sono sullo stesso piano, e non ruberanno la scena al cinema...almeno per i cinefili, che comunque temo fossero siano e restino pochi, serie o non serie...E poi cos'è quest'ultimo tuo commento che in un mondo alla 'Her' preferisci non arrivarci?!?!?! ma come, non vuoi provare quei pantaloni fantastici e vivere in un mondo color pastello????? ;-) Se dici ancora una volta che sei di un'altra generazione vengo lì e ti picchio!!!! :-P Un abbraccissimo! r

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    1. Cara anonima :) ne abbiamo parlato anche a voce della 'questione' e mi sa che finirò per darti retta... ma sì, un giorno mi sparerò una serie tv dopo l'altra e morirò felice, un po' come ne 'La grande abbuffata' !! :)
      Scherzi a parte, capisco quello che dici ma... ai miei dubbi ti sei risposta da sola: purtroppo (e sottolineo purtroppo) i cinefili veri sono sempre troppo, troppo pochi. Io, te, coloro che leggono questo blog sono ben consapevoli del valore di vedere un film al cinema. Ma gli altri? La (grande?) maggioranza? Non ne sono mica tanto sicuro, sai... però anche vero che il mio pessimismo è proprio di quelli 'cosmici' :) mi auguro proprio che tu abbia ragione!
      Un abbraccio grande!

      p.s. di pantaloni 'fantastici' come quelli di Her ce ne sono parecchi nel mio armadio... :) si dice 'fantastici' per non dire 'demodè'. E credo che nel vestire non esista uno più 'demodè' del sottoscritto! E vabbè :))

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  16. Ciao! Te ne consiglio una: true detective. Non è una serie tv ma un film di otto ore diviso in otto puntate da un'ora ciascuna. Come interpreti principali ci sono Matthew McConaguhey e Woody Harrelson. Le puntate sono state trasmesse su HBO tra febbraio e marzo e ti assicuro che ne vale la pena. Anche perchè non ci saranno più questi attori nella prossima stagione e la storia sarà diversa. Fidati è un prodotto di qualità. Anche io non guardo molte serie tv, soprattutto se la tirano per le lunghe o se interrompono la puntata sul più bello e mi tocca attendere un'intera settimana prima di vedere la prossima.

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    1. Mi fido! D'altronde con due 'pezzi da novanta' come quelli come potrei non farlo? La HBO è una garanzia per certe cose e ti credo in parola... grazie del consiglio davvero: il bello di questa discussione è che, grazie soprattutto a voi, mi si è aperto un mondo sulle serie tv. Di questo non posso che ringraziarvi sentitamente!

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