mercoledì 16 luglio 2014

LE COSE BELLE

(id.)
di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno (Italia, 2013)
con Enzo Della Volpe, Fabio Rippa, Adele Serra, Silvana Sorbetti
durata: 88 min.


Napoli, 1999. Agostino Ferrente e Giovanni Piperno girano un documentario per la Rai, si chiama Intervista a mia madre: a quattro ragazzini dei quartieri popolari, all'epoca quattordicenni, viene chiesto come immaginano il loro futuro... Enzo, che canta nei ristoranti col padre, medita di iscriversi al conservatorio e diventare musicista. Adele, che ama il ballo, sogna il mondo dello spettacolo. Silvana vorrebbe fare la modella e arrivare vergine al matrimonio. Fabio invece non ha le idee molto chiare ma è una forza della natura, disposto a tutto.

Napoli, 2011. La stessa troupe di allora, a dodici anni di distanza, torna nella città partenopea per ricercare quei ragazzi, per scoprire cosa fanno adesso e che fine hanno fatto i loro sogni e le loro speranze...

'Tante cose belle' è l'augurio che a Napoli, come ci dice il documentario, viene fatto a mo' di saluto, quasi un esorcismo per allontanare le paure e le brutture della vita, che ci sono eccome. E viene pronunciato in italiano anzichè in dialetto, affinchè tutti lo possano capire: perchè tutti hanno diritto ad assaporare il bello, o quantomeno a sorridere. Anche in un contesto difficile, drammatico come quello di una città che ha seppellito i loro sogni, rubato loro la speranza. 'La felicità non esiste', dice la mamma di Adele: ci sono solo attimi di gioia, momenti di serenità in una realtà che non consente illusioni. Lo dicono i cumuli di rifiuti ammassati lungo le strade nella più totale indifferenza, le case laide e sgarrupate, lo sguardo basso di chi ormai con quella normalità è abituato a conviverci.

Le cose belle, lo diciamo subito, è un film magnifico nella sua mostruosità: i due registi seguono passo passo gli interpreti di questo dramma sociale, che non è affatto un reality: qui non ci sono le atmosfere oniriche e compassionevoli alla Garrone, ma neppure vittimismo e commiserazione. E' uno spaccato lacerante e alienante di un mondo inimmaginabile, che ti riempie di rabbia e impotenza: la cosa che più ti fa impressione è l'incredibile spreco di tante energie, illusioni, potenzialità enormi, presenti ma destinate a restare inespresse per tutta la vita. E allora t'incazzi ancora di più, specialmente ripensando a quelli che ti dicono 'se vuoi ce la puoi fare', che 'dipende tutto da te', che 'siamo gli unici padroni del nostro destino'.

Balle. Nessuno è padrone del suo destino se non viene messo in condizione di esserlo. In certi contesti, ma pure nella società di oggi in generale (il film, è bene chiarirlo, non è contro Napoli e i napoletani) non c'è la possibilità di avere fiducia nel futuro. Non ce la possiamo permettere. E un film, come diciamo sempre, non può cambiare la vita di nessuno... però Le cose belle un gran merito ce l'ha: come dicono i due registi "un documentario non può modificare la realtà, ma i protagonisti attraverso questo film possono essere più consapevoli di quante cose belle scaturiscano dalle loro esistenze, nonostante tutto".

Il nome di Agostino Ferrente ai più sarà sconosciuto, ma a lui si deve la realizzazione di uno dei più bei documentari visti nell'ultimo decennio, L'orchestra di Piazza Vittorio (presentato con incredibile successo al Festival di Locarno del 2006), storia di un gruppo di musicisti multietnici che si riuniscono per salvare un vecchio cinema in disuso... Le cose belle, girato insieme a Giovanni Piperno, non ha per ovvi motivi la stessa vitalità e lo stesso ritmo, ma è un altro gioiellino che merita tutta la fortuna possibile. Probabilmente la distribuzione non gli renderà merito, ma se amate il buon cinema cercatelo e parlatene: farete del bene a voi stessi e a coloro cui consiglierete di vederlo.

4 commenti:

  1. questo in un modo o nell'altro lo vedrò. Ottima recensione,ciao!

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  2. Gran pezzo per quello che pare un gran film.
    Me lo segno.

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  3. Mai sentito: ma è possibile che certi capolavori non ci sia proprio verso di vederli????
    Mauro

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  4. E' un film straordinario, anche questo (purtroppo) praticamente invisibile, che ti fa tirar fuori tutte le emozioni, la rabbia, lo sdegno, l'ammirazione per delle persone coraggiose che, malgrado tutto, non perdono la voglia di combattere.
    Cercatelo, vedetelo, parlatene e fatene parlare: certi film ormai funzionano solo grazie al passaparola degli appassionati... e devo ringraziare il cinema del mio paese (faccio nome e cognome - se lo merita - il Teatro Politeama di Poggibonsi - Siena) che ha avuto il coraggio di proiettarlo, in piena calura estiva e con i mondiali di calcio nel mezzo. Unica sala in tutta la Toscana: onore al merito!

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