martedì 26 agosto 2014

MARINA

(id.)
di Stijn Coninx (Belgio, 2013)
con Matteo Simoni, Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Evelien Bosmans
durata: 118 min.


"Mi sono innamorato di Marina, una ragazza mora ma carina..." chissà cosa direbbero le femministe di oggi di quel 'ma', innocentemente piazzato lì per ragioni di metrica: era la fine degli anni '50 e all'epoca nessuno ci faceva caso, e tutti cantavano questa famosa hit di Rocco Granata, umile emigrante italiano andato in Belgio per lavorare in miniera e tenacemente attaccato al proprio sogno: che non era tanto quello di fare soldi e diventare famoso (cosa che poi avvenne) quanto quello di non sentirsi più emarginato in una terra straniera e ostile. "Quando entro in un negozio è come se fossi invisibile, ma se suono su un palco allora tutti mi guardano", racconta il giovane Rocco a sua mamma, più disponibile del padre, severo e orgoglioso, ad assecondare gli slanci di quel figlio che ama suonare la fisarmonica e esprimersi attraverso la musica...

Marina, stiamo parlando del film, è la biografia romanzata di Granata, in pratica racconta la genesi della celebre canzone attraverso i ricordi del suo autore. Curiosamente, è il secondo film belga dell'anno che esce in Italia e anche qui troviamo protagonista una musica che arriva da fuori i confini fiamminghi. Ma siamo ben lontani dal pietismo ricattatorio e moralista di Alabama Monroe: questa pellicola di Stijn Coninx è certamente meno d'autore ma molto più popolare e vicina al pubblico. E in questo caso 'popolare' non è una parolaccia, dal momento che anche la musica di Rocco Granata era, per definizione, popolare e semplice: in quegli anni c'erano già (o stavano per arrivare) i Beatles e i Rolling Stones a scaldare gli animi degli adolescenti, e certo la sua non era la musica più raffinata e apprezzata dalla critica, eppure le note di Marina si ascoltavano dappertutto, dai juke-box, alle balere, in radio... merito della genuinità di un autore che, lui per primo, aveva assaggiato la miseria e la povertà e sapeva rispettare il suo pubblico. Marina diventò in pochissimo tempo l'inno degli italiani nel mondo, un successo di fama planetaria.

Certo fa un po' specie constatare che un film del genere sia stato prodotto e realizzato in Belgio, seppure con un cast (quasi) tutto italiano: segno tangibile che certe tematiche oggi 'scomode' (immigrazione, razzismo, indigenza) sono molto più sentite in un paese piccolo e da sempre collettore di immigrazione ma, evidentemente, ben più sensibile e tollerante del nostro... cosa che non ci fa onore dal momento che semmai dovrebbe essere il contrario, ovvero l'Italia (da sempre terra di emigranti) a conoscere i valori dell'integrazione e della fratellanza: come accade infatti oggi a chi arriva nel nostro paese, all'epoca erano gli italiani ad essere considerati feccia del mondo, manodopera rozza e a basso costo per compiere i mestieri più umili e faticosi, senza la minima speranza di un futuro migliore. Per loro non c'erano nè diritti nè dignità, non c'erano sicurezza e benessere (il film ricorda la tragedia di Marcinelle, che costò la vita a 262 minatori, più della metà italiani) e soprattutto erano condannati a restare per sempre ai margini della società, a quell'invisibilità dalla quale il giovane Rocco cercherà di sfuggire per tutta la vita.

Il film di Coninx è esattamente come la canzone che celebra: semplice, a tratti ingenuo, per certi versi sdolcinato e un po' troppo favolistico, ma sincero e sentito, e comunque capace di emozionare il pubblico. E' un film che ti fa anche capire e apprezzare il mestiere di musicista, e scoprire quanta storia e quanta umanità (e sofferenza) possano esserci, a volte, dietro un brano apparentemente romantico e spensierato. Merito degli attori, in primis del giovane Matteo Simoni, bella faccia e bella scoperta, capace di tener testa ad autentici 'mostri sacri' come Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro (che interpretano i suoi genitori). Il 75enne Rocco Granata, quello vero, non ha voluto rinunciare ad un piccolo ma significativo cameo: in un ideale passaggio di consegne, è lui il titolare del negozio che vende al piccolo Rocco, quello della fiction, la fisarmonica per partecipare al concorso. L'inizio della sua carriera


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