giovedì 11 dicembre 2014

MOMMY


(id.)
di Xavier Dolan (Canada, 2014)
con Antoine-Olivier Pilon, Anne Dorval, Suzanne Clément
durata: 140 min.


Compiaciuto? Può essere. Autoreferenziale? Forse un pochino sì. Ruffiano? Innegabilmente. D'altronde come potrebbe non esserlo l'ultimo film di un ragazzino prodigio che a 25 anni ha già diretto cinque lungometraggi (tutti selezionati per i maggiori festival del mondo) e si è pure aggiudicato il Gran Premio della Giuria a Cannes? Insomma, a 25 anni se si è bravi è lecito essere anche un po' sbruffoni: lo era anche Orson Welles quando più o meno alla stessa età diresse Quarto Potere... intendiamoci, nessuno si sogna di paragonare Xavier Dolan a Orson Welles (pur se entrambi scrivono, dirigono, producono e a volte anche interpretano i propri lavori) e nessuno pensa che Mommy cambierà la storia del cinema: semplicemente, dico che quando si è giovani e talentuosi non è un delitto sgomitare per ottenere un posto al sole. Anzi, forse è doveroso farlo.

Naturalmente, il fatto che Dolan sia bravo e abbia talento da vendere non significa che Mommy sia immune da difetti: anzi, ne ha eccome. E' un film sovraccarico, eccitato, in certi punti quasi isterico come il suo protagonista. Procede per accumulo di scene madri, spesso disordinate, qualche volta perdendo di vista la narrazione, infarcito di una colonna sonora (questa sì, davvero ruffianissima e terribilmente kitsch) che alterna Lana Del Rey a Ludovico Einaudi, e perfino Andrea Bocelli e Giorgia... eppure, questo è il miracolo, mai una volta si ha la sensazione di una deriva retorica e pietistica della storia, mai una volta ci sentiamo infastiditi da come ci viene raccontata una vicenda drammatica ed edulcorata, in cui il rischio di speculare sul dolore è sempre dietro l'angolo. Invece Mommy è un film assolutamente sincero, che emoziona e impressiona per l'esuberanza e la franchezza con la quale Dolan si propone al proprio pubblico, mettendosi a nudo e rischiando in prima persona in una pellicola, per certi versi, molto. molto personale.

Lo stesso regista, del resto, ha ammesso più di una volta che il personaggio di Steve (il ragazzo quindicenne protagonista del film, affetto da nevrosi e iperattività) è per certi versi autobiografico, pur sottolineando che "lui ha una malattia mentale, io no". Racconta Dolan di come il cinema gli sia servito "per incanalare la rabbia e sentirmi vivo, rimarcando che "per me fare film è come respirare". A differenza del piccolo Steve, che invece scarica la sua rabbia incontrollabile verso chiunque gli capiti a tiro: che sia la madre Diane, ultraquarantenne vedova spiantata, scurrile, eppure piena d'amore per il figlio, oppure per la balbuziente Kyla, la vicina di casa, timida insegnante in aspettativa che sarà subito conquistata dall'umanità e dal dolore di quel ragazzo problematico eppure, a suo modo, incredibilmente affettuoso e riconoscente.
 
Mommy nelle sue quasi due ore e mezza di lunghezza non parla d'altro se non dell'esistenza complicata e senza vie d'uscita di queste tre persone, indissolubilmente legate l'una all'altra. La scelta di girare il film nell'insolito formato 1:1 potrebbe sembrare a prima vista un vezzo, un furbo esercizio di stile, salvo poi farci ricredere quando ci accorgiamo che quell'immagine quadrata, così compressa a centro schermo, rappresenta proprio la condizione umana dei tre protagonisti, soffocati da una realtà claustrofobica e opprimente, vissuta però senza piangersi addosso: la vera forza di Mommy sta infatti nella prorompente vitalità che sprigiona, una (s)carica di energia e positività che contagia lo spettatore, regalandogli momenti di commozione assoluta e genuina.

Così. nella scena più emblematica del film, quando un eccitato Steve percorre dentro al carrello della spesa il vialetto di casa sulle note sparate di Wonderwall degli Oasis, e con le mani 'spinge' letteralmente ai lati le bande nere dello schermo, allargandolo e riportandolo per pochi istanti in 16:9 (trovata efficacissima per descrivere la serenità effimera del protagonista, fatta di pochi attimi) nessuno, davvero, pensa alla 'sfacciataggine' e alla ruffianeria del gesto. Analogamente, quando la madre di Steve, in macchina, sogna ad occhi aperti la vita futura del figlio immaginandola radiosa e felice (mentre in sottofondo ascoltiamo la musica di Einaudi), è praticamente impossibile trattenere le lacrime... Mommy è un concentrato di emozioni forti che sbalordisce, provoca, colpisce al cuore. Non sarà un capolavoro, non sappiamo se Dolan 'da grande' diventerà un grande regista o si svenderà ai guadagni facili, ma per ora film come questo ce li teniamo stretti. Perchè è cinema allo stato puro.
Semplicemente.

  

31 commenti:

  1. La mia curiosità adesso si concentra sulla scena dei 16:9. Vorrei vedere come si incastra col film stesso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, bella curiosità! :) in effetti è una delle scene più discusse del film: molti, forse anche legittimamente, l'hanno trovata ruffiana e fin troppo 'accattivante', quasi provocatoria per un 'critico' di professione... io mi limito solo a dire che è efficacissima, e che 'arriva' immediatamente al cuore dello spettatore. Una 'genialata' o una 'furbata', a seconda di come la si guarda, però centra perfettamente l'obiettivo!

      Elimina
  2. Dannazione... e io di suo ho visto solo l'esordio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io sono indietro con la filmografia di Nolan: ho visto solo 'Tom à la ferme', l'anno scorso a Venezia. Ma questo, direi, è molto più bello.

      Elimina
    2. Alla fine, col mio solito ritardo, l'ho visto e... devo dire che ne sono rimasto decisamente colpito! ;)

      Elimina
    3. Il "quando" non importa, non c'è nessuna "gara" per recensire prima i film... l'importante è non privarsi della visione di una pellicola (e di un regista) assolutamente da non perdere!

      Elimina
  3. Condivido in pieno la tua recensione. Film importante e direi necessario sui rapporti genitori-figli, anche alla luce dei fatti tragici di questi giorni (che, non lo nego, mi hanno invogliata ancor di più alla visione).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già. Essere genitori è difficile, difficilissimo... dico solo questo. Non parlo dei fatti di cronaca nera perchè, personalmente, cerco di evitare ogni discussione al riguardo, in quanto parlarne genera solo ulteriore morbosità. Però hai ragione: questo film insegna molto anche da questo punto di vista. Grazie per il commento. Ci voleva, direi :)

      Elimina
  4. Kris un'ottima recensione , fatta di particolari che sinceramente mi chiedevo , ma sapevo dare scarse risposte tipo, il formato dello schermo..Ottima spiegazione...
    La musica sarà anche kitsch , ma scelta bene e al punto giusto, gli attori bravi, il regista ha tutto tranne che dell'esordiente..e speriamo prosegua ...mi è piaciuto in parole povere..e siccome "ti amo.... ti seguo" e mi sono iscritta sperando in un tuo gradito ricambio!
    Grazie e un abbraccio forte!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Piacere mio, Nella! E' vero, la musica è molto kitsch ma adatta al film... le colonne sonore, del resto, non andrebbero mai separate dalle immagini: ascoltare una colonna sonora in cuffia nel lettore cd ha poco senso, perchè la musica da film è un tutt'uno con il film stesso.
      Detto questo, mi sono iscritto anch'io al tuo bel blog! In materia musicale sono ben poco competente e quindi mi servirà parecchio. Un abbraccio anche a te!

      Elimina
    2. Mio caro KElvin , che piacere averti tra i miei amici, non sai quanto..scusa il ritardo nel risponderti ma sono incominciati i miei esami medici quadrimestrali e il tempo spesso è tiranno...
      Sono felice io di colmare le mie lacune cinematografiche, per altro materia che amo alla follia, spero , da parte mia di esserti di aiuto...
      Vado a salvare il tuo blog tra i preferiti!
      Un bacio semifestivo! ..e grazie ancora di cuore!

      Elimina
    3. Ma figurati... quale ritardo? Grazie a te! :)

      Elimina
  5. L'entusiasmo verso questo film è virale, sono molto curiosa di vederlo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proprio così: Dolan sta diventando regista 'cult' a soli 25 anni: si brucerà o diventerà 'grande'? Lo scopriremo solo vivendo... fammi sapere che ne pensi, se ti va!

      Elimina
  6. A quanto pare, allora i 50 km sono valsi la pena ;)
    Noto che più o meno ne abbiamo tratto le stesse conclusioni, anche per quanto concerne il fattore musicale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ne è valsa proprio la pena! Riguardo la musica, è chiaro che la colonna sonora non è certo memorabile... però in fin dei conti è adeguata al film e ai personaggi, è kitsch come loro. Non so se questo sia il miglior Dolan, tu mi dici di no e ti credo in parola, cercherò di recuperare gli altri titoli. Però lo ritengo senza dubbio superiore a 'Tom à la ferme', l'unico altro che ho visto. 'Mommy' è un film perfetto ma terribilmente efficace!

      Elimina
  7. qualcuno cercherà qualche virgola fuori posto, qualcuno qualche nota stonata, prima di tutto questo film è Cinema, con la C maiuscola :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente d'accordo! Cinema allo stato puro... le critiche lasciamole pure ai 'critici' di professione! :)

      Elimina
  8. Tre vite rinchiuse in un quadrato, sole, con i loro problemi. La sofferenza è utile soltanto se sappiamo reagire ad essa. Questo film ne è la prova.

    RispondiElimina
  9. Film sopravvalutatissimo!

    RispondiElimina
  10. Noto, con grande piacere, un buon numero di commenti e visite per un film che, almeno in Italia, è difficilissimo da vedere causa una distribuzione davvero ridicola: nella mia regione erano solo due (DUE!) le sale che lo proiettavano, e una cinquantina credo nel resto del paese... un paio di cose mi sento di dire: la prima, che Dolan è già un regista 'di culto' ad appena venticinque anni (soprattutto per le nuove generazioni) ed è lecito aspettarsi un radioso futuro. Tutti lo aspettano al varco ma lui non se ne preoccupa affatto. E fa bene. La seconda, che ormai la crisi del cinema di qualità nel nostro paese si acuisce sempre più, complice la scomparsa di molte monosale (specialmente storiche) che non possono più permettersi gli alti costi dei proiettori digitali (e per le quali lo Stato non ha mosso un dito) e preferiscono chiudere. Così, si moltiplicano i multiplex (che, per ovvie ragioni, proiettano solo film commerciali) e si riducono gli spazi per il cinema d'essai. Io per vedere Mommy ho dovuto farmi quasi 50 km ma quanti hanno i mezzi e la voglia per fare altrettanto?

    RispondiElimina
  11. Ciao Kelvin, ti rispondo qui al commento che hai lasciato dalle mie parti.Cinema allo stato puro, ha perfettamente ragione. Che sia pieno di difetti è fuori discussione...Ma è proprio il suo essere efficace a discapito dell'essere profondamente imperfetto che lo rende un grande film. Dolan ha fatto ancora una volta il "suo" film con l'entusiasmo di un ragazzino, ma stavolta è riuscito, rispetto ai film dell'esordio, a creare un qualcosa capace di arrivare nel profondo ad un gran numero di spettatori. Le due scene che citi, specialmente quella del sogno ad occhi aperti della madre sono splendide. Chissenefrega se non sarà un film capace di cambiare la storia del cinema, resta uno dei film più riusciti di questo 2014, denso a livello di contenuti e di emozioni. Per questo sono pienamente d'accordo: teniamocelo stretto!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido pienamente: Dolan, per evidenti ragioni anagrafiche, non ha mai studiato cinema ma è stato 'fagocitato' da esso (era sul set fin da bambino) e quindi è un 'autodidatta': non c'è da stupirsi se i suoi film sono tecnicamente imperfetti, quella che conta è la SUA personale visione del cinema. Che è assolutamente personale. Per migliorare lo stile e la tecnica ha tutta la vita davanti... per adesso guardiamo la 'sostanza' dei suoi lavori, che è splendida!

      Elimina
  12. P.s: mi aspettavo una migliore distribuzione per un film come questo...si autoriale ma molto più vicino al cinema "commerciale" che al cinema d'essai...davvero strano che sia distribuito così male. ANch'io ho dovuto farmi km e km per vederlo, ma ne è valsa la pena eccome!!

    RispondiElimina
  13. Anche dalle mie parti nessuna traccia :((

    RispondiElimina
  14. Bella rece entusiastica, se uscirà a Londra lo pescherò volentieri! ;)

    RispondiElimina
  15. Arrivo solo ora, ma arrivo.
    I difetti che gli hai trovato li condivido, la colonna sonora è effettivamente troppo ruffiana, soprattutto per un Dolan che ci ha abituato a ben altro a livello musicale.
    Ma io gli son passata sopra, le emozioni, le risate e le lacrime che mi han trasmesso il film, oltre che un lato tecnico da applausi, li fanno dimenticare in fretta, e forse servono solo a coinvolgere di più.
    Come ti scrivono sopra, l'unico peccato è che solo ora che viene distribuito, lo è stato fatto così male, e lo dico da una delle poche fortunate, miracolo, ad averlo avuto a 10 minuti da casa.

    RispondiElimina
  16. La penso esattamente come te, cara Lisa: le 'ruffianerie' di 'Mommy' non mi hanno affatto disturbato, anzi. Contribuiscono a rendere più emozionante e umana una storia semplicissima e bella. Bentornata!

    RispondiElimina
  17. Recensione perfetta, non riesco nemmeno a trovare una riga dove poter controbattere qualcosa (tranne in quel ruffiano semmai).
    Abbiamo scritto frasi quasi identiche tipo "il rischio di speculare sul dolore è sempre dietro l'angolo".

    E la scena del sogno ad occhi aperti beh, per me è tra le 5 dell'anno

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la scena del sogno è favolosa... puro cinema, pura emozione. Che altro dire? :D

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...