martedì 2 giugno 2015

FORZA MAGGIORE

(Force majeure)
di Ruben Oestlund (Svezia, 2014)
con Johannes Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Kristofer Hivju, Fanni Metelius, Vincent Wettergren, Clara Wettergren
durata: 118 minuti


Una coppia con figli sta trascorrendo il primo giorno di vacanza in un residence di alta montagna. Durante il pranzo al ristorante, una valanga artificiale si stacca dalla parete nevosa e precipita giù, fino a pochi centimetri dai tavoli. Poco importa se trattasi di una valanga "controllata", il panico è autentico: e mentre Edda, la moglie, atterrita, pensa a come mettere i figli al sicuro, Tomas, il marito, raccoglie il suo smartphone e se la dà a gambe levate, incurante perfino delle grida dei bambini. Il giorno dopo i due proveranno a spiegarsi, ma la loro relazione non sarà mai più come prima...

E' sufficiente un episodio del genere, UN solo episodio, in una situazione estrema, a rovinare per sempre un rapporto di coppia? Oppure, al contrario, è possibile ignorarlo facendo finta di nulla, come se nulla fosse successo? E' quello che si chiede lo svedese Ruben Oestlund, ex regista di eventi sportivi, nel suo ultimo (bellissimo) film. La struttura di Forza maggiore è tutta qui, e la regìa di Oestlund è davvero straordinaria nell'imbastire una pellicola di due ore che ruota tutta intorno, appunto, ad un unico, determinante episodio, mantenendo per tutta la durata una tensione emotiva e nervosa che cresce di pari passo con la curiosità (forse morbosa) dello spettatore, anche lui messo alla prova da una situazione che potrebbe benissimo verificarsi nella vita di tutti i giorni.

Forza maggiore esplora le dinamiche intime e famigliari di una coppia apparentemente "normale" ma, allo stesso tempo, pone interrogativi importanti su temi "universali" quali la difficoltà di comunicazione, i ruoli all'interno della famiglia, la drammaticità della scoperta dei propri punti deboli, il tutto corredato da un'accuratezza stilistica impressionante: l'alternanza dei colori e dei dialoghi (il bianco accecante della neve, l'impersonalità delle camere d'albergo, le parole sussurrate fuori dalla porta da Edda e Tomas), i continui cambi di prospettiva, la fotografia sempre livida e sfocata, mai "calda" e rassicurante, contribuiscono ad accrescere il disagio di chi guarda senza mai distoglierlo dal problema di fondo, ovvero la difficile gestione di un rapporto di coppia ormai (definitivamente?) incrinatosi: lei non si capacita del comportamento del marito, lui nega (inconsciamente o in malafede?) di essere scappato...

Leggendo varie recensioni, ho notato che molti paragonano le atmosfere di Forza maggiore con quelle di Shining (sarà per via dei corridoi dell'albergo?). Io personalmente (ma non solo io) ci ho visto invece molto del cinema di Michael Haneke, soprattutto per la "glacialità" della confezione e la teorizzazione di una società "infetta" e votata al contagio del male: nel film si vede un'altra coppia, amica di quella protagonista, che una volta venuta a conoscenza dell'accaduto sembra entrare anch'essa in crisi man mano che cerca di tirare su gli altri due... quasi come se l'incomunicabilità diventasse virale, assioma tipico del regista austriaco. Unica concessione all'ottimismo, ma al contempo anche unica nota stonata del film, un pre-finale posticcio e scontato, forse imposto dalla produzione, dove Tomas ha l'occasione per redimersi con la moglie e non se la lascia sfuggire (mi fermo qui per evitare spoiler). Ma è davvero l'unica caduta di ritmo in una pellicola tesa, coinvolgente, di rara intensità. In Svezia non si produce molto cinema, ma c'è davvero tanto di buono.


7 commenti:

  1. A me ha convinto molto meno, gli ho dato poco più della sufficienza.
    All'inizio è anche piuttosto chiaro l'intento e il messaggio e mi intrigava, ma poi ad un certo punto parte per la tangente. Il finale secondo me è decisamente incomprensibile.
    Per esempio il pre-finale che dici tu l'ho interpretato diversamente, lì ci ho visto moglie e marito che, in accordo, tutti e due consapevoli di quel che stanno facendo, trovano un modo per risettarsi sul loro modello di famiglia ideale.

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    1. Io mi riferivo al fatto (spoiler) che trovo un po' troppo facile la situazione della moglie che si perde nella nebbia, viene recuperata dal marito e... tutti vissero felici e contenti! Tutto torna come prima. E' senz'altro un modo per 'resettarsi' sul loro ideale di famiglia, come dici, ma non credo che lei l'abbia fatto apposta. Sul finale sono rimasto anch'io un po' interdetto, ma nel complesso il film mi è piaciuto molto, anche perchè è raro trovare pellicole che 'scandagliano' sui rapporti di coppia così a fondo (pur con i loro difetti)

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    2. capisco, ma sono pignola, se il finale mi perplime non va bene ;-P
      non voglio rimanere con un "e quindi?"

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    3. Dal tuo punto di vista, non fa una piega ;)

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    4. per fortuna, conservo un barlume di coerenza ;-)

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  2. il finale ha scontentato un pochino anche me...se cattiveria doveva essere allora doveva essere fino in fondo.Ottimo film, comunque, bellissima scoperta.

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    1. Sì. Peccato che dalla Svezia arrivi così poco nei nostri cinema...

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