giovedì 17 settembre 2015

PAGELLE VENEZIANE /1 - FUORI CONCORSO E SEZIONI COLLATERALI


"Blackmass", di Scott Cooper
Come ogni anno, prima del "pagellone" definitivo sul Concorso veneziano (che arriverà domani) diamo uno sguardo anche alle categorie collaterali, purtroppo mai così "battute" come dovrebbero dal sottoscritto per motivi di tempo e logistici (leggi orari accavallati e corse frenetiche da una sala all'altra), che però sfornano sempre titoli interessanti e spesso meritevoli anche della vetrina principale. Questi sono solo alcuni esempi tra quelli che sono riuscito a vedere...


BAGNOLI JUNGLE (di Antonio Capuano - Settimana della Critica) 
Tre episodi, tre generazioni, tre modi di vivere (o sopravvivere) nel quartiere napoletano di Bagnoli, coacervo di ordinaria (dis) umanità in una città, al solito, teatro di enormi contrasti e sviscerate emozioni: e qui al calore del popolo partenopeo si contrappone il rigido silenzio dell'ecomostro dell'Italsider, ormai dismesso ma sempre opprimente nella sua cupa enormità. Capuano racconta la sua città a cuore aperto, firmando (insieme a Per amor vostro di Gaudino) il più bel film italiano al Lido. Napoli caput mundi.

NON ESSERE CATTIVO (di Claudio Caligari - fuori concorso) 
La domanda è: perchè fuori concorso? L'ultimo film (postumo) del compianto Caligari meritava assolutamente la vetrina principale, se non altro per risarcire, seppur tardivamente, un cineasta sanguigno e "scomodo", rifiutato dal sistema e dai salotti "ufficiali", capace di girare film emozionanti e crudi, tanto da meritarsi l'appellativo di "Scorsese italiano". Ed è così: se fosse vissuto in America probabilmente a quest'ora l'avrebbero riempito di premi e di soldi. Andate a vederlo al cinema, finchè ci resterà. Lo amerete.

THE CHILDHOOD OF A LEADER (di Brady Corbet - Orizzonti) 
L'autentica sorpresa del concorso Orizzonti, un'opera prima tostissima e irriverente, che in molti hanno paragonato al cinema disturbante e tetro di Michael Haneke, pur se con molta ironia in più. Il racconto dell'infanzia di un futuro gerarca nazista, scandito da insopportabile tensione e musica a palla, sparata con studiata violenza. Produzione inglese e regia irriverente di un cineasta su cui è lecito scommettere. Ne riparleremo.

BLACK MASS (di Scott Cooper - fuori concorso) 
Robusto gangster-movie classico e piuttosto prevedibile, ma ben diretto e ancor meglio recitato. Un film perfetto per il fuori concorso, la cui unica star (Johnny Depp) si ricorda finalmente di essere un attore, e anche molto bravo: invecchiatosi per esigenze di scena, con calvizie e pancetta, Depp si smarca finalmente dai Pirati dei Caraibi per interpretare un ruolo da "cattivo", risultando più che convincente.

THE RETURN (di Green Zeng - Settimana della Critica) 
Arriva da Singapore questa pellicola amara e generazionale, narrante attraverso la figura di un padre di famiglia rilasciato dopo molti anni di dura prigionia la condizione sociale e umana, nel corso dei decenni, della piccola repubblica asiatica, finalmente smarcatasi dalla cupa stagione della caccia alle streghe e della repressione anticomunista. Film più importante che bello, con interpreti perfetti e qualche scivolone nel melodramma, che però non inficia l'indubbia sincerità di fondo.

DE PALMA (di Noah Baumbach e Jake Paltrow - fuori concorso) 
Un'autentica lezione di cinema in una lunga intervista, oltre due ore, in cui uno dei registi americani più importanti e amati dal pubblico sviscera i segreti di tutti i suoi capolavori, arricchendo la narrazione con aneddoti e curiosità anche "piccanti". Magari dal punto di vista filmico non è granchè, ma ascoltare un maestro del cinema ancora così umile e appassionato è pura gioia per occhi e orecchie.

LOLO (di Julie Delpy - Giornate degli Autori) 
Un filmetto carinissimo e godibile, leggero, forse l'unico del cartellone veneziano. Brava Julie Delpy a ritrarre con sguardo ironico e sbarazzino l'attuale generazione dei quarantenni (di cui anche lei fa parte) per i quali la ricerca dell'anima gemella assomiglia sempre più a una "missione impossibile"... si ride, e tanto, a patto di possedere una buona dose di auto-ironia.


10 commenti:

  1. Baumbach è veramente prolisso, 3 film in un anno! Il film di Caligari spero che lo comprano all'estero come hanno fatto per Salvo e i film di Moretti e Sorrentino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caligari meritava il Concorso alla grande! Temo però che sarà dura farlo vedere anche qui in Italia...

      Elimina
    2. Spero almeno che venga apprezzato per quel poco che si vedrà in giro. La motivazione di Barbera: metterlo in concorso e premiarlo sembrava più un risarcimento che una premiazione per meriti. Ditelo a Heat Ledger e al suo Oscar postumo. Tristezzoramaaaa!!!

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    4. Eh sì, tristezza. Considerando che in concorso c'erano film insulsi come "Equals" e "The endless river" (per fermarsi solo a questi due...)

      Elimina
  2. Quante chicce, grazie. Esce in sala The Childhood of a Leader?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero. Per il momento non mi risulta sia stato acquistato da nessuno, ma forse sull'onda dei due premi vinti a Venezia qualcuno potrebbe avere interesse a distribuirlo... me lo auguro. Sarebbe un peccato perdere un film del genere!

      Elimina
  3. Ciao
    Grazie per le post
    Mi piace molto el blog
    bellissimo!
    Baccio

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...