martedì 19 gennaio 2016

LA CORRISPONDENZA


(id.)
di Giuseppe Tornatore (Italia, 2016)
con Jeremy Irons, Olga Kurylenko
durata: 121 minuti


Per favore, non parlatemi di "sospensione dell'incredulità", vi prego. Non per questo film. Perchè La corrispondenza non è un film di fantascienza (anche se lo sembra, seppur involontariamente) e soprattutto perchè c'è un limite al buon senso anche per lo spettatore meglio disposto. Nell'ultimo film di Giuseppe Tornatore l'incredulità sta tutta nel domandarsi come sia possibile aver concepito una storia così sconclusionata e clamorosamente non plausibile, che ammicca alle nuove tecnologie delegando a queste ultime l'impossibile compito di giustificare un debolissimo castello di carte che tecnicamente dovrebbe chiamarsi sceneggiatura, ma soprattutto che bisogno c'era di ricorrere a una trama così involontariamente surreale per girare un film su un assioma vecchio quanto il mondo e, purtroppo per il regista siciliano, sempre difficile da tradurre in immagini se non si è particolarmente coinvolti e ispirati, come in questo caso.

La corrispondenza vorrebbe essere un melodramma sulla forza dell'amore, sul coinvolgimento totalizzante che questo sentimento genera in chi ne viene colpito, incurante della distanza, delle barriere fisiche, sociali o psicologiche. E già solo su questo ci sarebbe di che lavorare... ma a Tornatore non basta, e allora ecco che, coerentemente con la sua idea di cinema (questo gli va riconosciuto), appesantisce la narrazione con sconfinamenti nel thriller e nel paranormale, cercando una contaminazione tra generi che stavolta non gli riesce per niente bene come in passato (siamo lontanissimi dai tempi di Una pura formalità, ma anche dal recente La migliore offerta) e finisce per annacquare un po' tutti gli stili del racconto, compreso (colpevolmente) quello più importante, ovvero l'aspetto sentimentale.

Lo spunto del film è quello di una relazione extraconiugale come tante tra un ricco, maturo e fascinoso professore universitario (Jeremy Irons) e una sua giovane allieva fuori corso (la splendida ex-modella ucraina Olga Kurylenko, non proprio a suo agio e non proprio credibilissima come "studentessa della porta accanto"). Il loro è un rapporto a distanza e le occasioni per incontrarsi sono piuttosto rare, tuttavia la passione si manifesta attraverso una serie infinita di sms, mail, videochat e pacchetti espressi. Tutto bene finchè un giorno, per un motivo che non vi dico, il professore improvvisamente scompare, lasciando sgomenta la ragazza e continuando però nel frattempo ad inviarle messaggi e buste piuttosto "criptici" per non farle pesare l'assenza...

Il grosso problema de La corrispondenza è che questo pezzo di trama che vi ho raccontato corrisponde, all'incirca, alla prima mezz'ora del film. Dopo, lo spettatore si aspetterebbe che il mistero si infittisca, che la componente thriller-soprannaturale prenda il sopravvento preparandolo al "colpo di scena" finale, la soluzione dell'intrigo. Invece niente: nella prima mezz'ora il film esaurisce già tutti gli argomenti possibili e rivela ogni mistero, riducendosi da quel momento in avanti a un lunghissimo, improbabile ed estenuante carteggio senza costrutto tra i due protagonisti, che "ammazza" il ritmo del film e sovverte, nel peggiore dei modi, le regole del melodramma classico, affogando nella retorica senza mai coinvolgere e far trepidare chi sta dall'altra parte dello schermo.

E' proprio vero che i film d'autore, quando non riescono, sono davvero brutti: perchè alla delusione si sommano i difetti evidenti che vi ho elencato, ai quali va aggiunto anche il pessimo doppiaggio italiano che azzera completamente le differenze linguistiche e le inflessioni caratteriali dei personaggi, appiattendone ancora di più la già scarsa caratterizzazione. Non è certo la prima volta che un regista stilisticamente "schizofrenico" come Tornatore, la cui carriera è da sempre costellata da alti e bassi produttivi. crolla miseramente come in questo (pessimo) film, a cui nemmeno la partitura musicale di Ennio Morricone è sufficiente ad elevarlo a uno standard accettabile.

La sensazione è quella di una pellicola esageratamente colta e autoreferenziale, che ha il suo limite più evidente in una sceneggiatura incoerente, scritta dal regista stesso e che più di una volta (s)cade nel ridicolo involontario: nella scena in cui la bella Amy si reca da un suo amico informatico per tentare di recuperare le immagini di una memory-card caduta in acqua, sentendosi rispondere che per farlo c'è bisogno di rivolgersi AI SERVIZI SEGRETI (!!) più di una persona (compreso il sottoscritto) è stata tentata di abbandonare la sala...


16 commenti:

  1. Già il pompaggio promozionale a tappeto mi è parso insopportabile, dopo il passaggio in tv da Fazio ho pensato che per andarlo a vedere avrei richiesto un compenso minimo di 100 euro...
    Tempo e sofferenza risparmiati.
    Non mi aveva entusiasmato neanche La Miglior Offerta, mentre avevo invece apprezzato La Sconosciuta. Comunque hai pienamente ragione: stilisticamente "schizofrenico"

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    1. "Schizofrenico" dal punto di vista professionale, ovviamente, capace di passare dal kolossal magniloquente e polpettone al piccolo film di nicchia, a basso budget e più coraggioso. Questo si pone a metà, naufragando però sotto ogni punto di vista...

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  2. Di norma Tornatore non mi piace, La migliore offerta, però, mi era parso discreto.
    Mi risparmio volentieri questo.

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    1. "La migliore offerta" era un buon film (anche se il finale si capiva dopo mezz'ora, non esattamente un punto a favore per un giallo), mentre qui siamo di fronte a un pasticcio clamoroso, un tentativo confuso e sbagliato di unire più generi senza farne bene neppure uno...

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  3. avevo già patito molto "la migliore offerta " questo passo...

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    1. A me invece non era dispiaciuto "La migliore offerta"... anche se la confezione e le suggestioni travalicavano la storia pura e semplice. Ma in confronto a questo era un capolavoro!

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  4. Nonostante la mia antipatia verso il Beppe uomo, i suoi film di solito mi piacciono e "La migliore offerta" mi aveva sorpreso.
    Questo lo voglio vedere più che altro perché è stato girato in una città vicina alla mia. Un giorno ho persino visto Tornatore e Irons per strada :D

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    1. A me invece il "Beppe" uomo sta pure simpatico... mi dà l'idea di una persona umile, onesta, l'esatto contrario di questo film che è quanto di più pretenzioso e irritante ci possa essere. Anche se, lo ripeto, per quanto sbagliato è comunque un film "tornatoriano" al 100%, soprattutto per atmosfere e registro. Il che non significa, ovviamente, che sia un bel film.

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  5. Io adoro Tornatore - sono cresciuto in Sicilia e i suoi "vecchi" film sono pezzi della mia infanzia; L'uomo delle stelle, ad esempio, è stato in parte girato in un paesello in cui mio padre faceva servizio -, ma l'avventura internazionale mi lascia scettico. Ho apprezzato mediamente La migliore offerta, ma su questo non sei il primo a dirmi che non c'è speranza...

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    1. (Ad esempio, trovo che La sconosciuta, tra i suoi film più sconosciuti manco a farlo apposta, sia un thriller maiuscolo)

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    2. Anche a me è piaciuto molto "La sconosciuta", così come mi sono piaciuti (quasi) tutti i "piccoli" film di Tornatore, indipendentemente dalla nazionalità della produzione. Per questo "La corrispondenza" mi ha deluso tantissimo, non me l'aspettavo. Ma, ovviamente, un singolo film non mi fa perdere la stima di lui come regista...

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  6. La prima volta che ho visto il trailer del film, senza sapere nè il titolo nè il regista, la mia prima reazione è stata "questo anche no!".

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    1. Beata te che "riconosci" i film dai trailer!! ;)

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    2. Ah ah ah! Magari fosse vero! Mi sarei risparmiata negli anni sacchi di sole fotoniche! :)
      Però ogni tanto - e la tua recensione lo conferma - mi va bene!

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  7. Io ho un rapporto di amore/odio per Tornatore, alcuni suoi film li ho adorati, altri lo avrei preso a sberle. E anche a me è simpatico come persona, sembra davvero molto umile e generoso.
    A proposito di quello che dici della sospensione di incredulità e del buon senso dello spettatore, beh mi viene da pensare una cosa: lo spettatore accetta di farsi ingannare se c'è dietro appunto una struttura narrativa ben solida, se no è dura. E quello che dici su questo film aumenta le mie perplessità nate dal trailer. Sorvolo sul doppiaggio perché, per me, negli ultimi anni è diventato penoso. C'è un appiattimento totale.

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    1. Esatto, Silvia. La penso come te. La sospensione d'incredulità viene accettata se dietro c'è un lavoro preciso di sceneggiatura e contestualizzazione della vicenda. Se invece lo script, come in questo caso, è raffazzonato e poco plausibile, è decisamente inaccettabile. Questo, lo ripeto, senza assolutamente voler denigrare la persona di Tornatore: è soltanto la critica a un film venuto, a mio giudizio, nient'affatto bene.
      Quanto al doppiaggio, ho detto e scritto in tutte le salse che è purtroppo "un male necessario", però c'è comunque modo e modo di farlo. Grazie per il commento!

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