martedì 5 aprile 2016

RACE, IL COLORE DELLA VITTORIA

(Race)
di Stephen Hopkins (Francia/Germania/Canada, 2016)
con Stephan James, Jason Sudeikis, Jeremy Irons, Carice Van Houten
durata: 135 minuti


Attenzione al titolo originale, sottilmente ambiguo: Race non significa soltanto "gara", ma anche "razza", e la storia di Jesse Owens (il primo atleta al mondo a vincere quattro medaglie d'oro olimpiche, qui interpretato dal bravo Stephan James) è soprattutto la storia di un uomo che cerca di correre più forte del razzismo e del pregiudizio. Owens venne infatti eletto a simbolo di libertà e uguaglianza, e i suoi trionfi alle Olimpiadi di Berlino del 1936 furono presi a pretesto per celebrare la vittoria degli ideali democratici contro la propaganda nazista di Hitler. In realtà, l'America puritana e tradizionalista degli anni '30 discriminava i ne(g)ri come e peggio che in Germania, ghettizzandoli ed emarginandoli. Perfino allo stesso Owens, come testimonia l'ultima scena del film, anche dopo il trionfale rientro in patria fu impedito di entrare in un locale pubblico dall'ingresso principale...


Il biopic di Stephen Hopkins cerca di mettere in risalto proprio questa ambiguità, per fortuna senza enfatizzarne troppo i toni: ne viene fuori un film un po' "scolastico" ma corretto, onesto e scorrevole malgrado le quasi due ore e mezza di durata, e meritoriamente attento ai risvolti sociali. La pellicola sceglie, saggiamente, di raccontare solo tre anni della vita di Owens, quelli che vanno dal 1933 (l'anno in cui il giovane Jesse si iscrive al college) fino al 1936, l'anno dei trionfi e della smorfia di disappunto di Hitler. In mezzo a questi tre anni assistiamo agli sforzi del ragazzo per mantenere la sua famiglia senza rinunciare all'atletica, e anche ai sotterfugi politici di quelli che lo manovrano a sua insaputa: il Comitato Olimpico Americano deve scegliere se boicottare o no i Giochi della Germania nazista, e i favorevoli alla partecipazione vedono nel nero Owens lo strumento per demolire l'immagine dell'odiato fuhrer (succosi i camei di Jeremy Irons e William Hurt nella parte dei due dirigenti dalle visioni contrapposte)


Owens invece corre solo per se stesso, inseguendo il suo sogno di medaglie e di riscatto, sia sportivo che razziale. Otterrà il primo ma non il secondo, toccando con mano quanto sia difficile anche in una nazione apparentemente civile e democratica rimuovere i retaggi di pregiudizi odiosi e radicati. Hopkins, poco sorretto da una sceneggiatura piuttosto "molle" e scarsamente incisiva, si ispira neanche troppo velatamente a Momenti di Gloria, il titolo più famoso del genere, riprendendone quasi in toto gli aspetti più importanti: Owens, esattamente come Harold Abrahams, vuole vincere contro chi lo discrimina (il primo per il colore della pelle, il secondo per la propria religione), e per far ciò non esita a mettersi nelle mani di un allenatore professionista (Jason Sudeikis), all'epoca vietato, per centrare l'obiettivo.

La prima parte del film, quella legata alla preparazione e alle gare, abbastanza didascalica, non è che brilli per ritmo ed inventiva. Molto più interessante la seconda, ambientata in una Berlino maestosa e magniloquente, ricreata benissimo in computer-graphics. Qui entrano in scena personaggi nuovi e fondamentali per capire il contesto storico in cui ci troviamo: dal giovane rivale tedesco Luz Long (che successivamente diventerà amico di Owens, cosa che gli rovinerà la carriera) all'affascinante presenza di una giovane Leni Riefenstahl (interpretata da Carice Van Houten), l'affascinante e ambigua regista invisa a Goebbels che, sfidando il regime, dedicherà al vincitore buona parte del suo documentario Olympia, consegnando Owens alla storia.

9 commenti:

  1. Race da me non è ancora uscito, però dal 22 mi attenderà al cinema un'altra leggenda: Miles Ahead, il biopic sul mio jazzista preferito, diretto e interpretato da Don Cheadle!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Don Cheadle è un gran bell'attore! Quanto a "Race", non è un brutto film (come ho scritto sopra) ma, insomma, si può anche perdere...

      Elimina
  2. Non l'ho ancora visto ma l'idea che mi ero fatta si rispecchia molto nel tuo commento.
    Detto questo però, ho talmente tante cose arretrate che penso di doverlo tralasciare per il momento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco, Giulia: in effetti in questi ultimi due weekend sono usciti qualcosa come 23 film, un'autentica follia! E questo la dice lunga sulle logiche (si fa per dire) della distribuzione italiana...

      Elimina
  3. Visto ieri sera, mi trovi d'accordo. Non un gran ritmo, non un'eccezionale sceneggiatura, ma si fa guardare volentieri.
    (Complimenti per il blog) ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Valentina, grazie per essere passata: è un piacere! Anche il tuo blog mi piace molto, ci confronteremo spesso: per me è importante conoscere le opinioni degli altri... a presto!

      Elimina
  4. Film appena passabile secondo me, un compitino senza sbavature ma che non emoziona mai. Un bignami di storia, o meglio una "tesina" sul razzismo. Potendo scegliere c'è davvero tanto di meglio.
    D.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio... se parli in generale sì, ma nelle ultime uscite settimanali a me pare non ci sia tutta questa abbondanza. Riguardo "Race", io l'ho trovato più che sufficiente, pur riconoscendo i difetti che anche tu gli attribuisci

      Elimina
    2. Sì, parlavo in generale

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...