mercoledì 15 giugno 2016

INCOMPRESI


Gli scarsissimi risultati al botteghino di The Neon Demon hanno già scatenato il dibattito tra i cinefili: colpa del pubblico poco "cinefilo" o colpa di un regista fin troppo "visionario", poco allineato agli standard hollywoodiani? Eppure il flop di Refn è solo l'ultimissimo esempio di un elenco vecchio quanto il cinema stesso...

Li chiamiamo, appunto, "visionari", megalomani, spacconi... forse solo "marziani". O al limite incompresi (ben più di Refn, beninteso, che ancora riesce a far valere la sua aura di regista cult). Erich Von Stroheim fu il precursore di questa schiera di cineasti dalla produzione bigger then life, autori di film "immensi", nel senso letterale del termine: costosissimi, smisurati, interminabili, qualche volta capolavori, molte volte fiaschi così colossali da scrivere il fallimento della casa produttrice. Eppure senza questi film e questi registi, Hollywood e il cinema non sarebbero gli stessi. Perchè megalomania, nell'America degli Studios, può anche essere sinonimo di libertà... anche se pagata (è proprio il caso di dirlo!) a caro prezzo.


RAPACITA'  (1924)  di Erich Von Stroheim
Il primo dei film 'maledetti'. Talmente 'esagerato' da sconfinare nella leggenda... forse nessuno l'ha mai visto veramente per intero, nelle sue otto (!) ore di durata: il regista fece spostare la troupe per mezza America, da San Francisco alla Sierra Nevada, fino alla Death Valley. Si narra che gli attori patirono la fame, la sete, il caldo atroce del deserto. Ogni scena fu girata e rigirata fino allo stremo, il costo totale fu di quasi mezzo milione di dollari di allora. Una cifra spropositata, inquantificabile. Alla fine la produzione ne distribuì una versione 'bignami' di un'oretta e mezza, dai risultati disastrosi al botteghino. Eppure, ancora oggi, gli studenti della scuole di cinema fanno tesi di laurea su ciò che è rimasto di Greed...


CLEOPATRA (1963)  di Joseph L.Mankiewicz
Costato più di 40 milioni di dollari, rischiò di far fallire la 20th Century Fox... fu il film dei record: per numero di scenografie, per metri (anzi, chilometri) di pellicola impressionati, per i costumi. Per tutto. La sola Liz Taylor cambiò abiti di scena per 65 volte, e spuntò un milione di dollari (dell'epoca!) come cachet. Che poi diventarono sette con la percentuale sugli incassi.
Eppure, oggi, l'unico motivo per cui la gente si ricorda del film è per la travagliata storia d'amore della protagonista con Richard Burton, scoppiato sul set.


LA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO (1964)  di Anthony Mann
Il cast annoverava Sophia Loren, Stephen Boyd, Alec Guinness, Omar Sharif... doveva essere il kolossal indiscusso degli anni '60, destinato (secondo la produzione) a cambiare il modo di fare cinema. Baraccone bolso, lunghisismo, in realtà fu il canto del cigno del genere peplum e (purtroppo) degli studi di Cinecittà. Il suo regista morirà tre anni dopo, della pellicola se ne perderanno le tracce, malgrado gli enormi pacchi di dollari spesi in promozione e pubblicità, e perfino del passaggio al Festival di Cannes.




I CANCELLI DEL CIELO (1981)  di Michael Cimino
Dalle stelle alle stalle. Insignito tre anni prima dell'Oscar per lo splendido Il cacciatore, subito dopo il talentuoso Michael Cimino si dedicò anima e corpo nella sua opera più ardita: un'autentica epopea western dalla durata (e dai costi) smisurati: tre ore e mezza di pellicola in cui non si spara un colpo di pistola, troppo per i poco raffinati palati americani, che lo stroncarono senza pietà: costato 45 milioni di dollari ne incassò appena due, decretando il fallimento economico della casa produttrice (la United Artists) e quello professionale del regista, vittima da allora dell'ostracismo dell'establishment hollywoodiano, che dura ancora oggi (l'ultimo film di Cimino, Verso il sole, risale ormai al 1996). Considerato da molti critici un capolavoro assoluto, il film è precipitato nell'oblìo più totale...


WATERWORLD (1995)  di Kevin Costner
Dopo Balla coi lupi, il vecchio Costner credeva di essere diventato immortale come l'eroe che interpretava... vittima da delirio di onnipotenza, volle replicare il film che lo consacrò celebrità ambientandolo in un'epoca futuribile e avente come location... il mare aperto! Risultato: enormi difficoltà realizzative, interi set spazzati via dalla furia delle acque, migliaia di comparse costrette all'inattività per giorni e giorni con conseguente esponenziale incremento dei costi produttivi. Alla fine il conto fu quasi 200 miloni di dollari spesi, poi faticosamente recuperati soprattutto grazie all'home-video. Ciò però non bastò a fare di Costner un'altra illustre vittima dello spietato mondo di Hollywood. Va anche detto che l'ormai ex-divo ci mise molto del suo, producendo e dirigendo in seguito altri due kolossal non proprio riuscitissimi come Wyatt Earp e L'uomo del giorno dopo. Errare è umano, ma perseverare...


6 commenti:

  1. Che flop incredibili! Ancora oggi si registrano casi simili, magari di proporzioni meno epiche. Nella maggior parte dei casi sono anche film abbastanza poco riusciti, non tanto "Cleopatra" quanto invece "La caduta dell'Impero romano" ma pure "Waterworld". Non ho ancora visto "The Neon Demon" ma molti lo definiscono un capolavoro, altri un film scadente: pareri molto differenti. Di certo, è costato molto meno di queste altre pellicole, e per fortuna!

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    1. Sì, "The Neon Demon" è costato infinitamente meno. Quelli che ho riportato sono (volutamente) casi estremi, mi tornano utili per dimostrare quanto il cinema, da sempre, sia costellato di trionfi ma anche di catastrofi (economiche, ovviamente)

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  2. Rapacità mi manca, non ho mai avuto l'occasione di vederlo nonostante avessi dato l'esame di cinema, shame on me! Tra la lista metterei anche L'orgoglio degli Amberson, che ha segnato la fine della libertà creativa di Welles. Per quanto riguarda Cimino invece, la storia è un po' diversa, per la serie ti do' il dito e io mi prendo la mano: Cimino e gli altri movie brats (Spielberg, Lucas, Coppola per intenderci) ebbero una libertà creativa mai vista. I soldi sono soldi però e a Cimino (nonstante abbia poi fatto un capolavoro) scappò di mano il progetto, facendo fallire la United Artist che era storica, fondata da Chaplin (se non scrivo una vaccata) e Mary Pickford. Praticamente una istituzione. Praticamente il povero Cimino ha dato il colpo di grazia alla libertà creativa sua e degli altri - già capitato con Dennis Hopper che con Fuga da Hollywood fece di peggio - se non scrivo una vaccata numero 2, leggenda narra che scappò con i negativi del film per montarselo come voleva lui - dando di nuovo potere alla Major. Comunque il buon Michael è diventato uno scrittore, sempre nell'ambito dell'arte rimane! ;-)

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    1. Condivido tutto, anche le virgole. Ottima disamina :) Rapacità lo si trova facilmente in rete, anche su youtube credo... ovviamente nella versione "maltrattata" dai tagli produttivi, l'unica rimasta

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    2. Grazie, sei sempre troppo gentile! Mi sa che la versione maltrattata sia quella ufficiale, purtroppo. W i film incompresi! :)

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  3. Ho visto solo "Waterworld", che viene mandato spesso in tv. Da picoclo mi piaceva molto, ammetto... ^^'

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