martedì 19 luglio 2016

NIENTE DA NASCONDERE

(Caché)
di Michael Haneke (Francia/Austria, 2005)
con Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Maurice Benichou, Walid Afkir
durata: 117 minuti

Chi è il misterioso maniaco (se di maniaco si tratta) che perseguita una benestante famiglia parigina recapitandogli strane videocassette contenenti riprese della propria intimità? Come ci si può sentire ad essere spiati da un "nemico" ignoto, invisibile, che non chiede niente in cambio ma mette inesorabilmente a dura prova il sistema nervoso? Michael Haneke è un vero genio, un genio del male, che si serve della macchina da presa per condurci in un vero e proprio inferno dantesco, un museo dell'orrore in cui siamo tutti vittime e carnefici, prigionieri del nostro benessere e delle nostre convinzioni, che ci porteranno all'autodistruzione... Niente da nascondere è il film-simbolo di questi giorni impazziti, un'agghiacciante e lucidissima spiegazione, di gran lunga migliore di qualsiasi talk-show, dell'inumana violenza cui stiamo assistendo.

George Laurent (un sempre meraviglioso Daniel Auteuil, attore immenso, capace di recitare attraverso i silenzi, cosa sempre difficilissima...) è un giornalista televisivo che conduce un programma sui libri. E' apparentemente felice e realizzato: ha una bella casa e una bella famiglia (la moglie AnnJuliette Binoche - lavora nell'editoria, il loro figlio dodicenne è una promessa del nuoto e fan di Eminem), ha amici altolocati, una buona posizione sociale e denaro in quantità. Eppure c'è qualcosa che lo tormenta, di notte, svegliandolo e facendolo sudare freddo: sono i ricordi (o meglio, gli incubi) di un'infanzia difficile, in cui un bambino suo coetaneo, Majid, figlio di immigrati algerini, lo impauriva e lo vessava bullandosi di lui. Così George, per autodifesa, fu costretto a inventarsi una bugia terribile per far portar via il ragazzo e farlo rinchiudere in un orfanotrofio, rovinandogli per sempre la vita...

Ma al passato non si può sfuggire, nemmeno inconsapevolmente: decenni dopo, quelle misteriose videocassette faranno riaffiorare il rimorso di quanto accaduto, una brutta storia di cui ora dovrà rendere conto. Una di quelle cassette condurrà George in un'altra Parigi, quella delle banlieues, dei poveracci: in una misera stanza condominiale incontrerà di nuovo Majid, incolpandolo di stalking e minacciandolo di nuovo esattamente come tanti anni prima. Non ci vuole molto a capire che Majid rappresenta quella parte di mondo che oggi terrorizza l'occidente, un occidente impaurito da una violenza che esso stesso ha provocato in nome di una presunta superiorità economica, intellettuale e morale, e che ha cercato di rimuovere mettendo lo sporco sotto il tappeto, fingendo di dimenticare.

La figura odiosa e impaurita di George è l'emblema di un mondo sempre più violento e ipocrita, che rifiuta di riconoscere le proprie responsabilità ragionando con la testa del più forte: noi siamo più ricchi, più potenti, più intelligenti, e quindi possiamo fare quello che ci pare. Sono gli altri che hanno torto, a prescindere. Niente da nascondere è un viaggio alla ricerca delle origini di quel terrorismo che oggi dilania l'occidente opulento e insensibile, incapace di fare autocritica sulle colpe di un passato che riemerge. Un passato fatto di sopraffazione, violenza, disprezzo dei più deboli: tutti abbiamo le nostre colpe, anche individuali, ogni volta che cerchiamo di ripulirci la coscienza accendendo candele o sbandierando la nostra, personalissima, democrazia.

Film doloroso, intimamente devastante (come tutti quelli di Haneke), soffocante nel suo finale aperto: attenzione all'ultimissima scena, sulla quale si possono aprire dibattiti infiniti sul "come andrà a finire": ognuno, a seconda della propria indole, può vederci un raggio di speranza o un futuro ancora più sinistro. Ma forse, dopo tutto, non ha nemmeno tutta questa importanza...


p.s. ancora una volta, sarcasticamente, facciamo i complimenti ai distributori italiani: il titolo scelto, Niente da nascondere, ha un significato esattamente opposto rispetto a quello originale...


4 commenti:

  1. Film devastante, come ogni pellicola di Haneke. La tua riflessione è davvero interessante e, dopo averci pensato su, anche una delle più azzeccate.

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    1. Mi piacerebbe, se avessi tempo :( fare una bella rassegna su tutti i film di Haneke (che sto rivedendo in questi giorni). Una delle menti più lucide sui mali del nostro tempo, cineasta rigoroso, gelido, straordinario nel decantare l'inferno dei tempi moderni.

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  2. Recensione faziosa e fuorviante.
    Il film è altro, e non necessita di interpretazioni forzose e di parte. Chi ne godrà capirà. Alla faccia dei recensori da gulag

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    1. Non capisco, sinceramente, la violenza di questo commento e come e perchè sarei fazioso... ti invito (senza polemica) a fornirmi la tua interpretazione, pacatamente, al fine di poterci confrontare.

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