lunedì 26 settembre 2016

QUESTI GIORNI

(id.)
di Giuseppe Piccioni (Italia, 2016)
con Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina La Caselle, Margherita Buy, Filippo Timi, Sergio Rubini
durata: 120 minuti


E' difficile, praticamente impossibile raccontare quanti inutili stereotipi ci siano in un film irrisolto e inconcludente come Questi Giorni: dal road-movie al film adolescenziale, dal "viaggio di formazione" al melodramma privato, dalla pellicola malin-comica ai singoli personaggi interpretati dalle quattro protagoniste, che davvero non potevano essere più caricaturali e innaturali di così...

Ma andiamo con ordine: Questi Giorni è (o almeno vorrebbe essere) un film sul viaggio, il classico viaggio per conoscersi, ritrovarsi e scoprire i propri limiti, il solito spartiacque tra giovinezza e maturità. Ad intraprenderlo sono quattro giovani donne, quattro amiche dirette verso Belgrado, dove una di loro pare decisa a stabilirvisi e lavorare. Tutto appare già visto e ampiamente prevedibile in questo maldestro film di Giuseppe Piccioni, che riesce nell'impresa poco lusinghiera di accumulare luoghi comuni dall'inizio alla fine, trasformando un road-movie già poco avvincente di suo in un noiosissimo e pretenzioso drammetto minimalista, così minimalista da rasentare il vuoto assoluto, sia di idee che di contenuti.

Un film stanco e nato già vecchio, malgrado la giovane età delle protagoniste. Del tutto privo della freschezza e dell'ingenuità tipica di queste pellicole e, anzi, al contrario, molto serioso e assurdamente convinto del suo status "autoriale". Un film di plastica, finto e davvero poco credibile, che mette in scena quattro figure femminili lontanissime dal reale (difficile capire se ciò sia dovuto alla scarsa qualità della sceneggiatura o della recitazione, probabilmente a entrambe) che paiono estratte da una fiction televisiva pomeridiana: peccato però che le massaie non vadano al cinema, e che il cinema sia (purtroppo per Piccioni, che pure in passato aveva girato anche cose buone) distante davvero anni-luce da questo pastrocchio simil-giovanilista.

Così, tra siparietti di ordinaria sub-cultura delle periferie, sguardi languidi dal finestrino dell'automobile (ad evocare non si capisce bene cosa), flemmatici momenti di intimità che allungano a dismisura una pellicola che si spinge incautamente fino al limite delle due ore (oggettivamente troppe), ravvivata (si fa per dire) solo da un paio di telefonatissimi colpi di scena (uno a metà film, l'altro alla fine, ma lo spettatore ha già capito tutto fin dai primi minuti), ci si chiede davvero quale sia il fine e il target di riferimento di un'operazione di questo tipo, costruita evidentemente a tavolino per uno sfruttamento commerciale di cui però dubito fortemente (e che spiega anche i penosi camei di Margherita Buy e Filippo Timi, buttati nella mischia solo per portare al cinema qualche misero spettatore in più).

Questi Giorni non è altro che la rappresentazione, emblematica, di tutti i peggiori difetti che affliggono una certa fetta del cinema italiano, quella degli autori spocchiosi e fintamente umili, che non girano commedie perchè troppo nazional-popolari e si rifugiano in questi tristi filmetti radical-chic convinti di abbagliare la critica (che per fortuna ci casca sempre meno). Attenzione però a non identificare questo cinema con tutto il cinema italiano, come qualche articolista poco serio prova ciclicamente a fare (l'argomento "crisi del cinema italiano" ha sempre parecchio seguito sui giornali). Il cinema italiano sa essere anche ben altro, e non necessariamente frequenta Venezia...

8 commenti:

  1. Già ero scarsamente interessato a questo film...
    la tua recensione ha sciolto il cadavere in una vasca di acido
    TOTALE: non lo andrò a vedere manco se mi pagano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah ah! Sei stato abbastanza esplicito! :)
      Io comunque, per l'ennesima volta, consiglio sempre di vederli i film perchè i gusti sono gusti e non si mai... magari potrebbe stupirti! :)

      Elimina
  2. La conferma di quanto ho letto anche ieri e che mi ha fatto desistere nonostante fosse in programma proprio nel cinema sotto casa.
    Mymovies sempre meno affidabile: 3 stelle e mezzo!?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso dirti che nella media/voti dei critici presenti a Venezia (pubblicata da Ciak) si trovava al 18.mo posto su 20. Poi, se su MyMovies vogliono fare gli alternativi...

      Elimina
  3. Il cinema italiano rischia di morire di minimalismo. E lo dice una che certo non difende il mainstream. Però a vedere certe pellicole ci si irrita, hai pienamente ragione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Minimalismo non vuol dire assenza di contenuti. La differenza sta tutta qui. Non ho mai giudicato i film in base al budget ma a ciò che trasmettono, e qui siamo quasi a zero...

      Elimina
  4. Risposte
    1. Non è questione di cattiveria! Cerco, anzi, di essere più obiettivo possibile. Però mi pare giusto dire le cose pane al pane e vino al vino quando è necessario. Tutto qui. :)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...