venerdì 18 novembre 2016

ANIMALI NOTTURNI

(Nocturnal animals)
regia: Tom Ford (Usa, 2016)
cast: Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher
sceneggiatura: Tom Ford
fotografia: Seamus McGarvey
scenografia: Shane Valentino
montaggio: Joan Sobel
musica: Abel Korzeniowski
durata: 116 minuti
giudizio: 

trama: La gallerista Susan Morrow si vede recapitare inaspettatamente la bozza di un romanzo da parte del suo ex marito, che le chiede un'opinione prima di mandarlo in stampa. Trattasi di una storia cupa, violenta e, secondo Susan, esplicitamente autobiografica. Così, la donna piomberà di nuovo nella paura e vedrà riaprirsi le ferite che mandarono all'aria il suo primo matrimonio.  


dico la mia: Lo aspettavano tutti al varco, e lui non ha assolutamente deluso a quella che era a tutti gli effetti la sua prova di maturità: Venezia porta fortuna a Tom Ford, che dimostra di essere autore vero e capace di stroncare ogni pregiudizio (anche se, per chi scrive, qualsiasi pregiudizio non aveva ragione di esistere già sette anni orsono, all'epoca del bellissimo debutto, sempre al Lido, con A single man). La cosa più ovvia, ma nel contempo anche più sorprendente, è che il cinema dello stilista Tom Ford è davvero una diretta propaggine della sua "occupazione" principale, cioè la moda: con molto coraggio, infatti, Ford trasferisce il suo gusto estetico e la ricerca dell'eleganza  a una propria, personalissima visione cinematografica, evitando però abilmente di cadere nella trappola, perfino ovvia, di un formalismo vuoto e fine a se stesso.

Il cinema di Tom Ford è cinema autentico, dove la perfezione stilistica e l'eleganza formale sono parti essenziali del suo talento espressivo, il linguaggio usato dal regista per comunicare con lo spettatore. Lo si era già visto in A single man (dove la compostezza, l'austerità e la rigidità estetica del protagonista riflettevano tutto il disagio e il dolore trattenuto di un uomo ormai stanco della vita), e ancora di più lo notiamo e lo apprezziamo in Animali Notturni, un noir molto particolare, metecinematografico, un thriller dentro un altro thriller (uno reale, uno romanzato) dove man mano che la storia procede e si ingarbuglia ci rendiamo conto dell'importanza della "cornice", chiave di volta in un film tutto basato sulle apparenze e sulle dissolvenze...

Di più ovviamente non si può dire, per non rovinarvi il gusto della visione (è pur sempre un thriller, seppure sui generis). Vi basti sapere però che la perfezione delle inquadrature, dei dettagli, dei colori, delle sfumature, sono parti essenziali di un'estetica filmica che ha il compito preciso di far immergere lo spettatore in un mondo finto, ovattato, per inebriarlo e allontanarlo dalla verità. Esattamente come fa la protagonista (la splendida Amy Adams), donna ambigua a dir poco, che sotto i vestiti, le acconciature e i modi formali e meccanici cela la vera parte di sè.

Susan Morrow è infatti una gallerista di successo, eppure scontenta di una vita fatta solo di apparenze e paillettes: disprezza il suo lavoro, il suo ambiente, le persone (finte) che le stanno intorno. Non è giovanissima ma nemmeno troppo "vecchia" per rischiare un cambiamento, e quando l'occasione le si presenterà, sotto forma di uno "strano" manoscritto inviatole dell'ex marito, che irrompe così nuovamente nella sua esistenza, e dalla trama fin troppo familiare, dovrà decidere se ignorarlo oppure buttarsi a capofitto in una torbida avventura dalla quale, ovviamente, non potrà poi tornare indietro.

Animali Notturni non è emotivamente toccante come A single man, e formalmente assomiglia molto di più a un buon prodotto di genere. Non è un film che punta al climax dello spettatore, anzi direi che fa esattamente l'opposto: cerca fin dalle prime battute di confonderlo, quasi di "allontanarlo" dalla verità, mettendogli davanti situazioni sgradevoli e inaspettate (emblematici, a tal punto, anche i soli titoli di testa). Eppure questo film pare fatto apposta per mettere in guardia lo spettatore dall'ambiguità umana, per mostragli come si possa manipolare la verità e di come le persone possano essere false e subdole a seconda del momento, per pura convenienza.

E' un po' lo specchio dei nostri tempi, come hanno spiegato i protagonisti nella conferenza stampa del Lido (dove il film si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria). Ottime le prove attoriali sia di Amy Adams che di Jake Gyllenhaal, ma alla fine il più bravo di tutti è il "solito" Michael Shannon, uno dei talenti più fulgidi e "liberi" dell'ultima generazione...

14 commenti:

  1. Tom Ford non delude, no, proprio no.
    È veramente una pellicola elegante, anche nel suo essere western a tratti, anche in quell'inizio indeminticabile, con un lato tecnico che fa applaudire.
    Più di Shannon, però, i miei occhi sono stati solo per Jake, e al di là della bellezza nei flashback, è sempre più bravo.

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    1. Sì: l'inizio, i titoli di testa sono da antologia... purtroppo (causa spoiler) non posso rivelare nulla, e quindi spero che più gente possibile vada a vederlo! Riguardo Gyllenhaal condivido che ha avuto una crescita professionale importante, è innegabile. Però Michael Shannon è un vero "animale di razza", specialmente in questo tipo di ruoli. Forse la sparo grossa ma... a me ricorda tanto il primo Jack Nicholson! ;D

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  2. Hai ragione, l'estetica in Ford è puro cinema: lui parla per immagini e coinvolge con l'occhio della cinepresa. Attenzione, per estetica non intendo solo il "bello" ma lo sguardo in generale: la sequenza iniziale che tu giustamente hai citato è stupenda e sgradevole allo stesso tempo, assolutamente simbolica. Bellissimo film.

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    1. Condivido in toto. L'estetica per Ford non è un "vezzo" ma un modo di esprimersi. Anzi, "IL" suo modo di esprimersi.

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  3. E' proprio un film "bello" da vedere, di una purezza grafica impressionante! Hai ragione: l'estetica per ford è il mezzo per esprimersi, esattamente come per le proprie creazioni di moda. Splendido. Per ora il miglior film dell'anno (almeno per me)

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    1. E' ancora presto per dire se sia il miglior film (io parlo dell'anno "cinematografico", quello che inizia a settembre), ma di sicuro entrerà nella lista dei "top" :D

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  4. Lui non è per nulla tra i miei registi favoriti, ma sono molto, molto curioso di questo film.
    Specie dopo la tua recensione.

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    1. Beh, ha fatto solo due film quindi per me è un po' presto parlare di regista piùo meno "favorito"... io posso dirti che mi sono piaciuti entrambi. Molto. Aspetto il tuo commento!

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  5. La sua estetica è pari a quella di Greenaway, e come il regista inglese, riesce a mettere anche della 'materia', e che materia! Mi da' l'impressione che voglia mettere su pellicola libri che probabilmente ha amato e che immaginava durante la lettura. E' bravo in quello che fa perché ama ciò che fa! ;)

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    1. Vero. Assolutamente sorprendente...e assolutamente geniale: ormai due "indizi" fanno più che una prova!

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  6. Sarà il mio prossimo film al cinema, spero in settimana. Mi incuriosisce molto e avendo amato A single man mi fido di Ford e della sua capacità di unire tristezza e stile, profondità ed eleganza formale, di fare film chicchissimi ma anche shockanti.

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    1. Questo, dal punto di vista emotivo, è sicuramente meno coinvolgente di "A single man". In apparenza sembra un classico thriller, ma poi man mano che passano i minuti ci accorgiamo di essere di fronte a un film molto complesso e ben più stratificato rispetto al precedente (dove, innegabilmente, il climax della storia e la splendida prestazione di Colin Firth facevano passare in secondo piano la regia). Questa era la prova della maturità per Ford e direi che l'ha superata alla grande.
      Aspetto comunque la tua opinione :D

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  7. Visto ieri sera e ci sto ancora pensando.
    Davvero, in un periodo in cui avevo poca voglia di guardare e parlare di film, una pellicola simile ci voleva proprio!

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    1. Indubbiamente non lascia indifferenti... del resto, per Ford l'estetica è tutto!

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