venerdì 21 luglio 2017

TIRANDO LE SOMME : COMMENTO "RAGIONATO" ALLA STAGIONE 2016 - 2017

"La Bella e la Bestia"
L'anno del dopo-Zalone diventa l' annus horribilis del box-office italiano. Certo, si sapeva che l' exploit del comico pugliese avrebbe "drogato" il mercato e che le cifre della scorsa stagione sarebbero state irripetibili, ma alla resa dei conti il bilancio 2016/17 è nettamente il peggiore degli ultimi cinque anni...


Del resto basta mettere a confronto le classifiche (qui quella dell'anno passato) per rimarcare le differenze: Zalone a parte, vediamo che quest'anno un solo film (La Bella e la Bestia) è riuscito a superare la fatidica soglia dei 20 milioni di euro (mentre l'anno scorso erano ben in quattro a superare i 25) a testimonianza di un fenomeno che ancora in pochi riescono ad ammettere, ovvero che la Zalone-manìa funge da effetto moltiplicatore verso il pubblico. Che cosa significa? Semplice, che quando c'è un titolo che trascina al cinema moltitudini di persone, anche gli altri film ne traggono vantaggio. In parole povere: Zalone riesce a far tornare alla gente la voglia di frequentare le sale. E scusate se è poco.

Quest'anno invece, come detto, il risveglio è stato brusco. Colpa di un'offerta ormai sempre più standardizzata e sempre meno eterogenea, e soprattutto della battaglia impari verso lo streaming (legale o illegale) che d'ora in poi sarà il vero problema degli anni a venire. Con questo non voglio dire che Netflix diventerà il serial-killer delle sale cinematografiche, ma è innegabile che queste nuove forme di fruizione del cinema stiano rivoluzionando non solo il mercato ma anche, o soprattutto, la concezione stessa di intendere il cinema. E a parer mio non è un bene: sta cambiando (purtroppo, mi sento di affermare) la percezione del film come prodotto destinato alla sala. Per le nuove generazioni vedere un film al cinema, in tv, sul pc o sul telefonino è praticamente la stessa cosa, e questo si ripercuote ovviamente sui numeri che vediamo sotto. L'argomento è serio e complesso, e avremo senz'altro modo di riparlarne in futuro.

"Fast and Furious 8"
C'è però un altro grande assente in questa classifica, vale a dire il cinema italiano. E qui le note si fanno non dolenti ma dolentissime: per la prima volta dal 2010 nessun film tricolore entra nella top-ten stagionale, e se escludiamo le poche pellicole comunque di successo (L'ora legale, Mister Felicità) ci rendiamo conto che il cinema di casa nostra fa ormai sempre più fatica a conquistare il pubblico: a parte le citate eccezioni, nessun altro film italiano riesce più nemmeno ad avvicinarsi alla soglia "fisiologica" dei 5 milioni di euro.

 Perfino i sequel di pellicole importanti o piccoli cult (come Smetto quando voglio o In guerra per amore) ottengono risultati tutt'altro che lusinghieri. Per non parlare di film d'autore come La tenerezza, Fortunata o Rosso Istanbul, che troviamo tutti dopo il 60. posto (per due milioncini scarsi di incasso). Grida vendetta anche il risultato di Sole cuore amore di Daniele Vicari (per chi scrive il miglior film italiano della stagione, e non solo...) : 130mila euro incassati in due settimane scarse di programmazione, distribuito malamente in un'ottantina di sale.

"Pirati dei Caraibi", la vendetta di Salazar
Un tracollo, insomma. Al quale nessuno sembra interessato porre rimedio. I nostri film faticano a imporsi, a trovare spazio, ad intercettare il pubblico. Non è un problema (solo) di qualità, anzi, ma soprattutto di promozione e distribuzione. Un problema grave, che andrebbe affrontato in modo serio (e non con iniziative patetiche come il "cinema a due euro", che è stato un fallimento totale) mentre invece tutti fanno finta di niente. Si guarda la nave affondare restando inerti a riva... e intanto il mercato italiano diventa sempre più marginale e insignificante.

"Inferno"
Intendiamoci, la crisi colpisce in generale tutto il cinema di qualità. Solo La La Land e Sully riescono ad entrare nei primi venti film in classifica, per tutti gli altri è buio pesto: l'oscarizzato Moonlight è addirittura oltre il 100. posto, e non va meglio a Jackie (81.), The Founder (84.), Manchester  by the Sea (85.), Silence (90.).  Discreto invece il risultato di Arrival di Villeneuve (54. posto), mentre anche l'inossidabile Woody Allen crolla vertiginosamente (il suo Cafè Society è appena 46. con 3,5 milioni di incasso). Ma, a sorpresa, ad andare male sono stati anche molti blockbuster dichiarati come Spiderman (31 ma ancora in programmazione), La Mummia (37.), Transformers (38.), Wonder Woman (48.),  Baywatch (73.). Segno evidente che anche il pubblico meno smaliziato ha ormai fatto gli anticorpi verso format vecchi e ripetitivi (come anche i cinepanettoni) che nulla aggiungono a quanto lo spettatore si immagina...


I PRIMI VENTI INCASSI DELLA STAGIONE 2016-2017

1 -  LA BELLA E LA BESTIA           USA  DISNEY       20.482.681 €
2 -  ALLA RICERCA DI DORY           USA  DISNEY       15.170.498 €
3 -  ANIMALI FANTASTICI E DOVE...   GBR  WARNER       14.920.255 € 
4 -  CINQUANTA SFUMATURE DI NERO    USA  UNIVERSAL    14.871.827 €
5 -  FAST AND FURIOUS 8             USA  UNIVERSAL    14.686.741 €
6 -  OCEANIA                        USA  DISNEY       14.328.453 €
7 -  PETS                           USA  UNIVERSAL    13.315.982 €
8 -  INFERNO                        USA  WARNER       12.429.923 €
9 -  PIRATI DEI CARAIBI, LA VENDET  USA  WARNER       12.335.105 €
10 - SUICIDE SQUAD                  USA  WARNER       12.106.545 €
11 - L'ORA LEGALE                   ITA  MEDUSA       10.347.288 €
12 - ROGUE ONE: A STAR WARS STORY   USA  DISNEY       10.204.793 €
13 - MISTER FELICITA'               ITA  01 DISTR.    10.164.635 €
14 - COLLATERAL BEAUTY              USA  WARNER        9.453.654 €
15 - L'ERA GLACIALE: IN ROTTA DI..  USA  FOX           8.718.140 €
16 - SING                           USA  UNIVERSAL     8.705.084 €
17 - LA LA LAND                     USA  01 DISTR.     8.128.741 €
18 - DOCTOR STRANGE                 USA  DISNEY        7.330.012 €
19 - IO PRIMA DI TE                 USA  WARNER        7.077.691 €
20 - SULLY                          USA  WARNER        6.873.466 €

fonte: Cinetel

10 commenti:

  1. Lungi da me da riprendere la diatriba Netflix Vs. cinema eh! ;- )Però devo dire che lo zoccolo duro degli amanti del cinema c'è ancora (sono in vacanza e ne ho approfittato per recuperare A spasso con Bob al cinema all'aperto e ha fatto quasi il pienone. E si parla di un cinema di una città dell'hinterland milanese, mica Milano o Roma). E comunque ci sono ancora ''pezzi da 90'' come Dunkirk, Atomic Blonde, The Dark Tower e Blade Runner 2049 che arriveranno con la stagione autunnale (impensabile mettere il film di Nolan adesso anche se in Uk è uscito questo venerdì), quindi non bisogna perdersi d'animo! Per il cinema italiano, la cosa mi sorprende un pochino, pensavo che fosse un'annata buona, anche se devo dire che in UK non ho visto una pellicola sola (l'anno scorso invece un bel poker con Youth, Suburra, Il racconto dei racconti e Fuocoammare), peccato! In questo caso invece è la scarsa fruibilità/appeal: per quanto sia un grande film, Sole cuore e amore parla del precariato italiano, che nessuno sa al di là dei confini nostrani, quindi poco vendibile. Film come quelli di Vicari sono necessari, ma forse il cinema del bel paese dovrebbe essere meno 'prodotto 100% italiano' per avere un appeal all'estero, in modo da essere più appetibile anche al nostro palato nostrano!

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    1. La questione-Netflix è impossibile non riaprirla ;) e sarà oggetto di discussione non nei prossimi giorni, ma per i prossimi anni... ho intenzione di parlarne anche qui perchè il futuro del cinema passa da questo confronto. Sai come la penso: non sono ottimista, so che non si può andare contro le nuove tecnologie ma a mio avviso Netflix non aiuta affatto il cinema. Ma avremo modo di riparlarne :)

      Interessante invece il discorso sul cinema italiano, e il tuo punto di vista (cioè quello di una connazionale che vive all'estero) è molto molto importante. Quello che dici è significativo: quest'anno nessun film italiano è stato distribuito in UK, e qualcosa vorrà pur dire... siamo alle solite: in Italia sappiamo fare cinema come pochi altri al mondo, ma non siamo capaci di farlo vedere oltreconfine. Abbiamo grandi autori ma pessimi distributori, abbiamo una genialità innata ma anche una classe politica miope che investe pochissimo sulla cultura (quasi venti volte meno dei nostri "cugini" francesi, che infatti incassano venti volte più di noi, a parità di popolazione).
      Poi sì, in parte è anche vero che spesso i film italiani sono ammalati di minimalismo e parlano un linguaggio poco fruibile appena passata la dogana di Chiasso... ma non può essere solo questa la spiegazione: penso allora ai Dardenne, a Ken Loach, a Kaurismaki, a Mungiu, a Brizè, tutti gente che racconta le stesse cose che dice Vicari, però loro vanno ai festival e vincono premi. E non penso perchè sono "raccomandati"! ;)

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    2. Abbonati per un mese a Netflix e poi ne riparliamo. :-D Si e no sul fatto del linguaggio poco fruibile, anche perché alla fine vengono distribuiti all'estero il più delle volte Sorrentino e Moretti. Il primo forte dell'Oscar sa 'parlare inglese' e ha capito come funzionano le regole del cinema d'oltreoceano (anche se già lavorava con attori stranieri prima de La grande bellezza), mentre Moretti piace per il suo essere intellettuale. L'unica eccezione è Salvo, uscito qualche anno fa nei cinema di nicchia londinesi. Suburra invece ha un piglio da 'mafia movie' che può piacere anche all'estero, mentre Fuocoammare ha la spinosa tematica dei migranti che ogni paese dell'Unione Europea conosce... Per il resto è vero sappiamo fare delle commedie che gli inglesi si sognano e che sanno tenere testa ai francesi, ma siamo comunque intrappolati in un provincialismo che è difficile da abbattere (buuu Sorrentino e Garrone, w Zalone), aggravata anche dal fatto che, come dici tu, politiche miopi non sanno andare oltre e non investe in nuovi talenti e soprattutto pochi fondi per la cultura. E soprattutto sappiamo importare e non esportare, un po' come per la frutta: con tutto il ben di Dio che abbiamo, preferiamo mangiare le primizie della Spagna. Ergo, sappiamo comprare Loach, ma non sappiamo vendere Vicari. :(

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    3. Non ho nessun pregiudizio verso Netflix, anche perchè Netflix è il mezzo e non la causa di una mancanza di cultura cinematografica ormai (irrimediabilmente?) radicata nelle nuove generazioni. Non ce l'ho con lo strumento in sè, ma con le scelte aziendali (ovviamente legittime da parte loro). Far uscire i film direttamente in streaming senza il passaggio in sala significa, semplicemente, la morte della sala e di un certo modo di intendere il cinema. Magari romantico, ma che preferisco mille volte...

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  2. La televisione ha sempre osteggiato il cinema, fin da quando è nata. I tempi cambiano ma i problemi sono gli stessi: e quando c'è crisi è chiaro che la famiglia preferisce guardare i film a casa, magari scaricandoli pirata, piuttosto che spendere dieci euro in sala.

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    1. Già, pur con tecniche e modi diversi, è uno "scontro" che dura da sessant'anni...

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  3. Sempre interessantissima la tua analisi, e condivido con te la preoccupazione per il ruolo sempre più marginale per il cinema d'essai, ormai confinato solo nelle grandi città. I multiplex hanno distrutto il cinema di qualità, per lasciare spazio alla maleducazione e al puro consumismo. Ci adeguiamo sempre al peggio di ciò che offre l'america :(

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    1. I multiplex rappresentano una certa quota di pubblico e di mercato che, ovviamente, non va al cinema per riflettere e per pensare. Ma "demonizzarli" è sbagliato perchè non bisogna mai scordarci che il cinema è e rimana un'arte POPOLARE e ha bisogno anche di questo pubblico qui. Il problema non sono i multiplex (che hanno un target diametralmente opposto alle sale d'essai e quindi non possono farsi concorrenza) bensì le sciagurate politiche culturali e di urbanizzazione (parlo di ztl, ecopass, parcheggi impossibili, trasporto pubblico inadeguato) che "spingono" la gente nelle periferie (dove si trova sempre posto per la macchina e sempre gratis) lasciando morire le sale dei centri storici. E nessuno pare accorgersene...

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  4. A decretare la morte del cinema, perlomeno in Italia, non sarà Netflix ma la diseducazione al grande schermo e la nostra mala distribucion. Facci caso: gli incassi principali riguardano film che, guarda un po', sono riusciti ad arrivare in sala da noi PRIMA che il loro cam americano finisse sui siti di torrent/streaming illegale. A buona parte degli spettatori casuali non frega nulla della buona qualità: basta vedere e non pagare. Poi FORSE andranno anche al cinema ma sono veramente pochi quelli che lo fanno.
    A me viene già da piangere per il fatto che It arriverà da noi quasi due mesi dopo l'uscita americana e dovrò fare i salti mortali per evitare le recensioni di chi se lo sarà già procurato per altre vie... (ah, non toccare l'argomento cinema a 2 euro, grazie. MERCOLEDì, così i film nuovi escono al giovedì e tu te la prendi nel **** e se hai la fortuna di lavorare fino alle 18 te la prendi nel **** lo stesso perché arrivi al cinema alle 18.30 e i biglietti sono già finiti perché TUTTI quel giorno lì si sono riscoperti cinefili alla faccia tua, che ogni settimana spendi dagli 8 ai 16 euro al cinema... ma vaffan***o, vah.)

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    1. Ma infatti secondo me Netflix è la conseguenza (e non la causa) di questa maleducazione dilagante... l'argomento è importante e complesso e voglio ritornarci sopra prima possibile. Intanto grazie per il commento!

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