sabato 10 marzo 2018

LADY BIRD

(id.)
regia: Greta Gerwig (Usa, 2017)
cast: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothee Chalamet, Beanie Feldstein, Stephen M. Henderson
sceneggiatura: Greta Gerwig
fotografia: Sam Levy
scenografia: Chris Jones
montaggio: Nick Houy
musiche: Jon Bryon
durata: 94 minuti
giudizio: 

trama:  Christine "Lady Bird" McPherson è una liceale inquieta e romantica, il cui sogno nel cassetto è quello di andare a studiare in un'Università della West Coast, abbandonando così la sua "odiata" Sacramento. L'impresa però non sembra facile, colpa anche di una madre severa e anaffettiva e un padre depresso rimasto da poco senza lavoro...



dico la mia: No, non è un errore. Lady Bird per il sottoscritto merita quattro stelle, anche se (almeno) una è tutta per la sua splendida protagonista. Non sono di parte, in quanto è oggettivo che Saoirse Ronan (ventitrè anni, la metà dei quali trascorsi sotto i riflettori, diciotto film e tre nomination all'Oscar) è uno dei più fulgidi talenti della sua generazione, così come è oggettivo che questo piccolo film sarà pure "convenzionale" e non proprio innovativo, ma trasuda simpatia, classe, genuinità e leggerezza ad ogni fotogramma, anche se poi a ben vedere proprio leggero leggero non è... 

Merito di una regista esordiente (Greta Gerwig) ma che in realtà mastica cinema da una vita: prima interprete, poi sceneggiatrice, poi il grande passo dietro la macchina da presa arrivando perfino a superare il suo compagno di vita, quel Noah Baumbach che l'ha diretta nell'inconsistente Frances Ha e nel pretenziosetto Mistress America, due pellicole speculari da cui questa giovane cineasta ha tratto l'ispirazione per la sua opera prima, riprendendone la confezione (lieve e minimalista, appunto) ma irrobustendone l'ossatura con concetti tutt'altro che frivoli: Lady Bird parla di disagio giovanile, difficoltà economiche, libertà sessuale, rapporti famigliari difficili e profondi: quelli tra una figlia sognatrice e nemmeno troppo ribelle, una madre anaffettiva, un padre depresso e disoccupato...

Lady Bird è un film esplicitamente semi-autobiografico: la Gerwig, nata e cresciuta proprio a Sacramento (qui vista come una città frustrante e oppressiva per le ambizioni dei giovani) dirige una pellicola che è, nel contempo, un'affettuoso omaggio ai suoi luoghi d'infanzia ma anche un bel ritratto di due donne testarde e legatissime tra loro, madre e figlia, dipinto con ironia e delicatezza ma mai superficiale, capace di catturare subito lo spettatore mettendo in scena dinamiche famigliari plausibili e ricorrenti, senza mai eccedere nel sentimentalismo o nel dramma.

Ed è proprio su questo delicato equilibrio che si regge tutto il film, sulla relazione di amore/scontro tra l'inquieta adolescente Christine (che vuole ostinatamente essere chiamata "Lady Bird", nomignolo "ribelle" per marcare la distanza da una quotidianità che odia) e la gelida Marion (Laurie Metcalf, anche lei candidata all'Oscar), fatta di scontri durissimi e siparietti teneri e divertenti, a stemperare la tensione. Anche se, è chiaro, la storia gira sempre intorno a lei, Christine, una diciottenne-simbolo di una generazione intera, irruenta e incerta su tutto: sul percorso scolastico da seguire, sulle amicizie da coltivare e su quelle da cui stare alla larga, sugli amori di una sera e quelli che (forse) potrebbero durare a lungo (e in cui ricompare - come il prezzemolo - il lanciatissimo Timothee Chalamet, qui nei panni di un coetaneo "bello e tenebroso", verso cui è facile perdere la testa...)

Lady Bird è un ottimo prodotto medio che ha il gran merito di non strafare e restare con i piedi per terra: certo, non osa mai oltre il dovuto (si tratta pur sempre di un'opera prima) ma sa conquistare e divertire il suo pubblico con uno stile fresco e vitale, aggraziato e pungente, lasciando tutto il meritato e necessario spazio alla sua indiscussa protagonista. Saoirse Ronan è una tipa apparentemente "normale", che ha fatto della sua  "ordinarietà" una precisa scelta artistica e di vita. Non è una vamp, non è una strafiga "alla Jennifer Lawrence", ha un nome impronunciabile e probabilmente non la vedrete mai su rotocalchi e cronache rosa... eppure, è un dato di fatto, non riesci a non innamorartene ogni volta che compare sullo schermo.

13 commenti:

  1. Dire che l'ho adorato è poco :) La "sirscia" è davvero fantastica! Vorresti che il film non finisse mai, per proseguire insieme a lei il suo cammino, accompagnarla nelle sue nuove avventure: mi sono rivista in questo film, ti crea un'empatia pazzesca!

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    1. Conosco diverse altre persone, anche più giovani di te, che si sono "riviste" in questo film, a testimonianza che si tratta proprio di un film genuino e non "furbetto", che ha il merito di rappresentare la quotidianità delle persone "normali". E poi sì... come non adorare la sua protagonista? :)

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  2. Delicato ma non evanescente, sono d'accordo con te. Bravissime sia la madre che la figlia, un ritatto femminile molto molto convincente.
    Buon weekend!
    Mauro

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    1. Grazie Mauro. Ricambio volentieri. Concordo con la tua analisi: due ottime attrici, due personaggi scritti benissimo. Il film è tutto qui (ma non è affatto poco).

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  3. Continuo a pensare che a penalizzare Lady Bird e a indurire certi giudizi siano state le nomination agli Oscar. Come se su quelle lo si dovesse giudicare.
    In realtà, resta un film leggero ma non troppo, capace di inquadrare bene l'adolescenza e di parlare all'adolescente che è in noi, in modo diretto ma soprattutto onesto.
    E che dimostra che la Gerwig dal compagno come dal lavoro, ne ha imparato di cose e le ha fatte fruttare, sia a livello di scrittura che di regia.

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    1. Sono assolutamente d'accordo con te. Le cinque nomination all'Oscar hanno creato troppa aspettativa da parte del pubblico non troppo cinefilo, che ci ha visto un filmetto esile e ben poco hollywoodiano. Eppure, come dici, è una pellicola che parla con il cuore a chi è adolescente e a chi non lo è più, ma che si ricorda di cosa vuol dire. La confezione è "leggera", ma gli argomenti mica tanto... avercene di commedie così!

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  4. Francamente il film non mi ha fatto impazzire, ma mi unisco agli elogi e alle belle parole che hai speso per la Ronan, davvero un astro nascente del cinema, che potrà diventare una grande interprete!

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    1. Io direi che... lo è già, e da parecchio! :)

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    2. sì hai anche ragione ;-)
      volevo dire un'interprete affermata...

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  5. Io sono fra quelli a cui è piaciuto... ma quel finale, dannazione, la Gerwig poteva davvero gestirlo meglio.

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    1. Cos'è che ti disturba? A me (senza spoilerare) è parso molto "americano", quindi in linea con il film...

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  6. E' l'anno degli adolescenti brillanti (sullo schermo, ovviamente): Saoirse Ronan e Thimotee Chalamet hanno di sicuro un gran futuro davanti, assolutamente meritato

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    1. Non posso che essere d'accordo anche se, come ho scritto sopra, il discorso vale più che altro per Chalamet: la Ronan, malgrado la giovanissima età, è già una stella di prima grandezza :)

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