sabato 5 maggio 2018

MOLLY'S GAME



titolo originale:
MOLLY'S GAME (Usa, 2017)

regia: AARON SORKIN
sceneggiatura: AARON SORKIN
durata: 140'
giudizio:

Aaron Sorkin è forse il più grande sceneggiatore vivente, e il suo debutto alla regìa è esattamente come te lo aspetti: verbosissimo, fluviale (due ore e venti di durata), circoscritto nell'ambientazione (in pratica è tutto girato dentro alberghi di lusso e aule di tribunali), e sorretto dai suoi personaggi (perfettamente caratterizzati, a partire da una splendida Jessica Chastain, in una forma artistica e fisica davvero strepitosa). Basandosi sul racconto autobiografico della "vera" Molly Bloom, Sorkin si butta a capofitto in una storia per certi versi assurda e tipicamente americana, allo stesso tempo croce e delizia del film stesso.

Sì, perchè Molly's Game paradossalmente denota tutti i suoi limiti proprio nella storia che racconta, di per sè parecchio cinematografica ma anche abbastanza circoscritta, poco appetibile, forse, a un pubblico generalista ed estraneo al gioco del poker e al suo mondo. Molly's Game in fin dei conti è proprio questo: un film sul poker e sul gioco d'azzardo, sull'ingordigia e la dipendenza di chi lo pratica, e sulle "relazioni pericolose" causate dall'immensa mole di denaro che esso smuove. Un argomento che appassiona i giocatori ma che difficilmente riesce a coinvolgere chi non lo è, arrivando a suscitare perfino un malcelato senso di disturbo...

Molly Bloom è una giovane promessa dello sci che, a causa di un brutto infortunio occorsole durante le qualificazioni olimpiche, molla carriera, soldi e famiglia (compreso un padre - Kevin Costner - severo e soffocante) per trasferirsi a Los Angeles e diventare, per le strane coincidenze della vita, una delle più importanti organizzatrici di partite di poker clandestino, capace di creare un giro d'affari clamoroso, coinvolgendo tutti i più ricchi e insospettabili personaggi dell'alta società hollywoodiana. Diventerà così una specie di "signora delle carte" pur senza mai toccarne nemmeno una: Molly se ne sta in disparte ad osservare le partite, sorvegliando il gioco e smascherando chi bara, guadagnandosi una reputazione fatta di mance clamorose con cui darà una clamorosa svolta alla propria vita.

A questo punto... non siamo neppure a metà del film, ma già si capisce come andrà a finire: man mano che la posta si alza, aumentano anche i rischi, la cupidigia, il malaffare legato a un pezzo di società basata unicamente sul denaro. Molly Bloom è sola contro tutti, una donna dal carattere di ferro che però poco potrà quando il gioco si farà davvero duro. Ed ecco allora, quando tutto sembra perduto, intervenire il solito avvocato "liberal" e dalle larghe vedute (Idris Elba) che proverà a mettere le cose a posto.

Sorkin è abilissimo nel costruire una pellicola fatta di tracce e sottotracce, personaggi collaterali eppure essenziali al disegno, piccoli dettagli che vanno a incastrarsi perfettamente nel contesto principale. Non riesce però a supplire con la scrittura al difetto principale del film: Molly's Game, per quanto accurato, coinvolgente e realistico possa essere, è e rimane un film sul poker americano. Che, diciamola tutta, non è certo un argomento che susciti particolari interessi allo spettatore, specialmente quello d'oltreoceano. E' un film che non possiede livelli più alti di lettura, che non sfrutta ciò che racconta per imbastire un discorso di più ampio respiro sul potere dei soldi e l'avidità spregiudicata dei potenti. Si esce dal cinema soddisfatti, per poi dimenticarsi tutto appena rientrati a casa.

11 commenti:

  1. E' vero, il tema è poco intrigante e anche se lei è brava, il tutto è ancheappesantito dalla voce narrante.

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    1. Sì, la voce-off è un accorgimento che, quando non usato in maniera giusta, può essere fastidioso. E in questo caso sono d'accordo con te. D'altra parte passare dalla sceneggiatura alla regia non è semplicissimo come pasaaggio...

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  2. bella la nuova veste grafica! il film non l'ho ancora visto ma spero di recuperarlo. un abbraccio e buona domenica!
    Mauro

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  3. Film che si segue bene ma che non regala particolari emozioni, sfruttando una Jessica Chastain in stato di grazia e finalmente messa in grado di far risaltare tutta la sua prorompente bellezza. Per il resto sono d'accordo con te, l'argomento non è uno di quelli che ti invogliano ad andare al cinema e infatti il pubblico non ha certo affollato le sale.
    TL.

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    1. In effetti per essere un film americano a medio budget non ha avuto una grossa risposta del pubblico, nemmeno in patria. Segno evidente che i miei (nostri) dubbi sono abbastanza giustificati...

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  4. Oh, vorrei fare una sparata su quanto sono fan di Sorkin... ma l'unico motivo che mi spinge a vederlo è la Chastain ^^' anche perché finora sei stato il più buono, l'hanno massacrato tutti.

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    1. Mi pare un ottimissimo motivo!! ;))
      Scherzi a parte, la Chastain è davvero superba in questo film, sotto ogni aspetto. E anch'io apprezzo il Sorkin sceneggiatore (per me, attualmente, è il migliore al mondo). Però la regia, indubbiamente, è un'altra cosa...

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  5. Ben fatto, bella storia, ma non può certo appassionarti, visto il tema. Sempre complimenti per il blog, che seguo ormai da un bel po'.

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    1. Ti ringrazio, gli attestati di stima fanno sempre un gran piacere!
      Per quanto riguarda il film vedo che, almeno per questa volta, siamo tutti abbastanza d'accordo...

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  6. Visto anche questo da poco, un film che si lascia vedere, l'argomento devo dire che mi ha intrigato, lei bella e sempre brava. Giusto per una serata non impegnativa. Di lei mi era piaciuto...il precedente? Non ricordo il titolo, parlava delle lobby....mi aveva catturato, dialoghi veloci e una sceneggiatura non poi così prevedibile.

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