mercoledì 29 agosto 2018

PIU' STELLE CHE IN CIELO (CI VEDIAMO A VENEZIA ?)


La 75. edizione della Mostra del Cinema di Venezia parte con una "missione impossibile", ovvero fare ancora meglio dell'esaltante Concorso dell'anno passato, di sicuro il migliore dell'ultimo decennio. Per questo il curatore Alberto Barbera, confermatissimo, ha portato al Lido una quantità impressionante di grandi registi e grandi star, nella speranza che i loro lavori siano all'altezza delle aspettative. SOLARIS (cioè il sottoscritto) sarà ancora una volta in laguna e vi terrà aggiornati sulle pagine facebook del blog e quella personale. Le recensioni le pubblicherò invece man mano che i film usciranno in sala.
E, come sempre, se qualcuno di voi sarà al Lido e mi volesse contattare (potete farlo su messenger - Sauro Scarpelli - o alla mail kriskelvin72@gmail.com) per condividere... sogni, visioni e passioni,  oppure semplicemente per un saluto, sarò felicissimo di incontrarvi. 
Buona Mostra a tutti! 


Ci saranno davvero più stelle che in cielo ad impreziosire una Mostra del Cinema che, ormai a buon diritto, si avvia a contendere al Festival di Cannes lo scettro della più importante rassegna cinematografica mondiale. Venezia e Cannes rappresentano ormai due modi (e due mondi) diversi di intendere e promuovere il cinema: se sulla Croisette si sono arroccati da tempo verso un festival elitario e conservatore, ostinatamente restìo al cambiamento (porte in faccia a Netflix, Amazon ,alle anteprime stampa, perfino ai selfie in passerella) al Lido non si fanno troppi problemi e guardano avanti: spazio a tutti, dunque, dalla tradizione alle nuove tecnologie, dai grandi classici al cinema in streaming, dai nomi affermati ai nuovi talenti, per un'edizione che si annuncia davvero di grande richiamo.

"Roma" di Alfonso Cuaròn
CONCORSO
Consapevole che non sarà facile fare meglio dell'esaltante concorso dell'anno passato, capace addirittura di "monopolizzare" la Award Season americana (con due titoli, La forma dell'acqua e Tre manifesti a Ebbing, a contendersi praticamente tutti i premi), Alberto Barbera ha portato in laguna una quantità impressionante di registi e attori degni di nota. Concorso sulla carta ricchissimo e variegato, che mette insieme nomi importanti ed affermati e talenti emergenti. Dei primi fanno parte cineasti come Yorgos Lanthimos, Mike Leigh (già Leone d'oro), i Fratelli Coen, Alfonso Cuaròn, Carlos Reygadas, Julian Schnabel, Paul Greengrass, cui si accostano autori più di nicchia come Olivier Assayas, Jacques Audiard, Laszlo Nemes e Shinya Tsukamoto. Fra i secondi invece (ri)troviamo Damien Chazelle, cui spetta ancora una volta l'apertura della rassegna (come due anni fa con La La Land), e ancora Jennifer Kent (ricordate The Babadook?), Brady Corbet (già a Venezia con il folgorante film d'esordio, L'infanzia di un capo), Rick Alverson, Daniel Oelhoffen e Gonzalo Tobal. E poi la "grande incognita", ovvero quel Florian Henkel Von Donnesmark, regista tedesco con due soli film all'attivo: uno splendido (Le vite degli altri, premiato con l'Oscar) e un'altro tremendo (The Tourist). Si presenta a Venezia con un dramma di tre ore sulla Germania degli anni '50: cosa aspettarsi?

Natalie Portman in "Vox Lux", di Brady Corbet
E le star che invece calpesteranno il prestigioso red carpet? Impossibile elencarle tutte... dalla "coppia d'oro" Ryan Gosling ed Emma Stone, che tornano al Lido seppur divisi (lui con First Man, di nuovo con Damien Chazelle, lei con The Favourite di Lanthimos) alla sempre splendida Natalie Portman (rockstar metallara in Vox Lux di Brady Corbet), dai "banditi" Joaquim Phoenix e John C. Reilly (feroci assassini nel western The Sisters Brothers di Audiard) ai protagonisti di un altro western, quello dei Coen, ovvero James Franco, Liam Neeson e Brendan Gleeson. Per non parlare poi della rockstar Lady Gaga, che debutta come attrice (fuori concorso) in A star is born, di e con Bradley Cooper, ennesimo remake del celebre musical.

E ancora: tre grandi donne, Dakota Johnson, Tilda Swinton e Chloe Grace Moretz, protagoniste di Suspiria di Luca Guadagnino. Jeff Goldblum, redivivo in The Mountain di Rick Alverson, Juliette Binoche e Guillaume Canet (diretti da Olivier Assayas), Willem Dafoe, che impersona Vincent Van Gogh in At eternity's gate di Julian Schnabel. Vi bastano? 


"A star is born", di Bradley Cooper
FUORI CONCORSO
Anche qui tanta roba, anzi... pure di più! Fuori concorso si può mettere tutto e il contrario di tutto,
e quest'anno l'orizzonte è davvero ampio: per il grande pubblico ecco la già citata anteprima di E' nata una stella, di sicuro l'evento più glamour di Venezia 75. Ma c'è anche tanto altro cinema d'autore: Frederick Wiseman, Tsai Ming-Liang, Zhang Ymou, Errol Morris, Amos Gitai, e ancora una nutrita schiera di documentaristi (su tutti Sergej Loznitsa e Viktor Kossakovsky) a testimonianza della grande vitalità del genere. Ritornano al Lido, seppur fuori gara, anche gli argentini Pablo Trapero (già Leone d'argento 2015 con El Clan) e Gaston Duprat (che l'anno successivo ci deliziò con il bellissimo Il cittadino illustre). Infine, i cinefili "duri e puri" potranno deliziarsi con la versione estesa di The Tree of Life, il capolavoro di Terrence Malick premiato a Cannes 2011 e soprattutto, vera ciliegina sulla torta, di The other side of the wind di Orson Welles, ricostruito e rimasterizzato per l'occasione.

GLI ITALIANI
Venezia è, da sempre, croce e delizia per il cinema italiano. Si sgomita per entrare in concorso ma, paradossalmente, il rischio di uscirne con le ossa rotte è altissimo: vuoi per la proverbiale "severità" (diciamo così) della critica di casa nostra, vuoi per la selezione dei titoli sempre oggetto di polemiche, invidie, rancori e sospetti. Ogni anno la litanìa si ripete,  sarà (anche) per questo che molti grandi nomi del nostro cinema ormai da anni snobbano il Lido per altri lidi (scusate il gioco di parole) preferendo le poltrone più confortevoli di Cannes, Berlino, Toronto o Locarno...

"Suspiria" di Luca Guadagnino
Il "nostro" titolo di punta di quest'anno, quello che per autorevolezza e temi sembra più adatto per entrare nel palmarès, pare essere senza dubbio Capri-Revolution di Mario Martone: dopo Noi credevamo e Il giovane favoloso, il regista napoletano (in verità mai troppo fortunato a Venezia) chiude la sua personale "trilogia della ribellione" con un affresco romantico-politico sull'Italia del primo novecento. Chi invece guarda al presente, e ben dritto negli occhi, è il documentarista Roberto Minervini, che con What you gonna do when the world's on fire? (produzione italo-americana) raccoglie storie di ordinario razzismo e ribellione del Sud degli Stati Uniti. Infine, lo citiamo per ultimo ma in realtà è il film più atteso, Luca Guadagnino torna al Lido con Suspiria, remake del celeberrimo cult-movie di Dario Argento con cui l'autore "oscarizzato" di Chiamami col tuo nome si ripresenta davanti al pubblico e alla critica di casa nostra, che non lo ha mai troppo amato (è un eufemismo). Sarà l'anno della rivincita?

"Capri Revolution" di Mario Martone
Tanta Italia anche nelle sezioni collaterali: Saverio Costanzo ci mostrerà le prime due puntate della serie tv L'amica geniale, tratta dai vendutissimi best-seller di Elena Ferrante, mentre Alessio Cremonini ci sbatterà in faccia (ci auguriamo) il dramma di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle (con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca). Massimo D'Anolfi e Martina Parenti (già in concorso nel 2016 con Spira Mirabilis) presentano il loro nuovo documentario Blu, illustrandoci le avveniristiche tecniche di realizzazione delle gallerie metropolitane, e c'è curiosità anche per i nuovi film di Valeria Bruni Tedeschi, Giulio Base, Francesco Patierno, Wilma Labate. Per i giovani, infine, il fumettista Zerocalcare (diretto da Emanuele Scaringi) debutta al cinema con La profezia dell'armadillo.

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