sabato 22 settembre 2018

LA PROFEZIA DELL' ARMADILLO


titolo originale: LA PROFEZIA DELL' ARMADILLO (ITALIA, 2018)
regia: Emanuele Scaringi (Italia, 2018)
cast: Simone Liberati, Pietro Castellitto, Laura Morante, Valerio Aprea, Teco Celio
sceneggiatura: Zerocalcare, Oscar Glioti, Valerio Mastandrea, Johnny Palomba
durata: 99 minuti
giudizio:


Forse sono io che sono "nato vecchio": ho 46 anni, non mi sono mai piaciuti i fumetti, non sono mai stato un nerd e ho cominciato a lavorare appena uscito da scuola (a quei tempi ancora succedeva). Conosco Zerocalcare solo di fama ma non ho mai letto nulla di lui, ragion per cui non ho elementi per giudicare il suo successo. Faccio tutte queste premesse per esplicitare il mio disagio nei confronti di un film che non capisco e che non mi rappresenta, e verso cui (sempre forse) partivo inconsciamente prevenuto, fin dall'anteprima veneziana in una Sala Darsena strapiena di folla urlante, giovane, salutata letteralmente da squilli di trombe e rulli di tamburi.

Fattosta che a me La profezia dell'armadillo, adattamento per il grande schermo dell'omonima graphic-novel del trentenne fumettista romano, è parso un film davvero poverissimo dal punto di vista cinematografico: magari un trentenne di oggi potrà pure rivedersi e perfino commuoversi di fronte a questa storia e questi personaggi, ma per il "resto del mondo" direi che è piuttosto difficile empatizzare con questa banale commedia di periferia, nata stanchissima e satura di situazioni già viste centinaia di volte (e meglio) in altre pellicole. A farmi sentire un po' meno solo sono state le cifre relative agli incassi del primo weekend: appena 150mila euro in tre giorni raccolti in 180 sale, in pratica un centinaio di spettatori a schermo, non esattamente un trionfo... a conferma che stiamo parlando davvero di un film ad esclusivo uso e consumo di una particolare fetta di pubblico.

Il film di Emanuele Scaringi prova a raccontare una quotidianità nota: quella della generazione di mezzo, troppo giovane per essere vecchia e troppo vecchia per essere considerata giovane, alle prese con la precarietà, le nevrosi, gli amori, il fancazzismo, gli amici, le serie tv, i piccoli piaceri e i piccoli dilemmi di chi si è trovato a vivere la peggiore crisi economica e sociale proprio nell'età peggiore (non è un gioco di parole, purtroppo). Il problema è che manca proprio qualsiasi approfondimento di questi temi, complice una sceneggiatura acerba e zoppicante che non riesce a tenere insieme la narrazione e si frantuma in tante piccole sequenze, tanti piccoli episodi slegati tra loro e dal chiaro stampo televisivo, che banalizzano l'assunto "serio" di base (la morte dell'amica e la ricerca della compagnia di un tempo per dare la notizia) per mostrarci una serie di siparietti pseudo-comici in cui viene "ospitato" il vip di turno, chiaro specchietto per le allodole per attirare il pubblico generalista.

Solo così si spiegano infatti i tanti "camei" di attori e personaggi famosi che donano la loro faccia per pochi minuti: da Claudia Pandolfi a Kasia Smutniak, da Laura Morante a Diana Del Bufalo, da Adriano Panatta a Vincent Candela, tutti protagonisti di sketch anche divertenti ma fini a se stessi, che non trovano il collante per tenere insieme il film. Sembra quasi che il regista abbia girato con la stessa tecnica dei fumettisti: storie brevi e veloci, potenzialmente comiche, magari pure profonde, però del tutto scollegate e malamente assemblate. Non è affatto detto che ciò che funziona sulla carta debba necessariamente funzionare anche al cinema... e non mi stupisce che, da quello che ho letto in giro, lo stesso Zerocalcare si sia silenziosamente dissociato da questo film ritenendolo una cosa non sua, pur avendo concesso tutti i diritti alla produzione.

Anche perchè, pur non avendo mai sfogliato nessun albo di Zerocalcare, dubito che il suo successo possa dipendere da storie così stereotipate e convenzionali come questa, con scelte artistiche a dir poco discutibili (qualcuno in sala, nel sentire i discorsi dell'armadillo-coscienza critica ha scomodato perfino Birdman... dico Birdman!) e una morale di fondo talmente scontata e posticcia degna dei più dozzinali sceneggiati televisivi. Se non era possibile, almeno tecnicamente, fare di meglio, era però lecito aspettarsi quantomeno un messaggio più adulto e "rivoluzionario", degno del pubblico che vorrebbe rappresentare.

12 commenti:

  1. Sono stato fin da bambino un divoratore di fumetti e anche da grande un super appassionato, nonché collezionista e direi che il problema è storico: la maggioranza delle volte la trasposizione dalle tavole al cinema è risultata deludente.
    Ho letto poche cose di Zero Calcare (non questa) e mi erano piaciute, perciò avevo delle buone aspettative. Spesso siamo in sintonia e a questo punto dubito che mi piacerà. Comunque la curiosità e la speranza restano. Spero di riuscire a beccarlo nella piccola sala vicino casa, dove arrivano sempre qualche settimana dopo.

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    1. Il fatto che lo stesso Zerocalcare sia sia, seppur timidamente, "dissociato" da questo film, ritenendolo non conforme al suo spirito, mi fa pensare che tu abbia ragione (l'opinione di un appassionato fumettista vale certo più della mia). Spero che tu riesca a vederlo prima o poi cosicchè poi ci possiamo confrontare. Grazie per essere intervenuto.

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  2. Non credo che sia un problema di età ma di predisposizione. A me il film non è dispiaciuto, ma concordo con te che la struttura segue quella di una storia a fumetti: a me la cosa piace, a te no, ma è solo questione di gusti.

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    1. Forse è così. però, permettimi, mi pare anche una spiegazione un po' semplicistica dire che è sempre questione di gusti... Tu immagino che sei più giovane di me e magari sei più propensa ad accettare questo film, che però a me pare oggettivamente poverissimo dal punto di vista tecnico-registico. Oggettivamente, lo ripeto. I giovani magari possono empatizzare di più con la storia, i personaggi, la morale, il contesto, però ritengo di poter dire che dal punto di vista tecnico (regia, montaggio, recitazione) non si raggiungono certo livelli eccelsi...

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  3. Peccato, mi pareva così carino dal trailer!

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    1. Chi si rivede! ;)
      Dai, ti potrebbe anche piacere... ti dico sempre di non fidarti di me!

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  4. Non l'ho preso nemmeno in considerazione, di film sui trentenni in crisi non se ne può più, è diventato un sottogenere cinematografico ormai.

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    1. Ma sai... è vero, ma è sempre la qualità che (per me) fa la differenza. Prendi ad esempio un film come "Smetto quando voglio" (la trilogia), per me è un piccolo gioiello anche se parla dei "soliti" trentenni in crisi.

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  5. A me il film nn è dispiaciuto, ma capisco che per chi non ha letto il fumetto la pellicola possa avere poco senso, se si considera che ha avuto molti detrattori anche in chi il fumetto l'ha adorato.
    Detto ciò, questo non è Zerocalcare, sia chiaro, ma un tentativo di tradurre in lungometraggio qualcosa che su un altro medium era riuscito in maniera brillante.
    Di sicuro c'è che è stato un flop clamoroso per la Fandango di Procacci...

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    1. Sì, è stato un flop a tutti gli effetti. E non credo solo per la delusione dei fumettisti: lo ripeto, per me è un film strutturalmente debole, con personaggi deboli, che si smarrisce per strada. Forse, davvero, era meglio realizzarlo in animazione, per conservarne almeno lo spirito...

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  6. Da fumettaro - e fumettista, per un breve periodo - non sono un fan di Zero. Semplice chimica, ma il ragazzo ha oggettivamente un talento enorme e uno sguardo speciale sul mondo.
    Il film invece è proprio robetta. Scimmiotta inutilmente, e anche male, uscendone ovviamente a pezzi. Un peccato...

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    1. Su Zero, come detto, non mi pronuncio. Non lo conosco e non sarei in grado di valutarlo. Però il fatto che lui stesso disconosca il film direi che è più che significativo... dal punto di vista puramente cinematografico (anche lasciando da parte i contenuti) vale davvero poco.

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