giovedì 3 gennaio 2019

SUSPIRIA


titolo originale: SUSPIRIA (USA/ITALIA, 2018)
regia: LUCA GUADAGNINO
sceneggiatura: DAVID KAJGANICH
cast: DAKOTA JOHNSON, TILDA SWINTON, MIA GOTH, JESSICA HARPER, LUTZ EBERSDORF, CHLOE GRACE MORETZ
durata: 152 minuti
giudizio: 


Susie Bannon, giovane ballerina americana, arriva nella prestigiosa accademia di danza Markos Tanz a Berlino nel 1977, proprio nello stesso momento in cui scompare in circostanze misteriose un'altra ballerina, Patricia. Mentre fa straordinari progressi sotto la guida della rivoluzionaria direttrice Madame Blanc, Susie stringe amicizia con Sara, un'altra allieva della scuola che condivide con lei i sospetti sui segreti oscuri e minacciosi che incombono sulla compagnia.


Premessa, per una volta, ben più che doverosa e necessaria per leggere questa recensione: non sono mai stato un amante del cinema horror, ne ho visto pochissimo, e pertanto le righe che seguono non possono non risentire di questa mia lacuna. Ergo, questa è la recensione di un quasi-neofita del genere che si appresta ad entrare in un mondo che poco conosce. Per questo fin d'ora vi consiglio, ma sarebbe meglio dire vi ordino (!) di correre al cinema per vedere e farvi una vostra idea di Suspiria. Perchè magari potreste apprezzarlo e giudicarlo con occhi ben diversi dai miei. Che, lo dico subito, di questo attesissimo film hanno apprezzato ben poco.

Luca Guadagnino sognava da almeno vent'anni di girare il remake di Suspiria, uno dei cult-movie della sua giovinezza (e non solo la sua), operazione finora sempre rimandata per problemi di budget e di produzione. E' stato solo grazie all' Oscar (e la conseguente popolarità) ottenuti con Chiamami col tuo nome che il regista palermitano ha potuto coronare il sogno di una vita: bastava guardarlo in faccia, tesissimo e nervoso, durante la presentazione del film all'ultima Mostra di Venezia per capire quanto tenesse a questa pellicola, con cui si giocava una bella fetta di carriera. Una cosa è certa: il Suspiria di Guadagnino è un film davvero tutto suo, personalissimo, perfettamente coerente con il suo stile. E vedremo perchè.

Intanto, perchè dell'originale firmato da Dario Argento è rimasto effettivamente molto poco, giusto l'idea di partenza, lo scheletro. Per il resto il Suspiria di Guadagnino è un film ambizioso e stratificato, da cui risulta evidente la (lodevole) intenzione del regista di non limitarsi a girare un puro e semplice prodotto di genere, bensì sfruttare la vicenda già nota per inserirvi numerose tracce e sottotracce a sfondo sociale e politico, tentando di costruire un complesso affresco storico e artistico dell'epoca.

Guadagnino sposta l'azione nella Berlino del 1977, in piena guerra fredda, in una città spettrale, respingente, separata dal muro e dall'ideologia, in cui una giovane ragazza americana, Susie (Dakota Johnson), ignara di tutto, si fa assumere in una prestigiosa scuola di ballo per assecondare la propria ambizione, quella di diventare una ballerina professionista e ritagliarsi un posto nel mondo (non è difficile vedere nell'arrivismo di Susie l'emblema delle battaglie femministe tipiche degli anni '70... operazione quantomeno "furbetta" in tempi di #metoo, ma tutto sommato ancora innocua, perdonabile). Così come non è difficile riconoscere nella congrega di insegnanti/streghe (agli ordini della sempre stupefacente Tilda Swinton) un'allegoria del clima intimidatorio e soffocante del periodo. E fin qui...

Peccato che a questa parte "classica" della trama, Guadagnino aggiunga tanti, troppi elementi contenutistici che il film non riesce a sostenere. Dopo una prima parte tutto sommato intrigante, ben carica di tensione e punteggiata dalla bella colonna sonora di Thom Yorke, il film si disperde in mille rivoli che appesantiscono la narrazione e dei quali nemmeno uno viene sviluppato adeguatamente. Nei sei atti (più l'epilogo) che vengono propinati allo spettatore, assistiamo alla mai avvincente comparsa di criminali nazisti, aguzzini pentiti, spie di guerra, terroristi (c'è perfino un riferimento alla Banda Baader-Mainhof - sic! - quasi una citazione di Romanzo Criminale) nonchè l'ovvio e immancabile pippone sull'olocausto... domanda: ma solo a me, durante la visione, in certi punti è sembrato di rivedere I ragazzi venuti dal Brasile, con Gregory Peck e Laurence Olivier?


Il problema del nuovo Suspiria è proprio la "troppa roba", le troppe tracce, i troppi significati e i troppi rimandi che Guadagnino prova inutilmente a gestire senza riuscirci,  lasciandoli sospesi a mezz'aria e finendo per risultare banali... Nei 152 interminabili minuti di lunghezza (tanti, troppi per un horror. Mi rivolgo agli appassionati del genere: è mai esistito un horror di due ore e mezza?), vale a dire un'ora esatta in più rispetto al film di Argento (e di cui si poteva benissimo fare a meno) la tensione sbiadisce, si annacqua, si diluisce e si disperde, lasciando affiorare solo la noia. Intendiamoci: il film esteticamente è bellissimo (come tutti quelli di Guadagnino), le coreografie accurate, gli inserti horror carichi di suggestione... peccato che, appunto, sono solo "inserti" in un mare magnum di due ore e mezza che non spaventa lo spettatore e stimola solo lo sbadiglio.

Insomma, Suspiria è un film che, parlando terra terra, con un linguaggio popolare, "non fa paura" proprio per niente... non si salta praticamente mai sulla sedia, e  non vi sono nemmeno scene ad alto tasso splatter (al massimo si vedono ossa che si spezzano, corpi che si deformano, nulla che un ragazzino quasiasi possa vedere oggi in un videogioco). E non c'è nemmeno tanto orrore psicologico, o almeno non così tanto da sostenere una durata eccessiva e fuori da ogni logica. Potrà (forse) ammaliarvi con la raffinatezza della confezione e la suggestione di certe (bellissime) sequenze, ma di sicuro non aggiungerà alcunchè alla storia del cinema horror. E qui, anticipando in qualche modo le vostre critiche, sento già coloro che mi dicono che non si tratta affatto di un horror, ma di qualcosa di più grande, più sofisticato...

Ma se non è horror, allora spiegatemi voi cos'è. Sul serio.
Io proprio non ci arrivo.

17 commenti:

  1. Non vedo l'ora di vederlo, nonostante sia quasi certo che le tue critiche siano fondate. Anch'io non sono un fanatico di horror però trovo che nella storia del cinema a volte si siano raggiunti livelli altissimi: vedi ad esempio i capolavori di Kubrick e Polanski (Shining e Rosemary's Baby), due film che fra l'altro superano abbondantemente le due ore. Non ne farei quindi una questione di durata, ovviamente a patto che il film regga. Vedremo... Magari quando l'ho visto ne riparliamo.

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    1. E' vero, sono assolutamente d'accordo. Così come ammetto che non è molto "professionale" giudicare un film dal minutaggio... fattosta che io l'ho trovato davvero pesante. Però le tue considerazioni sono giustissime: a questo punto attendo il tuo parere

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  2. Anch'io non sono una grande appassionata del genere. La grande cura della messa in scena di Guadagnino mi ispira oltre alla curiosità di vedere gli interni del Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese usato come location, giusto a due passi da casa. Probabilmente lo vedrò a breve quindi… ti saprò dire ;)

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    1. Caspita, non lo sapevo: tu vivi da quelle parti? Allora aspetto con piacere la tua recensione. Fermo restando che comunque, come ho scritto, aldilà del giudizio soggettivo è impossibile non ammirare lo splendore tecnico del film. Su questo non ci sono dubbi.

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  3. Seguirò il tuo consiglio e andrò a vederlo: i film controversi sono sempre stimolanti! Buon anno!
    Mauro

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    1. Grande Mauro! Così ti voglio... buon anno anche a te! :)

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  4. A me è piaciuto molto invece: è un film coraggioso, di grande atmosfera, visivamente splendido. E' chiara l'intenzione di Guadagnino di osare, di andare oltre l'horror con un film stratificato e dai mille significati. Prova a riguardarlo: sono sicuro che il cinefilo che è in te cambierà opinione :)

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    1. E' probabile, lo dico sul serio. La premessa che ho scritto nel primo capoverso (e che di solito non faccio) sta lì a testimoniarlo. Della visione veneziana mi è rimasto un grande guazzabuglio in testa, tanti fili sospesi che (per me) non si annodano. Del resto, coraggioso non vuol dire riuscito... fermo restando la giusta osservazione: massimo rispetto per un regista che "osa", specie se è (anche) italiano.

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  5. io lo vedrò comunque, Guadagnino mi piace, e sono curiosissima di vederlo alle prese di un horror, vediamo cosa ci regala xD

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    1. Fai benissimo Arwen... aspetto la tua recensione, allora! ;)

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  6. Forse un po' troppo lungo, ma mi pare un peccato veniale di fronte alla magniloquenza delle immagini. Erano secoli che non si vedeva un film italiano così potente ed ipnotico. A me è piaciuto parecchio.

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    1. Sgombriamo il campo dagli equivoci: "Suspiria" non è un film italiano, seppur diretto da Guadagnino. E' una coproduzione internazionale con un budget importante, di certo molto superiore a quello di un film medio di casa nostra. Poi ovviamente può piacere o non piacere, fermo restando che, ripeto, sulla bellezza estetica non posso che essere d'accordo.

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  7. Io l'ho recuperato in extremis in un'altra città pur di vederlo al cinema... E secondo me va' oltre al genere horror. Dimentica il genere in cui viene incasellato, sembra che sia una costola del film di Argento. E la cosa più bella infatti è come il cinema possa reinventarsi, ripetersi, riciclarsi e creare materia nuova. E Guadagnino lo potremmo accostare al Pulci, dove nel suo Morgante ci ficcava di tutto, pasta e vino, trippa e cervella, commedia e dramma, creando un'opera che si muove nel caos più vertiginoso. E così fa Guadagnino: il femminismo, le streghe, l'Olocausto sono la sua trippa sugosa da cinefilo consumato. :) Più che un omaggio ad Argento, Guadagnino fa la sua dichiarazione d'amore al cinema che ci può offrire l'impossibile per farci sognare, pensare e anche spaventare (io i videogiochi non li ho e mi sono impressionata un pochino eh).

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    1. Fa sempre piacere ricevere commenti così belli e appassionati! Forse anche più belli del film stesso… ;)
      Battute a parte, concordo sul fatto che Guadagnino sia un cinefilo consumato: lo si vede dall'accuratezza dei dettagli e, come dici te, dall'amore per il cinema che mette nei suoi lavori. Solo che la passione non basta, e nemmeno la confezione, per dirigere un bel film: questo Suspiria visivamente è bellissimo, l'ho ripetuto mille volte, ma è anche inconcludente e dispersivo, con tante trame abbozzate e non finite e un ritmo che non regge la sua durata-fiume. Io a un certo punto non vedevo l'ora che finisse, in un modo o nell'altro, e ammetto senza problemi che forse non l'ho capito o saputo apprezzare… ma faccio tuttora fatica a convincermi di aver visto qualcosa di buono

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    2. Grazie, troppo gentile :) Non so, sono stata stregata! Potere delle streghe? :)

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  8. Stupisciti: abbiamo un parere identico, o quasi.

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