lunedì 25 febbraio 2019

L' OSCAR DELLA TRADIZIONE

il cast di "Green Book", miglior film dell'anno

Nell'edizione più sottotono degli ultimi anni, l' Oscar 2019 respinge "ROMA" (e quindi Netflix) e premia "Green Book", filmetto buonista e ruffiano che rispecchia in pieno la tradizione e il conservatorismo dell' Academy: un film costruito su misura per vincere, nel segno di un cinema "nazional-popolare" che, in un'annata decisamente mediocre per il cinema americano, premia oltre i reali meriti un filone di pellicole (come "Bohemian Rhapsody" e "Black Panther") capaci di intercettare il pubblico meno esperto e smaliziato. Il vero vincitore della serata è comunque Alfonso Cuaròn, che porta a casa ben tre statuette "personali" e pesanti, mentre i premi più giusti sono forse quelli agli attori: Olivia Colman e Rami Malek, insieme a Regina King e Mahershala Alì (che in realtà è protagonista a tutti gli effetti) sono le note migliori di una cerimonia senza sussulti


C'era quasi da aspettarselo che, nell'annata più mediocre degli ultimi anni per il cinema americano, la cara vecchia Academy tornasse all'antico, a quel conservatorismo elitario e di facciata che da sempre è il tratto distintivo degli Oscar, notoriamente poco inclini alle novità... La "restaurazione" hollywwodiana premia quindi Green Book, film certamente non brutto ma ultra-convenzionale, oltre che ruffianissimo e politicamente corretto, ben attento a non urtare la sensibilità di nessuno. Uno di quei film che paiono proprio "fatti apposta per vincere gli Oscar", e difatti ne porta a casa tre: miglior film, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura originale (quest'ultimo il più assurdo di tutti: anche i suoi estimatori sanno che la trama di Green Book è quanto di più banale e scontata possa essere, ma pazienza).

Rami Malek, Olivia Colman, Regina King e Mahershala Ali
 Tuttavia, come dico da sempre, l' Academy non premia mai a caso. La vittoria di Green Book, insieme ai molti riconoscimenti attribuiti anche a Bohemian Rhapsody e Black Panther (quattro e tre statuette a testa), ha un significato ben preciso: vince il cinema "nazional-popolare", quello che guarda poco all'autorialità e molto ai gusti del pubblico, dello spettatore medio, quello che affolla le sale e predilige storie semplici, lineari, che parlano più al cuore che al cervello, e che rimangono in testa anche dopo la visione. E' il cinema che porta incassi, sponsor e pubblicità, e che soprattutto fa sopravvivere il cinema in sala, ormai sempre più "minacciato" dalle piattaforme streaming, vera grande novità degli ultimi anni, che sta rivoluzionando il mondo della settima arte.

Alfonso Cuaròn, tre Oscar per "ROMA"
 Insomma, il mancato successo di ROMA è un chiaro messaggio a Netflix: l' Academy si mette dalla parte di Cannes e dei produttori, provando a rimandare l'irrimandabile... una presa di posizione anacronistica e donchisciottesca, che non potrà comunque reggere a lungo. Come già è accaduto alla Mostra di Venezia (sempre capace di anticipare i tempi) prima o poi, ben prima di quanto si creda, qualche colosso dello streaming arriverà a vincere gli Oscar più importanti, non fosse altro per il fatto che sia Netflix che Amazon stanno investendo fiumi di denaro per aggiudicarsi i registi e gli attori più importanti, pronti a occupare Hollywood: perfino un "tradizionalista" come Martin Scorsese per farsi produrre il suo nuovo, attesissimo The Irishman (con Al Pacino e Robert De Niro) si è affidato a Netflix, gettando le basi per trionfare il prossimo anno...

ROMA esce comunque sconfitto ma non ridimensionato: Alfonso Cuaròn è infatti il vero vincitore della serata, portandosi a casa ben tre Oscar "personali": come produttore, regista e direttore della fotografia (pure!). Per Cuaròn è il secondo premio da regista dopo quello vinto nel 2014 per Gravity, ed è la quinta vittoria negli ultimi sei anni per un regista messicano (insieme a lui ricordiamo anche Guillermo Del Toro e Alejandro Gonzalez Inarritu), quasi uno sberleffo a Donald Trump e alla sua crociata razzista in favore del muro di confine.

Spike Lee (abbracciato a Samuel L. Jackson), premiato per "BlackKklansman"
Certo, perchè nemmeno la politica è mai assente alla Notte degli Oscar, anzi... quest'anno più che mai. E' innegabile che quasi tutti i premi della serata vadano a film di chiara matrice democratica e antirazzista: oltre a ROMA ci sono infatti lo stesso Green Book, che è a tutti gli effetti una pellicola sulla discriminazione dei neri d'America (seppur "all'acqua di rose") e Black Panther, primo supereroe nero della storia dei cinecomics. Aggiungete che Rami Malek è di origini egiziane (ed interpreta la figura, seppur iconica, di immigrato africano che ha fatto fortuna) e che il nero Mahershala Ali è il primo attore musulmano a (ri)vincere la statuetta. E, dulcis in fundo, come non essere contenti per il veterano Spike Lee, finalmente vincitore (anche se non come regista) e sempre sul pezzo, coerente con la sua visone del mondo: il suo discorso di ringraziamento è stato quasi un avvertimento a Trump ("le elezioni presidenziali sono vicine, facciamo la cosa giusta..."), e non potevamo aspettarci diversamente!

Bradley Cooper e Lady Gaga
 L'Oscar 2019 dà (forse) il meglio di sè nei premi agli attori: giusti, giustissimi quelli a Rami Malek e Olivia Colman (premiata anche a Venezia), che batte la favorita Glenn Close, ancora una volta a bocca asciutta. Certo dispiace per lei e per la sua settima candidatura andata a vuoto (era forse l'ultima occasione) ma va detto che The Wife è un film assoltamente mediocre e sarebbe stato un premio più alla carriera che agli effettivi meriti... invece la statuetta alla Colman rende anche meno amara la serata di Yorgos Lanthimos, che con La Favorita esce ridimensionatissimo dal Kodak Theatre (nove nominations su dieci andate a vuoto). Bello anche il premio a Regina King (anche lei nera...) e tutto sommato anche quello per il già menzionato Mahershala Ali, nonostante vada rimarcato che la sua candidatura come "non" protagonista era assolutamente fuori luogo, dal  momento che in Green Book sta sullo schermo quanto se non forse di più del suo "partner" Viggo Mortensen. Ma non è la prima volta che succede. Anche questa è tradizione...

Che cosa resta ancora di una serata tutt'altro che memorabile? Forse solo il duetto al pianoforte tra Lady Gaga e Bradley Cooper (che hanno eseguito dal vivo la bellissima Shallow, forse l'unico momento davvero toccante della cerimonia) e il consueto omaggio dell' Academy alle personalità scomparse durante l'anno: è stato bello rivedere le immagini di Bernardo Bertolucci, Ermanno Olmi e Vittorio Taviani, in special modo questi ultimi due, lontanissimi da Hollywood per stile, carattere e professionalità, eppure fortunatamente (e meritatamente) ricordati anche dal cinema mainstream.
Appuntamento al prossimo anno!


TUTTI I VINCITORI :

MIGLIOR FILM: GREEN BOOK  (DI PETER FARRELLY)
MIGLIOR REGIA:  ALFONSO CUARON  (ROMA)
MIGLIOR ATTORE:  RAMI MALEK  (BOHEMIAN RHAPSODY)
MIGLIOR ATTRICE: OLIVIA COLMAN  (LA FAVORITA)
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA:  MAHERSHALA ALI  (GREEN BOOK)
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA:  REGINA KING  (SE LA STRADA POTESSE PARLARE)   
MIGLIOR SCEEGGIATURA ORIGINALE: NICK VALLELONGA, BRIAN CURRIE, PETER FARRELLY  (GREEN BOOK)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: CHARLIE WACHTEL, DAVID RABINOWITZ, KEVIN WILLMOTT, SPIKE LEE  (BLACKkKLANSMAN)
MIGLIOR FOTOGRAFIA:  ROMA
MIGLIOR SCENOGRAFIA:  BLACK PANTHER
MIGLIOR MONTAGGIO:  BOHEMIAN RHAPSODY
MIGLIOR COLONNA SONORA:  BLACK PANTHER
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE:  "SHALLOW"  (A STAR IS BORN)
MIGLIOR SONORO:  BOHEMIAN RHAPSODY
MIGLIORI EFFETTI SONORI:  BOHEMIAN RHAPSODY
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI:  FIRST MAN
MIGLIORI COSTUMI:  BLACK PANTHER
MIGLIOR TRUCCO:  VICE
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE:  SPIDER-MAN UN NUOVO UNIVERSO
MIGLIOR FILM STRANIERO:  ROMA
MIGLIOR DOCUMENTARIO:  FREE SOLO

6 commenti:

  1. Per me è abbastanza inspiegabile l'oscar di "Black panther", uno dei pochi "polpettoni" marvel che addirittura mi ha annoiata! Che meriti poi l'oscar... mah. Non me lo spiego, come tanti anni fa non mi spiegai l'acclamatissimo "Il lato positivo"... de gustibus, ma speravo che almeno gli oscar li riservassero a film di un certo valore!

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    1. "Black Panther" è un film mediocre che però in America ha avuto un successo clamoroso e un impatto sociale molto forte: è stato usato dai democratici come simbolo contro la politica trumpiana sull'immigrazione ed ha raccolto larghi consensi. Era perciò logico che sarebbe stato premiato oltre i suoi effettivi meriti (ben pochi), cosa che è puntualmente successa.

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  2. Visto? Ero sicura che sarebbe finita così. Che amarezza :(

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    1. su, su... :) so che non ti consola, ma alla fine il "tuo" Lanthimos ha permesso ad Olivia Colman di portarsi a casa uno dei premi più belli e meritati della serata. di più, realisticamente, non era lecito aspettarsi.

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  3. E' cambiata la percezione, sono cambiati i tempi, bisogna accettare e basta, e poi comunque ognuno ha il suo parere e nessuno glielo può togliere ;)

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    1. ci mancherebbe… in fin dei conti gli Oscar per noi appassionati sono solo in gioco, anzi: noi cinefili li prendiamo fin troppo sul serio!

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