sabato 11 maggio 2019

IL CAMPIONE


titolo originale: IL CAMPIONE (ITALIA, 2019)
regia: LEONARDO D'AGOSTINI
sceneggiatura: GIULIA LOUISE STEIGERWALT, LEONARDO D'AGOSTINI, ANTONELLA LATTANZI
cast: ANDREA CARPENZANO, STEFANO ACCORSI, LUDOVICA MARTINO, MASSIMO POPOLIZIO, ANITA CAPRIOLI
durata: 105 minuti
giudizio: 


Christian Ferro a soli vent'anni è già un campione di calcio, idolo dei tifosi, leader della propria squadra (la Roma) e, come tutti i giovani calciatori, ricchissimo e viziato. Dopo l'ennesima bravata, il presidente della società decide di affiancargli un insegnante personale per insegnargli la disciplina, lo spirito di sacrificio e, possibilmente, aiutarlo a superare l'esame di maturità...


Speriamo che non sia stato un fuoco di paglia. Solo tre anni fa, di questi tempi, celebravamo la rinascita del cinema di genere italiano attraverso vari titoli (tra cui Suburra, Lo chiamavano Jeeg Robot e Veloce come il vento) che avevano finalmente riportato la gente in sala grazie a un cinema squisitamente "popolare" (nel senso migliore del termine), capace di accontentare gli spettatori di ogni età e cultura attraverso storie dichiaratamente semplici e coinvolgenti, fatte apposta per il pubblico.

Dispiace perciò che un film come Il Campione, dalle caratteristiche speculari, sia andato maluccio al botteghino perchè questa pellicola dell'esordiente Leonardo D'Agostini prosegue, a mio parere molto bene, questo nuovo filone: è un'opera prima di un regista che, per una volta, pur proveniendo dalla tv mastica cinema benissimo. La trama sarà pure prevedibile ma la sceneggiatura è solida e il film si prende i tempi giusti per dosare tutti gli ingredienti, dalla commedia, all'ironia, all'azione e alla commozione, che mai si trasforma in retorica. E' un film di caduta e riscatto, di amicizia e incomprensione, che se non fosse per l'ovvia disparità di mezzi potrebbe sembrare quasi un film americano... perchè storie così oltreoceano funzionano benissimo.

Christian Ferro, ventenne e viziatissimo campioncino della Roma, è il classico ragazzo di strada cui i soldi hanno dato alla testa: ha una megavilla con piscina, un paio di Lamborghini in garage, una fidanzata pin-up e un drappello di pseudo-amici nullafacenti da lui mantenuti che bivaccano in pianta stabile a casa sua. Tra questi c'è anche il padre, che da piccolo lo aveva ripudiato e poi è tornato seguendo il profumo dei soldi. Insomma, una specie di Balotelli bianco che si fa chiamare CF24 (il suo numero di maglia) e combina cazzate di ogni tipo, certo dell'impunità che si deve ai potenti...

Succede però che un giorno, dopo averne combinata una troppo grossa (un furto al supermercato compiuto per gioco, con conseguente denuncia penale) il patron della squadra gli pone un ultimatum: se non vuole finire in tribuna per il resto del campionato dovrà studiare, responsabilizzarsi e prendere la maturità. In suo aiuto arriva Valerio, ex professore di liceo con un passato difficile alle spalle, tipo solitario e disilluso, che dopo il classico scontro iniziale tra due caratteri e stili di vita totalmente opposti, si prenderà a cuore il ragazzo a dispetto di tutti.

Tutto qui? Come storia sì, ve l'avevo detto che non era originalissima. Però aggiungeteci due bravi attori (il giovane Andrea Carpenzano, davvero perfetto, e Stefano Accorsi, che quando non fa il depresso isterico mucciniano si ricorda di come si fa a recitare), qualche bella giocata (non solo calcistica), una bella riflessione sui rapporti tra genitori e figli, una spruzzata di humour, un finale programmato ma toccante, e il gioco è fatto: Il Campione è il miglior film sul calcio dai tempi di Ultimo minuto di Pupi Avati (1987), anche perchè non ce ne sono stati molti altri... e anche perchè il calcio è solo lo spunto per attirare il pubblico e portarlo a ragionare su come si affrontano le difficoltà della vita: per certi versi ricorda L'uomo in più di Paolo Sorrentino, seppur dichiaratamente meno autoriale.

Un film semplice, lineare, umile, con belle facce e comprensibile da tutti. Quello da cui si dovrebbe ripartire affinchè il nostro cinema torni a parlare alla gente. Nel senso più positivo della parola.

2 commenti:

  1. Ultimo minuto è stato un film sottovalutatissimo, forse troppo avanti per l'epoca in cui uscì. Ma già lasciava un ritratto agghiacciante della società italiana.
    L.

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    Risposte
    1. Sono d'accordo. E' stato un film che già negli anni '80 denunciava il malcostume del mondo del calcio, e di conseguenza del malaffare che imperversava nel paese.

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