sabato 27 luglio 2019

STAGIONE 2018 - 2019 : I "FLOP" DELL' ANNO



Ci sono ciambelle che non sempre riescono col buco, anche quando a sfornarle è un pasticciere di professione. E se il pasticciere è pure bravo, la notizia fa ancora più scalpore... però è inutile girarci intorno: se un film è brutto è brutto, anche se lo dirige Paolo Virzì ed è stato concepito con le migliori intenzioni. Notti magiche è di gran lunga, per me, il peggiore film dell'anno: lo dico con cognizione di causa e senza ostilità, anzi mi rammarico molto per il livello così basso toccato da un autore che ho sempre stimato. Ma tant'è. Le cose vanno dette come stanno.

Ma Virzì è in buona compagnia in fatto di delusioni: insieme a lui in questa speciale classifica ci sono anche  il buon Lars Von Trier (tornato ad essere insopportabilmente spocchioso come nei suoi anni migliori), il belga Von Groeningen (il regista più ricattatorio al mondo) e perfino il pluri oscarizzato Peter Farrelly, che nonostante i premi vinti con Green Book ha firmato uno dei film più stucchevoli e "diabetici" di sempre. Rimandati a settembre invece (cioè al loro prossimo film) due opere prime esili esili come quelle di Walter Veltroni e Bradley Cooper: film dai budget molto diversi ma accomunati dalla stessa "inconsistenza" di fondo.

Diverso invece il discorso per Suspiria: come è noto il sottoscritto non ama l'horror e non posso definirmi esperto del genere, ragion per cui il mio giudizio è giocoforza condizionato da questi due elementi. Però posso dire che il film di Guadagnino, seppur visivamente impeccabile, non mi ha coinvolto nemmeno un po' risultandomi fastidiosamente incompiuto.

Ma sono ovviamente gusti personali. Rimango qui, pronto a discuterne e confrontarmi civilmente con tutti. Come sempre.


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1) NOTTI MAGICHE (di Paolo Virzì, Italia 2018)
Così brutto che non ci si crede, anzi anche peggio: un film insopportabile e presuntuoso, irritante, che se non avessi saputo che era di Virzì avrei scambiato per una farsa pecoreccia da Bagaglino. Un film populista, nel senso più negativo del termine, con una satira di grana grossissima e un cinismo greve e stucchevole, personaggi stereotipati e mal interpretati, pieno di triti luoghi comuni, che annega clamorosamente nella volgarità, totalmente assevito a quel "sistema" che vorrebbe tanto deridere. Che tonfo, caro Paolo!





2) A STAR IS BORN (di Bradley Cooper, USA 2018)
Se Clint Eastwood si è rifiutato di dirigerlo evidentemente c'era un motivo. Come film non è nemmeno terribile, ma è totalmente finto, plastificato dall'inizio alla fine. Farà scalpore più la vera o presunta love-story sbocciata tra i due protagonisti (Bradley Cooper e Lady Gaga) durante le riprese che per gli inesistenti meriti di una pellicola che si dimentica appena usciti dalla sala. Puro marketing.






3) C' E' TEMPO (di Walter Veltroni, Italia 2019)
Il debutto di Walter Veltroni nel cinema di finzione è esattamente come te lo aspetti: smaccatamente idealista, buonista, sognatore, un atto d'amore verso la settima arte, pieno di citazioni e omaggi verso i grandi autori. Peccato però che a  mancare sia il cinema stesso: film stilisticamente poverissimo, scolastico, talvolta involontariamente ingenuo. "C'è tempo" e spazio per migliorare.






4) BEAUTIFUL BOY (di Felix Von Groeningen, USA 2018) 
La discesa agli inferi (cioè nel tunnel della droga) di un adolescente-modello getta nella disperazione i genitori. Drammone piuttosto scontato e tagliato con l'accetta, abbastanza superficiale, che evita accuratamente di calcare la mano sull'unico, vero aspetto sociale della storia: in America, in casi simili, puoi essere sostenuto solo se sei ricco, bianco, colto, consumatore. E magari un bel ragazzo. Ma di analisi sociologica nel film di Von Groeningen non c'è traccia.





5) LA CASA DI JACK (di Lars Von Trier, Danimarca 2018)
Lars Von Trier è in gran forma, e siamo contenti per lui. I suoi film, per sua stessa ammissione, riflettono sempre il suo stato d'animo del momento, legato al benessere psicofisico (nel suo caso, le crisi depressive cui soffre da sempre). Non a caso i suoi ultimi due film, Melancholia e Nymphomaniac (bellissimi) sembravano quasi disperate richieste di aiuto, il grido di dolore di un uomo che urlava al mondo il suo disagio. Invece La Casa di Jack è un ritorno al passato, a quel cinema iper-compiaciuto, folle, falso nichilista dei suoi primi lavori. Stilisticamente perfetto ma moralmente di basso livello, furbescamente costruito, per nulla sincero.



6) GREEN BOOK (di Peter Farrelly, USA 2018) 
Di film ruffiani, superficiali, insopportabilmente buonisti, politicamente corretti, infarciti di lacrime a comando e costruiti per gli Oscar (come poi è successo) ne ho visti tanti in vita mia... ma questo Green Book li batte proprio tutti! Una specie di A spasso con Daisy al contrario, pieno di luoghi comuni edificanti e situazioni studiate ad arte per strizzare l'occhio al pubblico meno smaliziato. Si salvano gli attori, ma la melassa è davvero sopra il livello di guardia.





7) SUSPIRIA (di Luca Guadagnino, USA/Italia 2018) 
Non mi è piaciuto, inutile girarci intorno. Un film prolisso, interminabile, bulimico, dove la poca suspance che c'è viene diluita in 152 lunghissimi minuti dove Luca Guadagnino mette dentro un po' di tutto (criminali nazisti, aguzzini pentiti, spionaggio, terrorismo e l'immancabile pippone sull'Olocausto) senza arrivare a capo di niente. Certo, film formalmente impeccabile e visivamente eccellente: la confezione è deluxe (come tutti i lavori del regista siciliano) ma dentro questa confezione lussuosa c'è davvero troppa roba. E il troppo stroppia.





18 commenti:

  1. Almeno qui, per quelli che ho visto, concordo 😜

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  2. tra quelli che hai elencato non ho visto notti magiche e c'è tempo, cmq io ho apprezzato beautiful boy, Suspiria e la casa di Jack

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    1. A me sono sembrati tutti e tre film pesantucci e prolissi, con tanta carne al fuoco non cotta a dovere. Ma so bene che sono tre autori particolari, su cui il gusto personale ha un peso rilevante.

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  3. Tranne che per Notti magiche, non sono d'accordo praticamente su nessuno di quelli che ho visto:

    La casa di Jack per ora è il film dell'anno per me, A Star is Born l'ho trovato carinissimo, Green Book ruffiano e sicuramente strapompato, ma piacevole quanto basta da non stare in questa classifica, mentre Suspiria l'ho apprezzato tantissimo.

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    1. Su Von Trier, come ho scritto nella recensione, non ho molto da dire: è uno di quegli autori che o si amano o si odiano, senza mezze misure. Io l'ho trovato irritante e presuntuoso come ai suoi tempi "migliori", ma riconosco la genialità della messinscena. Trier sa muovere la mdp come pochi, su questo niente da dire.
      "Green Book" l'ho trovato perlappunto ruffianissimo e zuccheroso, di una retorica da far venire il diabete, pur riconoscendo anche qui la confezione d'alta classe.
      Su "Suspiria" sospendo il giudizio: l'horror non è il mio genere e l'ho trovato inutilmente lungo e ridondante, oltre che con pochissima suspance. Visivamente è splendido ma mi ha annoiato a morte. Forse però è un problema mio..
      Infine, "A star is born". Beh, qui onestamente ci trovo poco di difendibile... ;)

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  4. Non concordo per von trier, che a me è piaciuto, mentre sono sostanzialmente d'accordo su green book...

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    1. Come ho scritto anche sopra, riconosco appieno la genialità di Von Trier, che è un autore con la "A" maiuscola. Ma questo film l'ho trovato un mero esercizio di stile, presuntuoso e poco empatico nei confronti dello spettatore. Ma sono consapevole che nessun regista divide la platea quanto il vecchio Lars...

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  5. Del tuo elenco, mi è capitato di vedere solo Green book, ed effettivamente l'attento studio a tavolino per piacere a tutti (pubblico, critica e giuria degli Oscar) è palese.
    Se non altro, c'è parecchio mestiere, dentro: almeno questo.

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    1. Indubbiamente. Faccio una premessa: in questa classifica non ci vanno solo i film "brutti" a tutti gli effetti (come quello di Virzì) ma anche le cosiddette "delusioni", i film che promettevano tanto ma poi alla resa dei conti hanno restituito ben poco allo spettatore. "Green Book" è uno di questi: molto mestiere, molto di maniera, ma una sceneggiatura che più scontata non si può e un tasso glicemico ampiamente sopra i limiti di guardia. Poi, certo, non è un film da buttare (se non altro per le interpretazioni degli attori) ma certo non posso dire di averlo amato.

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  6. Alcuni, complici l'allontanamento dalle abbuffate di visioni, ancora mi mancano: non concordo su Green Book, che come sai, nel suo essere paraculo, a me è piaciuto davvero molto, mentre sono perfettamente in linea con A star is born, un film assolutamente malriuscito e sopravvalutato.

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    1. Vedi sopra, caro Ford: "Green Book" è un film di ottima fattura, dalla confezione impeccabile, ma di un manierismo (per me) quasi fastidioso...

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  7. Toglierei Green Book, Von Trier e Suspiria, che a livelli diversi ho apprezzato molto, soprattutto il primo.
    Concordo invece con A Star is Born (ma quanto è sopravvalutato?) e Beautiful Boy, un diludendo dopo il trailer bellissimo.

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    1. Tranquilla: sono tre film che, come ho scritto, sono destinati a divdere. E quindi capisco benissimo i tuoi gusti. Sono tre film validissimi dal punto di vista tecnico (soprattutto "Suspiria", visivamente splendido) che però non sono entrati nelle mie corde. Direi più "delusioni" che brutti film, ma il gusto è assolutamente soggettivo.

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  8. Concordo sulla critica a Suspiria. Francamente trovo alquanto bizzarro dichiarare un film sincero, onesto, quando il cinema è finzione. Tuttavia le recensioni sono sfoggi di soggettivismo per cui evidentemente nella tua idea di sincerità (ma è necessaria?) non rientrano alcuni autori o pellicole. Sulle accuse di buonismo e politicamente corrette, non dico nulla perché questi termini non vogliono dire assolutamente nulla. Sopratutto se riguarda un'ottima pellicola come Green Book. Ti credo sulla fiducia invece sul film di Veltroni. Dai almenoi concordo con due stroncature ^_^

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    1. Per film "sincero" intendo, ovviamente, nei confronti del pubblico, per il messaggio che veicola e per il modo in cui lo fa. "Green Book" è un film di ottima confezione (non a caso ha vinto l'Oscar, è stato fatto apposta) ma l'ho trovato di una ruffianeria oltre ogni limite. Odio i film che vogliono farti piangere a comando, quando e come vogliono loro. La sceneggiatura di "Green Book" è tremendamente scontata, io e il mio compagno di visione ci divertivamo a indovinare quello che sarebbe accaduto nella scena successiva e... ci indovinavamo sempre! :) Gli ho preferito di gran lunga "ROMA", film meno commerciale, più ostico, ma molto più sentito e sincero, che mi ha commosso in più punti (soprattutto nel finale). Poi è chiaro che, come sempre, i gusti sono soggettivi.

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  9. Se sulla prima parte della classifica mi trovi d'accordo sulla seconda molto meno. Non sarà da Oscar, ma Green Book è ben fatto, ha una buona storia e meno retorica di quello che credevo. E forse, tra i tanti candidati, l'unico che si rivede senza problemi.
    Sarà strano -e non propriamente horror- ma questo Suspiria è stata un'esperienza da affrontare.
    Non sarà il miglior von Trier, ma questo Jack è folle, poetico, metaforico al punto giusto.

    Vedo il lato positivo, se questi sono i flop, hai saputo scegliere bene le visioni ;)

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    1. Su Von Trier non dico nulla, è il classico provocatore ;) almeno, su di me ha sempre fatto questo effetto. "Suspiria" è un film visivamente splendido, con alcune scene di grande effetto, ma quei 152 minuti mi sono sembrati lunghissimi: giuro che non vedevo l'ora che finisse! :)

      E su "Green Book"... che dire: mi avete "cazziato" tutti, ma me l'aspettavo! Lo ripeto fino allo sfinimento: so benissimo che non è un brutto film, ma è tremendamente falso, costruito, oltre che scontato. E' un film che si può rivedere benissimo, specie per Natale (come "una poltrona per due", non a caso il finale - ma guarda un po' - è praticamente identico) ma l'ho trovato davvero stucchevole oltre ogni limite!

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